27. Trama - Chloe
«Direi che possiamo cominciare!»
Chloe avvicinò la sedia al tavolo e afferrò la penna, alternando lo sguardo tra gli uomini che sedevano di fronte a lei: Brycen si era sistemato alla sua destra, Edvokin aveva preso posto tra lui a Alexiej, Louis chiudeva il cerchio. Negli occhi di tutti brillavano interesse e curiosità e, benché non avesse mai dubitato di poterli convincere a dare un'opportunità a quel gioco improvvisato, vederli così intrigati le riempiva il petto di una tale allegria che non riusciva a smettere di sorridere.
«Innanzitutto, avete letto il materiale completo che ho dato, vero?»
Tutti confermarono, cominciando a sfogliare i loro fascicoli. Aveva tenuto per sé l'originale scritto a mano e ricopiato a macchina il testo perché ognuno avesse la sua copia di regole e informazioni sul mondo di gioco, da consultare e scribacchiare come preferiva. Quella di Brycen era già piena di annotazioni, Alexiej aveva appuntato la traduzione zimea di alcune parole, Louis aveva segnato sul suo taccuino i concetti chiave. Chloe ignorò tutti loro per posare lo sguardo su Edvokin, e quando lui si accorse che lo stava fissando drizzò il busto come punto da una spina.
«L'ho letto!» disse, ma l'espressione si accartocciò alla svelta. «D'accordo, Brycen lo ha letto, ma io ho ascoltato. Lo scopo è assimilare le informazioni essenziali per giocare, come queste vengano ottenute è irrilevante, non è forse vero?»
«D'accordo, per questa volta te la do buona» ridacchiò Chloe. «Se non avete domande sull'ambientazione, direi di presentare i personaggi. Nome, aspetto fisico, qualche cenno sul loro carattere e storia... Sentitevi liberi di farlo come preferite. Bry, cominci tu?»
Lui annuì, schiarendosi la voce. «Il nome che ho scelto per il persona—»
«Scusa, tesoro, errore mio: sentitevi libero di farlo come preferite, ma parlate in prima persona, come se steste descrivendo voi stessi. Voi siete il vostro personaggio, è questa la base di un gioco di ruolo!»
Brycen aggrottò la fronte e abbassò lo sguardo sui suoi appunti, le labbra arricciate nell'espressione pensosa che assumeva sempre quando rielaborava informazioni. «Il mio nome è Erelah. Nessun cognome, nessun ricordo a cui aggrapparmi, solo un'eco persistente nelle mie memorie. Non rammento chi ero prima di risvegliarmi nella città di Bleiden, i frammenti che riaffiorano sono ombre confuse, tessere scomposte di un mosaico infranto. So che questo vuoto non è naturale, qualcuno ha sgomberato di proposito la mia mente, sebbene mi è ignoto sia il fautore che la sua motivazione.» Brycen teneva lo sguardo fisso sul suo taccuino, ma la narrazione lo aveva assorbito del tutto: parlava piano, concedendosi il tempo di scegliere con cura ogni parola, e il viso mimava espressioni sincere mentre si sforzava di tirar fuori la giusta intonazione. «Tra le poche certezze che mi sono rimaste, vi è la consapevolezza della mia natura divina: sono figlia del dio del fuoco Pavelor, la sua essenza e il suo potere scorrono ancora dentro di me – e tuttavia non li percepisco con l'intensità che sento dovrebbero avere.»
