1. ghiaccio
per la mia prefe, llumosmaxima spero di riuscire a revocare tutte le querele/denunce🤠
tw: menzioni di violenza sessuale
CRYSTAL'S POV
È passato esattamente un mese dalla confessione di Crystal e, giorno dopo giorno, ha acquisito sempre più sicurezza nei suoi mezzi, in se stessa.
Da quel fatidico giorno, la bruna ha deciso che mai nessun altro uomo, donna o qualsiasi tipo di persona o creatura, le avrebbe messo i piedi in testa, l'avrebbe fatta sentire così vulnerabile, così inutile.
La vecchia Crystal è morta la sera della festa di Carnevale, la nuova Crystal ha fatto la sua comparsa il 27 di Giugno.
Da quel giorno la Fawley ha deciso di cambiare ogni aspetto di se stessa, ha deciso di far vedere che il suo cambiamento non ha a che vedere soltanto con l'interno, ma anche con l'esterno.
Tutte le mattine ha cominciato ad alzarsi ad ore che prima considerava impensabili ed improponibili per poter andare a correre e sentirsi più sicura di se stessa, successivamente, non appena Remus abbandona il suo amato letto, sia lei che Arabella, hanno cominciato ad imparare l'arte della magia senza bacchetta, una pratica molto difficile e che richiede un quantitativo di energia non indifferente.
Fortunatamente per le due sorelle, Remus, essendo un lupo mannaro, è anche una delle poche persone che riesce ad incanalare la magia da altri maghi, dalla natura o persino dalle sue emozioni.
Giorno dopo giorno, sia Crystal che Arabella, sono diventate sempre più competenti, sempre più forti.
Molto probabilmente il merito va anche alle origini spagnole della famiglia Fawley, difatti, la madre Anna, un auror che eccelleva in questa pratica, proveniva proprio dalla penisola a sud dell'Inghilterra.
Potrebbe sembrare una cosa insensata, ma, sia la magia senza bacchetta che la mentis nexum, sono dei tipi di magia non propri dell'Inghilterra per il semplice fatto che, l'isola nel Nord Europa, è il luogo nel quale furono inventate le prime bacchette, che, solamente dopo secoli, hanno oltrepassato i mari in modo da essere trasferite nel resto del mondo. Dunque, in quei secoli in cui esisteva la magia, ma un un modo per incanalarla, i maghi e le streghe avevano imparato ad usare la natura o le emozioni.
Perciò, avendo origini spagnole, le due Fawley hanno nel sangue questo tipo di abilità che non è comune in Inghilterra.
Oltre ad aver rafforzato le sue abilità magiche e la sua condizione fisica, Crystal aveva deciso di dare un taglio, nel vero senso della parola, anche ai suoi capelli, difatti, quei lunghi lisci color marrone scuro che le correvano lungo la schiena, sono stati rimpiazzati da dei capelli fino alla spalla con vari colpi di sole che la rendono quasi bionda.
Per quanto riguarda il suo stato emotivo, la ragazza cerca di tirare avanti.
Era stufa di piangere, era stufa di sentirsi una bambina, così ha optato nello smettere di sentire, di provare.
"Le emozioni sono quelle che ti fanno sentire viva, in fondo, cos'è la vita senza un pò di sofferenza?" -continua a ripeterle Remus giorno dopo giorno, nella speranza che, quel nuovo pezzo di ghiaccio davanti a lui, riuscisse a sciogliersi.
Per tanto tempo quella è stata la sua filosofia di vita, un pò influenzata dal filosofo Schopenhauer, ma poi si è accorta che era tutto una grandissima cazzata.
Soffrire ti fa sentire viva?
No. Impossibile.
Soffrire ti fa sentire morta, ti fa affogare nel tuo stesso dolore, in attesa che arrivi uno spiraglio di luce, un qualcuno che possa salvarti, che possa asciugarti le lacrime, curarti le ferite.
Ma nessuno ci riesce.
Nessuno potrà mai curarti le ferite.
Le tue lacrime potranno finire, ma il ricordo rimarrà sempre lì. Vivido come il giorno stesso.
La sofferenza non ti fa sentire viva, ti uccide, lentamente.
Come un veleno, come la maledizione cruciatus.
Pian piano ti porta via tutto.
All'inizio qualsiasi tipo di emozione positiva.
Poi ti strappa dalle persone attorno a te.
