Angst
Sto cercando di recuperare qualche prompt lasciato indietro, perciò anche se salto quello di oggi ecco a voi quello di ieri: angst!
Il genere angst è sinonimo di sofferenza ed è il mio preferito in assoluto; io non sono molto adatta a scrivere cose fluff, preferisco l'angst, le tematiche delicate, la sofferenza in tutti i sensi (sia fisica che emotiva... no, vi assicuro che non ho alcun tipo di feticismo semplicemente trovo la cosa più interessante)
Per oggi abbiamo come protagonisti Jean e Armin di Attack on Titan. E sì, dovete sapere che io ai tempi delle shipwar su Snk, quando tutti si calcolavano solo la RivEren, esistevo io che professavo l'amore per la Jearmin. Vi sembra assurda come ship? Forse lo è, ma credetemi io ho le mie motivazioni ahahah
Fumo nero lievitò verso il cielo scuro della notte.
Nel calore delle fiamme un crepitio scoppiettante, unico suono udibile in mezzo a tanto dolore. Le lingue di fuoco dei falò parevano non voler smettere di consumarsi, e ormai la maggior parte dei soldati riuniti per la veglia si era già recata verso i propri alloggi. In pochi erano rimasti, tra cadetti e veterani.
Nel pugno chiuso Jean teneva ancora un mucchietto di cenere; non distingueva più a chi apparteneva: aveva visto i corpi delle reclute morte in battaglia ammassati l'uno sull'altro prima di essere cremati. Mina Carolina, Mylius Zeramuski, Nac Tias, Thomas Wagner, Hannah Diamant, Franz Kefka... e tra loro Marco Bodt. Tutti caduti in battaglia.
E pensare che, solo qualche giorno prima, tutti questi nomi erano vivi e vegeti... se avesse potuto il giovane soldato avrebbe riso amaramente, mentre ricordava i loro nomi e i loro volti.
Dietro di lui un rumore; il suono di un ramoscello che venne calpestato e spezzato. Girandosi Jean si scontrò con il viso sciupato di Armin, probabilmente appena rilasciato dall'interrogatorio.
"Armin..." Lo chiamò a malapena mentre il ragazzo avanzò verso il falò; nessuna risposta ottenne, per interminabili minuti.
"Ho saputo che è qui che sono stati bruciati i nostri compagni del 104esimo squadrone." Esplicitò l'altro con voce sommessa e stanca.
Jean non rispose, al contrario aprì finalmente il pugno lasciando volare via la cenere; come aveva detto agli altri, ormai tutti quei corpi gli sembravano uguali.
Armin lo guardò capendo al volo che Jean doveva essere rimasto fermo in quel punto per la maggior parte del tempo.
"Assurdo." Mormorò. "Tutto questo è assurdo. Però è anche la realtà."
Jean sospirò pensando a come quella verità dei fatti fosse anche tanto amata da quello stupido che aveva così fretta di morire. Dove era lui, mentre tutti loro davano l'estremo saluto ai loro amici?
"Jean..." Si sentì chiamare debolmente. "Ti unirai al Corpo di Ricerca?" Armin si strinse nelle spalle accusando dei brividi di freddo, nonostante la vicinanza al fuoco. "Io lo farò. Forse non sarò adatto, forse sarò una palla al piede, ma..."
A sentire quelle parole, la sgradita risata da cui Jean da tempo voleva liberarsi finalmente proruppe fuori.
"Non paragonarmi a quell'idiota testa vuota o ai vostri stupidi ideali sul mondo esterno. Al contrario vostro io non ci tengo affatto a morire. Io voglio solo poter onorare la sua morte e quella di tutti i nostri amici che sono morti inutilmente." Jean strinse i denti. "Farò del mio meglio per vivere e sopravvivere."
In fondo, le parole che Marco gli aveva detto risuonavano ancora chiare e limpide nelle sue orecchie.
Un accenno di sorriso comparì sulle labbra di Armin.
"Anche io. D'ora in poi ho intenzione di non essere più un peso per nessuno."
I due non si dissero null'altro e aspettarono che la potenza delle fiamme diminuì. Il giorno seguente sarebbero tornati al pensare sul da farsi, ma quella notte c'era spazio solo al dispiacere e al ricordo.
Parole: 481
Sì, scusate per la nostalgia. Ma ogni tanto è bello rivangare momenti passati.
Comunque ora finalmente posso decretare che loro due sono e saranno sempre i miei personaggi preferiti di Shingeki, in particolare Jean... lui resterà da sempre il cadetto meglio caratterizzato rispetto a tutti, il più umano se così vogliamo dire.
Prego che Isayama lo faccia ancora vivere a lungo :,)
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