Chloe sospirò, mordicchiandosi un labbro. Dèi, l'avrebbe ascoltato parlare per ore. Aveva una voce così densa, morbida nonostante l'accento zimeo sporcasse ancora la sua pronuncia, e un tono fermo che sosteneva una cadenza gentile, di una serenità contagiosa. Era come immergersi in una fonte termale dopo una lunga camminata al gelo, un'immagine che sarebbe stata ancora più allettante se ci fosse stato lui a farle compagnia, magari senza vestiti, magari da soli, magari con il corpo intrecciato al suo e—
«Se mi trovo nel mondo mortale, dopotutto, vuol dire che sono stata bandita dal regno celeste» Brycen incrociò il suo sguardo e Chloe drizzò il busto, sfoggiando il suo miglior sorriso da non mi stavo affatto distraendo. Scacciò quell'immagine per concentrarsi – dopo, però, l'avrebbe portato alle terme. «Forse mio padre mi ha ripudiata, forse una colpa oscura grava sulla mia anima, forse c'è qualcosa che mi ha costretta ad abbandonare la mia casa. Quale che siano le risposte, ho intenzione di trovarle e riprendere il mio posto tra le semidivinità.» Quello, in effetti, non lo sapeva neanche lui: aveva deciso di lasciar decidere a Chloe cosa fosse successo, così da scoprirlo insieme al suo personaggio. «Nel frattempo camminerò tra i mortali, porterò la giustizia divina in questo mondo imperfetto e combatterò il male dove lo troverò, perché è questo il mio destino. Anche se la mia fede vacilla, il mio senso di giustizia resta saldo e così io.» Dopo qualche istante di silenzio, il suo sguardo si riempì di incertezza. Deglutì, catturando i capelli sciolti tra le mani per portarli sul davanti, imitando la coda in cui era solito legarli tempo prima. «Scusate. Forse ho esagerato.»
«A me è piaciuto!» disse Louis, allargando il sorriso. «Immagino già le nostre interazioni... Oh, sarà divertente! Quantomeno per me, per Erelah un po' meno.»
«Dimenticavo l'aspetto» continuò Brycen, tornando alle prime pagine del suo taccuino. «Possiedo un paio di ali piumate, bianche dai riflessi dorati, e corti capelli dello stesso colore. Di rado abbandono la mia armatura, anch'essa dorata, e al di là di eccezioni dovute alle necessità vesto solo di rosso, bianco e oro. Non ricordo quale sia la mia età, ma a giudicare dall'apparenza non sembro avere più di trent'anni, forse più vicina alla ventina.»
«D'accordo, adesso è il mio turno!» Edvokin allargò le braccia, agitando le mani a mezz'aria per richiamare l'attenzione su di sé. I suoi appunti erano poco più che note disordinate, ben lontane dalle informazioni dettagliate che Brycen aveva scritto su Erelah, ma il suo sorriso sicuro tradiva che aveva tutto sotto controllo. «Avete di fronte un silvano generato nondimeno che dalla magia fatata, che risponde al nome di Evellios. La mia pelle ha il colore della terra fertile, la chioma quello dell'erba fresca, come se la natura avesse deciso di incarnarsi in queste meravigliose sembianze. Possiedo le lunghe orecchie a punta simbolo del mio retaggio, ma potrebbero sfuggire alla vostra attenzione qualora vi lasciaste distrarre dal magnetismo del volto scolpito – particolare attenzione ai delicati fiorellini che sbocciano nella barba – o dai muscoli possenti attraversati da tatuaggi intrisi di magia.»
La teatralità delle sue mani dava corpo alle parole, dipingendo l'immagine di Evellios nell'aria. Descrivevano ampi movimenti a mezz'aria, scivolavano sulle braccia o sfioravano il mento come se la folta barba che aveva descritto fosse davvero lì. Non aveva parlato d'altro che dell'aspetto del personaggio, ma l'espressività del suo viso e del suo tono permetteva di immaginare il resto – raffinato, curioso, emotivo. Chloe si ritrovò incapace di distogliere lo sguardo, ma era certa che gli altri lo stessero ascoltando con la stessa meraviglia.
«Le origini della mia storia risalgono oramai a tre secoli fa, benché possegga l'aspetto di un giovane uomo» proseguì in un sospiro, e l'ombra della nostalgia calò sul suo viso per qualche istante. «Nella mia giovinezza mi esibivo tra i palazzi e i castelli delle corti fatate, narrando storie, suonando e incantando. Ma le storie sono vive, richiedono nuovo nutrimento, ed è stata la mia insaziabile curiosità a spingermi in viaggio. Il mio scopo?» Fece una pausa drammatica, osservando gli astanti con uno sguardo intenso. «Conoscere ogni angolo del mondo, raccogliere ogni frammento di memoria e raccontarlo a chi avrà la fortuna di ascoltare, conservandole il ricordo nella mia lunga vita.»
«Già lo adoro!» disse Louis. «Non chiedermi perché, ma lo immagino parlare con l'accento lasyardeo.»
