14. fulmine a ciel sereno
TW: violenza
ALEXIS' POV
"Tom." -afferma la ragazza con un fil di voce e, quando si volta, incontra gli occhi marrone scuro di un ragazzo bello e alto con la pelle pallida e i capelli neri.
È così affascinante che Alexis non riesce neanche a staccare lo sguardo, si sente come attratta, spinta verso di lui.
"É un piacere conoscerti, o meglio.." -replica lui per poi prenderle la mano e posarci delicatamente le sue labbra. "Vederti."
La Serpeverde, che solitamente è una ragazza molto spigliata, in questo momento non riesce a parlare, vorrebbe fargli tante di quelle domande, ma la sua bocca rimane chiusa e la sua mente è bloccata in uno stato di trance.
"Dal cognome avevo già capito quanto fossi bella, ma mai mi sarei aspettato che fossi così bella." -afferma per poi guardarla da capo a piedi. "Hai persino superato tua madre." -conclude senza togliere la sua mano da quella della ragazza.
"Conosci mia madre?" -domanda Alexis mentre un sorriso fa capolino dalle sue labbra.
"Chi non conosce Narcissa e Lucius Malfoy." -risponde con tono quasi ovvio. "Li ho incontrati varie volte."
"Davvero?" -chiede curiosamente la ragazza. "Potevano anche avvisarmi che un certo Tom passava a casa, sarei persino uscita dalla stanza."
Il moro scuote la testa e sorride lievemente all'affermazione della ragazza, cosa che fa sentire la Serpeverde soddisfatta.
"Alexis." -la richiama e il suo nome sulle sue labbra suona così bene, lo dice in un modo quasi persuasivo che le fa partire un brivido in tutta la spina dorsale.
"Io sono un Prefetto, come credo che tu sappia.."- comincia a parlare, ma, quando la ragazza scuote la testa, Tom la guarda confuso. "Sapevo che Arabella Fawley non è una maga nel suo dovere, ma neanche sapere i nomi degli altri Prefetti.." -afferma scuotendo la testa, gesto che fa sorridere Alexis.
"Quindi sei un Serpeverde?" -domanda lei e, in risposta, Tom annuisce.
"Come stavo dicendo, devo dare il buon esempio e non rimanere in giro fino a tardi, quindi ti andrebbe di continuare il nostro discorso nella mia camera?" -chiede lui mentre una scintilla attraversa i suoi occhi.
Alexis con lui si sente al sicuro, quindi, senza neanche doverci pensare due volte, annuisce e afferra la mano che il ragazzo le ha porto, lasciandosi guidare dal passo spedito e sicuro del moro.
Dopo un tragitto silenzioso e lungo (dalla Torre di Astronomia ai sotterranei), Tom si ferma finalmente davanti ad una porta e, per tirare fuori la chiave dal suo completo nero, abbandona la mano di Alexis, facendola sentire vuota.
Adesso che ha trovato il suo porto sicuro, non vuole più abbandonarlo.
Non vuole abbandonare quel ragazzo che l'ha salvata.
Non vuole abbandonare quel ragazzo che le ha donato la forza di alzarsi.
Non vuole abbandonare quel ragazzo che le ha guarito le ferite con le sue parole confortanti.
Non vuole abbandonare quel ragazzo che ha scavato dentro la sua anima e ci ha inciso il suo nome.
La stanza è ordinata meticolosamente, proprio come quella della ragazza: i libri sono disposti in ordine, dal più piccolo al più grande e occupano vari scaffali; il letto è ben rifatto e, nonostante prima avesse dovuto prepararsi per il ballo, non c'è alcuna traccia di vestiti o scarpe; nella scrivania, invece, a destra vi sono le pergamene tutte ben riposte, a sinistra vi sono varie piume d'oca e l'inchiostro e, infine, al centro vi è un libro aperto.
"Non sei stata scelta per la posizione di Prefetto?" -domanda Tom dopo qualche secondo di silenzio. "Comunque puoi accomodarti dove vuoi."
