{18}
Hongjoong
Nel momento in cui chiuse la porta quella della cucina si ruppe facendo in modo che gli uomini si accalcassero all'interno della stanza in cui eravamo stati fino a poco prima. Seonghwa si fece leggermente indietro con fare protettivo e io poggiai le mani sulle sue spalle, iniziando ad inspirare ed espirare velocemente come mai prima d'ora avevo fatto.
Rimanemmo in totale silenzio, in attesa che accadesse qualcosa o che i rumori al di là della porta svanissero del tutto. Le sue mani mi toccarono sui fianchi, facendomi sussultare, ma poi mi spinsero all'indietro e capii cosa stesse intendendo. Perciò iniziai a fare dei passi al contrario, facendo attenzione a non inciampare e girando la testa, tirando per la camicia il ragazzo davanti a me. Mi abituai quasi subito al buio della stanza e quando fummo abbastanza lontani dalla porta riuscimmo a sentire i passi degli uomini farsi lontani, simbolo che avevano lasciato la cucina.
Feci scivolare le mani via dalle sue spalle e poi sospirai, rendendomi conto solo in quel momento che avevo mantenuto il respiro a lungo.
Mi girai e subito mi accorsi di una lampada sopra un comodino, mi avvicinai ad essa e l'accesi col pulsante, per poi scrollare la polvere da essa. Mi guardai attorno e notai quanto quella stanza fosse piccolo, c'era soltanto quel comodino e un divano in pelle, probabilmente era proprio lí sopra che San e Wooyoung si erano spesso e volentieri divertiti, per questo feci una faccia disgustata.
Frugai nella mia tasca e presi il pacchetto di fazzoletti che fortunatamente portavo sempre con me per poi tirarne fuori uno e iniziare a passarlo sulla superficie del divano.
«Che stai facendo?»mi domandò Seonghwa con un tono curioso, dopo essersi girato verso di me. Lo guardai dal basso e in penombra e non potei non pensare a quanto tutto quello potesse sembrare strano: eravamo in una stanza che i miei amici usavano come stanza del sesso, soltanto noi due.
«Pulisco dalle schifezze di San e Wooyoung.»risposi continuando a strofinare l'oggetto di carta, prima di sentire una risata da parte del grigio. Allora mi alzai e mi girai verso di lui che intanto si era chinato per appoggiare il fucile sul pavimento vicino la porta il più delicatamente possibile.
«Perchè ridi?»gli chiesi infatti, poi lui si avvicinò di nuovo a me e poi si sedette sul divano che avevo appena pulito. Buttai il fazzoletto per terra e poi feci lo stesso, togliendomi anche le scarpe per stare più comodo.
«Non lo so, penso mi servisse.»rispose soltanto con un'alzata di spalle e io mi girai a guardarlo in faccia. Lo trovai intento a fissarmi intensamente e io feci lo stesso con lui, notando la tranquillità sul suo viso, cosa che fino a quel momento gli era mancata.
«Adesso che facciamo?»gli domandai poi, poggiando poi le ginocchia sul divano e girando il busto verso di lui, immaginando che di lì non saremmo usciti così presto come avrei voluto sperare.
«Non possiamo chiamare nessuno perchè un telefono che squilla potrebbe attirare gli uomini di mio zio, però posso mandare un messaggio a Mingi, Yunho e Yeosang, magari loro potranno aiutarci.»mi spiegò e io semplicemente annuii, voltando poi la testa verso il pavimento. Sospirai profondamente e non potei fare a meno di pensare ai miei amici.
San e Wooyoung li avevo sentiti passare vicino alla cucina poco prima dell'arrivo di Seonghwa, non li avevo seguiti soltanto perchè poi mi ero spaventato a causa di un ulteriore tonfo del portone del castello, Jongho invece non sapevo dove fosse e quello non faceva altro che farmi stare in ansia. Sapevo che probabilmente fossero tutti scappati, ma non potevo fare a meno di essere preoccupato.
Era strano come le cose potessero cambiare da un momento all'altro, come pochi minuti prima tutto va bene e come poi tutto ad un certo punto esplode e crolla a pezzi, facendoti ritrovare solo contro il resto del mondo, a combattere persino per la tua stessa vita.
«È tutto ok?»mi domandò poi il principe riportandomi alla realtà. Lo guardai e solo in quel momento mi ricordai di non essere solo: avevo Seonghwa con me. Speravo tanto che non mi avrebbe abbandonato, mi aveva promesso che nulla mi sarebbe accaduto ma in quel momento la paura era tanta ed era ovvio che se avesse dovuto scegliere tra salvare me o sè stesso non ci avrebbe pensato due volte a darmi in pasto al nemico.
