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Seonghwa

Quel pomeriggio mi trovavo sul dorso di un cavallo lungo uno dei fiumiciattoli del bosco vicino al mio castello. Ero riuscito ad ottenere il permesso di mia madre di poter passare un po' di tempo insieme ai miei amici ed ero riuscita a convincerla quando le avevo detto che avrei portato anche Kang Yeosang, il fratello della ragazza che stavo attualmente "corteggiando".

Da quella sera infatti spesso era capitato che mi avvicinavo ai due fratelli e lentamente anche Yunho e Mingi avevano preso l'abitudine a stare insieme agli altri due. Ovviamente poi io dovevo assolutamente trovare moglie o almeno fingere di starne cercando una, perciò tutto calzava perfettamente a pennello per me.

In realtà avevo iniziato a stare con Yeosang per scoprire di più sulla sua famiglia ma poi, lentamente, avevo anche preso ad affezionarmi a quel ragazzo dal momento che mi trovavo anche molto bene in sua compagnia.

Perciò in quel momento ci trovavamo sulla riva di uno dei tanti affluenti del fiume principali in groppa ai cavalli che avevamo preso dalla stalla del mio castello, mentre chiacchieravamo e ridevamo.

«Sarebbe il momento di far riposare i nostri cavalli, non trovate?»parlò Yunho al mio fianco e io mi trovai in accordo con lui, per questo quando adocchiammo un posto abbastanza soleggiato decidemmo di scendere dagli animali e andarci a sedere nel prato. Avevo anche chiesto di non venire seguito da nessun membro della nostra servitù e sembrava che mia madre avesse accordato anche quello: avere una pretendente per finta portava i suoi frutti, a quanto vedevo.

Ci fermammo quindi in un punto preciso, da dove potevamo chiaramente vedere la natura che viveva indisturbata nelle mura del castello, accompagnata dal cinguettio di alcuni uccelli.

«Vivi proprio in un bel posto, Seonghwa.»affermò Yeosang quando tutti e quattro fummo seduti sul prato. Non ci curammo minimamente se i nostri vestiti si sarebbero sporcati, dopotutto era probabile che non li avremmo nemmeno più indossati.

«Glielo abbiamo detto anche noi, qui è davvero un paradiso! Essere principi è davvero un privilegio.»commentò Mingi facendoci ridacchiare a quelle parole. Loro tre infatti erano conti e io, tra noi, ero l'unico ad essere in prima fila per diventare re di un regno intero.

«Com'è casa tua?»chiesi poi curioso nei confronti del moro, il quale fece un'espressione come a voler far finta di pensarci per poi posare lo sguardo da un'altra parte, ignorando noi altri.

«Beh, è accogliente e decisamente più moderno di qui. Anche se devo dire che preferisco questo castello rispetto al mio, sarò nato probabilmente nel posto sbagliato.»rispose con una leggera alzata di spalle e io annuii semplicemente.

«Che intenzioni hai con mia sorella?»domandò poi di nuovo, voltando la testa verso di me con uno sguardo che non trasmetteva gelosia o astio dato che per qualche sera ci avevo spudoratamente provato con la ragazza (nonostante i miei scopi fossero ben altri rispetto a quelli dimostrati), semplicemente erano pieni di curiosità.

Mi sentii quindi più tranquillo rispetto ad un probabile interrogatorio da un fratello maggiore, sapevo che avrei potuto benissimo rispondere con la verità a quella domanda dato che probabilmente nemmeno a Yeosang importavano quelle questioni burocratiche o dinastiche.

Io, Mingi, Yunho e Yeosang eravamo più simili di quanto pensassimo. Eravamo tutti e quattro un po' ribelli, menefreghisti nei confronti del ceto sociale in cui ci trovavamo e spesso anche noncuranti dei nostri doveri, quello soprattuto io dal momento che a dover diventare re ero soltanto io.