"No, ma non mi è mai importato." -replica lei per poi dirigersi nel piccolo divano e sedersi alla sinistra del ragazzo.
"E questo perché? Dovrebbe essere un onore." -afferma lui con un tono quasi alterato.
"Lo sarebbe stato, però ora non ha senso rimuginarci sopra." -risponde lei con tono calmo, cercando un contatto visivo che arriva poco dopo e, quando il marrone si fonde con il celeste, la ragazza non riesce più a connettere. "Mi sono aggrappata all'unico lato positivo."
"Sarebbe?" -chiede lui distogliendo lo sguardo.
"Più tempo per lo studio, solo in quel modo posso dimostrare chi sono veramente." -replica la Serpeverde e, subito dopo la sua conclusione, il ragazzo incontra nuovamente il suo sguardo.
"Comunque.." -sussurra lei per paura di rovinare il momento. "Non ti ho mai ringraziato per quello che hai fatto."
"Per cosa?" -chiede lui senza distogliere lo sguardo, facendo sentire in imbarazzo la ragazza.
"Per quello che hai fatto, detto. Mi hai aiutato molto."
"Non devi ringraziarmi, capisco il dolore che proviene dal tuo stesso sangue e non volevo farti avere la mia sorte." -afferma per poi alzarsi lentamente dal divano.
"Cosa ti è successo?" -domanda Alexis curiosa, ma non appena vede il corpo del ragazzo irrigidirsi, lei si pente di aver fatto uscire quelle parole dalla sua bocca. "Sempre se tu voglia parlarmene."
"Perché mi fai questa domanda?" -chiede lui mentre stringe le mani in un pugno per trattenere un impeto di rabbia.
"Sono solo curiosa, vorrei conoscerti meglio visto che tu sai tutto."
"Beh Alexis, dovresti sapere che alcune linee non devono essere superate e quella domanda l'ha appena fatto. Non voglio mai parlare della mia famiglia, che non dovrebbe neanche essere chiamata così. Io non ho alcuna famiglia e per nessun motivo voglio sentire domande riguardo a questo fatto." -replica aggressivamente mentre torreggia sopra la figura seduta di Alexis che, tuttavia, continua a non sentirsi minacciata dal ragazzo.
Nonostante tutto lei sa che lui non le farebbe mai del male, non dopo tutto ciò che le ha raccontato.
Lo sa e basta.
"Scusami." -mormora Alexis sinceramente. "Non ti chiederò mai più niente del genere."
"Bene." -replica mentre si inginocchia al paro della ragazza. "Io sono Riddle, Tom Riddle e non c'è altro da sapere su di me." -conclude per poi posare la sua mano sul mento della ragazza, portando i loro sguardi ad incontrarsi di nuovo.
"Il resto lo scoprirai da sola."
***
"Willow smettila di uccidere Cho con lo sguardo." -esclama Crystal fra le risate, mentre la riccia non riesce a distogliere l'attenzione dalla Corvonero e dal suo vecchio amico-ragazzo.
"Guardali, sono perfetti insieme." -borbotta nervosamente.
"Ragazze!" -le richiama Arabella che, dopo aver lasciato un bacio a stampo ad Oliver, si dirige verso di loro e si siede accanto alla Malfoy. "Che succede?"
"Oh le solite, io leggo, Willow sta ponderando se cruciare i due laggiù e Crystal ride." -replica Alexis senza distogliere l'attenzione dal libro.
"Invece tu cosa ci racconti?" -domanda la grifona con tono cantilenante mentre colpisce il braccio della Serpeverde con il gomito.
"Cosa dovrei dirvi?"
"Smettila di fare la finta tonta." -interviene il Prefetto di Serpeverde che è visibilmente spazientita.
"Piuttosto voi cosa dovete dirmi?" -chiede la ragazza in modo da dover evitare di rispondere alla domanda.
