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Hongjoong

L'ultima sfida era probabilmente quella che mi spaventava più di tutte: si trattava di un duello uno contro uno, vinceva chi prevaleva sull'altro.

Era risaputo in tutto il regno che Seonghwa fosse il miglior spadaccino del posto, allenatosi fin da quando era in fasce, agile e forte il necessario per buttar giù anche un uomo di due metri e novanta kili. Però si sapeva anche benissimo che lo zio era spietato, che probabilmente non si sarebbe fermato al batterlo ma ad ucciderlo, e ciò mi metteva ancora più paura.

Era ovvio che se fosse successo qualcosa qualcuno comunque sarebbe intervenuto in aiuto del principe, però non potevo non pensare al peggio che sarebbe potuto succedergli.

Cosí, stando negli spalti dell'arena, mi portai inevitabilmente un dito alle labbra per strapparmi qualche pellicina, mentre una gamba mi iniziava a tremare a causa dell'ansia. Wooyoung accanto a me sembrò accorgersene perchè subito mi circondò le spalle con un braccio per poi avvicinare la testa alla mia e farsi sentire meglio.

«Stai tranquillo, Seonghwa è bravissimo con la spada; tu non l'hai mai visto ma è davvero il migliore che io abbia mai visto. Andrà tutto bene.»cercò di rassicurarmi e io semplicemente annuii, non riuscendo nemmeno a comporre una frase di senso compito a causa dell'ansia che sentivo nello stomaco.

Fece appena in tempo a dire quelle parole che la folla dal basso iniziò ad urlare e ad acclamare i due sfidanti che proprio in quello stesso istante stavano entrando all'interno dello spazio che a momenti si sarebbe coperto di sangue e sarebbe stato riempito dalle loro urla e dalla grinta che li avrebbe animati a momenti.

Guardai il ragazzo dai capelli grigi camminare lentamente e voltarsi verso la gente che lo acclamava, salutò le persone e sorrise loro, al che anche io non riuscii a trattenere un sorriso che nemmeno sarebbe stato in grado di vedere: per me fu soltanto confortante quel gesto.

Poi si rivolse di nuovo all'uomo di fronte a lui che lo stava raggiungendo con uno sguardo freddo ed infido proprio come la sua persona. Si dissero qualcosa, qualcosa che ovviamente non riuscii a sentire a causa della distanza ma anche per tutto il rumore presente in quel posto. Poi qualcun altro entrò dentro l'arena e non potei non sentirmi sorpreso quando mi resi conto che si trattava della regina.

Da tempo non vedevo quella donna e era anche passata in secondo piano nei miei pensieri dopo l'attacco al castello. La vidi mettersi in mezzo ai due e poi fargli stringere la mano prima di alzare il braccio per ottenere il silenzio della folla.

Sentii il suono di una campana a quel gesto e deglutii quando vidi la mamma di Seonghwa allontanarsi dal figlio e dall'ormai ex-cognato, prima di uscire da quel luogo e richiudersi dietro la porta di rete.

Capii che stava per iniziare nel momento in cui i due sfidanti tornarono indietro e presero due spade, prima di avvicinarsi di nuovo l'uno all'altro. Trattenni il respiro in quell'arco di tempo e lo rilasciai quando, si sentì il primo clangore proveniente dai due metalli che si scontrarono e notai che lo zio aveva iniziato ad attaccare Seonghwa.

La parte opposta dell'arena si animò improvvisamente nel vedere il grigio indietreggiare e io non potei che innervosirmi: come poteva quella gente preferire quell'uomo al principe?

Cominciarono ad agitare le armi a destra e manca, ogni secondo si sentiva un grugnito da parte di uno o dell'altro mentre veloci e rapidi cercavano in tutti i modi di colpire l'altro. Seonghwa riuscì ad indietreggiare e spinse lo zio nel verso opposto, per allontanarlo da lui e poi riprese l'attacco, spingendolo verso il centro di quel posto.

Passarono minuti interi a evitare di venire presi e a cambiare direzione dei loro passi prima che qualcosa cambiasse: lo zio caricò un colpo dall'alto che probabilmente sarebbe andato a lenire la spalla del nipote ma, quest'ultimo, prontamente si abbassò e fece una capriola all'indietro per poi ricomporsi in tempo e prendere con la lama il polpaccio dell'adulto, il quale nel sentire la sua pelle dilaniarsi si piegò dal dolore e gridò.

Seonghwa cercò allora di attaccarlo alle spalle ma l'altro fu più veloce a spostarsi e proprio per questo il grigio andò a vuoto e perse l'equilibrio. L'altro colse l'occasione e subito colpì l'altro sulla schiena, graffiandolo sulla pelle e tagliandogli la stoffa dei vestiti che stava indossando, i quali sin da subito si tinsero di rosso.

Senza nemmeno pensarci mi alzai in piedi e mi appoggiai alla ringhiera, stringendo forte il metallo e iniziando a preoccuparmi: se avesse perso la colpa sarebbe stata mia, dopotutto era evidente che la mia presenza avesse influenzato i suoi piani. Se così fosse stato non me lo sarei mai perdonato.

