15. caos
dedicato alla mia Arabella🖤 wannabearabella
ARABELLA'S POV
"Cos'è successo?" -domanda la professoressa McGranitt una volta varcata la soglia della Torre di Astronomia.
Arabella ha ancora fra le braccia Alexis priva di sensi, inerme e con un battito molto flebile.
"Siamo venuti a cercarla e.." -afferma Crystal in preda al panico. "E l'abbiamo trovata così."
La professoressa non risponde, si limita ad accasciarsi al fianco della Serpeverde mentre nella stanza echeggia il suono dei singhiozzi, della preoccupazione.
"Arabella corri a cercare il professor Silente, la parola d'ordine per entrare è Sorbetto al limone."-sussurra la McGranitt facendo trasparire un tono spaventato e, non appena termina la frase, la mora esce correndo dalla Torre, senza guardarsi indietro.
Le sue gambe si muovono velocemente, non sente neanche le fitte di dolore provocate dai tacchi perché, in questo momento, l'unica cosa che popola i suoi pensieri è la sua amica, la sua migliore amica.
Il pensiero di perderla la spaventa, la terrorizza a morte.
Non vuole crederci, non può crederci.
"Sorbetto al limone." -esclama, o meglio, urla Arabella e, non appena si aprono le porte dell'ufficio, la ragazza corre su per le particolari scale a chiocciola.
"Signorina Fawley, cosa la porta qui a quest'ora della notte?" -domanda tranquillamente Silente mentre fra le labbra ha un sorriso.
"Alexis." -replica lei con le lacrime agli occhi. "É s-svenuta, l-lì alla Torre di A-Astronomia, la prof-fessoressa McGranitt m-mi ha detto di v-venire qui."- singhiozzi e parole sconnesse regnano sovrane nella frase della mora che non riesce più a controllare le sue emozioni.
"Arabella respira." -afferma il Preside dopo aver posato la mano sulla spalla della ragazza. "Ora torniamo lì alla Torre, andrà tutto bene."
***
Andrà tutto bene.
Andrà tutto bene.
Continua a ripetersi questa frase nella mente della ragazza, Silente lo aveva detto una settimana fa.
Ma cosa andava bene? Cosa va bene?
Niente.
La vita di Arabella sta andando a rotoli, ha perso tutto.
Ha perso Oliver che, dopo l'ultima conversazione, non le ha più rivolto la parola e ha troncato qualsiasi tentativo di approccio da parte della ragazza.
Ha perso Alexis che ancora si trova nell'Infermeria.
Madam Pomfrey sta facendo tutto il possibile per la studentessa, ma, per ora, non si è visto alcun tipo di risultato positivo.
Solitamente le 3 ragazze passavano tutto il tempo a disposizione al fianco della loro amica, cercando di parlare con lei anche se, ovviamente, Alexis non rispondeva mai.
Ogni giorno che passa la preoccupazione e la paura salgono a dismisura, ma nessuna delle 3 ha mai osato ad esternare il loro terrore.
Mai.
Perché, proprio come crede Alexis, dire una cosa, la rende reale e, ora come ora, nessuno vuole affrontare la nuda e cruda realtà, nessuno vuole pensare che forse la loro amica non si sarebbe più svegliata, che non avrebbe più riso con loro, scherzato con loro, parlato con loro.
Non riescono ad accettare questo fatto, questo pensiero che popola la loro mente.
Arabella non sa più come comportarsi, non sa più come andare avanti, non riesce più a fare niente.
È come se il mondo si muovesse alla velocità della luce mentre la mora è paralizzata, immobile a causa della pressione che sta provando.
Non riesce più a studiare, ma, in fondo, come potrebbe studiare con il pensiero di essere odiata da Oliver, con il pensiero di perdere per sempre Alexis e con il pensiero che possa essere successo qualcosa a Remus.
Quest'ultimo, per la prima volta, non ha risposto alla lettera che Arabella gli ha mandato qualche giorno fa e, perciò, la sua preoccupazione ha ormai preso il sopravvento.
Lei e Crystal (in particolare modo) non sarebbero sopravvissute alla perdita del loro padrino, di una persona così importante, che aveva fatto così tanto per loro senza richiedere nulla in cambio.
Arabella guarda ansiosamente l'orologio posto sopra l'ingresso dell'infermiera.
Mancano ancora 30 minuti.
Troppo.
"Ce la farà?" -domanda Willow senza ricevere alcuna risposta. "Alexis svegliati ti prego."
Arabella continua a pensare, mentre Crystal evita di pensare.
"Come sta?"- dopo vari minuti ad interrompere il silenzio è la voce di Fred che, per la prima volta, ha un'espressione seria.
"Come l'ultima settimana, c'è, ma non c'è." -replica freddamente e seccamente la mora mentre George le posa una mano sulla spalla, gesto che sembra tranquillizzare un pò la ragazza.
Poco dopo, a fare capolino dalla porta, è Cedric che si dirige immediatamente dalla riccia per poi stringerla attorno a sé.
