Chapter 10.

13th September 2016

*Derek's Pov*

“Vieni, seguimi” tirai leggermente la mano di Vanessa in modo tale da sbloccarla da quello stato di trance nella quale era caduta. Appena entrati, il piccolo campanellino attaccato alla porta aveva reso noto il nostro arrivo, ma nessuno ci aveva  fatto caso. Nonostante tra noi due non corresse buon sangue, in quel pomeriggio ancora abbastanza estivo e seppur nuvoloso di settembre, ci ritrovammo ad entrare insieme, mano nella mano, nel bar più conosciuto e frequentato di Long Beach, come la più improbabile delle coppie.

Mi stupii nel trovare quasi tutti i tavolini vuoti; di solito a quell’ora il locale era colmo di persone che prendevano un gelato, altri che studiavano, altri ancora che si trovavano semplicemente per parlare. Ma quel giorno in sottofondo si sentiva solamente la dolce e delicata sinfonia di Wonderwall, proveniente dalle diverse casse poste ai lati del bar. Decidemmo comunque di sederci in un tavolo abbastanza isolato, da cui si aveva una visione quasi totale dell’intero posto. Appena ci accomodammo Vanessa puntò il suo sguardo verso l’esterno. L’enorme finestra di vetro dava la possibilità di tenersi in contatto con il mondo, e da quello che avevo capito, la mora seduta di fronte a me amava perdersi in quell’immenso spazio che ci circondava.

Osservarla così presa dal cielo grigio di Los Angeles mi riportò con la mente al pomeriggio di due giorni prima, quando fui rapito dall’oceano blu notte di San Francisco. Pensai a quanto due anime contrastanti, come noi due, il cielo e l’oceano, adesso si trovassero seduti nello stesso tavolino, nel bar dove per la prima volta, circa due anni prima, avevo visto colei che sarebbe diventata la mia più enorme sfida, Vanessa Kingston.

Lei che riusciva a mostrarti le sue più grandi paure solo sgranando quei profondi occhi marroni, ma che in realtà nascondevano un passato tutt’altro che limpido. Come il cielo azzurro riusciva a donarti pace, ma inaspettatamente riusciva a portarti con te giù nell’inferno. Vanessa era un concentrato di opposti e nonostante non la conoscessi così a fondo, ero sicuro di poter affermare che sarebbe diventata ancora più affascinante ai miei occhi.

“Come mai siamo proprio qui?” mi chiese distogliendo per la prima volta lo sguardo dalla finestra. La sua voce mi giunse leggermente ovattata a causa dei diversi pensieri che si erano creati nella mia mente. La osservai per alcuni secondi come non avevo mai fatto. Diversamente dal giorno precedente aveva i capelli raccolti in una coda alta, che le metteva in risalto gli occhi da cerbiatta. Le labbra gonfie erano di un rosa acceso a causa delle continue torture della lingua e dei denti. Sotto gli occhi presentava delle leggere occhiaie, segno delle ore di sonno perse. Per la prima volta mi soffermai ad osservare quei piccoli particolari che la rendevano diversa ed unica. Sin dal primo giorno di liceo, Vanessa Kingston era stata definita, da me e dal resto della squadra di baseball, come “altamente scopabile”. Quello che girava negli spogliatoi su di lei era abbastanza squallido, e nonostante fossi sicuro della sua verginità, mormoravano diverse voci sulla sua presunta bravura a letto. In realtà la mora era determinata, con una grande forza e coraggio e ciò mi fece dubitare sul fatto che si fosse concessa a metà squadra.

Solamente lei poteva ignorare quanti cuori avesse spezzato nell’arco di 5 lunghi anni. Studentessa modello, fisico da mozzare il fiato, ragazza con valori, determinazione e forza. Vanessa era riuscita a far cadere ai suoi piedi metà istituto, così mi aveva detto Max, ma nessuno era mai riuscito ad entrare nelle sue grazie. Così, quando ad inizio anno avevo dimostrato il mio interesse per la moretta, in molti mi avevano consigliato di lasciar perdere e di puntare invece sulla sua migliore amica, Avalon, ex fidanzata di uno dei più grandi puttanieri dell’istituto, Brandon Harvey.

Da grande testardo qual'ero peró non avevo rinunciato alla mia preda, avevo continuato sul mio cammino. Ma ben presto mi resi conto di quanto difficile sarebbe stato, cosí avevo iniziato a comportarmi da vero stronzo con lei, ero diventato quello che lei non avrebbe mai voluto al suo fianco. Non capivo perché non si lasciasse andare, ma se non potevo averla io, nessuno avrebbe potuto.
Nonostante tutto, continuavo a lottare per lei, da ormai due anni.

“Derek, Derek ci sei?” mi richiamò la ragazza seduta di fronte a me. “Si, scusami mi sono distratto” mi scusai passandomi una mano tra i capelli biondi. “Allora, dimmi perché siamo qua” mi spronò la mora, attorcigliando una ciocca di capelli tra le piccole dita affusolate. Nel corso del tempo avevo capito che quello era uno dei gesti che Vanessa era solita fare quando era veramente curiosa ed impaziente di sapere una cosa.