Anche Seonghwa gemette a causa del dolore che avvertì ma poco dopo si voltò e con la spada colpì l'altro sul braccio da cui subito uscì uno spruzzo di sangue, probabilmente il taglio che gli aveva fatto era abbastanza profondo. I due sfidanti allora si allontanarono per recuperare le forze ma rimasero comunque all'erta, girandosi attorno come felini che litigavano per la stessa preda.

Dissero qualcosa prima di ripartire all'attacco, qualcosa che però non riuscii ad udire e che per il momento non me ne preoccupai, troppo intento nell'osservare ogni movimento dei due. Di una cosa potevo dire che gli Wooyoung non aveva mentito: Seonghwa era davvero uno dei migliori spadaccini che c'erano, se la situazione non fosse stata di vita o di morte probabilmente mi sarebbe anche piaciuto vederlo combattere.

Tornai a concentrarmi totalmente sui due e spalancai gli occhi quando vidi la punta della spada dello zio colpire la spalla del ragazzo, allora non riuscii a stare fermo ed in un attimo presi a scendere le scale dell'arena, con il suo grido che rimbombava tra gli spalti.

«Seonghwa!»esclamai mentre cercavo di non cadere per i gradini e contemporaneamente non distoglievo lo sguardo dai due che continuavano a combattere. Notai perfettamente la mano libera del più giovane andare a tamponare l'emorragia sopra al petto e non potei non preoccuparmi quando vidi la pelle della mano coprirsi di sangue. Accelerai allora il passo e, quando fui giunto al piano giusto riuscii a sentire più chiaramente i loro versi e anche il rumore delle spade.

Mi feci largo tra la gente che stava vedendo il tutto, chi con una mano alla bocca chi tra i capelli e chi copriva gli occhi a qualcun'altro fino ad arrivare alla rete che mi separava dal campo dove i due stavano combattendo.

Proprio quando l'afferrai Seonghwa schivò un colpo da parte dello zio, fece un giro su sè stesso e, provocando un grido nella folle, infilzò la lama nel fianco dell'uomo, facendola passare da una parte all'altra del suo corpo.

Anche in quel caso vidi il sangue schizzare sul prato mentre quell'uomo cadeva in ginocchio su di esso, con la spada del nipote incastrata nei propri tessuti. Vidi Seonghwa lasciare la presa sull'arma e indietreggiare prima di piegarsi su di lui e cercando il suo sguardo.

«Arrenditi, zio. Ti ho battuto.»gli disse e mi fu possibile vedere lo sguardo sconfitto dell'uomo rivolgersi sul viso dell'altro. Un ghigno che poi venne sostituito da una smorfia di dolore si mostrò sulla sua faccia prima che riuscisse di nuovo a parlare.

«Il regno è tuo, ma non finisce qui, Seonghwa.»disse prima che la gente dall'altra parte dell'arena aprisse di forza il cancello ed entrasse per andare a soccorrere l'uomo che stava ancora perdendo sangue. Allora anche io cercai la porta per entrare dentro ed ansare dal principe, poi con l'aiuto anche dell'altra gente riuscii a trovarla e in un attimo questa fu aperta, con le persone che correvano verso il vincitore.

Io seguii la folla, volendo abbracciarlo il prima possibile. Sorrisi spontaneamente quando mi resi conto del suo sguardo su di me e anche lui allora prese a camminare verso di me, con una mano ancora si teneva la ferita sulla spalla ma non si perse nemmeno un momento d'animo per venirmi incontro. Aumentai la velocità e in un attimo gli fui davanti.

E poi fece qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Con la mano libera, quella che fino a poco prima aveva tenuto la spada contro suo zio, mi afferrò una guancia e mi avvicinò al suo viso, facendo unire le nostre labbra in un bacio a stampo che in realtà era tutto ciò che mi serviva.

Un altro urlo nella folla si alzò nell'assistere a quella scena e io sorrisi nel bacio, prima di portare le mani sul suo viso e tenerlo stretto a me, cosa che fece anche lui quando fece scendere la sua lungo la mia schiena.

Fu quel momento che capii di essermi innamorato di lui. Mi sentii in una bolla protettiva in quello stesso istante, nonostante il suo nemico fosse a pochi passi da noi e un intero popolo fatto di persone omofobe stavano assistendo al nostro bacio. Mi sentii tranquillo, a mio agio, ma fu soltanto perchè mi trovavo tra le sue braccia.

Ci staccammo dal bacio e io gli sorrisi, poggiando la mia fronte alla sua, prima di avvertire un sussurro che sovrastò tutte le grida gioiose della gente dietro di noi che stava festeggiando la vittoria di Seonghwa: furono delle parole quasi impercettibili ma che riuscii ad udire perfettamente e che mi fecero uscire un sorriso spontaneo.

«Ti amo.»mi disse, allora io mi strinsi al suo collo prima di lasciargli un ulteriore bacio che stavolta approfondii leggermente, prima di staccarmi per l'ennesima volta dalle sue labbra e rispondergli.

«Ti amo anche io.»questa volta fu lui a sorridere e ad unire di nuovo le nostre bocche in un bacio in cui ci trovammo a far scontrare i nostri denti a causa dei nostri sorrisi pieni di gioia.

Festeggiate adesso, finchè potete...:/

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