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Seonghwa
Finalmente, dopo più di due mesi, potemmo celebrare il funerale di mio padre. Avevamo preferito aspettare tutto quel tempo per farlo perchè volevamo che tutto il regno potesse assistere, era stato un buon re per tutti perciò meritava che tutti fossero presenti per lui.
Pur essendo passato molto tempo dalla sua morte ed esserci ormai passato sopra, quel giorno sentii una tristezza che mi investì in tutto il corpo e mentre infilavo i bottoni della camicia nera nelle rispettive asole sospirai, sentendo gli occhi diventarmi lucidi.
Nonostante fossi abituato a non avere più la presenza paterna al mio fianco da diversi anni la sua morte mi aveva colpito in pieno come un treno e ora ne stavo vivendo le conseguenze.
Improvvisamente però sentii due mani cingermi la vita da dietro e poi un mento appoggiarsi sulla mia spalla. Smisi di occuparmi della chiusura dell'indumento e posai anche io le mie mani sulle sue, facendo incastrare le mie dita con le sue più piccole e che amavo tanto baciare.
«Stai bene?»mi domandò con un sospiro sul mio collo, che mi fece venire dei brividi, e io annuii soltanto. Allora lui mi lasciò e mi prese per le spalle facendomi girare verso il suo viso. Mi mise le mani sulle guance e me le accarezzò lentamente, io sorrisi a quel contatto e chiusi gli occhi beandomi di quelle leggere carezze di cui non sarei mai riuscito a fare a meno.
«Andrà bene Seonghwa, sarai un re degno di tuo padre. Lui sarà fiero di te.»mi disse ancora e, senza rispondergli, mi abbassai di poco per lasciargli un bacio sulle labbra.
Alla fine della terza prova ero finalmente riuscito a dirgli i miei sentimenti e lui aveva ricambiato. Non ero riuscito a trattenermi dal baciarlo davanti a tutto il mio regno e, proprio per questo motivo, in un certo senso mi sentivo anche più libero, anche se sapevo perfettamente che nessuno avrebbe voluto un re sposato con un uomo.
Ci baciammo per quelli che furono secondi ma che a me parvero ore intere prima che io mi allontanassi e lui si rivolse alla mia camicia, finendo di abbottonarla. Una volta fatto gli presi la mano e lui mi lasciò un bacio sul dorso prima di uscire da quella che era diventata la nostra camera, per poi dirigerci verso il piano terra.
Una volta giunti lì incontrai gli sguardi di mia madre, di San, Wooyoung, Jongho e quelli del resto della servitù prima di vedere anche i miei amici: Mingi, Yunho e Yeosang. Spalancai gli occhi nel rendermi conto della loro presenza e tutti e tre mi sorrisero da lontano, dato che quel momento non era proprio adatto per mettermi a chiacchierare con loro.
Mia madre si avvicinò a me con uno sguardo triste ma che si tramutò in ben altro una volta che nessuno potè più vederla.
«Lascia immediatamente quella mano.»mi rimproverò e io lí per lí non capii a cosa si stesse riferendo ma, quando abbassai lo sguardo e mi ricordai della mia stretta intrecciata con quella di Hongjoong, capii bene a cosa si stesse riferendo e capii che era giunta la resa dei conti, il momento in cui avrei dovuto combattere per l'ennesima volta per quel ragazzo che mi aveva rubato il cuore.
«Vuoi dare spettacolo il giorno del funerale di mio padre?»le chiesi senza nemmeno rivolgerle uno sguardo e osservando le persone uscire dalla sala e andare fuori, dove si sarebbe tenuta la funzione. Nonostante facesse piuttosto freddo a causa dell'inverno di dicembre, avevamo deciso di farlo comunque fuori: era una tradizione la nostra.
«Appunto per questo ti chiedo di mollare...lui.»mi rispose lanciando un'occhiata schifata al biondo, il quale abbassò la testa e allentò la presa sulla mia mano che non mi preoccupai di stringere.
«Lui, madre, è il mio fidanzato.»affermai girando completamente la testa verso di lei e facendo finire i miei occhi dentro ai suoi, da cui vidi passare un emozione strana, che non capii affatto, ma che poi si strizzarono in una risata quasi isterica.
