- III - La babysitter
Il piccolo Tommy aveva paura del buio. Il solo pensiero di restare da solo in casa, di sera, lo terrorizzava.
Per fortuna c'era Nancy a badare a lui. Lei era dolce e gentile, un vero angelo.
Nancy era la babysitter migliore che un bambino potesse avere.
Quando c'era lei, i mostri sotto al letto smettevano di ridacchiare, dall'armadio non si sentiva più quell'odore di zolfo e le ombre avevano un'aria meno spaventosa.
Quando c'era Nancy, Tommy era tranquillo perché sapeva che, in ogni momento, lei sarebbe corsa a salvarlo.
«Non devi aver paura. Quando ci sono io, niente può farti del male» gli deceva.
E lui ci credeva.
Ma poi la mamma e il papà avevano cominciato a dire delle cose brutte su Nancy; e Tommy non aveva saputo tenere la bocca chiusa.
Le aveva raccontato tutto: «Hanno detto che sei una ladra, ma io lo so che non è vero!» le aveva detto piangendo.
Nancy si era molto arrabbiata. Lei non aveva mai preso nulla che non le fosse dovuto.
Quei feticci erano suoi, erano appartenuti alla sua famiglia per generazioni e non li avrebbe mai lasciati a loro!
Li avrebbe messi in salvo dalle mani di quei ciarlatani che non avrebbero neppure saputi utilizzarli. Ci avrebbe provato ad ogni costo.
***
Quella sera non c'era più nessuno a prendersi cura di Tommy.
Le ombre facevano tanta paura, la puzza di zolfo diventava sempre più forte e i mostri ridevano e raschiavano le assi di legno del letto.
Quella sera Tommy non era affatto da solo.
La wiccan finalmente era stata allontanata e nessuno avrebbe più potuto proteggere Tommy dalla sua vera natura.
Quella sera Tommy capì che non era mai stato solo. Il buio non faceva più paura, le ombre erano suadenti e cantavano in una lingua antica.
Il sangue della strega era dolce.
Da quella sera, la mamma e il papà non avrebbero più dovuto nascondersi sotto al suo lettino.
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