One Shot

''Ma ben svegliata, principessa.'' La voce rauca di Luca rendeva ogni giorno che passavamo in un quel piccolo hotel, perfetto.

Lì, fermo sulla soglia della porta con un vassoio, risplendeva nella sua bellezza più assoluta.
Sentivo già il mio corpo infiammarsi sotto il suo sguardo seducente.

''Ti ho portato la colazione.'' Si sedette sul letto matrimoniale e poggió sulle lenzuola bianche, su cui poche ore prima avevamo fatto l'amore, il vassoio. Cornetto all'amarena, il mio preferito.

Si chinó dolcemente e mi stampó un bacio sulle labbra.
Quel bacio di solita routine, si trasformò presto in uno passionale d ne susseguirono di molti.

E lasciando una scia di baci umidi lungo il percorso, raggiunse la mia parte più debole: il collo.
Iniziò a mordere, prima piano e poi con una leggera forza in più, alterando il tutto con dolce carezze al mio seno nudo.

Quanto mi eccitassi, neanche lui poteva immaginarlo.

E non erano solo i succhiotti o quando, mentre mi mordevo il labbro inferiore per respingere i gemiti, stringeva il seno, pur di farmi urlare, era semplicemente lui la ragione di tutto.

E quando la mano che teneva prigioniero il mio petto, iniziò ad accarezzarmi il fianco, capii che da lì a poco avrei toccato il paradiso con un solo dito.

''Avrei dovuto fare colazione.'' Sussurrai sulle sua labbra sorridendo. Strofinai piano la punta del mio naso contro il suo e chiusi gli occhi, annaspando il buon profumo di cui mi ero perdutamente innamorata.

''Fanculo il cornetto.'' Bisbiglió facendo cadere il vassoio a terra.
D'istinto mi voltai verso la mia colazione e gli mandai uno sguardo fulmineo, in modo scherzoso.

''Non temere, questo sarà meglio.'' Non ebbi il tempo di replicare una sola parola che due delle sue dita entrarono dentro di me. Gemetti forte.

Lui sapeva tutti i miei punti deboli.

***
Non so per quanto tempo facemmo l'amore, sapevo solo che era stato perfetto, come tutte le altre volte d'altronde.

Era tutto dannatamente perfetto con lui, eppure era fottutamente sbagliato.

Mi voltai a guardarlo mentre dormiva beato con la testa sul mio seno. I suoi ricci disordinati mi solleticavano la pelle, mentre il suo respiro regolare mi riscaldava il fianco.

Un suo braccio mi avvolgeva stretto la vita mentre il resto del corpo, a parte il capo, era sdraiato sul materasso.

Mi resi conto di quanto fosse assurda la somiglianza con mio padre, solo in quel momento, osservandolo dormire come un bambino dopo aver corso nel fango.

Lui non aveva dovuto correre molto per raggiungere il mio cuore, era il contorno ad essere asfissiante.

Nostro padre, sua madre, la società.

Io amavo il mio fratellastro e non potevo farci nulla. Ancora non me ne capacitavo neanche io.

La mia vita era sempre stata come una sitcom americana, non potevo aspettarmi che andasse meglio col il susseguirsi degli anni.

Eppure l'arrivo di Luca della mia vita, aveva portato un briciolo di tranquillità nel bel mezzo di una tempesta.

Sapevo di essere innamorata di Luca dalla prima volta che mi chiese un consiglio per una ragazza. All'epoca avevo solo nove anni, lui ne aveva dodici.

Il giorno successivo sarebbe stato San Valentino e lui non sapeva di che colore prendere la rosa da regalare alla sua ragazza di allora.

-Flashback-
''Silvia scegli. Gialle, rosse o rosa.'' Continua a ripetermi constantemente la stessa domanda da troppo tempo.

''Ma che ne so io cosa piace alle ragazze grandi.'' Sbuffo incrociando le braccia.

''E poi perché dovresti regalarle dei fiori? Quelli muoiono e li deve buttare.'' Puntualizzo battendo ripetutamente il piedi sul marciapiede.

Attorno a noi c'é il parchetto dove solitamente i bambini della mia età vengono a giocare a palla

''Allora faccio senza di te. Ne raccolgo una rossa.'' Dice strappando il fiore. Glielo rubo e glielo spezzo.

''Cosa hai fatto?'' Urla furioso. Odio quando grida, la sua faccia si fa rossa, sembra che non respiri.

''San Valentino é una festa stupida.'' Brontolo io, evitando il suo sguardo.

''Tu sei stupida, Silvia, sei solo una bambina capricciosa e infantile.'' Ribadì lui serio.

-Flashback-

Ricordavo ancora quante lacrime avevo versato quella giornata. Il mio cuore si era sentito rifiutato, spezzato oserei dire.

