8. regina

ARABELLA'S POV

"Oh Harry, che bello vederti!"- sussurra la Signora Weasley mentre la poca luce proveniente dalla bacchetta di Moody illumina il corridoio d'ingresso. "Hai l'aria patita; hai bisogno di mangiare, ma dovrai aspettare un po' per la cena, temo."

Arabella e Crystal, nascoste nella penombra, osservano la scena in lontananza, senza fare un rumore, proprio come Remus aveva detto poco prima di partire per Privet Drive.

"La riunione è cominciata."-continua la donna che, con il passare dei giorni rinchiusa nella casa, si è impallidita ed è dimagrita.

Non appena quelle parole escono dalla sua bocca, i maghi dietro ad Harry, oltrepassano il ragazzo e si dirigono verso la porta accanto alle due Fawley e, quando Harry cerca di seguire i passi di Remus, la signora Weasley si para davanti a lui, in modo da bloccarlo. "No, Harry, la riunione è riservata ai membri dell'Ordine. Ron e Hermione sono di sopra, puoi aspettare con loro finché non sarà finita, poi ceneremo. E parla piano nell'ingresso!" -sussurra, quasi con un tono di rimprovero. "Ora vai, Crystal e Arabella ti porteranno dagli altri."

Detto ciò, le ragazze eseguono il piccolo ordine nascosto nella frase di Molly e, dopo aver scambiato qualche chiacchiera con il prescelto, lo accompagnano nelle scale che, come sempre, vengono illuminate soltanto dalla fioca luce della bacchetta della grifona.

"Dove sono gli altri?"-domanda il ragazzo mentre lascia cadere lo sguardo sulla parete dove sono esposte le teste degli elfi della famiglia Black.

"Manca poco e si so cosa stai pensando e ti dico di non farci caso, alla fine ti ci abituerai." -replica Arabella che, con un rapido gesto del capo, indica il luogo dove il ragazzo stava guardando.

"Siete sicure?" -chiede il grifone per poi accennare ad un sorriso che, in realtà, sembra molto di più una smorfia di disgusto.
"Se si è abituata Alexis che stava per svenire, possono farlo tutti." -sussurra Crystal per non attirare l'attenzione di Kreacher e, soprattutto, del vero incubo presente in quella casa: il ritratto di Walburga Black.

Ci sono volute varie settimane ad Arabella per imparare a moderare il suo tono di voce, specialmente accanto alla cucina e alla porta d'ingresso dove vi è il quadro che, grazie ad un'idea di Sirius, si trova nascosto dietro ad una tenda, in modo da evitare alla donna di vedere chi frequenta l'Ordine, specialmente nel caso in cui il Quartier Generale venisse scoperto.

Tuttavia, nonostante la sua vista sia coperta, le orecchie di quella donna intrappolata in una tela dai colori macabri, sono più funzionanti che mai, infatti, qualora una persona alza per sbaglio la voce, la Black si risveglia e comincia ad urlare ed insultare e, dato che quel piccolo corridoio ha il difetto di generare un eco, la voce stridula di Walburga si dirama per tutta la casa.

Dopo aver raggiunto il primo piano, Crystal bussa delicatamente sulla seconda porta a destra e, dopo qualche secondo, il viso di Fred fa capolino dal piccolo spiraglio e, nonostante abbia visto che ad averli richiamati sono le due ragazze, non mostra comunque alcuna intenzione di spostare la porta di qualche centimetro e, dunque, impedisce a tutti di vedere l'interno della piccola stanza.

"Che c'è?" -domanda lui con tono sicuro mentre cerca di non far trasparire la sorpresa e, soprattutto, la colpevolezza. "Oh ciao Harry, io e George siamo impegnati per... i fatti nostri, non vi deve interessare."

"Fred che state facendo? Lo sapete vero che non potete incendiare niente perché altrimenti ci scoprono e ci ammazzano?" -chiede la grifona senza nascondere il sarcasmo presente nelle sue parole.

"Senti io non posso dirtelo e se tu continui a guardarmi in quel modo, va a finire che non manterrò la promessa fatta a mio fratello, quindi ora andatevene e non fate altre domande!" -esclama per poi sbattere la porta in faccia ai ragazzi.

"Gli altri sono nell'altra stanza!" -urla George e, subito dopo, i tre sentono un grosso tonfo provenire dall'interno della stanza e, dopo qualche urlo, cala un silenzio tombale, segno che i due gemelli sono ricorsi all'uso dell'incantesimo Muffliato.

