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Hongjoong

Passò un mese esatto da quando il castello era stato sotto attacco. Quasi ogni cosa era ritornata alla normalità, San, Wooyoung e Jongho erano tornati a casa e alcuni infermieri si erano presi cura della gamba del più piccolo. Mi avevano detto che mentre correvano nel bosco lui era inciampato e poi caduto su dei rami, per questo si era fatto male.

Da quando avevo rischiato la morte quel giorno in quella dannata cucina Seonghwa non mi aveva lasciano per un attimo da solo, soltanto per andare al bagno. Mi seguiva persino mentre lavoravo oppure si raccomandava agli altri inservienti che avrebbero dovuto fare attenzione a me e a quello che sarebbe potuto succedere.

Avevo preso stabilità nella sua camera ormai, certo il resto del castello non lo sapeva ancora in maniera ufficiale ma ormai le voci e le occhiate che mi lanciavano mi facevano intendere che avevano capito che fra me e il principe ci fosse qualcosa. Di tutto quello però non me ne importai più di tanto e semplicemente me ne fregavo, proprio come stavo facendo in quell'esatto momento.

Circa due giorni prima, lo zio di Seonghwa ci aveva mandato una lettera in cui diceva le prove che avrebbero dovuto affrontare per vincere la corona e proprio per quel giorno sarebbe stata svolta una di quelle tre, ovvero la prima: quella della caccia.

Si sarebbe svolta in modo tale che i due contendenti sarebbero stati messi in un'arena del posto con all'interno alcuni animali, sia erbivori che predatori: ovviamente vince chi riesce ad uccidere più animali senza farsi uccidere da qualche orso o lupo.

Mentre uscivamo dal castello iniziai a sentire il nitrire dei cavalli delle carrozze che ci avrebbero condotto in quell'arena. Seonghwa era già lí, sj era svegliato molto presto quella mattina anche se avevo l'impressione che nemmeno avesse dormito per come si era mosso tutta la notte nell'ormai nostro letto. Sapevo che aveva paura di fallire in quelle prove, paura che avrebbe dovuto lasciare il paese e lasciare di conseguenza anche la sua famiglia, ma sapevo anche che lui era uno dei cacciatori e combattenti del paese, perciò ero sicuro che sarebbe riuscito a vincere quella sorta di torneo.

Accanto a me c'era San mentre Wooyoung e Jongho erano dietro di noi con altri membri della servitù del castello: ovviamente anche noi eravamo stati invitati a quelle sfide, dopotutto dal loro esito ne valeva la nostra futura vita.

«Come stava Seonghwa?»mi domandò quello dai capelli fucsia ad un certo punto, mentre finalmente ci avvicinavamo ad una delle carrozze a nostra disposizione. Il più piccolo del quartetto si avvicinò subito alla porticina facendo attenzione a non far innervosire troppo il cavallo che l'avrebbe trainata.

«Sta in ansia, sente tutte le responsabilità sulle sue spalle e ha molta paura di fallire.»riassunsi in molto breve i sentimenti del grigio e il mio amico annuí soltanto senza fare domande prima che salisse sul gradino della carrozza. Il suo fidanzato poi fece lo stesso ma, quando fu il mio turno, venni bloccato da una mano sulla mia spalla.

Voltai la testa e mi resi conto che quella mano cosí familiare apparteneva proprio a Jongho, la mia prima reazione fu quella di spalancare gli occhi per la sorpresa per poi dopo deglutire: che cosa voleva ora? E se voleva dirmi qualcosa di brutto? Magari era successo qualcosa al nostro castello oppure aveva intenzione di andarsene da quel posto a causa mia: no, non avrei potuto accettarlo.

I nostri occhi si incontrarono di nuovo dopo mesi e non potei negare quanto mi fossero mancati. Lo guardai semplicemente e attesi che dicesse qualcosa, poi quando mi decisi a dire qualcosa fu lui ad aprire bocca.

«Possiamo parlare?»mi chiese soltanto e io riuscii ad annuire ma non a rispondergli a voce, sentendo il cuore stringersi nel notare che era troppo tempo che non mi chiedeva direttamente qualcosa, dal momento che da quando ci eravamo lasciati nessuno dei due aveva più rivolto la parola all'altro.

Mi voltai e Jongho fece lo stesso, allontanandoci di qualche metro dalla carrozza dove la coppia stava pacificamente chiacchierando: probabilmente il rosso li aveva avvertiti che volesse parlarmi o altrimenti avrebbero già detto di muoverci ad entrare o avremmo fatto ritardo.

«Che succede?»gli domandai allora, cercando di tenere a bada la voce che, nonostante il tentativo, mi era uscita comunque leggermente tremante.

«Andrò dritto al punto o Wooyoung mi uccide se non arriviamo in tempo alla prima prova, perciò ascoltami bene: sono stanco di tutto quello che è successo tra noi, del fatto che non parliamo da mesi.»disse immediatamente non appena iniziò a parlare e io alzai le sopracciglia sorpresa da quelle stesse parole: tutto avevo pensato ma non quello.

