✠Sedicesimi di finale: Il dubbio✠
"Gesualda! Venga subito qua in soggiorno!".
"Ah! Quanta fretta! Voi uomini di guerra avete sempre troppa fretta".
"Perdinci! Si prende gioco di me? Vuol forse farmi ammalare di nervi?".
"Signore mi creda, ho pieno rispetto dei suoi nervi e del suo contestabile cervello".
"Forse non siete la donna più indicata per questa conversazione".
"Cosa devono udire le mie vecchie orecchie! C'è qualcosa che vi turba?".
"Brava! Esattamente".
"Pover uomo. Cosa la turba allora? La camicia comincia ad andarle stretta? Ho notato il bottone sullo stomaco tirare più del consueto a tavola, sa?".
"Avanti donna! Sia seria per una volta".
"Sono serissima, signor Giorgio. Non c'è donna più seria di me. Non vede? Sono tutta un agitamento".
"In lei vedo tutto tranne che agitamento, Gesualda".
"Insomma, dica! Dica cosa le accade".
"Vede...mi è sorto un dubbio...".
"Un dubbio, dice lui! Vada al sodo".
"Andare al sodo non è mai stato il mio forte".
"Di questo non ho alcun dubbio".
"Come dice?".
"Niente! Prosegua".
"Beh, dicevo, mi è sorto un dubbio l'altra notte...".
"Che di dubbio si trattasse l'avevo intuito poco fa, signor Giorgio. E di dubbio che di dubbio finisce con lo smarrirmi".
"Lei fa smarrire me in questo modo!".
"Suvvia signor Giorgio, non gridi così! Ho un'età, il mio cuore non regge tanto agitamento".
"Ma lei non era già in agitamento?".
"Oh, non mi metta in bocca parole mai dette! Guardi che il Signore...".
"Aaah, non ricominci con questa storia!".
"...il Signore la osserva dall'alto. E una volta giunto al campo santo i suoi peccati le saranno ritrattati contro".
"Non mi parli di peccati non commessi, mi parli di quelli già in gioco da tempo".
"Cosa vuol dire con questo?".
"Crede che io non sappia che mia moglie mi stia nascondendo qualcosa?".
"Aaah! Ma la sua è proprio una fissazione!".
"Avanti! Confessi il reato!".
"Ma che reato e reato! Cosa le fa credere di essere cornuto e mazziato?".
"Ma come, vuole forse dirmi che non è vero? Che il sangue della progenie che mia moglie ha dato alla luce una settimana fa è mio?".
"Di chi altri dovrebbe essere? Lo sputo del testicolo era suo".
"Ma cosa mio e cosa sputo! Io ero in guerra diciotto mesi. Come fa a essere mio quello sputo?".
"Come, lei, un uomo così istruito, si perde nei conti?".
"Cosa dice?".
"Mi scusi, ma sua moglie ha dato alla luce due gemelli, sì o no?".
"Sì".
"E mi dica, è vero che per una gravidanza ci vogliono nove mesi?".
"Sì, appunto per que...".
"E allora i conti tornano! Due bambini, due gravidanze, diciotto mesi!".
"Ma...".
"Si fidi, signor Giorgio, che io con i conti sono un asso!".
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