"LURIDI TRADITORI DEL SANGUE, DISGREAZIE DEL MONDO MAGICO, VOI SIETE LA ROVINA E NON POTETE INFANGARE O SPORCARE LA NOBILE FAMIGLIA BLACK! VOI E QUELL'IGNOBILE CHE NON MERITA DI PORTARE IL NOME DI SUO PADRE VERRETE UCCISI PER UNA BUONA CAUSA, PER LA GIUSTA CAUSA. VERRETE UCCISI PER AVER DIFESO DEI LADRI E ASSASSINI CHE SI SONO INSED.."

"Fred prega di scoppiare assieme ad una delle tue invenzioni perché se mai dovessi uscire da qui giuro che ti lego accanto a quella despota!" -urla Crystal mentre la voce di Walburga riempie tutte le stanze e i corridoi di Grimmauld Place.

"Ma è sempre così?" -sussurra Harry alla sorella maggiore che, nel sentire quella frase, si lascia scappare una piccola risata.
"La maggior parte del tempo si, comunque Ron ed Hermione sono lì e non preoccuparti, eravamo tutti a conoscenza del tuo arrivo e non vedono l'ora di rivederti dato che ci hanno stressato per mesi." -afferma Arabella mentre con l'indice indica una porta chiusa poco distante da quella dei gemelli.

Dopo aver scambiato altre quattro parole con il ragazzo, le due Fawley si dirigono velocemente al piano inferiore, sempre con la voce di Walburga che occupa tutti i piccoli corridoi lì presenti.

"Bene, ci siamo tutti?" -domanda Alastor Moody una volta che Arabella ha chiuso la porta.

Quando i partecipanti rispondono con un segno affermativo, l'auror che lo scorso anno era stato intrappolato, comincia a fare un resoconto di tutto quello che è successo in questa settimana.
Poche cose, ma molto significative.
Piccoli gesti che fanno capire i suoi movimenti.
Lui c'è.
È attivo.
È tornato.
E, con lui, anche l'imminente guerra.

Questo pensiero tormenta Arabella dal giorno alla notte, vive costantemente nella sue mente.
Ogni giorno vive con la paura di essere scoperta e catturata.
Ogni giorno vive con la paura che possa essere l'ultimo.
Ogni giorno vive semplicemente con la paura.
Paura di deludere i suoi genitori, Remus, sua sorella, tutti.
Paura di non superare quel terribile di dolore che le aveva causato Avery.
Paura di morire con quella concezione di amore.
Paura di non avere abbastanza tempo.

I presenti continuano a parlare, ma è tutto ovattato attorno a lei. È come se non ci fosse nient'altro all'infuori di lei e quella paura.
Quella gabbia che le lega le braccia, le serra la bocca, le blocca le gambe.
Quella gabbia che ti intrappola, ti confina nella tua mente.
Quella gabbia che ti impedisce di essere tutto ciò che hai sempre sognato di diventare.

La paura in sé è forse la più grande paura di Arabella.
Ha sempre avuto paura di avere paura, di mostrarsi debole, inferiore alle aspettative.
Ha sempre odiato sentire quella gabbia.

Questo pensiero che vive costantemente nella sua mente, certo, non l'aiuta.

La guerra.

Quella che ha portato via Cedric, quella che non fa distinzione fra le fazioni, quella che porta via senza guardare le storie, quella che ti distrugge, che ti lacera, che ti sfinisce.
Quella che fa perdere la pace e l'amore.
Quella che, in fondo, porta via una parte di te.
Quella che stermina la civiltà.
Quella che non conosce la differenza fra vinti e vincitori, perché in guerra nessuno ne esce vincitore.
Non esistono.
Esistono solo coloro che hanno perso di meno, che hanno saputo reagire alla morte.

"Si stanno muovendo, le uccisioni di quei babbani sono nelle loro mani." -commenta Alastor Moody alzando il tono di voce per richiamare l'attenzione di tutti i presenti, dal gioioso Sirius alla cupa Arabella.

"Allora perché stiamo qui a parlare senza fare niente?" -domanda Crystal con un tono misto fra il triste e l'arrabbiato.

"Perché non possiamo fare niente. Stiamo giocando una partita a scacchi e i primi a muovere sono stati loro, i bianchi."

"Stai paragonando delle vite umane a dei pedoni? Loro sono innocenti e noi che possiamo aiutarli stiamo qui a discutere su come funziona una stupida partita?" -chiede Arabella che, alla fine del suo intervento, sbatte i pugni sul tavolo e si alza dalla sua sedia.

È proprio per questo che ha paura, che teme la guerra.
Ne è terrorizzata.

"Ragazzina noi siamo già sopravvissuti ad una guerra." -replica Moody con tono duro mentre guarda minacciosamente la mora.