«So che dovrei odiarti per quello che mi hai fatto, ma non riesco a farlo, ti voglio troppo bene e tengo fin troppo a te per detestarti.»aggiunse poi e io mi sentii una merda nel sentire quelle parole, non riuscii nemmeno ad immaginare a quanto avesse sofferto per ciò che gli avevo fatto, sempre troppo impegnato su quello che avevo provato io in quel periodo.

«Jongho, io non...»provai a dire ma lui mi interruppe sul nascere, nonostante quello che avevo da dire per me era piuttosto importante: volevo dirgli che non mi meritavo il suo perdono e che credevo che mi odiasse da tempo ma non riuscii a farlo.

«Non dire che non mi meriti perchè non è cosí: tutti commettiamo errori, Hongjoong. Questo è stato il tuo, e io ti perdono.»mi conosceva fin troppo bene da sapere anche quello che avrei voluto dirgli. Sentii gli occhi pizzicarmi a quelle parole e istintivamente lo abbracciai. Lui ricambiò la stretta e io chiusi gli occhi beandomi di quel contatto cosí familiare ma contemporaneamente lontano nella mia memoria, come se l'ultimo che ci eravamo scambiati fosse di anni prima.

«Mi sei mancato tanto.»sussurrai al suo orecchio, lui mi strinse ancora più a sè e poi sorrisi, ricordando quanta forza mettesse quando mi abbracciava: sembrava sempre che voleva stritolarmi.

«Anche tu.»mi rispose con lo stesso tono di voce. Quel tenero momento fu interrotto però dalla voce di Wooyoung che ci gridava di muoverci o altrimenti ci saremmo persi anche la fine della gara.

Entrammo quindi nella carrozza e una volta dentro prendemmo a parlare del più e del meno, riuscii a lasciarmi andare e a parlare di Seonghwa anche davanti al mio ex-ragazzo: lui era stato il primo a voler sapere tutti i dettagli sulla "relazione" che si era venuta a creare tra me e il principe.

Anche se poi proprio relazione non era, non avevamo mai perso tempo ad ufficializzare la cosa, semplicemente ci eravamo lasciati andare alle nostre emozioni chiuse in quella stanza durante quei giorni di assedio e lui mi aveva promesso di sposarmi, senza nemmeno farmi la richiesta o altro.

Probabilmente stavamo correndo, stavamo sbagliando anche, ma in quel momento ci era sembrata l'unica cosa giusta da fare che avrebbe potuto aiutarci a risolvere i nostri innumerevoli problemi. Anche sotto un attacco al nostro castello eravamo stati in grado di farci sopraffare dal desiderio che provavamo l'uno per l'altro e poi anche dai sentimenti che si erano venuti a creare di conseguenza.

Durante il viaggio sentii il cellulare squillarmi nella tasca dei pantaloni e, quando lo presi, non mi stupii nel leggere il nome del ragazzo che aveva occupato i miei pensieri fino a qualche secondo prima.

«Seonghwa mi ha detto che stanno per cominciare.»annunciai una volta scritto l'ultimo messaggio attirando l'attenzione degli altri tre tra le quattro pareti in movimento.

«Che palle oh, per colpa vostra arriveremo in ritardo!»sbuffò Wooyoung per poi battersi le mani sulle cosce e guardare fuori dal finestrino con fare innervosito, sapevo ci tenesse molto a vedere tutte le gare dal momento che diceva sempre che da quelle sfide sarebbe venuto fuori il destino del nostro castello e del nostro popolo.

«Non eri tu quello che continuava a ripetergli di dovergli parlare?»disse Jongho guardandolo di sottecchi e a quel punto l'altro gli lanciò un'occhiata infuocata per poi fargli il verso e mettere su delle smorfie che mi fecero capire che in realtà non ce l'aveva davvero con nessuno dei due.

«Guarda il lato positivo, almeno hanno risolto, giusto?»gli fece notare San mettendogli poi un braccio attorno alle spalle e scuotendolo leggermente, al che il moro mise su un piccolo sorriso.

«Basta che alla prossima gara non arriviamo in ritardo e per me andrà tutto bene.»rispose allora facendo ridacchiare noi altri prima che l'argomento cadesse su qualcos'altro.

Rimanemmo a parlare per tutto il resto del viaggio, fino a quando giungemmo al luogo dove si stava svolgendo la sfida e da dove udimmo le urla del pubblico ad ogni mossa dei due partecipanti.

Quando fummo vicino l'arena capimmo che la prova era giunta al termine ormai, e lo capimmo soltanto grazie la voce che parlò nell'altoparlante e che, per la prima volta nella mia vita, mi fece sentire completamente uno schifo.

«Il vincitore della prima prova è Park Senior!»

Finalmente Hongjoong e Jongho hanno fatto pace, già...e lo zio ha vinto la prima prova, upsi

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