25. Post-it - Sabrina

Le labbra di Sabrina si distesero in un sorriso soddisfatto di fronte al bagaglio appena chiuso. Non poteva ancora considerarsi pronta, avrebbe aggiunto le ultime cose poco l'indomani mattina, ma aveva quasi spuntato tutte le voci dalla sua lista e si sentiva leggera come se ogni linea avesse eliminato le impurità dal suo corpo.

Tirò giù la valigia dal letto – avrebbe chiesto a Jessica di portarla al piano terra, pesava un accidenti – e si prodigò di sistemare ciò che aveva lasciato in giro per la stanza, piegando le maglie che non aveva selezionato per la partenza e chiudendo i cassetti rimasti aperti. Alcuni erano così vuoti da mettere tristezza: forse aveva esagerato con l'abbigliamento, dopotutto sarebbe stata via solo una settimana, ma non era abituata a viaggiare senza sua sorella che poteva cambiare colore ai suoi abiti in uno schiocco di dita. E sì, quella era una trasferta con l'Accademia per fini di studio e non una vacanza, ma non per questo avrebbe rinunciato all'abbinamento perfetto. Aveva persino selezionato alcuni capi da far modificare a Jessica prima di partire – e avrebbe dovuto lasciarle scritto da qualche parte di usare Chromaster su nient'altro mentre era via. Quell'avviso non l'avrebbe fermata in ogni caso, ma quantomeno avrebbe espresso la sua opinione in merito, dato che la sua gemella sembrava priva di qualsivoglia abilità nel prevederla. Se avesse di nuovo trovato le sue pareti a pois rossi e verdi... E dire che era mancata solo qualche ora, chissà come Jessica avrebbe devastato casa in una settimana intera! Poteva quasi sentirla sbuffare, scrollare le spalle in una giustificazione smorta, qualcosa come Tanto posso sistemarlo in un attimo, solo che per trovare la voglia di applicarsi o solo per ricordarsi di farlo le occorrevano giorni interi.

Sì, meglio scriverlo. Sabrina raccolse penna e taccuino che aveva riposto nel cassetto e tracciò grandi lettere in stampatello ben marcate, NON CAMBIARE COLORE ALLE MIE COSE O ALLA MIA STANZA MENTRE SONO VIA!

Perfetto. Piegò il foglio in due, lo strappò con attenzione lungo la linea che si era formata e lo lasciò sulla scrivania. No, serviva un posto in cui l'avrebbe visto sicuramente, meglio la sua scrivania. Sabrina attraversò rapida il corridoio, lanciando un rapido sguardo alle piante che decoravano gli angoli. Poiché Jessica era in casa non aveva bisogno di chiedere a qualcuno di annaffiare o di pulire casa, ma avrebbe ricordato di farlo? Sospirò, scribacchiando INNAFFIA LE PIANTE A GIORNI ALTERNI e RICORDATI LE PULIZIE! sul taccuino, poi piegò e strappò altri due biglietti prima di entrare nella camera di sua sorella.

Jessica aveva lasciato la finestra chiusa – FAI ARIEGGIARE LA STANZA – non aveva ancora rifatto il letto – SISTEMA CAMERA PRIMA DI USCIRE – naturalmente aveva lasciato i vestiti sulla sedia, così Oliver vi si era acciambellato sopra. Sabrina strappò l'ennesimo biglietto e già che c'era scrisse alcuni promemoria sulle abitudini dei gatti, ché cambiare l'acqua delle ciotole o pulire la lettiera erano compiti di cui si occupava personalmente, dato che Jessica lo dimenticava spesso. E avrebbe davvero dovuto spazzolarli, in quella stagione perdevano così tanto pelo che avrebbero potuto confezionare una pelliccia. E sarebbe stato carino se le avesse comprato un taccuino nuovo, data la quantità di fogli che stava sprecando per lei – troppi, in effetti.

Sabrina fece un passo indietro, osservando la moltitudine di appunti che aveva lasciato sulla scrivania. Aveva finito per aggiungere anche alcune indicazioni sulla cucina – sante stelle, a volte sua sorella dimenticava persino di mangiare – sui panni da lavare, la spazzatura da gettare, ma se avesse lasciato così tanti foglietti uno accanto all'altro era matematicamente certo che Jessica li avrebbe ignorati tutti.