"Noi? Vorresti dire che tu sei sopravvissuto ad una guerra, tu sei la Regina, tutti noi siamo la Regina." -sputa velenosamente la ragazza che, senza ragionare, lascia scorrere quel flusso di pensieri che da molti giorni popolano la sua mente. "Ma i pedoni che hai sacrificato? Le torri? Gli alfieri che ti hanno protetto? Loro se ne sono andati e tu vuoi ripetere gli stessi errori della volta precedente? Voi avete vinto soltanto perché il Re è morto per voi."

"Che vorresti dire?" -questa volta a parlare è un auror del quale la ragazza ancora non ricorda il nome.

"Che James e Lily erano le torri e si sono sacrificati, i miei genitori erano gli alfieri e, alla fine, Harry era il nostro Re che inconsciamente è riuscito a sconfiggere l'armata bianca." -risponde Arabella cercando di usare la stessa metafora di Moody. "Tutti noi siamo sopravvissuti per puro caso, avevamo perso la guerra e adesso mi state dicendo che preferite agire lentamente e di nascosto? Non avete imparato? Non vi è bastato?"

"Allora ragazzina cosa suggeriresti, mhm?" -domanda Alastor per poi alzarsi dalla sedia e avanzare verso Arabella.

"Di fermare questa guerra prima ancora che cominci. Di non sacrificare i pedoni, le torri, gli alfieri e tutte queste cazzate. Noi siamo qui per proteggere la gente, ma l'unica cosa che stiamo facendo è nasconderci come dei codardi che aspettano che altra gente combatta e si sacrifichi per loro. Noi rimaniamo comodi nella nostra posizione, noi ci nascondiamo dietro tutti, noi stiamo comodi nel nostro ruolo di Regina. Ci esponiamo, ma mai fino in fondo." -risponde la ragazza con il sangue che le pulsa nelle vene.

"Prima di parlare di ciò che facciamo al di fuori di questa casa, ti consiglio di vivere tutte le mie esperienze e di combattere tutte le mie battaglie. Se sono sopravvissuto un motivo c'è e certamente non è quello che stai raccontando." -replica l'auror per poi risedersi nel suo posto e Arabella, poco prima che aprisse nuovamente la sua bocca, sente che la persona accanto a lei, Sirius, le posa una mano sul ginocchio e le fa un segno con il capo.

Un semplice gesto che le fa capire che lui è dalla sua parte, ma che non ha senso continuare a parlare con qualcuno che non ha voglia di starti a sentire.

Con la mano sempre posata sul ginocchio, Arabella si risiede al suo posto e, prima di riportare la sua attenzione alla riunione dalla quale vuole scappare, rivolge un sorriso di gratitudine all'uomo accanto a lei.

"Bene.."-interviene Silente, rompendo il silenzio che si era creato. "Io e altri auror abbiamo discusso a fondo e siamo giunti alla conclusione che la cosa giusta da fare è proteggere il nostro quartier generale con l'Incanto Fidelius."

Al semplice pronunciare del nome dell'incanto, gli occhi di Remus si incupiscono e Arabella, riuscendo a cogliere il perché, cerca di ricambiare il favore che prima le era stato fatto da Sirius e, per fargli capire la sua vicinanza la ragazza, senza usare le parole e soprattutto facendo riferimento a tutto il coraggio che possiede, posa la sua mano su quella dell'uomo che non si è mossa dal suo ginocchio.

Quando Sirius si volta nella direzione di Arabella, il debole sorriso presente fra le labbra della ragazza, non viene ricambiato, ma quello che lei riesce a leggere dagli occhi del moro è pura e semplice confusione.

"Questa volta non commetteremo lo stesso errore, sarò io il Custode Segreto." -continua il Preside di Hogwarts, ma Arabella ormai non sta più prestando attenzione.

"E se avessi fatto un errore? Ho oltrepassato il limite? Perché era confuso? Ho la mano sudata?"-pensa fra sé e sé la ragazza con il panico che pian piano si impossessa del suo corpo e, proprio per questo, ritrae velocemente la mano da quella dell'uomo accanto a lei, non volendo peggiorare la situazione.

"Ho sicuramente la mano sudata."- continua a pensare anche quando gli altri membri dell'Ordine della Fenice si stanno dirigendo verso l'uscita di Grimmauld Place n12.

"Arabella." -a richiamarla sull'attenti è la voce del suo padrino e, quando riesce a distogliere lo sguardo dal punto indistinto, la ragazza nota che la porta della cucina è nuovamente chiusa e questa volta all'interno del piccolo spazio, oltre a lei, ci sono soltanto Remus e Sirius.

"Non dire che non avevo il diritto di rispondere a quella barbarie perché ti giuro che potrei non rispondere delle mie azi.."-comincia Arabella con il sangue che le ribolle nelle vene, ma, prima che possa terminare la sua frase, o meglio, la sua minaccia, viene interrotta dal lupo.