Edvokin sbattè le palpebre. «E come sarebbe?»
«È molto melodico, ha suoni nasali per le vocali e trascina le consonanti doppie, ad esempio accetta diventa ascètta. Poi c'è la erre arrotolata e la cadenza, sembra parlino sempre verso l'alto, in questo modò!»
«Puoi anche omettere le vocali finali, lo fanno spesso» aggiunse Chloe. «Che precisiòn! Mai vista una descrisiòn così fantastìc! N'est-ce pas vrai, Brycen?»
Lui sghignazzò, trattenendo una risata a cui invece Louis si abbandonò senza riserve. «Se Sabrina vi sentisse...»
«Mi piace come suona!» Edvokin batté le mani, sfoggiando un sorriso entusiasta. «Sappiate che ho tutta l'intenzione di provare a imitarlo, tuttavia non garantisco sul risultato.»
«Ogni volta che lo dici, il risultato è bellissimo. Sarà così anche oggi» disse Alexiej, e Chloe non riuscì a trattenersi dal sorridere quando Edvokin gli sfiorò le labbra per ringraziarlo.
«Anche i vostri personaggi saranno una coppia?» domandò Louis, speranzoso.
Alexiej però rise. «No. Per il mio personag— Per me sarà fastidioso.»
«Fastidioso?» Edvokin sussultò, esagerando l'espressione di stupore mentre si drizzava sulla sedia. «Quale mostro senza cuore hai creato per trovare il mio magnifico bambino fastidioso?»
«Sono molto... concentrato sul mio scopo» cominciò a dire, sfogliando il suo taccuino. Non era ancora esperto nel vocabolario sayfano, ma aveva avuto l'accortezza di scrivere i termini più tecnici che avrebbero potuto tornargli utili o le regole grammaticali che faticava a ricordare. «Il mio nome non lo sapete. Ho detto che mi chiamo Sterminatore di Bestie ed è questo che sono, che faccio. Il mio villaggio è stato distrutto dai mostri, il mio maestro è scomparso, io vivo per trovare e uccidere quelle creature.»
«Dunque un cacciatore» commentò Edvokin con un mezzo sorriso.
Alexiej abbassò lo sguardo colpevole. «Non ho molta fantasia. Ma è un cacciatore diverso da me: ossas... oss...»
«Ossessionato» gli venne in aiuto Chloe.
«Sì. Vendicativo. Non parla molto, non ama il divertimento. C'è solo la missione. L'armatura è cuoio, ha sempre un cappuccio ma si vede che è umano. Bianco, capelli grigio. Tante, tantissime armi: coltelli, trappole, spada, scudo. È bravo in quello che fa, anche se non gli piace. Non è passione, è... necessità.»
«È un concetto molto interessante» disse Brycen, sporgendosi sul tavolo.
Prese fiato per dire qualcos'altro, ma Edvokin fu più veloce: «La prendo come un'offesa personale. Qui dichiaro che il mio scopo secondario sarà quello di conquistare il cuore del tenebroso cacciatore solitario.»
Alexiej scrollò le spalle. «Non ho tempo né interesse per l'amore. Ma se vuoi diventare più fastidioso...»
«Sciocchezze! Concedimi qualche minuto di gioco e Ster cederà al fascino di Evellios.»
Chloe intrecciò le dita per sorreggere il mento, sorridendo mentre li guardava. Ci sarebbe stato molto da sistemare in quel gioco: era solo un prototipo, un'idea bislacca per cui aveva unito i suoi esercizi di impersonificazione alle regole di improvvisazione di Ianteh e ai dadi, che Kolt le aveva suggerito di introdurre per l'elemento casualità – peccato che le loro vite fossero troppo movimentata per unirsi a loro, a Chloe sarebbe piaciuto averli al tavolo. Louis l'aveva aiutata con i calcoli, Brycen con le abilità, Edvokin con le caratteristiche delle razze e Alexiej con l'ambientazione, ma questo non lo rendeva di per sé giocabile, equilibrato o divertente.
