Chapter 2.
10th September 2016
*Derek's Pov*
Quella mattina mi svegliai più carico del solito, non mi era mai capitato di essere felice di riprendere la scuola ma nonostante ciò ero felice di riprendere la solita routine dopo un'estate passata a divertirsi.
In casa regnava il silenzio, probabilmente mia madre si era già diretta a lavoro, mentre mia sorella era ancora nella sua camera a dormire.
Rimasi ad osservare il soffitto bianco pensando al nuovo anno scolastico che mi aspettava. La maggior parte degli argomenti, fortunatamente o sfortunatamente, li conoscevo già, siccome la preside aveva deciso di farmi ripetere l'anno a causa di diverse assenze che avevo accumulato l'anno precendente.
Inoltre non sono mai stato un ragazzo che da molta importanza allo studio, quindi avrei dovuto recupare diversi argomenti.
A decidermi a farmi lasciare il mio morbido letto ci pensò il mio gatto saltando sul cuscino. Lo osservai giocare con la coperta grigia e mi persi ad osservare il groviglio, tra le coperte, che si andava a formare e lo paragonai alla mia vita negli ultimi anni. Mi erano successe talmente tante avventure da averne perso il conto. Ero finito in riformatorio per diversi mesi a causa del mio uso sconsiderato della droga e mio padre, appena uscito, non volendomi più tenere, riuscì ad affidarmi a mia madre. Mi dovetti trasferire in un altro quartiere, dall'altra parte di Los Angeles e quando mi presentai a casa di mia madre scoprii di avere una sorella, Kendall, di un anno più piccola di me. Una sorellastra siccome non era figlia di mio padre, ma dell'uomo che fece sì che i miei divorziassero quando io avevo ancora un anno.
Per la maggior parte della mia vita fui costretto da mio padre a vivere senza la presenza di una donna, sono cresciuto senza una figura materna che mi insegnasse a trattare nel modo giusto una ragazza, a rispettare l'altro sesso e quando mio padre mi cacciò di casa dovetti affrontare quello che era il vero mondo.
Dovetti imparare a relazionare con mia madre, una donna dall'aria giovanile, con un carattere forte, deciso e dall'aspetto autoritario, ma che alle volte sapeva essere ironica ed autoironica, ma soprattutto con mia sorella.
Quando mi ripresi mi decisi ad abbandonare il letto e inviando un messaggio a Max, il mio migliore amico, mi avviai a darmi una rinfrescata.
Osservai la mia figura riflessa allo specchio, i capelli biondi erano in completo disordine e delle leggere occhiaie contornavano i miei occhi azzurri. Un filo di barba sottolineava la mia mascella tesa.
Molti tratti del mio aspetto li avevo presi da mio padre mentre caratterialmente ero la fotocopia di mia madre. Per tutta la mia vita mi chiesi a chi assomigliassi e come potesse essere la donna che mi aveva messo al mondo e quando la incontrai fu come osservarsi allo specchio ed andare oltre all'apparenza.
L'acqua continuava a scorrere e dopo una decina di minuti, per non continuare a perdere ulteriore tempo, entrai nella doccia. Il getto di acqua fredda mi colpì in pieno procurandomi un brivido per tutta la schiena, ma era l'unico modo per riuscire a svuotare completamente la mia mente e per rilassare i miei nervi, non che quella mattina fossi particolarmente teso.
Dopo una buona mezz'ora uscii di casa accompagnato da mia sorella, che nel frattempo si era svegliata e preparata.
La osservai sistemarsi il rossetto rosso fuoco attraverso lo specchietto della mia Mercedes. Le strade quella mattina non erano particolarmente affollate e mentre guidavo verso il solito bar davanti all'istituto, continuavo a picchiettare le dita sul volante seguendo le note di Now or Later che la radio stava trasmettendo.
"Ti dona quel colore" dissi a Kendall lanciandole uno sguardo e alzando leggermente le labbra. In quel momento arrivammo al bar e vidi il solitto gruppetto aspettarci davanti all'entrata.
Max stava parlando animatamente con un nostro amico e non si accorse nemmeno dell'arrivo mio e di Kendall.
"Ehi bestia" lo salutai tirandogli un pugnetto sul braccio, cogliendolo di sorpresa, infatti si girò ad osservarmi curioso. Appena mi riconobbe lasciò rilassare i muscoli che si erano tesi dopo il pugno, segno che fosse già pronto a ripagare l'affronto.
"Derek" mi chiamò mentre mi dava delle leggere pacche sulla spalla. Quando si accorse della presenza di mia sorella si allontanò da me per darle un leggero bacio sulla guancia e notai Kendall arrossire leggermente, anche se le sue guance erano ricoperte da uno spesso strato di fondotinta. Tossii per farmi notare dai miei amici e da mia sorella e con un movimento della testa indicai l'entrata, in modo tale che tutti si avviassero verso il bar.
Entrammo e notai tutte le persone girarsi verso di me e il mio gruppo, ma tra tutti notai il suo sguardo.
Nell'istituto io e Max eravamo considerati i più popolari, ovviamente Max lo era da molto più di me siccome io mi trasferii solamente in quarta. Il mio migliore amico al tempo era capitano della squadra di baseball ma dopo il mio arrivo fu, per così dire, costretto a cedere il posto al sottoscritto. In poco tempo guadagnai rispetto e ammirazione in tutta la scuola; iniziai a frequentare tutte le feste che venivano organizzate dai ragazzi dell'istituto e automaticamente il mio nome venne collegato all'ideale di ragazzo a cui piace divertirsi usando le ragazze.