"Le solite, Crystal ha.." -comincia Willow, ma viene interrotta rapidamente dalla grifona che le lascia un sonoro ceffone sulla nuca.
"Fatti i cazzi tuoi." -replica la bruna che poi sorride alla vista dello sguardo sconvolto della Corvonero.
"Willow fin.."- prima che la Serpeverde potesse terminare la sua frase, Crystal le lancia uno sguardo gelido e, subito dopo, la sua espressione muta, lasciando trasparire un sorriso malizioso dalle sua labbra.
"Quindi per chi hai piantato Blaise?" -chiede la riccia all'improvviso senza peli sulla lingua.
"Nessuno." -mente Alexis e, per la prima volta in molti anni, Crystal non le fa la battuta sul fatto che si stia grattando lievemente il polso.
"Chi era?" -questa volta a parlare è Arabella che comincia a puntarle l'indice contro, con fare minaccioso.
Alexis, rendendosi conto che la sua amica potrebbe passare dall'indice alla bacchetta in meno di un secondo, decide che forse è il caso di dire almeno il nome del ragazzo, ma niente di più.
"Tom Riddle." -afferma Alexis sotto gli sguardi increduli delle sue amiche.
"Quel Tom Riddle?" -domanda Arabella che non riesce a credere alle parole della ragazza.
"Si, il Prefetto." -replica la Serpeverde per poi nascondere un sorriso.
"Sei seria?" -interviene Crystal sotto choc. "Adrian mi ha detto che non parla mai con nessuno."
"Seriamente?"
Da quel momento in poi, la mente di Alexis si è disconnessa dal presente e ritorna a pensare a quel ragazzo che, nonostante il loro incontro, continua comunque ad essere il suo ragazzo misterioso.
Nessuno.
Quindi Alexis è importante per lui tanto quanto lui lo è per lei?
Non vuole certamente illudersi, ma quell'affermazione della sua amica la fa sentire abbastanza importante, speciale.
Lui la sta facendo risentire viva e amata come mai nessuno prima d'ora e la ragazza non vede l'ora di approfondire la loro conoscenza.
***
È passata una settimana dallo Yule Ball e Alexis ha cercato di passare ogni minuto a disposizione con Tom, a volte non parlavano e si limitavano a studiare, ma per la ragazza, stare in sua compagnia la rendeva, anzi rende, felice.
I suoi sentimenti verso il ragazzo sono inspiegabili, quasi irrazionali.
Mai avrebbe pensato che si potessero provare tutte queste cose per una persona, ma il suo carisma, la sua ambiziosità e il suo fascino lo rendono speciale, unico e, in questa settimana, la ragazza pensa di aver posto le basi per un legame emotivo.
Si sono guardati.
Sfiorati.
Studiati.
E ogni volta il cuore di Alexis perdeva qualche battito, mentre un brivido percorreva tutta la spina dorsale e, da questi piccoli segnali, Alexis ha finalmente capito che lei è interessata a questo ragazzo, su tutti i fronti possibili.
Tuttavia lei ha paura a dirlo, ha paura ad aprirsi così tanto davanti a lui, ha paura di rovinare quel piccolo ponte che hanno stabilito, ha paura di perderlo.
Lui è diventato una parte così importante della sua vita e, non averlo più accanto, potrebbe portare la ragazza all'autodistruzione e questo non è uno scherzo, lei sente un attaccamento che non è razionale, non può essere spiegato a parole, ma può soltanto essere vissuto.
"Alexis." -non appena varca la soglia del dormitorio di Serpeverde, la ragazza viene richiamata da una voce a lei familiare, una voce che non risente dallo Yule Ball, che non risente da quando l'ha lasciato nella Stanza delle Necessità.
"Blaise."
"Finalmente hai il coraggio di farti rivedere." -sputa velenosamente con uno sguardo gelido.
"Cosa vuoi Blaise?" -domanda lei infastidita dal suo atteggiamento.