«Seonghwa, che stai dicendo? Tu e la Kang...»alzai gli occhi al cielo sentendo nominare la sorella di Yeosang e fin da subito volli tagliare quel discorso.
«Io e la Kang non staremo mai insieme. A me piacciono i ragazzi e sono innamorato di lui. Gli ho chiesto di sposarmi ed ha accettato, perciò così sarà.»finii di dire prima di chinare leggermente la testa in un cenno di saluto e poi riporre la mia attenzione sul biondo al mio fianco al quale sorrisi prima di tirare leggermente per uscire dalla sala.
In un attimo attraversammo il giardino dove diverse persone stavano parlando le une con le altre ma, quando videro me e Hongjoong passare, si ammutolirono e ci guardarono semplicemente mentre ci dirigevamo verso il luogo in cui si sarebbe tenuto il funerale.
Avevamo voluto seguire la tradizione della nostra famiglia, ovvero quella di incendiare la tomba del morto dopo la funzione e dopo il discorso dei propri figli e, in quel caso, proprio il mio discorso.
«Stai bene?»mi chiese di nuovo ad un certo punto il ragazzo al mio fianco, fermandosi un momento. Probabilmente me lo chiese per ciò che era appena successo con mia madre ma io in realtà non avevo avuto alcun tipo di reazione alle sue parole: sapevo perfettamente che non avrebbe approvato nulla di tutto ciò che riguardava una mia relazione che non avesse avuto in piano lei, ma non me ne importava. Il regno era mio e dovevo decidere io chi fosse degno di governarlo al mio fianco.
«Si, tranquillo. Non mi importa delle sue parole.»gli risposi per tranquillizzarlo e poi gli portai una mano sulla guancia, scontandogli delle ciocche di capelli da essa per poi guardare come i suoi angoli della bocca si sollevarono verso l'altro a quelle mie parole.
«Ne sono contento.»ribattè allora e io annuii prima di riunire le nostre mani e riprendere a camminare verso il punto in cui si sarebbe tenuta la funzione.
Quando fummo abbastanza vicino notai tutte le persone attorno alla bara di mio padre: familiari, reali, popolari e amici tutti uniti attorno a lui. Quella scena mi fece venire i brividi e quasi fui tentato da girarmi verso quel ragazzo e dirgli che non ce l'avrei fatta. Ma poi lui, quasi come se mi lesse nella mente, mi strinse la mano e io mi sentii un po' più forte emotivamente a quel gesto, tant'è che riuscii ad alzare la testa e a guardare gli "ospiti" uno ad uno. Poi posai lo sguardo sulla bara e mi avvicinai ad essa, lasciando che la mano libera scorresse su di essa.
«Ti tengo il posto, va bene?»mi chiese Hongjoong all'orecchio e io annuii soltanto prima che mi posasse un timido bacio sulla guancia e poi mi lasciasse per andare a sedersi su una delle sedie che c'erano in quel giardino.
Io d'altro canto rimasi a fissare il legno lucido di quell'oggetto e mi sentii tremare nel momento in cui vidi alcune gocce di pioggia cadere e scivolare lungo esso. Lo presi come un gesto da parte di mio padre per farmi capire che lui c'era e che mi stava guardando, anche se avrei voluto sapere se mi fossi comportato bene in quell'arco di tempo in cui avevo dovuto prendere il suo posto.
Fortunatamente non iniziò a diluviare e quasi subito smise di piovere, per questo andai anche io a sedermi al fianco di Hongjoong e di mia madre.
Ascoltammo le parole del prete che quel giorno si era preso l'incarico di celebrare il funerale anche io mi assentai per la maggior parte del discorso, troppo concentrato sui miei stessi pensieri.
Sarebbe fiero di me sapendo quel che ho fatto al suo stesso fratello? Lo sarebbe sapendo che stavo andando contro ogni regola del nostro regno? Lo sarebbe vedendo me sposato con un altro uomo?