Dopo poco tempo, mi trovai una ragazza ma presto mi stancai e da quel momento decisi di divertirmi solamente, di non cercare più una relazione stabile e seria, non volevo sprecare la mia adolescenza dietro ad una ragazza e così feci. Le mie condizioni erano quelle di divertirsi per una sera e basta, non si andava oltre, nessun sentimento, solo sesso e basta.
Nell'arco di un anno riuscii a portarmi a letto quasi tutte le ragazze dell'istituto, erano poche quelle che non ero riuscito a convincere con delle battute squallide o con qualche complimento e tra queste spiccava il nome di una ragazza mora, con gli occhi scuri, profondi, contornati da ciglia infinite, corpo da far invidia, forme al posto giusto, una bomba sexy in poche parole. Una ragazza che oltre all'aspetto accattivante però aveva anche carattere. Era intelligente, non si lasciava convincere così facilmente.
Dopo mesi di tentativi, i miei non erano più solo capricci, era nato un vero e proprio desiderio nei suoi confronti, non era più una scopata e basta, una ragazza qualsiasi, la desideravo come non avevo mai fatto con nessun'altra.
Quando entrai nel bar venni investito dal suo profumo, che anche a quella distanza riuscii a cogliere; i miei occhi, come richiamati da lei, si posarono sulla sua piccola figura seduta ad un tavolo che si affacciava sulla strada. La osservai alzare la mano in alto e poco dopo mi resi conto che dietro al nostro gruppo stava entrando Avalon Grant, la migliore amica della mora.
"Visto chi c'è?" mi chiese Max indicando Vanessa ed io velocemente gli feci notare chi si era appena seduta al tavolo con lei e lui arrossendo abbassò lo sguardo. Era palese la cotta di Max nei confronti di Avalon ma si ostinava a non ammetterlo.
Dopo aver fatto colazione decisi di andare ad infastidire Vanessa, chiamando con me Max che colse subito l'occasione per stare un po' con la sua cotta.
"Bellezza attenta a far ruotare troppo gli occhi, potresti causarti problemi" le dissi dopo averla colta alzare gli occhi al cielo per la quarta volta nell'arco di dieci minuti. Sentii il suo corpo immobilizzarsi sotto il mio tocco, il suo calore si sprigionava sotto il palmo delle mie mani appoggiate sulle sue spalle. Da questa vicinanza riuscii a sentire ancor meglio quel suo profumo che tanto amavo, mi sentivo invadere le narici di lei e per un attimo mi persi ad immaginare come potesse essere averla sempre così vicina, magari dopo una bella scopata.
"Lockwood sarà meglio per te se ti allontani immediamente dal mio collo, inoltre non smetterò di farlo solamente perché lo hai detto tu" mi rispose facendomi scappare una risata. Anche dopo tanto tempo il suo atteggiamento nei miei confronti non era cambiato, non aveva ceduto alla mia immagine e non si era concessa a me solamente per il mio nome e questo era quello che mi attirava di più a lei.
Il mio cognome accarezzato dalle sue labbra e dalla sua lingua mi mandò tantissimi segnali al cervello che mi fecero perdere un battito. La sua voce non lasciava mai trapelare nulla, misurava tutte le sue emozioni, non lasciando nulla al caso. Ogni parola era pesata e pensata attentamente.
Mi allontanai da lei per potermi sedere su una sedia, così da poterla osservare in tutta la sua bellezza. La divisa della scuola accarezzava il suo corpo, la camicia fasciava il suo seno facendo intravedere il reggiseno rosso. I capelli si arriciavano in dolci boccoli che continuava a spostare con una mano, da una spalla all'altra, smuovendo quell'aroma di vaniglia e cocco che ero arrivato a desiderare.
"Kingston simpatica come sempre, non hai intenzione di diventare più buona almeno quest'anno?" le chiesi osservando ogni sua piccola mossa. Max nel frattempo si era posizionato dietro la sedia di Avalon, che aveva spalancato gli occhi come sorpresa dalla presenza del moro.
Poco dopo le due ragazze si alzarono dalla sedie, Vanessa si sistemò la gonna blu che lasciava scoperte le sue gambe.
"Mai, inoltre non siamo ancora a Natale, Lockwood" rispose dirigendosi verso il cameriere, per poi allontanarsi verso l'uscita. La osservai mentre i suoi fianchi si muovevano lentamente incantandomi. Le gambe si spostavano quasi come in una danza ed io, come un serpente, ero rapito da questo ondeggiare.
"Kingston copriti bene quel fondoschiena che sono geloso" le dissi poco prima che la sua figura scomparisse dietro alla porta. Mi immaginai Vanessa arrossire leggermente a quell'osservazione e a quelle parole Max scoppiò in una risata che di lì a poco fece sorridere anche me.
"Non cambierai mai, sei ancora convinto di riuscire a portarla a letto?" mi chiese passandosi una mano tra il ciuffo moro. Ragionai un po' sul rapporto che avevo con Vanessa, era quasi un anno che ci provavo e che continuavo a pensare a quella ragazza scuretta di pelle. Nonostante durante l'estate mi fossi allontanato da lei, non ero ancora pronto a rinunciare. Non parlavamo quasi mai e le uniche volte in cui ci rivolgevamo parola era per urlarci contro.
"Io non sono convinto, io sono sicurissimo che quella ragazza finirà nel mio letto, mio caro Graham" risposi alzandomi dal tavolo lasciando una banconota da 10 dollari.
💫💫💫
Eccomi con un nuovo capitolo!
Ho voluto farvi una sorpresa, quindi non ho aspettato martedì ma va bhe ahah
Con questo capitolo scopriamo un po' di più chi è Derek, a voi come sembra?
Commentate e se vi è piaciuto votate!
Mels 💘
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