"Nessuna notizia?" -sussurra il Tassorosso che, in risposta, riceve un'occhiata d'intesa con Fred che, nel frattempo, si è avvicinato alla grifona.
"Scusatemi." -esclama Crystal mentre delle lacrime amare e salate solcano le sue guance.
Subito dopo aver terminato la frase, la ragazza si alza dalla sedia, raccoglie le sue cose e si dirige fuori dalla stanza, lasciandosi dietro il suono dei suoi singhiozzi e, sempre in silenzio, Fred la segue, essendo a conoscenza del momento particolare della sua amica.
Arabella sente gli occhi inumidirsi, ma non deve piangere, non può piangere; così, per distrarsi, alza lo sguardo vero l'orologio e, questa volta sono le 16:34.
Mancano 10 minuti.
"Io devo andare, ci vediamo stasera." -afferma Arabella per poi incamminarsi verso il Platano Picchiatore dove vi è un passaggio segreto che porta direttamente alla Stamberga Strillante, luogo dell'incontro.
Non appena la ragazza si trova davanti all'albero, decide di lanciare un sassolino nella sua direzione e, prontamente, il Platano comincia a muovere furiosamente i suoi rami.
Subito dopo aver effettuato un respiro profondo, la mora prende coraggio e raccoglie vari sassi da terra.
Non appena si avvicina all'albero, Arabella comincia a lanciare i sassi in direzioni opposte rispetto a quella dov'è diretta, in modo da creare un diversivo che le avrebbe permesso di arrivare ad un piccolo nodo vicino alla base.
Dopo che ha rischiato di essere colpita, la ragazza comincia a correre freneticamente verso il luogo destinato e, una volta toccato il nodo, il Platano Picchiatore non si muove più, così, senza esitazioni, la ragazza scivola all'interno del passaggio segreto con l'intenzione di sentire delle risposte, delle rassicurazioni.
"Lumos." -sussurra una volta che comincia a camminare nel piccolo percorso caratterizzato da terra e fango e, quando vede una piccola porta, la ragazza la apre e subito pronuncia il controincantesimo in modo da spegnere la bacchetta.
Una volta entrata all'interno della Stamberga Strillante, Arabella non vede nessuno e ciò non aiuta per niente la sua preoccupazione.
Senza aspettare un secondo di troppo, la mora comincia a salire la scalinata e, quando nota la presenza di una stanza, decide di aprire l'unica porta chiusa.
Tuttavia, dopo averla aperta, non vede nessuno.
È sola.
Andrà tutto bene.
Andrà tutto bene.
Dalla finestra traspare fiocamente la poca luce di Sole ormai rimasta.
Anche lui se ne sta andando.
Passano i minuti, forse le ore.
Ormai Arabella ha perso qualsiasi speranza.
E se fosse successo qualcosa anche a Sirius?
Oliver.
Remus.
Alexis.
Sirius.
I loro nomi ronzano nella testa della ragazza senza pietà.
"Lumos." -sussurra fra le lacrime e, conseguentemente, la punta della sua bacchetta si accende, in modo da mostrarle l'ingresso della porta.
Il Sole è ormai tramontato, ma Arabella non ha il coraggio di alzarsi, è immobile mentre la sua mente viaggia fra i vari pensieri.
È stanca e la testa, quasi in modo automatico, si appoggia alle mani che, a loro volta, sono sorrette dal braccio dell'unica sedia lì presente.
Un singhiozzo.
Un'altro singhiozzo.
Tre.
Quattro.
Andrà tutto bene.
Andrà tutto bene.
"Arabella." -sussurra una voce e, quando la mora alza lo sguardo, sullo stipite della porta, nonostante la poca luce presente, nota una figura alta, magra con capelli lunghi e scuri.
"Sirius."-replica lei con un fil di voce, mentre si asciuga le lacrime.
Il respiro è tornato regolare e anche il suo battito.
Si è tranquillizzata.
"Stai piangendo?" -domanda lui con tono sorpreso mentre si avvicina alla ragazza.
"No, stavo provando delle scene per la recita di fine anno." -afferma sarcasticamente, strappando un sorriso all'uomo accanto a lei.
"Perché stai piangendo?" -chiede mentre con il pollice le asciuga delle lacrime solitarie e, come in automatico, Arabella trattiene il respiro non appena percepisce il contatto.
"Perché?" -replica la ragazza a denti stretti. "Mi hai fatto passare una settimana infernale, Remus non ha risposto alla mia lettera, Alexis è svenuta e non si risveglia, un rag- non è importante." -conclude tutto d'un fiato per poi fermarsi poco prima di usarlo come terapeuta.
"Una settimana infernale?"
"Mi hai detto soltanto che era una cosa urgente.."-fa una pausa mentre gli punta un dito sul petto. "Come potevo rimanere tranquilla?"