«In realtà quando ho approcciato con lei era soltanto per conoscere te e la tua famiglia. È vero che sono costretto a dover trovare moglie entro la fine della stagione ma non avevo quelle intenzioni quando sono venuto a parlare con te e tua sorella quella sera.»confessai allora guardandolo negli occhi e poi distogliendo lo sguardo, accarezzando la coda del cavallo che avevo appena cavalcato che quasi arrivava per terra.

«Tutti sembrano essere convinti del tuo fantomatico interesse nei suoi confronti, credo che presto nessuno più si farà avanti per entrambi.»si mise in mezzo il più piccolo e io, anche se mentalmente, fui costretto a dargli ragione.

«Secondo me tua madre ha già organizzato il matrimonio, come minimo spera che ti dichiarerai entro la fine del mese.»scherzò poi l'altro, con un piccolo sorriso sul volto che sparì quando io gli lanciai un'occhiataccia.

Nell'udire quelle parole non potei fare a meno di sentirmi in ansia per il mio futuro. Per quanto mi dolesse ammetterlo infatti sapevo bene che in realtà tutte quelle cose che i due stavano dicendo erano vere e che era molto probabile che, presto o tardi, non avrei avuto altra scelta se non sposare quella povera debuttante che probabilmente nemmeno era attratta da me.

«Ascolta a me, Seonghwa.»richiamò la mia attenzione il mio nuovo amico, chinando leggermente il busto per mettersi in prima fila davanti ai miei occhi già impauriti da tutti quei pensieri che avevano iniziato a frullarmi per la testa.

«So che non ci conosciamo da molto e che può sembrare che ti stia dicendo queste cose soltanto per degli scopi personali. Credimi se ti dico che nei tuoi panni sarei già scappato di casa.»cominciò a dire guardandomi negli occhi e cercando di calmarmi quanto più possibile, anche se in quella situazione era davvero difficile.

«Devi decidere se pensare al tuo bene o a quello della tua famiglia e quindi del tuo regno. L'appoggio economico di un'altra famiglia è la miglior cosa che può capitare in una situazione come la tua, con uno zio che cerca di toglierti il trono da sotto il culo, ma ovviamente questo potrebbe non renderti felice per il resto della tua vita. Penso anche a mia sorella che è così giovane che immaginarla incastrata in un matrimonio che nè te nè lei volete mi spezza letteralmente il cuore. Ma sappi che non sei nè il primo, nè l'ultimo in una situazione del genere.»concluse il suo discorso e io mi ritrovai letteralmente senza parole, tant'è che mi sentii soltanto in grado di annuire, mentre nel mio cervello si ripetevano le sue parole di continuo.

«Pensaci su, d'accordo?»chiese ancora dandomi poi una pacca sulla spalla prima di alzarsi in piedi senza nemmeno aspettare una mia risposta.

In un attimo fummo di nuovo tutti e quattro sui nostri cavalli a chiacchierare del piú e del meno anche se io fui quello che partecipò di meno a tutti i discorsi che intraprendemmo, ancora con la testa al mio futuro come re.

Non ci mettemmo comunque molto tempo a tornare al mio castello, ci dirigemmo alla scuderia e subito adocchiai il nuovo stalliere  con il necessario per attirare i cavalli anche se in realtà non era da solo.

«Stai calmo e respira, andrá tutto bene.»sentii la sua voce parlare a qualcun'altro e quando fummo abbastanza vicini potei scorgere il ragazzo dai capelli bianchi che quel giorno avevo trovato intento nel suonare il mio pianoforte.

«Come fai a stare così tranquillo?! Jongho non riesco a smettere di pensarci, quello che hanno detto San e Wooyoung l'altra sera...»ma si interruppe quando si rese conto del fatto che eravamo tornati a castello, per questo l'altro si voltò e mise su un sorriso, facendo qualche passo avanti per accoglierci.