Ti fa cadere in un oblio. Lentamente e dolorosamente.
E, alla fine, il dolore elimina la tua quotidianità.
Quei ricordi ti tormenteranno giorno dopo giorno, rendendo impossibile la vita, rendendo impossibile delle piccole attività che prima venivano considerate come facili e basilari.
Ti tormenta.
Fino ad ucciderti.
E Crystal ha capito che non serve a nulla avercela con se stessi, piangere, sentirsi inutili, desiderare di non essere mai nati. Non serve a nulla provare dolore, odiarsi, punirsi, portarsi all'autodistruzione. Non cambiano le cose se ti odi, se ti senti inutile, se pensi che la tua esistenza non abbia più un senso. Il passato è passato e non si può far niente per cambiarlo. Anche se qualcosa ti ha ferito, anche se fa male, anche se ti fa soffrire, anche se non riesci a smettere di piangere, la vita va avanti e non è assolutamente vero che ti lascia indietro.
Prima pensava fosse così, ma, dopo qualche mese, ha capito che la vita va avanti che tu lo voglia o meno, che tu ci sia o no. Il tuo mondo sembra bloccarsi in quell'istate, sembra che tutto scorra fra le tue dita ad una velocità disarmante. Sembra che il tempo ti lasci indietro, ma, a dire la verità, esso ti trascina.
Sta a te decidere se imbarcare il treno del tempo.
Sta a te decidere se aprire gli occhi e guardare i paesaggi fuori dal finestrino.
Sta a te decidere se chiudere gli occhi e piangere e non vedere nulla.
Sta a te decidere se lasciare che la vita si scordi di te, a lasciare che la tua anima passi da un'altra parte, in un posto dove magari potresti essere più felice, ma in un posto dove non vi sono certezze.
Tutti dicono sempre che una volta che si lascia la vita terrena, si incontreranno i propri cari, ma chi lo dice?
A Crystal piace pensare che un giorno, magari, riuscirà a vedere sua madre e suo padre.
È l'unica speranza che le permette di non temere la morte.
All'inizio aveva chiuso gli occhi, ma poi ha deciso di aprirli e guardare fuori dal finestrino perché, in fondo, non è mai troppo tardi per guardare il panorama.
Si, ha aperto gli occhi, ma a chiuso qualsiasi tipo di emozione.
Le emozioni ti rendono debole, stupida e, alla fine, tutto ciò porta soltanto ad un'altra spirale di dolore e Crystal è troppo stanca.
Non ha le forze per soffrire.
Per cadere e rialzarsi.
È stanca.
Quello che ha vissuto l'ha cambiata per sempre, l'ha trasformata.
Crystal, la persona che prima respirava emozioni, che trasudava gioia, ora, è soltanto un pezzo di ghiaccio.
Un lontano ricordo di quella ragazzina così piccola ed innocente.
Tuttavia, alla fine qualcosa è rimasto.
L'amore.
Certo, Crystal si è ripromessa di non provare, ma con lui tutto è diverso.
La sua lettera continua a girare fra le mani della ragazza.
Vorrebbe bruciarla come ha fatto con tutte le altre, ma non ci riesce, non riesce a non leggerla e a non sentire il suo cuore esplodere di gioia.
Perché si, lei è diventata un pezzo di ghiaccio, ma chi dice che a volte essi non possano sciogliersi?
Anche i ghiacciai perdono la loro freddezza durante l'estate.
Dunque perché Crystal può non abbassare la guardia con quella persona che le ha voluto bene quando nemmeno lei se ne voleva?
È da tanto che non ti fai sentire, non hai risposto a nessuna delle nostre lettere e sinceramente sono preoccupato. Va tutto bene Crystal? Sai che con me puoi parlare in qualsiasi momento. Merlino potresti anche arrivare la notte fonda e sarei comunque pronto ad ascoltarti. Ti prego rispondi. Anche un insulto va bene. Va bene tutto. Ho solo bisogno di sentirti.
Mi manchi ogni giorno di più,
Tuo,
Fred.
Come può il tuo cuore non sciogliersi?
Per quando Crystal vorrebbe reprimere questo sentimento, non ci riesce.
In fondo, senza amore l'uomo cos'è?
Mentre la lettera continua a passare da una mano all'altra, la bruna sente un rumore provenire dalla porta e quando si avvicina ad essa, capisce che qualcuno sta bussando.
