21. Sleep
Strinse dolcemente il fratellino, che dormiva sereno. Gli carezzò i capelli biondi e sospirò piano. Non gli aveva detto nulla, non aveva detto nulla a nessuno. Vederli piangere e preoccuparsi sarebbe stato un brutto modo di dirsi addio, no? Voleva che fossero felici, che non dovessero temere di perderlo. Certo, non avrebbe potuto festeggiare con loro il diciannovesimo compleanno e andare a fare bungee jumping come promesso, oppure non avrebbe potuto godersi con loro le città che aveva intenzione di visitare nei prossimi anni. Avevano già rinunciato una volta, quando credevano che sarebbe morto a causa del tumore. Quando la chemio gli aveva fatto perdere tutti i capelli e un cappello di lana aveva preso il loro posto. Li aveva sentiti piangere tante volte, aveva visto i loro occhi stanchi e i volti pallidi. Poi aveva iniziato a riprendersi e sembrava che fosse tutto finito, sembrava che si potesse sperare. Doveva solo prendere le medicine, che avrebbero aiutato a tenere sotto controllo gli ultimi strascichi di quel parassita che stava distruggendo il suo corpo fino a qualche settimana prima. Poi il medico lo aveva chiamato per fare un esame e i risultati lo condannavano a morte. Il nemico, che sembrava scacciato per sempre, era tornato alla carica più feroce di prima. La chemio non sarebbe bastata, la radio sarebbe stata troppo invasiva. Aveva avuto ribrezzo quando gli avevano proposto cure ancora in stato sperimentale. Apprezzava il lavoro dei medici e dei ricercatori, ma se avesse voluto contribuire non avrebbe mai voluto farlo da cavia. Aveva chiesto di non comunicare i risultati ai propri genitori. Per fortuna il dottore si era rivelato accondiscendente, forse perché si rendeva conto che non avrebbe più rivisto quel ragazzo, e non perché sarebbe guarito. Affondò il viso nei capelli del fratellino. Il profumo dello shampoo era ancora ben presente e lo rilassava. Non voleva dormire, non voleva abbandonarsi al sonno e magari non vedere più il mattino. Specie se tra le proprie braccia vi era il dolce fratello minore che lo guardava con una tale ammirazione da commuovere. Segretamente la paura gli torturava l'anima e trattenere le lacrime gli era difficile come smettere di respirare. Si alzò e portò lentamente il fratellino nella propria stanza, tenendolo in braccio per non svegliarlo. Lo baciò sulla fronte dopo avergli rimboccato le coperte. "Ti voglio bene." sussurrò, prima di tornare in camera. Si addormentò che ormai era l'alba.
Note dell'autrice: @Juliet_Terumi sa a quale personaggio è ispirata la storia. Mannaggia a te e al sad che condividiamo!
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