“Ti ricordi l'inizio scolastico di due anni fa? Quando sono arrivato in questo istituto?” non aspettai nemmeno una sua riposta, perché continuai a parlare “Ecco, devi sapere che quando sono arrivato ovviamente non conoscevo nessuno, ma come tutti, frequentavo questo posto. Ero affascinato dal via vai di studenti che si trovavano per parlare qua, come noi in questo momenti. E come adesso, due anni fa, io ero seduto esattamente in uno di questi tavolini, intento ad osservare la porta d’entrata aprirsi e chiudersi. Volevo farmi un’idea un po’ generale delle persone che avrei trovato all’interno del liceo. Erano quasi le 11, quando vidi entrare una ragazza con una felpa nera, il cappuccio a coprirle i capelli scuri lasciati sciolti sulle spalle. Il suo sguardo sembrava perso nel nulla, continuava a fissare il pavimento e mi chiesi di che colore fossero i suoi occhi. Continuai ad osservarla mentre, come un fantasma, si dirigeva verso il bancone, dove ad aspettarla c’era un cameriere sorridente. Quando mi passò vicino potei sentire un dolce profumo invadermi le narici. La osservai così a lungo che ad un certo punto questa ragazza si voltò verso di me, mostrandomi finalmente i suoi occhi. Sai di che colore erano? Sinceramente nemmeno lo so , perché in quel momento notai solamente delle copiose lacrime oscurarle gli occhi, per poi solcarle il viso. Mi sentii male per lei, ma poi, improvvisamente, dalle sue labbra nacque un piccolo sorriso che la illuminò completamente. In quel momento, penso che una parte del mio cuore sia diventata sua. Vederla forte nonostante l'immensa tristezza che i suoi occhi lasciavano intravedere mi fece provare qualcosa per quella ragazza” conclusi riprendendo fiato. Vanessa in quel momento continuava a fissarmi, quasi a volermi violare, a voler entrare prepotentemente nella mia mente, nel mio corpo, nel mio cuore. Il labbro inferiore era racchiuso tra i denti, mentre continuava a torturarsi le mani.

Istintivamente presi una sua mano tra le mie, molto più grandi e forti. “Da quel giorno mi domando cosa si nasconda dietro a quegli occhi velati e dietro a quel sorriso così sincero, dolce e forte. Non ho mai smesso di domandarmi di che colore veramente fossero, ma non ho mai avuto il coraggio di parlarle. Così è iniziato il liceo, io sono diventato il capitano della squadra di baseball, mi sono costruito una maschera, sono diventato un personaggio, ho iniziato a comportarmi come se non provassi rispetto per niente, e con quella ragazza, che é riuscita ad affascinarmi con un sorriso, non ci ho mai parlato. Non ho mai scoperto per quale motivo quella sera stesse piangendo” Confessai abbassando lo sguardo sui jeans leggermente sbiancati. Il piede tamburellava sul pavimento, facendo trasparire quanto fossi nervoso di dire una cosa del genere ad alta voce. Non avevo mai parlato a nessuno di quella ragazza, era rimasto il mio piccolo segreto.

Max non sapeva di quella sera, di quanto quella mora sarebbe diventata importante, non ne ero a conoscenza nemmeno io in quel momento.

Vanessa mi strinse delicatamente la mano, infondendomi un po’ della sua forza. Alzai lo sguardo per osservare le sue labbra schiudersi per potermi parlare, ma in quel momento notai la porta del locale aprirsi e lasciare entrare l’ultima persona che mi immaginavo di poter incontrare in quel posto.

Feci stridere la sedia sul pavimento, mentre con uno scatto veloce lasciavo la piccola mano della mora, che mi osservava senza parole. Voltò leggermente la testa per osservare chi fosse entrato. La salivazione nella mia bocca si era azzerata, non potevo credere ai miei occhi. Il moro puntò il suo sguardo verso di me, e poi successivamente sulla ragazza ancora seduta al tavolino.

“Aspettami qui, torno subito” dissi a Vanessa prima di raggiungere velocemente il ragazzo, che nel frattempo continuava a sorridermi in un modo abbastanza spaventoso. Il suo sguardo oscillava tra me e la mora e la cosa mi diede ancora più fastidio. Non volevo che un verme così viscido venisse a sapere quanto mi fossi avvicinato a quella ragazza, dopo quasi due anni.

Non lui che mi aveva fatto cambiare, mi aveva reso piú freddo, più egoista, più simile a lui. E adesso che ero riuscito a togliermi quella maschera con l'unica ragazza che mi aveva fatto smuovere qualcosa dentro, dovevo tornare ad essere il vecchio e stronzo Derek Lockwood; non potevo farmi vedere debole ai suoi occhi o avrebbe dubitato di qualcosa. Dovevo alzare di nuovo la guardia con l'unico ragazzo che sapeva del mio piccolo segreto.

“Brandon cosa ci fai tu qui? Non te ne sei andato?” chiesi al moro che ancora se ne stava in piedi sull’ingresso.

“Sono tornato Derek, mi mancava questa città" disse avvicinandosi al mio viso "sono qui per riprendermi ciò che è mio e che tu mi hai preso”

💫💫💫
TUTTO QUESTO É UN ENORME CAOS!
scusate per l'assenza, ma eccomi qua, con un capitolo che, lo so, crea solo più problemi.

Come avete capito stanno arrivando problemi in paradiso, quindi godiamoci la pace finché ci sarà, aiuto

lascio a voi i commenti, e votatee!
cosa ne pensate di Derek? Abbiamo scoperto che il suo lato da cattivo ragazzo é solamente una maschera, secondo voi é cosí davvero?

E ATTENZIONE A BRANDON!

baci baci
Mels 💝

Diego Barrueco as Brandon Harvey:

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