M-a-i-r-i-m
il sole penetrava dalla persiana della grande finestra della camera di Sueila, faceva molto caldo e la riccia si era appena svegliata, girò la testa e guardò lorologio che aveva sul comodino, segnava le 10 di mattina, il suo sguardo fu poi catturato da un luccichio, era il ciondolo che la sera prima gli era stato regalato da suo nonno.
Si tirò a sedere sul letto e prese sia il ciondolo che il biglietto, quei caratteri le sembravano così familiari, più li guardava e meno ne capiva la provenienza.
Rilesse più volte quel biglietto, suo nonno era solito fare delle caccie al tesoro quando arrivava il compleanno della sua piccola avventuriera, laveva colpita molto una frase guarda sempre di fronte a te allora alzò la testa, guardò il quadro appeso sopra la cassettiera, si alzò e si avvicinò al quadro, lo guardava un po' incuriosita, quasi confusa.
Vi era una incisione nella cornice le sembrava familiare, allora prese il biglietto del nonno, si accorse che erano simili, ma quei simboli erano scomposti, provò a toccarli e si accorse che si muovevano, quasi come il cubo di Rubick, a logica penso che ci fosse una sequenza da dovere seguire e pensava che dovesse inserire i caratteri sul biglietto, ma fu interrotta dai suoi genitori che la chiamavano per fare colazione tutti insieme, andò in bagno si lavò e si vestì per stare in casa, indossò una maglietta sbracciata e dei pantaloncini, scese le lunghe scale e andò in cucina Buongiorno genitori disse la riccia sorridendo e dando un bacio a tutti e due buongiorno risposero in coro i due seduti a tavola vuoi un po di latte e caffè? chiese la madre alzandosi sì per favore mamma rispose la piccola di casa sedendosi accanto al padre che le diede un bacio sulla fronte allora?, cosa cera nella scatola del nonno? chiese il padre addentando un croissant al cioccolato una collana molto bella disse Sueila sorridendo e non la indossi? chiese la madre incuriosita no, ho paura di perderla disse girandosi verso la madre sorridendo va bene piccola la madre appoggiò la tazza piena di latte e caffè dandole un bacio sulla testa.
La mattinata la passarono ridendo e guardando molti film, il pomeriggio invece la riccia decise che doveva scoprire come inserire quei simboli così si congedò dai genitori e salì le scale per arrivare in camera sua, decise di levare il quadro dal muro e appoggiarlo sulla sua scrivania, prese il nuovo computer e cercò quegli strani simboli e non trovò moto, erano degli antichi simboli di unantica lingua appartenente al 500 A.C. nessuno ne parlava o la conosceva, era una lingua morta e dimenticata.
Era molto confusa, come faceva suo nonno a conoscere una lingua così antica?
Fortunatamente vi erano le lettere dellalfabeto, cosi cercò di tradurlo, le ci volle molto tempo poiché le lettere erano complicate, non riusciva a capire cosa significassero, aveva capito che era una sola parola ma poteva essere un aggettivo, un nome, un cognome, un nome di un paese.
Non sapeva da dove iniziare, era molto confusa, poi lesse una cosa curiosa, ogni nome iniziava con una lettera precisa, che stava a dire che era un nome এম, era sempre più vicina alla soluzione, era un nome, sei lettere, le mancava una sola lettera, poteva farcela, poi le venne in mente una cosa, sulla lettera del nonno era citata la nonna, così capì.
Dopo quasi quattro ore era arrivata alla soluzione Mairim, il nome di sua nonna, quindi quello che lei doveva fare era semplicemente inserire il nome di sua nonna nella cornice, ci provò ma doveva seguire un ordine delle lettere molto preciso, fu interrotta dal padre che la chiamava per la cena, così decise di lasciare perdere quellavventura per il momento, si doveva riposare, era stata tutto il pomeriggio chiusa in camera attaccata al computer in cerca di risposte, riappese il quadro e scese le scale per andare a mangiare con i suoi genitori, si sedette e subito fu invasa dalle domande incuriosite della madre perché sei stata tutto il pomeriggio in camera? Cosa stavi facendo? È pericoloso? la madre non le aveva dato il tempo di addentare quello che aveva nel piatto le rispose con un semplice compiti accompagnato da unalzata di spalle, era meglio se per il momento quello che stava facendo lo tenesse per sé stessa, non che non si fidasse, ma la madre era una di quelle miscredenti, quando il nonno le raccontava delle magiche avventure del mondo di Peglio non faceva altro che ripetere che non doveva inculcarle strane idee in testa.
Finì di magiare con gli occhi della madre puntati addosso, come se fossero in cerca di risposta.
Salutò i genitori e si diresse in camera sua, era esausta e non riusciva comunque a chiudere occhio mille domande senza risposta tempestavano la sua testa, si disse che il giorno dopo avrebbe provato ad inserire il nome della nonna nella cornice, ma fino a quel momento doveva riposare, cosi si mise il pigiama, spense la luce e si mise sotto le coperte, fu cullata dal suono della musica che proveniva dl piano inferiore, i suoi genitori amavano ballare insieme.
Così si addormento sorridendo.
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