"Chi potrà mai essere?" -pensa fra sé e sé. "Arabella e Remus avevano detto che non sarebbero tornati prima del tramonto."
Tuttavia, dopo aver dato un'occhiata dallo spiraglio delle finestre, tutte le domande spariscono.
"Bella cosa fai?" -chiede Crystal non appena spalanca la porta d'ingresso, ma, in risposta, la mora si limita ad alzare gli occhi al cielo ed entrare all'interno della casa.
"Che strano."
"Che stavi facendo?" -domanda bruscamente sua sorella.
"Vedi di calmarti prima che ti infilzo la bacchetta su per il.."
"Hai reso l'idea." -risponde freddamente. "Hai voglia di preparare un pò di tè?"
"Tè?" -pensa Crystal fra sé e sé. "Arabella preferisce il caffè."
"Certo." -replica con riluttanza mentre il suo cervello comincia a lavorare. "Com'è andata la tua giornata con Oliver?"
"Oh tutto bene, mi sono stancata e sono tornata." -afferma facendo spallucce. "Dov'è Remus?"
"Cazzo cazzo cazzo. Rimani calma."
"Aveva delle commissioni da fare, pensavo te l'avesse detto." -esclama la ragazza mentre si dirige in cucina.
Inspira.
Espira.
Inspira.
Espira.
"Devi parlare con Bella, concentrati."
Per la prima volta, la mentis nexum le serve per una situazione (quasi) di vita o di morte.
"Arabella." -dice mentalmente mentre cerca disperatamente di comunicare con la sorella.
"Cosa c'è?" -la voce della sorella maggiore le rimbomba nella testa e, immediatamente, tira un sospiro di sollievo.
"Dove siete?"
"Ancora in città, te lo abbiamo detto che saremmo tornati per il tramonto. Ora lasciami stare la tua voce mi rincoglionisce."
"C'è qualcuno in casa."
"Cosa? Chi?"
"Tu."
"Io?"
"Non proprio tu, ma ha le tue sembianze. Dillo a Remus."
"Stiamo arrivando, non fare niente di stupido."
"Lo trattengo. Non cercarmi più se non per una questione di vita o di morte, altrimenti se ne accorgerà."
Con quest'ultima frase, Crystal interrompe rapidamente la sua connessione mentale con la sorella, in modo da preparare il tè che lo sconosciuto le aveva richiesto.
"Quanto ci metti per preparare un cazzo di tè?" -le urla dall'altra stanza.
"Lo sai che non sono un fenomeno con la bacchetta, ho bisogno di tempo." -mente mentre cerca di ragionare freddamente.
Senza aspettare un secondo in più, la ragazza prende le due tazze di tè assieme a qualche bustina di zucchero e le porta nel salone, dove, quella persona è intenta a muovere freneticamente la gamba.
"Quindi com'è andata la serata da Oliver?" -domanda Crystal mentre sorseggia la bevanda.
"Non sono affari tuoi." -risponde acidamente. "Poi la tua voce è fastidiosa, quindi stai zitta."
Crystal, non riuscendo a controllare il suo temperamento, lascia andare una risatina dalle sua labbra.
Quando intendeva che nessuno le avrebbe più messo i piedi in testa, intendeva nessuno.
Ora è sicura delle sue capacità, conosce la sua forza e, con il ritorno del Signore Oscuro, tanto vale combattere già da adesso.
"Mi aspettavo di meglio da Voldemort." -commenta la grifona per poi posare la tazza sul piccolo tavolino che separa i due divani. "Digli che la prossima volta mandasse qualcuno di più credibile, non un imbecille che non riesce neanche ad imitare una ragazza di diciannove anni."
"Cosa hai detto?" -domanda lo sconosciuto che per la prima volta incrocia le sue iridi con quelle della ragazza.
"Mi hai sentito. Oppure sei così stupido da non riuscire a seguire un discorso?" -chiede ironicamente la bruna.
"Bada a come parli ragazzina." -replica freddamente mentre lascia cadere la tazza che, non appena tocca il suolo, si frantuma in mille pezzi.
"Altrimenti?" -scoppia a ridere cercando di farlo innervosire.
Ovviamente riesce nel suo intento.
"Dovresti avere paura."
"Di te?" -ride nuovamente. "Cioè di una persona che non si fa neanche vedere e che si nasconde dietro ad un altro volto?"
Nessuna risposta.