Vedere il loro entusiasmo, però, la rendeva ottimista. Si stavano già divertendo ed era una cosa buona, e solo sentirli parlare dei loro personaggi le dava ispirazione per nuove situazioni in cui farli imbattere, sfide che avrebbero potuto affrontare, persone con cui interagire.
«Louis, vai tu» lo incitò, sistemandosi meglio sulla sedia. «Io mi preparo a vedere le loro facce.»
Louis allungò un sorriso furbo, dispettoso. Chloe aveva consigliato di creare un personaggio che fosse nelle proprie corde, uno che non fosse troppo distante dal proprio modo di comportarsi, perché fosse più semplice interpretarlo. Adorava i personaggi che Brycen, Edvokin e Alexiej avevano tirato fuori, ma era altrettanto felice che Louis avesse deciso di ignorare il suo suggerimento.
«Il mio nome è Senna, miei cari compagni» cominciò, mimando il gesto di inclinare la falda di un cappello invisibile. «Mi conoscete come mercante viaggiatore dal sarcasmo affilato, talvolta cinico, e un occhio attento per gli affari. Il mio aspetto è molto... anonimo, niente che resti impresso, ma è solo un travestimento magico: la mia pelle chiara è in realtà scura, i capelli castani sono bianchi e se gli occhi rossi dalla pupilla allungata non bastassero a rivelare la mia natura demoniaca, forse potrebbero riuscirci la lunga coda affusolata e le corna simili a quelle di un ariete.»
Brycen strabuzzò gli occhi. «Oh, Dea. Erelah non ne sarà affatto felice. Spero tu sia preparato a sopportare i suoi commenti irritati a riguardo.»
«L'ho detto che sarebbe stato divertente! Punzecchiarti sarà un vero piacere, darò il peggio di me.»
«Anche la storia del mercante è un travestimento, vero?» domandò Alexiej.
Louis annuì in uno schiocco di dita. «Precisamente! Il mio vero lavoro è nel reame demoniaco, come... consulente, potremmo dire. Mi occupo di contratti e l'oggetto in esame sono le anime dei mortali, quelli abbastanza disperati o ingenui da vendere la propria per ottenere un qualche favore.» Alzò le spalle, allargando le braccia con falsa innocenza. «Più gli umani sono vittime dei loro vizi e più sono facili prede della tentazione, più i miei capi sono felici e più io sono felice, perciò ecco il mio scopo in quest'avventura. Sono qui per... diciamo godermi il panorama, portare sulla via della dannazione chi incontro e magari ottenere qualche profitto extra. Anche oggi è uno splendido giorno per fare affari!»
«Meraviglioso, fantastico, sublime» disse Edvokin, applaudendo. «Era necessario un pizzico di pepe nel nostro gruppo, così sarà molto più divertente. Non temete, sarà mia premura assicurarmi di mantenere l'armonia tra le parti, è evidente che con le vostre personalità non sareste in grado di collaborare neanche per trovare la giusta via da imboccare per— a proposito, Chloe, dove siamo diretti?»
«Nella città di Fasimor, a nord» disse lei, aprendo il taccuino dei suoi appunti personali. Ne aveva scritti parecchi, li aveva approfonditi quando tutti i giocatori le avevano parlato in privato delle idee per i loro personaggi e dopo aver ascoltato le presentazioni li avrebbe ampliati ancora – forse non avrebbe smesso di farlo. «A dire il vero, siete già arrivati. Diverse motivazioni vi hanno condotto qui: un lavoro, la curiosità verso l'imminente festività per la dea Sabran che si celebrerà a breve, o semplicemente il caso. Non vi conoscete ancora tra di voi, ma in qualche modo vi siete ritrovati tutti nella locanda del Gabbiano Ubriaco. Potete decidere cos'ha condotto qui il personaggio oppure vi darò io qualche suggerimento, mi sono appuntata qualche idea. Deciso questo, vi descriverò il luogo, voi mi direte cosa state facendo in questo momento e... si comincia davvero a giocare!»
«Io lo so già!» trillò Edvokin, alzando la mano. «Nessun luogo migliore di una locanda per divertirmi un po' e sfoggiare le mie abilità artistiche. Mi troverete sul palco – voglio sperare che questa bettola possieda quantomeno un palco – a deliziare gli astanti con l'intrigante melodia dei miei bonghi...» batté le mani sul tavolo, rapidi colpetto con le dita che imitavano l'approccio a un paio di tamburi. «Non ho idea di che suono producano nella realtà, ma possiedono un nome così stravagante che non potevo non sceglierli.»