«Sono solo preoccupato.»risposi guardando poi verso il basso, non riuscendo a mantenere il contatto visivo per poco più di qualche secondo, soprattutto a causa della strana voglia di piangere che mi travolse in quello stesso istante.
«Andrà tutto bene, rimaniamo qui fino a domani, poi usciremo. Al massimo se non otterrò risposta dai miei amici esco e vado a prendere qualcosa da mangiare.»cercò di rassicurarmi, indicando la porta verso la fine del discorso, facendo allusione al fatto che fossimo proprio accanto alla cucina.
«Non possiamo rischiare così tanto, andrei io nel caso, tu sei un principe.»gli dissi con un sorriso e pentendomene nello stesso istante. Non avrei mai avuto il coraggio di farlo di mia spontanea volontà, ma quando avevo cominciato a lavorare nel mio vecchio castello avevo dovuto promettere di mettere il benessere dei reali al primo posto, anche sopra al mio, perciò avrei dovuto farlo.
«Non lascerò che tu vada lì fuori da solo, se uno dei due andrà quello sarò io. Fine della discussione.»ribattè con fare autoritario, talmente duro che quasi mi sentii in colpa per aver detto quelle parole poco prima. Annuii e distolsi per l'ennesima volta lo sguardo dal suo, girando la testa per non incontrare il suo sguardo.
Non durò molto quella perdita di contatto visivo perchè poi un dito sotto il mio mento mi costrinse a voltarmi di nuovo verso il suo viso che ora era serio e fin troppo vicino al mio. Deglutii a notare la poca distanza che c'era tra di noi in quel momento, come era successo qualche mattina addietro, quando io avevo sentito il bisogno di stringermi a lui e di non lasciarlo più.
«Dico sul serio, ti ho promesso che nulla ti sarebbe accaduto, e così sarà.»intimò con gli occhi stretti e io solo in quel momento riuscii ad incastrare i miei occhi nei suoi.
Sotto la luce tenue della lampada erano bellissimi, scuri e profondi. Il leggero riflesso li faceva apparire stupendi, scommettevo che se avesse guardato le stelle l'intero universo avrebbe potuto riflettersi al loro interno, e a quel pensiero non potei non provare voglia di uscire da quel posto, fregarmene di tutto e di portarlo fuori a guardare le stelle.
Scesi con lo sguardo sulle sue labbra e mi morsi il mio nel guardarle. Gonfie e a cuoricino, che sotto il mio punto di vista erano perfette. Riportai gli occhi nei suoi e mi resi conto che anche lui stava guardando le mie labbra. Deglutii e sembrò che il suono della mia gola lo riportò alla realtà, infatti alzò lo sguardo e mi guardò di nuovo negli occhi.
Fu un attimo, quel lento lanciarci di occhiate fu troppo per entrambi, o almeno lo fu per me. Si sporse in avanti e la mano che aveva ancora sotto al mio mento andò ad afferrarmi la guancia mentre avvicinava il viso al mio. Fece scontrare le nostre labbra in un bacio rude, che non fu niente di quello che mi sarei mai aspettato da un principe.
La gentilezza e la purezza del suo aspetto esteriore scomparvero in quell'esatto momento, lasciando spazio all'improvviso desiderio che avevo letto nei suoi occhi qualche secondo prima.
Anche lui alzò le gambe e si accomodò meglio, mettendosi in ginocchio sul divano e poggiando una mano sullo schienale, per poi spingermi verso il basso, facendomi sdraiare sotto il suo corpo che nel frattempo mi stava sovrastando.
Mi chiese l'accesso alla bocca e io glielo diedi senza nemmeno pensarci, infilando poi le mani tra i suoi capelli e spingendolo sempre più a me. Le nostre lingue si toccarono, si sfiorarono, si intrecciarono, esplorarono l'una la bocca dell'altro e poi si separarono quando Seonghwa posò le labbra sul mio mento, facendole scendere lentamente lungo la mia mascella e poi per il collo. Prese a leccare e a baciare un punto indefinito poco sotto al mio orecchio per poi mordicchiarmi il lobo, cosa che mi fece sospirare.