"Dovresti dire al tuo Lord che la tecnica della pozione polisucco è passata di moda."-continua in cerca di una reazione. "O almeno mandasse qualcuno in grado di portare a termine una stupida missione."
"Smettila di parlare, non vorrei rovinare il tuo bel faccino." -commenta lo sconosciuto con lo sguardo fisso su quello di Crystal che, ovviamente, ricambia.
"Almeno dimmi cosa sei venuto a fare." -replica lei con un sorriso strafottente. "Mi stai annoiando."
"CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA!" -urla per poi alzare la bacchetta e puntarla contro Crystal. "Fai tanto la coraggiosa." -gioca con il piccolo bastoncino. "Ma non hai neanche la bacchetta con te."
"Mi stai sottovalutando." -risponde Crystal senza staccare lo sguardo.
"Sei tu quella che sta sottovalutando la situazione."
"Cosa dovrei sottovalutare? Una persona che non riesce neanche a mostrare la propria faccia?" -sputa velenosamente. "Tu, le tue idee e il tuo Lord siete patetici."
"Attenta a.."
"Attenta a cosa?"
Nessuna risposta.
Crystal percepisce la sua rabbia, la sente scorrere nelle vene, sente la magia scorrere assieme a lei.
"Non vorrai fare la fine di mammina e papino vero Crystal?"
"Sarai tu ad uccidermi?" -replica lei per poi scoppiare a ridere.
Riesce a sentire l'odore della magia.
Percepisce il potere.
Per la prima volta capisce veramente perché il cappello ha scelto Grifondoro e non Serpeverde.
Per questo tipo di azioni temerarie che, allo stesso tempo, sono anche estremamente stupide.
Crystal non ha paura, non si lascia intimidire dal suo sguardo, anzi, continua a sfidarlo con quella strafottenza che, generalmente, caratterizza proprio Arabella.
"Ironia della sorte." -pensa fra sé e sé.
"Quindi?" -domanda la bruna. "Almeno bevi il tè."
"STAI ZITTA!"
"Dovreste fare un corso di gestione della rabbia."
Occhi aperti ed emozioni spente.
Occhi così aperti che, in un millisecondo, riesce a leggere le intenzioni dello sconosciuto e istintivamente alza la mano sinistra mentre dalla bacchetta della persona davanti a lei, esce una luce rossa: la maledizione cruciatus.
"Protego."-pronuncia Crystal e, non appena la luce rossa si scontra contro lo scudo invisibile, essa sparisce.
"Te l'ho detto che mi stavi sottovalutando." -afferma la bruna ironicamente.
"Avada Kedavra!" -urla il Mangiamorte.
"Protego." -ancora una volta, grazie alla sola mano sinistra, la grifona riesce a bloccare l'incantesimo.
Tuttavia, a differenza del precedente, questo non svanisce neanche quando la luce verde si scontra con lo scudo; ma a Crystal poco importa.
La rabbia che scorre nelle sue vene è incontrollabile.
Un po' come la magia che percepisce nell'aria.
"Accio Bacchetta di Crystal!" -urla mentre la mano sinistra è sempre impegnata a formare uno scudo.
Non appena percepisce un leggero passaggio d'aria la bruna alza immediatamente la sua mano destra, nella quale si posa la sua bacchetta.
"Spero tu ti sia divertito, perché io mi sono stufata dei tuoi giochetti." -afferma Crystal per poi incanalare tutta la forza nella mano e nella bacchetta e, quando sente una sorta di elettricità nella punta delle sue dita, la ragazza muove contemporaneamente la mano dalla quale usciva lo scudo e la bacchetta.
Grazie a questo movimento rapido e sincronizzato, la bruna riesce ad usare un normale protego come un incantesimo per attaccare il suo avversario.
Ovviamente, non aspettandosi una magia del genere, lo sconosciuto non può far niente, se non cadere quando una tenue luce blu colpisce il suo petto.
"Sai non è molto bello uccidere una ragazza di diciassette anni." -commenta Crystal mentre si dirige accanto alla finta Arabella.
"Accio Bacchetta." -pronuncia, facendo in modo che la bacchetta del Mangiamorte sia fra le sue dita.
"Chissà cosa dirà il tuo Lord." -afferma la bruna per poi inginocchiarsi. "Non sei riuscito neanche a completare una missione così semplice. Magari Azkaban sarà un regalo."
"Revelio." -sussurra mentre punta la bacchetta al corpo disteso.