"Ora ti prego parla perché se mai dovesse essere successo qualcosa a Remus non so come farei a dir.."- continua Arabella, ma viene interrotta dall'indice del moro che si posa verticalmente fra le sue labbra, gesto che fa smettere di parlare Arabella.
"Respira Bella, respira.."
"Remus sta più che bene." -replica e il cuore della ragazza si alleggerisce.
"Almeno Remus sta bene." -pensa fra sé e sé.
"Tuttavia lui non sa del nostro incontro.."-prende nuovamente parola il ragazzo affianco a lei. "Quindi spero che tu non gli abbia detto niente." -conclude per poi far incontrare i loro occhi.
Lo sguardo.
L'indice ancora premuto sulle labbra di Arabella.
Il contatto.
L'aria è diventata pesante.
La ragazza fatica a respirare e, neanche lei, riesce a capire il perché.
"N-non gliene ho parlato." -risponde la mora a fatica.
"Molto bene Bella." -replica lui per poi spostare l'indice e, nel farlo, lascia una lieve carezza sulla sua guancia. "Posso chiamarti Bella, vero?"
La ragazza annuisce.
Le parole le rimangono in gola.
"Allora ho chiesto di incontrarti perché Remus mi ha parlato molto bene delle tue abilità magiche.." -comincia senza staccare lo sguardo dalla mora. "So che anche tua sorella è una buona maga, ma credo proprio di aver bisogno di te."
"Cosa dovrei fare?" -domanda lei confusa.
"Come ben sai, Harry non ha messo il suo nome nel Calice di Fuoco." -afferma e, in risposta, la ragazza annuisce.
"Bene.."- fa una breve pausa nella quale sposta alcuni capelli che gli sono caduti davanti al viso. " Questo fatto lo trovo un pò sospetto, non credi? Di questi tempi tutto quello che succede ad Harry, non accade certamente per caso."
"Credo che sia abbastanza ovvio." -replica Arabella per poi accennare un breve sorriso.
"Quindi.. Beh volevo chiederti di stargli accanto e di aiutarlo. So che hai gli esami e tutto il resto, ma Bella.." -fa una breve pausa mentre, ancora una volta, fa incontrare i loro occhi scuri. "Ho un cattivo presentimento, uno terribile a dire la verità."
"Cosa pensi che possa accadere?" -domanda lei incuriosita, ma allo stesso tempo impaurita.
"Di tutto. Ora che Cod-volevo dire-Pettigrew è scappato, Merlino solo sa cosa può accadere." -scuote la testa mentre una lieve preoccupazione traspare dalla sua voce. "Voldemort potrebbe tornare in qualsiasi momento."
Brividi.
Ecco cosa attraversa il corpo di Arabella.
"Harry ha solo quattordici anni, è un ragazzo forte, ma ha bisogno di qualcuno al suo fianco." -sussurra per poi fissare un punto davanti a sé.
"Cosa vuoi che faccia?" -chiede la ragazza.
"Stagli vicino, aiutalo passo dopo passo."
"Sai vero che non si farà mai aiutare da una Serpeverde?" -replica lei con tono ironico.
"A quello non preoccuparti, ci penserò io."-comincia per poi puntare nuovamente il suo sguardo su Arabella. "Ti invierò un gufo dopo averlo convinto."
"Va bene, allora aspetterò."
"Grazie Bella, ti devo molti favori." -afferma lui mentre un sorriso sincero fa capolino fra le sue labbra. "Ora è meglio se io vada, non voglio annoiarti più del dovuto." -conclude per poi alzarsi dalla sedia.
"Non ne devo fare parola, vero?" -domanda lei e, in risposta il moro annuisce.
"Buon Anno Bella e grazie ancora." -sussurra Sirius per poi abbassarsi a posare un lieve bacio sulla fronte della ragazza.
Caos.
La mente.
Lo stomaco.
Il cuore.
Caos.
"Buon anno."
***
"AUGURI BELLA!" -urla Crystal visibilmente ubriaca.
"Crys devi smetterla di bere." -replica la sorella maggiore fra le risate, ma, l'unica risposta che la bruna riesce a darle, è un dito medio alzato.
"Dov'eri finita?" -domanda la grifona dopo pochi secondi di silenzio. "Sono passata in camera tua con Adrian e non ti ho visto."
"Ero da Hagrid." -risponde Arabella senza pensarci due volte.
"Hagrid?"-chiede confusa la ragazza. "Vuoi dire Oliver?" -conclude sorridendo.
Pugno allo stomaco.
"Crystal non urlare e poi no, non ero da Oliver, abbiamo tipo rotto?"-afferma lei confusa e triste e, a questa frase, lo sguardo della bruna s'incupisce e una scintilla di senso di colpa attraversa il suo sguardo.
Arabella odia questo tipo di sguardo.
Odia che le gente provi pietà per lei.
"Ora se non ti dispiace, un qualcosa che finisce per Incendiario e inizia per Whisky mi sta chiamando." -esclama per poi dirigersi nel tavolo degli alcolici e bere un tanto desiderato shot, in modo da allentare la tensione.
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