Accarezzai la sua schiena coperta dal leggero tessuto della camicia quando lo sentii spingersi contro il mio bacino. A quell'improvviso contatto avvertii l'accenno delle sue erezione che si andò a sfiorare con la mia, e ciò mi fece eccitare ancora di più se possibile.
Prese a dedicare di nuovo attenzione alla mia bocca mentre le sue mani si insinuavano al di sotto della mia maglietta, prendendo ad accarezzarmi lo stomaco e i fianchi, di conseguenza io ritirai la pancia indentro e lui sorrise sulle mie labbra, per poi prendermi quello inferiore tra i denti e tirarlo a sè. Lo guardai mentre lo faceva e, una volta che lo ebbe lasciato, fui io ad avventarmi sul suo collo, prendendo a lasciarci dei morsi e dei baci mentre lui iniziava a sfilarmi il primo indumento di dosso.
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Quando dovetti separarmi dalla sua pelle per spogliarmi anche io poi feci lo stesso con la sua camicia, prendendo a sfilare ogni bottone dall'asola lentamente, godendomi il più possibile ogni suo sospiro sommesso a causa della tensione a cui lo stavo sottoponendo.
«Muoviti...»mi disse con tono severo che, se possibile, mi fece indurire ancora di più all'interno dell'intimo. Aumentai la velocitá delle dita e, una volta fatto, passai la mano sulle sue spalle e gli tolsi l'indumento, lasciandolo completamente scoperto dalla vita in sù.
Lo guardai sotto la luce leggera della lampada e in quel momento mi sentii davvero a disagio. Aveva il fisico di una divinità, non era muscoloso ma aveva i tratti degli addominali scolpiti e e i muscoli delle spalle guizzavano ad ogni momento, facendomi eccitare ancora di più.
Abbassò le mani tra noi e andò a posarle suoi suoi pantaloni, allora io lo raggiunsi e iniziai anche ad abbassargli la zip e a sfilargli il bottone come avevo fatto poco prima con quelli della sua camicia.
«Sei perfetto.»mi lasciai sfuggire mentre continuavo ad osservarlo quasi in adorazione. Non capii perchè un essere così celestiale si stesse lasciando toccare da me quando avrebbe potuto avere tutte le ragazze principesche e regali che voleva.
«Come puoi volermi?»sussurrai allora dando vita ai miei pensieri ma sperai che non mi sentisse, non volevo sembrare in cerca di attenzioni proprio davanti all'unica persona che sembrava me le volesse dare.
Smise di concentrare l'attenzione sui suoi pantaloni e rivolse lo sguardo verso il mio viso, incrociando i miei occhi che in quel momento trasmettevano soltanto una grande voglia di sparire dalla faccia della terra. Tornò a posarmi una mano sulla guancia e fece riunire le nostre labbra anche se questa volta in un bacio che non aveva nulla a che fare con quelli che ci eravamo scambiati fino a quel momento: fu dolce e lento, un assaporarsi di labbra e leggeri morsetti dati l'uno all'altro per continuare a mantenere bollente la situazione.
«Sei bellissimo, Hongjoong.»mi disse staccandosi da me di poco prima che io ritornassi a baciarlo con la stessa passione che ci aveva animati poco prima. Questa volta fui io a mordergli le labbra mentre gli sfilavo i pantaloni, lui gemette e poi fece passare le mani sotto di me, facendole andare a stringere il mio sedere con una presa ferrea. Lasciai il suo labbro soltanto per mugolare a quella sensazione e lui sorrise sulla mia bocca prima di andare a leccarmi il collo nel punto dove c'era il pomo d'adamo, facendo poi una linea immaginaria in mezzo alla mia gola e andando a mordicchiarmi una porzione di pelle dove ricordai avessi un piccolo neo.
A quel punto anche le sue mani andarono a sbottonarmi i pantaloni e iniziarono a tirarmeli giu insieme ai suoi. Poi si allontanò dal mio corpo e si mise in piedi per sfilarsi gli ultimi indumenti rimasti, io feci lo stesso e in un attimo rimanemmo entrambi in boxer. Fece poi qualcosa di inaspettato, mi infilò l'indice all'interno dell'elastico dell'intimo e mi tirò verso di sè per poi far entrare entrambe le mani al loro interno e andare a stringere di nuovo il mio sedere tra di esse, facendomi inarcare la schiena e spingere il mio bacino contro il suo.
Fu la mia volta poi ad infilargli le mani nei boxer e subito glieli abbassai con un colpo secco, poi lo spinsi a sedersi di nuovo sul divano e quando lo fece riuscii a vedere meglio la sua erezione che ora non faceva altro che cercare attenzioni.