"Cosa voglio Alexis? Cosa voglio?" -chiede, alzando il tono della voce e, man mano che le parole escono dalla sua bocca, si avvicina pericolosamente alla ragazza, fino a farle toccare la schiena sul muro.
"Hai veramente il coraggio di chiedermelo.." -quando queste parole escono dalla sua bocca, Alexis non può fare a meno di sentire l'odore pungente del Whisky Incendiario e, avendo vissuto con Lucius Malfoy, questa situazione la spaventa.
Si sente minacciata, messa all'angolo.
Sta rivivendo ancora una volta il suo incubo più grande, sta ancora rivivendo quel tipo di violenza gratuita, quella che ti lascia senza respiro, che ti fa annegare, che ti fa fermare, che ti rende impossibile di andare avanti.
Alexis è stanca, non riesce a sopportare più queste situazioni: l'ultima volta è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e, se mai dovesse ricapitare una cosa del genere, la ragazza sa di non essere in grado di rialzarsi.
Troppi lividi hanno popolato la sua pelle pallida.
Troppe ferite hanno marchiato la sua anima.
Troppe volte un pezzo della sua innocenza le è stato strappato.
Troppe volte ha subito.
Troppe volte è rimasta in silenzio.
Troppe volte ha smesso di muoversi.
Troppe volte è annegata.
Troppe volte si è rialzata.
Ed ora lei è stanca, incredibilmente stanca.
È stanca di combattere per qualcosa che continuerà a marchiare la sua anima, a trapassare la sua pelle.
"Guardami quando ti parlo!" -urla per poi posare il suo ruvido dito sul mento della ragazza, in modo da alzare violentemente il suo sguardo.
Alexis non risponde, non emette neanche un respiro.
"Ti sei divertita a lasciarmi lì solo? Eh?" -chiede ironicamente con gli occhi iniettati di sangue.
"Ti prego Blaise.." -sussura la ragazza.
"TI SEI DIVERTITA BRUTTA STRONZA?" -urla a pochi centimetri dal suo volto mentre, con un rapido movimento, prende i polsi di Alexis e li sbatte sul muro.
"Ti prego mi stai facendo male." -afferma Alexis non appena il ragazzo stringe la sua presa.
Il primo passo è stato varcato: lividi.
Il colore chiaro della sua pelle contrasta nuovamente quello violaceo della violenza.
Delle lacrime silenziose cominciano a solcare il suo volto.
Lacrime salate che sanno tanto di dolore, di sconfitta.
"Sei solo una troia, proprio come tua madre." -sputa velenosamente Blaise.
La ragazza non replica più.
Non ha la forza.
Non vuole neanche trovare la forza.
È stanca.
I suoi occhi sono vuoti, senza emozioni.
"Avevo in mente una bella nottata per noi due.." -comincia a parlare mentre si avvicina al suo orecchio. "Perché non rimediare?" -domanda ironicamente con un ghigno in volto.
Lacrime sempre più frequenti.
Lacrime sempre più salate.
Alexis non aveva mai sperimentato questo tipo di dolore.
E, quando il ragazzo la stacca dal muro in modo da dirigersi nella sua stanza, lei decide di opporre resistenza, decide di aggrapparsi a quel briciolo di forza che scorre fra le sue vene.
"Lasciami andare." -afferma Alexis con tono deciso.
"Pensi che a me imp.."- comincia a parlare, ma viene interrotto da una voce profonda dietro di lui.
"Ti ha detto di lasciarla andare."
La voce di Tom è come musica per le orecchie della ragazza.
Il suo fulmine a ciel sereno, ancora una volta, l'ha salvata.
"E tu chi saresti?" -domanda Zabini mentre scoppia a ridere.
"Questo non è importante." -replica freddamente il moro. "Ma so per certo che tua madre non sarebbe contenta del tuo comportamento."
Blaise si irrigidisce, non risponde, e, l'unica cosa che riesce a fare, è abbassare lo sguardo e lasciar andare il polso ormai violaceo.