«Aspetta a definirla bettola, Chloe non l'ha ancora descritta» disse Brycen.
Edvokin scacciò quel commento con la mano, liberando uno sbuffo incredulo. «Suvvia, ho trascorso oltre un secolo nella corte fatata, è sicuramente una bettola.»
Una nuova risata sbocciò sulle labbra di Chloe. «Beh, se la metti su questo piano... Non posso darti torto.»
«Tu invece non hai un personaggio, giusto?» chiese Louis.
«Esatto! Io mi occuperò di gestire tutti gli altri, dalle comparse qui in locanda ai personaggi che parleranno con voi ai mostri che vi attaccheranno e via dicendo. Possiamo dire che voi quattro siete i protagonisti della storia, mentre io quella che narra le vostre avventure e tira i fili di ciò che accade. Sono la vostra... Tessitrice, potremmo dire.» Si abbandonò a una risata leggera, un divertimento che sapeva essere noto solo a lei. Kolt era l'unico a conoscere il nome del suo vecchio ruolo, persino Brycen si rivolgeva a ciò che era stata con Ombra della morte, come traducevano i testi sayfani. Sapeva che era sbagliato, sapeva che molte informazioni di quei testi lo erano, ma aveva accettato che c'erano informazioni sul suo passato – sull'Ordine, su Jiyu – che Chloe non avrebbe mai potuto condividere volontariamente.
Le piaceva l'idea di associare quel nome a qualcos'altro, però. Qualcosa che la rappresentasse di più, qualcosa che la facesse sorridere quando lo pronunciava. Era sciocco, eppure sufficiente a metterla di buon umore.
«Ho solo una domanda, prima di continuare.» Alexiej drizzò il busto, lo sguardo concentrato che alternava l'attenzione tra la documentazione di gioco e il suo taccuino di appunti. «Ho capito lo scopo del gioco. I personaggi mi sono chiari e così il tuo ruolo. Ma qual è la trama della storia?»
Il sorriso di Chloe si allargò. «Lo scopriremo giocando. Io sono la Tessitrice, ma voi siete i miei fili. È un arazzo che intrecceremo tutti insieme, e cosa mostrerà una volta concluso... Beh. Spetta a noi deciderlo.»
Avevo avuto un'altra idea per questa entry, poi mi son detta: perché non dovrei divertirmi un po? Chi mi conosce sa che sono un'appassionata di D&D, tra le altre cose, e ho pensato che sarebbe stato carino vedere i miei personaggi alle prese con questo gioco!
Naturalmente non esiste in ambientazione, nè qualcosa di vagamente similare, ma Chloe è dotata di molta fantasia e tra lei e i suoi affetti credo che ci siano i pezzi giusti per dire: sì, potrebbero aver pensato a qualcosa di simile e aver deciso di testare una versione molto semplificata e rudimentale del gioco. Dopotutto, perché no?
Ne ho approfittato per fare qualche omaggio, infatti i personaggi nominati sono quelli giocati dal mio fidanzato e dai miei amici in alcune campagne ♥ Ce li vedo moltissimo quei quattro a giocarli, e sono certa che anche i creatori originali saranno d'accordo! Vi lascio anche le immagini dei personaggi:
Evellios
Erelah
Ster
Senna (immaginatelo con le corna, però)
E i personaggi dell'Halkaverse, invece? Cosa sarebbero in D&D? Questa era la discussione che ha dato via al tutto, ammetto xD Ebbene, Brycen sarebbe un Chierico (della Conoscenza), Chloe un Ladro (Inquisitore), Edvokin un Guerriero (Campione), Alexiej un Ranger (Cacciatore) e Louis un Artefice (Alchimista).
Siete d'accordo? Quanti di voi hanno capito qualcosa di questa lista? XD Magari in futuro, quando avrò un po' di tempo libero, farò qualche post a riguardo su IG ♥
Nel frattempo spero che la shottina sia stata di vostro gradimento e ci vediamo alla prossima~
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