Un uomo.
"Chi sei?"-domanda la ragazza mentre lo guarda negli occhi.
"Ci rivedremo Fawley."
"Oh non penso proprio." -replica Crystal. "C'è una cella bella fredda che ti aspetta, da come mi hanno detto, i Dissennatori sono molto amichevoli."
"Stupida ragazzina."
"Fossi in te terrei a bada la bocca." -risponde lei per poi avvicinarsi al suo corpo senza forze.
"Traditrice!" -grida mentre cerca di muoversi.
"Non dovresti testare la mia pazienza." -commenta la bruna per poi spezzare la bacchetta dell'uomo davanti ai suoi occhi. "E adesso cosa farai?"
"Io ti.."
Ad interrompere il loro discorso, è il suono della porta che si apre improvvisamente, rivelando Arabella e Remus con le bacchette pronte all'attacco.
"Stupida Grifondoro!" -esclama la sorella maggiore nel vedere la scena. "Ti avevamo detto che stavamo arrivando."
"Beh mi aveva stufato." -replica la bruna. "Te l'ho detto di non sottovalutarmi."
***
Sono passati tre giorni dall'intrusione dell'uomo.
Tre giorni in cui Crystal non ha fatto altro che sentire le lamentele di Remus.
Lamentele.
Rimproveri.
Lamentele.
Rimproveri.
"Cosa ti è passato per la testa? Combattere un Magiamorte?" -le urlò Lupin non appena Moody lasciò la stanza assieme allo sconfitto. "Stavamo arrivando."
"E allora?" -replicò Crystal
"ALLORA?" -gridò Remus sull'orlo di una crisi di nervi. "Hai soltanto diciassette anni."
"QUINDI?" -domandò la bruna con un'espressione stoica. "Ad Hogwarts non avrò nessuno che mi guarderà le spalle. La guerra è arrivata e credo sia ora che anche io cominci a fare qualcosa."
"Crystal." -intervenne Arabella.
"Nessun 'Crystal'!" -urlò mente combatteva l'improvvisa voglia di piangere. "Sono stufa. Non sono un pezzo di cristallo, sto per diventare d'età e posso fare quello che voglio."
"Non finché resterai qui!" -replicò Remus severamente.
"Vuoi che me ne vada?" -chiese lei senza interrompere il contatto visivo. "Ti ho detto che io parteciperò a questa guerra, che tu lo voglia o meno."
"Sei troppo giovane!" -esclamò il padrino.
"Anche tu eri giovane, anche mia madre!"
"E guarda come siamo finiti." -sussurrò sconfitto. "Crystal non riuscirei a sopportare la vostra perdita."
La grifona lo guardò negli occhi e vide la paura, il dolore.
"Remus neanche noi vogliamo perderti, ma anche tu sai che questa guerra colpirà tutti, bambini, uomini, donne. Non farà distinzioni, tanto vale prepararsi." -affermò la bruna per poi abbracciare il lupo che, prontamente, strinse la presa attorno alle due sorelle.
"Mi manchi Crystal." -esclamò Arabella.
"Sono qui Bella." -rispose con sguardo confuso.
"Mi manca la vecchia Crystal, quella gioiosa e spensierata." -continuò per poi staccarsi dall'abbraccio in modo da incrociare lo sguardo della bruna.
"Sono successe troppe cose." -replicò la grifona. "Quella Crystal non c'è più, almeno per ora."
Anche a Crystal stessa le manca la sua vecchia personalità.
Così felice, così innocente, così stupida.
Le manca, deve ammetterlo, ma si sta anche abituando al fatto che il cambiamento fa parte della vita, la crescita fa parte della vita.
Gli eventi ti cambiano, ti segnano.
"Dobbiamo andarcene, la casa non è più sicura. Dobbiamo trasferirci assieme al resto dell'Ordine." -disse Remus qualche ora prima, dando un tempo limitato alle ragazze per poter smontare le loro stanze.
Senza sprecare un secondo, Crystal ha cominciato ad impacchettare tutto l'occorrente, persino qualche ricordo.
"Non si sa mai."
"Siete pronte?" -urla Remus dal piano di sotto.
"Locomotor." -pronuncia Crystal in modo da far muovere le valigie contenenti vestiti, libri, di tutto e, non appena essi cominciano a fluttuare, la ragazza si dirige verso l'uscita.
Tuttavia, prima di chiudere definitivamente la porta, la bruna decide di fissare attentamente la camera.
