16. Coniglio - Boyaque
⚠️ ALLERTA SPOILER! ⚠️
Non proseguite se non avete concluso la lettura del capitolo 6 di Carnivorous!
I margini del bosco erano silenziosi da quando Maeriyel aveva innalzato i suoi confini di siepi e rovi. L'improvvisa crescita di piante aveva creato trambusto nella fauna: molti animali si erano avvicinati a scrutare il muro cercando un modo per superarlo, ma presto avevano abbandonato ogni tentativo, terrorizzati da ciò che accadeva a chi riusciva a passare oltre.
Maeriyel aveva cominciato con gli uccelli, facendo schizzare in alto rami sottili per infilzarli in volo. Meravigliosa. Poi si era accanita contro topi, volpi e persino cervi, stritolando e squarciando i corpi che aveva lasciato appesi sui rovi a sanguinare, come monito per chiunque avesse osato seguire il loro esempio. In poche settimane i confini di Vou-la-Forêt si erano trasformati in un cimitero di carcasse putrescenti, infestate da moscerini e vermi, con il fetore del sangue e della decomposizione che si diffondeva fino al limitare del villaggio. Era nauseante, eppure Boyaque ne era affascinato: ogni volta che scorgeva una nuova vittima tra foglie e spine sentiva le sue labbra curvarsi in un sorriso, perché Maeriyel non era mai altrettanto bella come quando uccideva.
Boyaque infilò le mani in tasca e cominciò a perlustrare il perimetro, le foglie secche d'autunno che scricchiolavano sotto gli scarponi. Molti degli archetti che aveva sistemato tra i rami erano scattati e doveva sostituirli, e avrebbe dovuto posizionare più reti e trappole con esche. Tenere fuori i volatili da Vou-la-Forêt era un'impresa impossibile, ma era Maeriyel l'unica che si preoccupava di quello: per lui era sufficiente avere qualcosa con cui passare il tempo, e se questo lo rendeva utile ai suoi occhi tanto meglio.
Avrebbe superato quella fase, prima o poi, quella in cui cercava un motivo per farlo. Lui non l'aveva mai attraversata, ma un vero cacciatore sapeva essere paziente. Aveva visto la scintilla che si accendeva negli occhi di Maeriyel quando ghermiva una preda tra i suoi rovi, presto o tardi sarebbe divampato in un magnifico incendio e lui sarebbe stato al suo fianco ad alimentare il fuoco. Oh, non vedeva l'ora. La immaginava tra le sue braccia, le mani sporche di sangue, le labbra piegate in un sorriso che solo lui poteva comprendere. Finalmente libera. Finalmente sua.
Un rapido fruscio di foglie attirò la sua attenzione, poi lo schiocco acuto del metallo. Boyaque avanzò in rapide falcate, superò gli arbusti ingialliti e sorrise quando vide ciò che la sua trappola aveva catturato. Un coniglio dal folto manto grigio era acquattato di fianco alla tagliola, una delle zampe posteriori incastrata tra i denti aguzzi. Se ne stava lì immobile, il corpo tremante di un respiro affannato mentre gli occhi neri fissavano un punto imprecisato davanti a sé, troppo terrorizzato persino per sollevare le orecchie. Avrebbe preferito una volpe, o magari un tasso: si dimenavano quando venivano catturati, urlando e grugnendo, e più cercavano di liberarsi più il metallo scorticava la loro carne, e i gemiti di dolore si facevano più intensi. Era divertente guardare i loro patetici tentativi di fuga, ma i conigli combattevano di rado, accettando il loro destino senza emettere fiato.
«Andiamo, non te ne frega proprio niente?» Boyaque si inginocchiò al suo fianco, ma il coniglio non si mosse. Non lo guardò neppure, anche se cominciò a tremare più forte. «Dammi un po' di soddisfazione, almeno uno strillo...»
Sfilò il coltellino pieghevole dalla tasca, aprendolo per rivelare la lama tozza e ben affilata. Appoggiò la punta sulla testa del coniglio, sfiorandolo attraverso la pelliccia fino alla gola. Una leggera pressione e la sua vita sarebbe cessata all'istante, ma non ottenne nessuna reazione. Signore della Luce, i conigli erano davvero noiosi.
«Non ti fa abbastanza male? Mh? O forse sei troppo stupido per capire che morirai se non riesci a liberarti?» Boyaque serrò la presa attorno al manico e puntò il coltello contro la zampa ferita, il metallo scintillante in contrasto con il manto sporco di terra e fango. «Facciamo che per questa volta ti aiuto io.»
Tagliò. La lama scivolò attraverso pelliccia e carne, opponendo una resistenza che fece vibrare il metallo sotto il suo controllo. Si aprì un lungo segno rosso che bagnò il pelo circostante, il coniglio si agitò in uno spasmo ma ancora non emise suono, così Boyaque gli afferrò la coscia e continuò a tagliare, incidendo un solco sempre più profondo.