"Ora vattene." -ordina il Prefetto e, non appena termina la frase, Zabini se ne va, senza guardarsi indietro.
Alexis non parla, l'unica cosa che riesce a fare è rifugiarsi fra le braccia del ragazzo davanti a lei.
Inizialmente il suo corpo si irrigidisce, come se non fosse abituato all'affetto, ma, poco dopo, ricambia il suo abbraccio e stringe saldamente le sue braccia attorno al corpo della ragazza.
In questo momento Alexis si sente a casa, al sicuro, ma non in pace.
Violenza su violenza.
Dolore su dolore.
Lacrime su lacrime.
Dopo vari secondi in cui l'unico rumore presente è quello dei singhiozzi di Alexis, Tom prende le cosce della ragazza e la solleva, fino a farle cingere le gambe attorno alla vita.
Così, dopo essersi fatto sussurrare il luogo in cui si trova la stanza, Tom l'accompagna fino a quando non si ritrovano davanti alla porta e, a quel punto, il moro l'adagia delicatamente.
Una volta entrati in camera, Alexis fa un respiro profondo, cercando di calmare il suo shock.
"Smettila di piangere." -afferma Tom che fa uscire le sue parole quasi come un ordine.
"Scusa, ma non..." -comincia, ma, ancora una volta, i singhiozzi prendono il sopravvento.
"Alexis basta." -ordina con tono autoritario. "Non puoi mostrarti debole. Piangere è per deboli e sono certo che non lo sei."
"Hai ragione." -replica lei mentre il suo battito rallenta e i singhiozzi spariscono.
"Bene." -esclama per poi asciugarle delle lacrime solitarie con il pollice. "Una come te non dovrebbe mai versare delle lacrime. Ricorda che mostrare dei sentimenti è sinonimo di debolezza." -fa una pausa nella quale prende il viso della ragazza fra le mani. "E tu non sei una debole Alexis."
"Cosa te lo fa credere?"
"Altrimenti non avrei scelto te." -sussurra mentre il suo pollice accarezza la guancia bagnata della ragazza.
"Ora non dovrai più mostrare le tue debolezze, sono stato chiaro?"
Alexis annuisce.
Si fida di lui.
Lui sa quello che dice.
"Buon anno Alexis." -afferma dopo aver controllato l'orologio appeso al muro.
L'azzurro incontra il marrone, la luce incontra l'oscurità.
Alexis non respira, non parla, non pensa, non riesce più a connettere e, nel vedere questa sua incapacità nel rispondere, nel volto del ragazzo traspare un ghigno, quasi malizioso pensa Alexis.
Quando Tom comincia ad avvicinarsi, la ragazza chiude gli occhi.
Chiude gli occhi e si abbandona alle sensazioni.
Una sensazione di conforto, di gioia, di sicurezza, di possessione.
Questo è tutto quello che traspare dal bacio fra i due, dal movimento delle labbra che danzano insieme.
Una volta che Tom interrompe la loro connessione, non dice niente, sorride e lascia la stanza, senza guardarsi indietro.
Alexis sorride.
Un sorriso sincero, pieno di gioia.
"Buon anno." -sussurra mentre, incredula, fissa la porta.
Si dirige lentamente nel bagno dove si cambia e si lava.
Guarda i lividi, ma non ne sente il dolore, non si sente annegare, anzi, la ragazza non si è mai sentita così viva.
L'aria non le è mai sembrata così "pulita" e, mentre si distende sul letto, continua a toccare le sue labbra, non realizzando l'accaduto, non credendoci.
Dopo vari minuti la stanchezza prende il sopravvento e le palpebre si chiudono, ma la sua mente è ancora sveglia, sta ancora pensando a lui, a quel moro che la sta tenendo a galla.
"Alexis svegliati ti prego." -la ragazza sente delle voci che non riesce a distinguere, ma, quando apre gli occhi, non vede nessuno accanto a sé.
"Che strano." -pensa la Serpeverde per poi girarsi dall'altro lato e tornare a sognare.
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