Piansi anche la sera in cui per la prima volta mi baciò, non si immagina tutt'ora che fu il mio primo bacio, quattro anni fa.

Una stupidissima festa ed lo stupidissimo gioco 'Obbligo o verità'.

Chiamai mio padre per farmi venire a prendere, l'unica scusa plausibile che ero riuscita ad inventarmi su due piedi del perché stessi piangendo, era quella che una tipa mi aveva versato un drink sul mio abito preferito.

E prima che arrivasse al parcheggio, me ne dovetti rovesciare uno addosso.

Come puoi spiegare a tuo padre che sei innamorata da otto anni del tuo fratellastro? Meglio fargli credere che sia solo un problema superfluo di una diciassettenne.

Mio padre...nostro padre.
Dio, quanto mi mancava.

Sapevo che per Luca non era lo stesso, non era mai stato legato molto a mio padre, non ne capii mai il motivo e non mi importó più di tanto.

Ecco perché lui non aveva fatto fatica a lasciare tutto e fuggire via, lontano da una società che opprimeva il nostro amore.

Eppure in fondo sapevo che stavamo facendo una cazzata. Per quanto avremmo potuto campare spostandoci da un hotel ad un altro in giro per l'Italia nella Matiz di Luca?

Non per molto.
Questa era l'unica risposta che nella mia mente frullava.

''A cosa pensi?'' La voce impastata di sonno mi fece prendere un colpo.

''Niente tranquillo, torna a dormire.'' Lo rassicurai passando una mano tra i ricci indominabili.

''No, dici, sono sveglio.'' Disse sbadigliando per poi ritarsi su a sedere.

''Per quanto ancora scapperemo?'' Domandai seria, coprendo il mio corpo nudo con il lenzuolo bianco.

''Cosa hai dicendo? Silvia eravamo d'accordo. Perché devi sempre cambiare idea all'ultimo momento?'' Chiese esasperato, stroppicciandosi gli occhi.

''Non posso dormire due secondi che tu già pensi di lasciarmi.'' Aggiunse, stavolta con un tono più calmo

''Non ti voglio lasciare. Io ti amo, lo sai. Però.'' Mi interruppe.

''Però nulla. Se mi ami, allora basta pensare a cosa ci riserva il futuro.'' Affermó ovvio.

''Però io vorrei tornare da papà, vorrei finire l'università, diplomarmi, avere un carriera. Cosa faremo noi? Passeremo i nostri ultimi giorni seduti a mangiare in un fast food senza un lavoro solido?''

''Non lo so, Silvia, e ora non ci voglio pensare. Voglio vivere con te, attimo per attimo. Godiamoci sta vita, finché dura.'' Annuii alle sue parole. Questo gesto sembró rassicurarlo.

''Mi vado a fare la doccia, ti amo.'' Disse lasciandomi un dolce bacio sulle labbra.

Una volta chiusa la porta del bagno, ebbi il mio poco tempo per preparare una valigia. Presi dei contanti e li infilai nel portafoglio.

Mi sedetti e iniziai a scrivere una piccola lettera per l'amore della mia vita.

Cercami in ogni parte del mondo, ci sarà sempre un'impronta di me. Io sono parte di te, come tu lo sarai per sempre per me. Ma a volte, il destino ci riserva cose più grandi. Forse non tutti abbiamo un lieto fine. Io e te abbiamo qualcosa di più grande di un amore. E il nostro amore ci ucciderà.
Ti amo Luca, ricordalo sempre.
Sempre tua,
Silvia.

***
Tornai alla mia vita mondana, alla vecchia casa in provincia di Bergamo, dalla mia famiglia. Mi accolsero con grande gioia per mia sorpresa.
Mi rimisi in carreggiata con l'università, e mi laureai in tempo per la nascita di mio figlio.

Scrivo ogni giorno a Luca, gli racconto cosa fa il nostro bambino, gli ho persino mandato un video dei suoi primi passi, della sua prima parola, del suo primo giorno di scuola.

Dopo la lettera lasciato in albergo, ho continuato a scrivergli. Gli ho raccontato anche di essere incinta, di dove volevo partorire, che lo avrei chiamato Alessandro.

Non mi hai mai risposto fino al giorno del parto. Lui era lì, pronto a farsi stringere la mano ed a urlarmi di spingere.

Da quel giorno le nostre vite si sono riunite ma di noi restano solo i ricordi e il nostro Alessandro.

Ho amato per tanti anni la stessa persona, logorandomi l'anima a volte.
Ma per la prima volta mi sono sentita fiera di me stessa, quando ho deciso di mettermi in cima al podio.

Me l'ero meritato il primo posto, anche se in quel momento c'era Alessandro.

***
-Daffy_Dafne-
Ruler-of_the-Dark
__Dancing-queen__

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