«Facciamo un gioco: strilla e forse ti lascio andare.»
Rise mentre il coniglio tremava più forte tra le sue dita insanguinate, poi qualcosa calpestò le foglie secche alle sue spalle. Non ebbe il tempo di voltarsi che dal terreno venne fuori quello che sembrava un lungo ramo sottile, sfrecciò verso il coniglio e gli perforò la gola, trapassandolo fino a sbucare fuori dalla sua testa. Il sangue schizzò sulle braccia di Boyaque e sul petto, colò lungo quello che riconobbe essere un fusto spinato, e quando la pianta si ritirò il corpo del coniglio cadde al suolo privo di vita. Nessun verso, nessuno spasmo, neanche un misero soffio di sorpresa, forse non si era neppure accorto di stare per morire.
Che noia.
«Che stai facendo?!» sbraitò Maeriyel dietro di lui, raggiungendolo in passi pesanti.
Quando Boyaque si voltò a guardarla, aveva la fronte aggrottata e uno sguardo furioso che lampeggiava di odio e sangue, l'espressione che lo eccitava più di tutte.
Lentamente si alzò, spingendo la lama contro il manico per richiudere il coltello. «Quello che mi hai chiesto di fare.»
«Non ti ho chiesto nulla. Ti sei offerto tu di aiutarmi—»
«Esatto, è proprio quello che sto facendo. Aiutarti»
Maeriyel si accigliò ancora di più. «Aiutarmi a tenerli fuori dal villaggio. Devono capire che non possono superare i confini, non ho mai detto che potevi torturarli.»
«Magari funziona, che ne sai? Fallo tornare indietro senza una zampa, secondo me gli altri qualcosa capiscono» sghignazzò. La camicia chiara era già sporca, perciò vi strofinò sopra le mani per pulirle dal sangue, lasciando chiazze evidenti sulla stoffa. C'era ancora qualche vecchio alone che i lavaggi non erano riusciti a cancellare, una macchia in più o in meno non avrebbe fatto differenza. «Ormai era da questa parte, sarebbe morto comunque. Che ti frega di come succede? Fammi almeno divertire.»
«Non è divertente, è orribile» disse Maeriyel, e la sua voce vibrò mentre lo diceva, un ringhio basso e sibilato. «Ucciderli è necessario per proteggere il villaggio, ma non meritano di soffrire. Non è questo che voglio.»
«E cosa vorresti fare, punirmi?» Boyaque allungò una mano per accarezzarle una guancia, ma lei si tirò indietro in un sussulto. Affilò lo sguardo e gli rivolse un bruciante sguardo di rimprovero che lui si premurò di ignorare, superando la sua spalla per afferrare la lunga treccia in cui aveva raccolto i capelli verdi. «Vuoi uccidere anche me, per caso? Sarei curioso di sapere come lo faresti. Mi infilzerai come quel coniglio? Mi faresti stritolare dai rami fino a spezzarmi schiena e collo, come il cervo dell'altro giorno? Oppure vuoi soffocarmi?»
Boyaque tese la treccia come fosse una corda e se l'appoggiò sul collo, piegando la testa nella beffarda imitazione della morte. Scoppiò a ridere quando Maeriyel gli strappò la treccia di mano, le labbra arricciate in una smorfia di disgusto.
«Andiamo, Mae-mae. A me puoi dirlo, che ti piace.»
«No.»
Boyaque si avvicinò ancora, torreggiandola. «Non vedi l'ora che qualcosa oltrepassi le tue siepi per schiacciarla.»
«Io non sono come te» sibilò Maeriyel, drizzando collo e spalle.
Ecco perché gli piaceva tanto: lei non stava ferma e zitta, a tremare come quel coniglio. Boyaque sapeva che se avesse oltrepassato il limite su cui si divertiva a camminare lei avrebbe potuto ucciderlo davvero, ma era ciò che la rendeva così interessante.
«Continua a ripetertelo, magari diventa vero» disse soltanto, allargando il sorriso.
Maeriyel lo guardò con occhi stretti, poi liberò uno sbuffo scocciato e si voltò per andarsene. Boyaque la lasciò fare; non aveva importanza. Prima o poi avrebbe aperto gli occhi, si sarebbe assicurato che lo facesse, e allora lei sarebbe stata la sua tagliola. Il suo angelo di morte.
Quello sì che sarebbe stato divertente.
Quanto siete felici di avere il POV di Boyaque? Io per niente :')
Sono certa che chiunque vedendo il suo nome aveva già capito che non sarebbe finita bene per quel coniglio, e tutto sommato gli è andata bene che sia arrivata Maeriyel, CHE È UNA FRASE MOLTO COMICA, ME NE RENDO CONTO.
Povera bestiola ç^ç
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