Non mi era mai importato di avere l'approvazione di uno dei miei genitori, era stato così fin da quando ero piccolo, ma ora era diverso. Vorrei avere dei consigli sul come comportarmi d'ora in avanti, avendo il peso dell'intero reame sulle spalle e non essendo abituato. Certo, ero stato istruito per quel momento, ma trovarmi nella situazione reale era tutta un'altra storia, una storia che avrei preferito rimandare anche all'infinito.
«E ora, alcune parole del figlio Seonghwa, il nostro futuro re.»sentii la voce del prete dire e quelle parole mi riportarono alla realtà. Sentii gli occhi di tutti puntarsi su di me e perciò mi alzai e mi lisciai i vestiti ora stropicciati a causa della mano di Hongjoong che era rimasta ad accarezzarmi la coscia per dei minuti interi.
Mi avvicinai al piccolo altare messo lì per l'occasione e mi schiarii la voce, prima di fare per prendere il pezzo di carta dove avevo scritto il discorso che volevo tenere. Lo presi e lo guardai per un attimo prima di capire che in realtà non avrei detto nulla di ciò che c'era scritto lì sopra: mi sembrava tutto una stronzata quello che avevo composto, perciò mi sarei inventato tutto sul momento, che fosse qualcosa di decente o meno non me ne importava, avrei detto quello che pensavo senza preoccuparmi del resto.
«Innanzitutto ringrazio tutti voi di essere qui oggi, mio padre ci teneva ad avere le giuste persone questo giorno perciò penso che sarebbe felice di vedervi qui oggi.»iniziai a dire e vidi alcuni sorridere ed altri annuire nella folla. Avvertii un vuoto totale nella mia testa che riuscì a riempirsi soltanto nel momento in cui incontrai lo sguardo di Hongjoong che mi guardava rassicurante, come a volermi spronare a continuare.
«Sono passati mesi ormai e mai un giorno non mi è tornato in mente il fatto che lui non c'è più, qualcosa a cui tutti mi hanno detto che dovrò semplicemente abituarmi alla sua mancanza ma per il momento mi è fin troppo difficile farlo. Ogni giorno mi chiedo come si comporterebbe lui nel gestire tutto questo ma forse probabilmente lui mi direbbe soltanto di seguire sempre ed esclusivamente il mio istinto, anche se è difficile da fare.»continuai, dopo aver distolto gli occhi da quelli di Hongjoong. Sentii i miei bruciare per un attimo e poi delle lacrime mi scesero spontaneamente, nonostante avessi cercato in tutti i modi di tenerle dentro, non volendo apparire troppo sensibile davanti al resto del mio popolo.
«Mio padre mi ha istruito per diventare come lui ma nonostante ciò mi ha sempre ricordato che ognuno di noi è diverso e di conseguenza anche ogni re lo è dal suo predecessore. Mi ha insegnato a fidarmi di me stesso e ad essere responsabile, se sono così è soprattuto grazie a lui.»volli dire altro ma non ci riuscii, dato che in quell'esatto momento un piccolo singhiozzo lasciò le mie labbra. Mi fermai e presi un lungo sospiro prima di parlare di nuovo.
«Ti voglio bene, papà.»dissi e poi si venne a creare un'ondata di applausi che mi stravolse mentre scendevo dal piccolo altare. Non tornai al mio posto dato che in quel momento la cerimonia si poteva dire conclusa e perciò ora io, mia madre e altri familiari avremmo dovuto bruciare la sua bara. Infatti degli uomini la presero e la spostarono dal luogo in cui ci trovavamo, per poi prepararci a bruciarla. Proprio quando mi passarono l'oggetto con cui avrei dovuto completare la funzione sentii il cellulare vibrarmi in tasca e, di nascosto, lo presi per leggere il messaggio che mi era appena arrivato.
Furono poche parole che però mi servirono a spronarmi e che mi diedero il coraggio di bruciare il legno della bara, per poi osservare il fuoco divamparsi verso l'alto. Alzai lo sguardo guardando l'ardore e avvertendo il calore improvviso durante quel freddo inverno e sorrisi.
«Arrivederci, padre.»sussurrai mentre fissavo le fiamme, per poi voltarmi e tornare al luogo di prima, dove anche il resto della gente aveva preso ad osservare l'evento.
Mancano pochi capitoli alla fine della storia AAAAAA non sono pronta a dirle addio
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