Uno sbuffo pesante le sfuggì dalle labbra mentre raccoglieva tutte le note, battendole sulla scrivania per sistemarle tra le mani. Lasciò solo quello relativo a Chromaster, poi si precipitò da un angolo all'altro della casa per spargerli in giro. Ne lasciò uno sul tavolo della cucina, uno accanto ai fornelli, uno nella camera che era diventato il suo studio artistico, uno in bagno, uno incastrato tra gli infissi della finestra e un altro arrotolato alla maniglia della porta d'ingresso. Quand'ebbe finito, nel suo taccuino erano rimasti solo una ventina di pagine e ogni stanza era tappezzata da un numero variabile di foglietti, però era soddisfatta. Persino ottimista. Sentiva di poter affermare con una sufficiente percentuale di certezza che Jessica sarebbe sopravvissuta a quella settimana anche senza di lei.

A volte si domandava come sarebbe stato vivere separate. Si era abituata all'assenza dei suoi genitori quando si era trasferita per studiare, ma non era certa che sarebbe riuscita a superare la mancanza di Jessica altrettanto in fretta. La faceva impazzire, vero: doveva ripeterle più volte informazioni basilari, sistemare il caos che lasciava in giro per casa, tollerare le discutibile scelte cromatiche con cui cambiava aspetto ai suppellettili a cadenza mensile, scendere a compromessi sulla gestione degli impegni e degli spazi comuni, dato che le loro abitudini sembravano inconciliabili. Non era una persona semplice con cui vivere, ma dopotutto non lo era neanche lei, e se c'era una cosa di cui era certa è che senza sua sorella le giornate sarebbero state vuote. Lo sapeva, anche se non l'aveva mai sperimentato per più di qualche giorno, che le sarebbero mancate tutte quelle cose per cui le voleva bene, che pesavano più di quelle che la facevano arrabbiare. Le chiacchiere durante i pasti; le incursioni notturne quando una delle due non riusciva a dormire; leggere lo stesso libro per commentarlo capitolo per capitolo; cucinare un dolce insieme; le serate trascorse a giocare; la pazienza con cui Jessica la ascoltava ogni volta che aveva voglia di sfogarsi per il puro gusto di lamentarsi, e il cinico sarcasmo con cui riusciva a ridimensionare ogni problema, rendendolo affrontabile.

Ne valeva la pena. Ne sarebbe sempre valsa la pena, e fosse stato per lei avrebbe condiviso la casa con sua sorella per il resto della sua vita. Brycen le era parso così entusiasta quando le aveva detto che suo cugino e il suo fidanzato sarebbero andati a vivere con lui e Chloe, ma a Sayfa chiunque l'avrebbe definito bizzarro. In una casa adiacente, magari, sullo stesso pianerottolo o persino al piano superiore, ma non insieme. Una coppia non viveva con genitori, fratelli o amici, non era così che funzionava.

Chissà se l'avrebbe mai trovato, un uomo che avrebbe compreso quel suo desiderio. Jessica non nutriva interesse per il matrimonio né per qualsivoglia relazione, perciò avrebbe dovuto convincere solo il suo ipotetico compagno – beh, forse anche sua sorella. Non ne avevano mai parlato, l'argomento convivenza non era venuto fuori con nessuno dei fidanzati di Sabrina e in quel momento non ne aveva uno, perciò non era una problematica urgente a cui pensare.

Forse avrebbe dovuto rimediare, però. Dirle che, nonostante fosse costretta a disseminare per casa bigliettini con indicazioni che probabilmente ma non certamente avrebbe seguito, non avrebbe fatto a meno di lei per niente al mondo.

Sorrise, aprendo il taccuino per scrivere l'ennesimo biglietto – l'ultimo – che appoggiò accanto allo svuotatasche dell'ingresso.

RICORDATI CHE TI VOGLIO BENE ♥



Ebbene sì, ho barato: questo è l'unica oneshot in cui non compare il termine selezionato, ma a mia discolpa i post-it non esistono ancora su Halka xD Piuttosto che saltare il giorno o cambiare parola, ho cercato piuttosto di restare fedele al concetto, con dei promemoria lasciati in giro per casa. Non saranno adesivi, non saranno quadrati o colorati, ma rendono comunque l'idea!

È una entry molto leggera e semplice, però riassume bene il rapporto tra le due sorelle che sono effettivamente molto diverse tra loro. I'm a simple girl e, per quanto mi rendo conto che possa risultare abusata, mi è sempre piaciuta l'idea del "gemelli identici d'aspetto ma opposti in carattere" ♥

Com'è facile intuire è ambientata dopo Unmasked, cosa che ho deciso in corso d'opera, il ragionamento è venuto fuori da sé e ho voluto portarlo avanti, ho pensato potesse essere una cosa carina! :3

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