«È andata bene la passeggiata?»chiese cordialmente il ragazzo che probabilmente era nostro coetaneo, anche se negli atteggiamenti poteva sembrare piú grande; l'unica cosa che lo ringiovaniva infatti era probabilmente la capigliatura caratterizzata da un rosso acceso.

«Tutto alla meraviglia!»rispose Yunho unendo le mani prima di fare un'ultima carezza al cavallo che aveva montato poco prima anche se il mio sguardo era ancora puntato sui due nuovi ragazzi che da poco avevo visto all'interno delle mie mura.

«Voi due vi conoscete?»la domanda mi uscì spontanea mentre indicavo prima l'uno e poi l'altro che capendo che mi stessi riferendo a loro si lanciarono uno sguardo prima che il più alto parlasse.

«Sapendo che non avevate più uno stalliere sono stato chiamato io e sono venuto da una terra lontana a patto che avrei potuto portare qualcuno con me, perciò Hongjoong mi ha seguito fin qui.»spiegò molto in breve quello che avevo capito si chiamasse Jongho mentre l'altro aveva intrecciato le braccia e aveva preso a guardarsi attorno come se volesse essere da qualche altra parte, ovunque fuorchè in quel posto.

«Perciò è praticamente un imbucato.»borbottai girandomi verso gli altri tre che mi rivolsero soltanto un'occhiata stranita. Certo, mi piaceva parlare con i miei inservienti ma mi capitava di rado di chiedere loro della propria vita personale.

«Ehm, non sono un imbucato, lavoro ai servizi vostri e della sua famiglia quanto lo fanno gli altri inservienti.»parlò il biondo e io mi sentii di aver fatto centro. Lo stress e il cattivo umore che avevo avuto per l'intera giornata stava piano piano uscendo fuori e sapevo che, in un modo o nell'altro, me la sarei rifatta proprio con qualcuno.

«Si ma nessuno ha richiesto specificamente il tuo servizio qui.»risposi allora con una leggera alzata di spalle. Vidi la mascella del bianco stringersi compulsivamente e notai come il rosso si avvicinò al suo amico, cercando il suo sguardo. Mi sentii grato di aver trovato proprio qualcuno che mi stesse tenendo testa quel giorno, non avevo intenzione di sentirmi una merda per aver maltrattato un servo.

«Beh forse è meglio che io sia qui o altrimenti il tuo pianoforte sarebbe ancora pieno di polvere come lo era prima che lo pulissi io.»

A quelle parole ci fu un blackout totale. Nessun'altro parlò fino a quando proprio lui sembrò accorgersi dell'errore madornale che aveva fatto. Mi aveva dato del tu, aveva dato del tu a qualcuno che presto sarebbe diventato re.

A questo punto, per quanto non mi importasse essere principe, quello mi mandò il cervello completamente in tilt. Nessuno mai aveva osato così tanto, arrivando addirittura a rispondermi a tono e dandomi del tu. Misi su uno sguardo di fuoco mentre il suo si dipingeva di paura e senso di colpa, giurai quasi di vedere il suo labbro inferiore tremare quando feci un passo verso il suo corpo.

«Se oserai di nuovo rispondermi in questo modo non solo non avrai più un pianoforte da pulire ma non avrai nemmeno un lavoro o un tetto sotto cui poter vivere.»intimai a poco meno un metro di distanza da lui. Lo vidi deglutire e poi annuire quando sentì le mie parole, poi si voltò e sfrecciò via verso l'entrata al castello.

Il rosso fece per voltarsi ma anche lui si trattenne dal farlo, tornando a dedicare le sue attenzioni ai quattro cavalli che avevamo appena riportato, sempre però con gli occhi rivolti verso il basso e giurai di poter riuscire a intendere quali i suoi pensieri fossero.

Beh, che ne pensate del caratterino di Hongjoong? È uno tosto, giá, ma Seonghwa è mooolto paziente tranquilli

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