I poster di Quidditch.
Le foto con le sue amiche.
Con sua sorella.
Con Remus.
Ogni angolo pieno di ricordi che porterà sempre nel cuore.
Ricordi di quando lei e Arabella sorseggiavano la cioccolata calda accanto alla finestra durante le notti di luna piena.
Ricordi di quando Arabella se ne andò per il suo primo anno e Remus dormì accanto ad un'affranta Crystal.
Ricordi di quando Remus l'abbracciò forte poco prima della sua partenza.
Ricordi della loro famiglia.
Di tutto ciò che un tempo ha provato.
Ricordi della vecchia Crystal.
Dopo un lungo sospiro, la grifona chiude la porta, lasciando indietro tutta la sua infanzia, lasciando indietro un pezzo di se stessa.
"Pronte?" -domanda Remus non appena Arabella scende l'ultimo scalino.
Entrambe annuiscono, anche se, in fondo, non si è mai pronti a lasciare una parte così importante della propria vita.
La casa dell'infanzia.
Piena di ricordi.
Piena d'amore.
"Datemi le mani." -afferma il loro padrino subito dopo la chiusura della porta principale. "So che siete in grado di apparire, ma non avete mai visto questo posto quindi.."
"Remus." -lo interrompe Arabella riuscendo a percepire una nota di tristezza nella sua voce. "Grazie."
"Cosa?" -chiede confuso.
"Per essere stato il miglior padre che avessimo potuto chiedere." -conclude Crystal dando voce al pensiero di entrambe le Fawley.
Remus non risponde, si limita ad abbracciarle, si limita ad abbracciare quelle ragazze che aveva preso tanti anni fa, quelle ragazze che aveva tanto paura di deludere, quelle ragazze che con il tempo sono diventate le sue persone preferite.
Senza di loro, lui non ce l'avrebbe mai fatta.
Senza di lui, loro non ce l'avrebbero mai fatta.
***
"Ti sei tagliato i capelli!" -esclama Crystal non appena si stacca dalla presa di Fred.
Poco dopo l'arrivo delle Fawley, all'ingresso della porta di Grimmauld Place n12, è arrivata l'intera famiglia Weasley, fatta eccezione per Charlie che, ovviamente, si trova ancora in Romania.
"Tutto per la mia Crystal." -replica il gemello riuscendo a rubare un sorriso alla bruna.
"Sei un flirt continuo." -commenta la ragazza per poi alzare gli occhi al cielo.
"Solo per te!" -afferma per poi lasciare un rapido bacio sulla guancia di Crystal prima di dirigersi nella sua nuova stanza.
"Sbaglio o Crystal Fawley sta arrossendo?" -domanda ironicamente George mentre alza e abbassa le sopracciglia.
"Oh sta zitto imbecille." -replica sorridendo per poi tornare al libro che stava leggendo poco prima della piacevole interruzione.
"Cosa leggi?"
"Sto finendo il Ritratto di Dorian Gray."
"Dorian Gray?" -chiede Fred non appena rientra nella stanza. "Non l'avevi letto quella volta della sala comune?"
"Sono arrivata alla fine."
"Leggi, sono curioso!" -esclama il ragazzo per poi stendersi accanto alla bruna.
"Quando entrarono, trovarono appeso al muro uno splendido ritratto del loro padrone come l'ultima volta l'avean veduto, in tutta la maraviglia della sua squisita e bellissima giovinezza. Disteso ai piedi era un morto, in abito da sera, con un coltello nel cuore. Nel volto era avvizzito, grinzoso, ripugnante. E, se non avessero osservato gli anelli che portava alle dita, non avrebbero riconosciuto chi era."
"No scusa, pausa." -commenta il rosso. "È morto così?"
"Si." -replica lei sorridendo. "Non cogli il significato?"
Il ragazzo scuote la testa.
"Parla del desiderio dell'uomo di fuggire la morte e di vivere un'eterna giovinezza, però, fa capire che lo scorrere del tempo non si può eliminare. L'unico modo per restare giovani, infatti, è quello di perdere l'anima, ma questo porta comunque ad una fine tragica."
"Che cazzata." -afferma Fred mentre scuote la testa.
"Sempre così fine e letterato." -esclama Crystal per poi sorridere.
"Mi era mancata la tua ironia." -dice il gemello dopo qualche secondo di silenzio. "Mi eri mancata."