"Non ho intenzione di parlare del tuo intervento, sei grande abbastanza da formulare i tuoi pensieri e io non sono nessuno per contrastarti." -afferma il bruno e, mentre una parte di Arabella è stupita da quelle parole, un'altra parte di lei lascia che la preoccupazione prenda il sopravvento. "Comunque mentre prima eravate al piano superiore, Moody e Silente sono venuti a parlare con me e mi hanno chiesto di partire per una missione quando Crystal rientrerà ad Hogwarts."

"Dove andrai?"-domanda la mora mentre guarda il padrino negli occhi caratterizzati da quella cicatrice che lo rende unico e riconoscibile a tutti.

"Non posso dirtelo, ma comunque ti prego di non dirlo a tua sorella." -continua il lupo e, quando vede che Arabella sta per aprire la bocca, la precede e continua il suo discorso. "Lei avrà una piccola missione ad Hogwarts e dovrà essere concentrata."

La mora, dopo aver notato una scintilla di tristezza attraversare gli occhi del lupo, lascia cadere il discorso e, nonostante vorrebbe riempirlo di domande, si limita ad abbracciarlo, ad annusare il suo profumo, ad appoggiare le sue dita sulla t-shirt beige tutta stropicciata.

Tutto ciò che avrebbe voluto fare quella sera.

Memorizza l'odore di cioccolato e muschio, l'effetto delle cicatrici a contato con i suoi polpastrelli e, soprattutto, incide nella sua mente tutte le emozioni che sta provando.

"Devo anche dirti un'altra cosa.." -annuncia Remus dopo essersi staccato dall'abbraccio. "Moody e Silente hanno qualcosa anche per te, ma ti prego di mantenere la calma.."

Arabella, anche a causa della quantità di caffeina che scorre nelle sue vene, comincia a muovere freneticamente la gamba e, mentre attende che il padrino prenda parola, lascia viaggiare la sua mente fra vari scenari.
Da un possibile ritorno ad Hogwarts ad una carriera all'interno del ministero.

"Hanno... hanno consigliato di rimanere lontano dal ministero, quindi non vogliono che ti presenti al training per gli auror e... beh... hanno detto che devi rimanere qui a Grimmauld Place con Sirius ed essere il contatto diretto con Hogwarts, sai... mi hanno spiegato che qui c'è un quadro che si collega all'ufficio di Silente, quindi in caso di emergenza tu sarai la prima a dare l'allarme."

Il sorriso e l'ansia che prima erano a capo delle emozioni di Arabella, pian piano si spengono, lasciando spazio alla delusione e alla rabbia.

Ancora una volta si sente inutile, invisibile.
Sente come se la sua assenza o la sua presenza non facciano alcuna differenza.
È sempre stato così.
Si è sempre sentita meno.

Meno gentile.
Meno bella.
Meno simpatica.
Meno intelligente.
Meno importante.

Da quando è arrivata sua sorella, si è sempre sentita più trascurata e meno amata dai suoi genitori.
Poi, a scuola, lei è diventata 'la sorella di' e non era più se stessa.

Questo perché era brava a scuola, ma non tanto quanto lei.
Era brava a Quidditch, ma non tanto quanto lei.
Era amata, ma non tanto quanto lei.
Era popolare, ma poi è arrivata lei.

Arabella si è sempre sentita anonima, un ombra che sparisce con l'arrivo della notte, una rondine che combatte contro la tempesta.

Ha sempre pensato che con il tempo questa cosa sarebbe cambiata, ma, alla fine, ci si può fidare del tempo?
Lei sta ancora qui da anni. Sta ancora qui a battere i pugni sulla porta dopo aver silenziato l'ambiente, sta ancora qui a combattere da sola con le sue paure, sta ancora qui con il panico in gola, sta ancora qui con i suoi sogni.

Sta ancora qui.
Ma nessuno sembra accorgersene.

Forse perché a nessuno interessa.

an:

*raffaele che balla il cabbo di focu meu* IM BACK BAITCHES!!!
il capitolo è più corto del solito e più indecente del solito but anyways sono comunque contenta di aver postato.
non è stato facile per me e tuttora ho molte difficoltà nel mettere in fila o leggere due parole.
è un periodo un po' particolare in cui sto sistemando il mio futuro, sto cercando di capire chi voglio essere e cosa voglio farne della mia vita. quindi scusate se non posto più come prima, ma voglio rimanere sola con me a parlare e a capire, ne ho bisogno.
detto ciò grazie per i belli messaggi, mi avete aiutato moltissimo anche se non ci conosciamo, mi avete dato la forza di continuare ad usare la scrittura come valvola di sfogo, di usarla per parlare di tutti quei problemi che ho e non riesco a dire ad alta voce.

spero di risentirvi presto..
ilysm❤️

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