"Devo ammettere che il tuo ego smisurato non mi era mancato."
"Oh ma stai zitta!" -replica prontamente Fred per poi sorridere e fissare il suo sguardo con quello della ragazza.
Crystal sente il suo cuore esplodere dalla gioia.
Le mancava sorridere, le mancava sentire che le stavano sorridendo anche gli occhi.
Le mancava il suo Sole che, pian piano, riesce a sciogliere tutto quello strato di ghiaccio.
Le mancava immensamente.
In fondo, cos'è la vita senza amore?
***
Subito dopo cena Molly Weasley ha ordinato a tutti i ragazzi di dirigersi nella loro camere, in modo da poter riposare.
È stata una giornata stressante, stancante.
Ma allora perché Crystal non riesce a dormire neanche questa volta?
Perché dopo cinque ore i suoi occhi sono ancora spalancati?
Innervosendosi sempre di più a causa della mancanza di sonno, la bruna decide di alzarsi silenziosamente dal letto, accendere la punta della bacchetta e scendere in cucina in modo da poter bere un tanto desiderato bicchiere d'acqua.
"Aguamenti." -sussurra la ragazza per poi puntare la bacchetta su un bicchiere d'acqua.
"Cosa stai facendo?"
"Cazzo Fred!" -urla sottovoce la ragazza. "Mi hai fatto prendere un colpo."
"Sempre un piacere." -afferma il rosso per poi lasciarle un rapido bacio fra i capelli. "Dove sono i bicchieri?"
"Grazie." -replica dopo che la bruna gli ha passato ciò che aveva richiesto. "Non riesci a dormire?"
Crystal non risponde, si limita a scuotere la testa.
"Come stai?"
"Ne ho parlato con... Arabella e Remus." -risponde la grifona per poi distogliere lo sguardo. "Ma ora sto molto meglio, grazie."
Ed è vero.
Crystal sta molto meglio.
Non sta bene, ma non sta neanche male.
Sta andando avanti, sta camminando lentamente.
Fred non apre bocca, ma si limita ad annullare la distanza fra di loro tramite un dolce abbraccio che sa tanto di protezione, di casa, di 'cwtch'.
Cwtch è una parola gallese che è intraducibile in altre lingue. Significa l'abbraccio in cui ci sentiamo protetti, il posto sicuro che dà la persona che ci ama. È un posto in cui niente ci turba, niente ci ferisce, niente può colpirci. È un posto speciale, un posto unico che puoi trovare solo fra quelle braccia.
"Sono contento." -sussurra staccandosi lentamente dall'abbraccio.
Crystal sorride.
Fred sorride.
La sua mano accarezza dolcemente la guancia della bruna e, quando i loro occhi si incontrano, la ragazza vede ancora quello sguardo.
Quel maledetto sguardo.
"Perché mi guardi così?" -domanda la grifona facendo riferimento al suo coraggio.
"Io ti guardo sempre così."
"Come quel giorno nel campo di Quidditch?"
"Come quel giorno in cui i miei occhi hanno incontrato i tuoi." -replica Fred per poi poggiare la fronte su quella della ragazza.
Crystal si sente così viva.
Così felice.
Così amata.
Non vuole perdere un'altra occasione.
Non vuole che qualcosa le passi fra le mani un'altra volta.
Vuole vivere il presente.
Così, senza aspettare un evento esterno, la bruna decide di essere l'artefice del suo destino.
Sceglie di rischiare.
Di provare amore.
Di essere vulnerabile.
Lo bacia.
Lui ricambia.
Le loro labbra si muovono perfettamente, è come se fossero state create per potersi completare, è come se fossero state create l'una per l'altra.
Un po' come Fred e Crystal.
"Buonanotte Frederick." -sussurra la bruna per poi allontanarsi nel buio mentre fissa il gemello che, a sua volta, la guarda con un sorriso a trentadue denti.
Mentre risale la scalinata, la ragazza non può far a meno di toccare le sue labbra, ripercorrendo quel bacio che ha voluto per così tanti anni.
Che ha aspettato per così tanti anni.
Si sente così viva.
Il cuore così pieno.
In quell'esatto momento, Crystal realizza che lui sarà la sua fine.
Ma poco le importa.
In fondo, cos'è la vita senza amore?
author note:
ovviamente la parola Cwtch l'ho trovata in giro su internet e non è una mia invenzione🤠
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