«Hai mai fatto sesso con un uomo?»gli domandai allora con tono provocatorio, qualcosa che non mi ero aspettato di poter essere, eppure ci riuscii alla grande quando lo vidi deglutire e poi scuotere la testa.
«Bene.»risposi soltanto andando a mettermi in ginocchio sul pavimento e poggiando le mani sulle sue cosce nude. Iniziavo a sentire un leggero dolore a causa dei boxer troppo stretti ma non me ne preoccupai, semplicemente feci scorrere la mano sulla sua erezione come era successo quella volta in vasca. La presi subito in una mano e cominciai a frizionarla velocemente, poi mi feci coraggio e avvicinai le labbra ad essa, leccandone la punta e lasciando su di essa un piccolo bacio prima di inglobarla completamente. Lo sentii gemere e alzando lo sguardo vidi che aveva buttato la testa all'indietro, io spinsi la bocca per averne il più possibile e poi iniziai a fare su e giu, abituandomi velocemente alla sua lunghezza.
«Porca troia...»disse a denti stretti mentre mi andava a prendere in un pugno i capelli, spingendomi sempre più in basso fino a quando iniziai a sentirlo fino in gola, al chè infatti io mi allontanai di scatto appena avvertii una sensazione di reflusso, e semplicemente presi a masturbarlo con la mano.
Mi tirò poi per i capelli verso di lui e andai di nuovo a baciarlo sulle labbra: nonostante avessi ancora il suo sapore non si allontanò da me come mi era successo in passato con Jongho e inevitabilmente mi venne da sorridere. Spinto da un po' di coraggio gli afferrai il polso e mi portai una sua mano su una natica, aspettando che facesse qualcosa per prepararmi. Quando capii che non l'avrebbe fatto avvicinai le sue dita alle labbra e infilai indice e medio al loro interno, inumidendole con la saliva e con la lingua. Lo guardai mentre gliele succhiavo e lo vidi socchiudere gli occhi e mordersi il labbro inferiore.
Quando decisi che era abbastanza le sfilai dalla mia bocca e, inaspettatamente, fu lui a muoverle di sua spontanea volontà: le portò alla mia entrata e la accarezzò per un attimo da fuori prima di far entrare la prima falange al mio interno. Mi sentii riempire lentamente dall'intero dito e mugolai dal piacere; da quando mi ero lasciato non ero più abituato alla presenza di qualcun'altro al mio interno se non delle mie stesse dita quando mi facevo la doccia, ma nulla era paragonabile a questo.
Infilò il secondo dito e a quel punto mi lasciai uscire un gemito più alto degli altri mentre li spingeva dentro di me con più forza ma anche delicatezza possibile. Cercò di allargarmi sforbiciando con entrambe le dita mentre la sua bocca trovava posto su uno dei miei capezzoli, che andò a mordere e a suggere con i denti. Sentii di star arrivando al limite per questo gli afferrai il braccio e lo allontanai da me, lasciandolo confuso.
«Non voglio venire così, voglio che mi scopi.»ammisi a voce bassa e roca cercando anche di mantenere il respiro regolare. Lui sembrò reagire immediatamente a quelle mie parole dal momento che chiuse gli occhi e posò di nuovo le mani sul mio sedere, stringendolo ancora una volta.
«Dillo di nuovo.»ordinò e io mi sentii completamente andato sotto al suo volere, avrebbe potuto fare tutto ciò che voleva col mio corpo e col mio essere e io sarei rimasto comunque a venerarlo come se fosse un Dio.
«Scopami Seonghwa.»dissi allora e a quel punto grugnì, io mi alzai quanto bastava e abbassai contemporaneamente la testa per prendere il suo membro e allinearlo con il mio orifizio lubrificato. Lo guardai negli occhi mentre scendevo su di esso e lo lasciavo riempirmi. Ad ogni centimetro che entrava dentro di me mi sentivo sempre più appagato e, quando fu tutto al mio interno gemetti per la bella sensazione che provai. Rimasi fermo per un istante mentre lui con le mani mi andò ad accarezzare il sedere per la quale capii che aveva sviluppato una sorta di piacere. Cercai di abituarmi il prima possibile alla sua presenza e ignorai perfino il dolore iniziale a causa della fortissima eccitazione che stavo sentendo.
Quando feci il primo movimento di bacino imprecò, non aspettandoselo minimamente, e mi strinse le natiche. Feci un movimento rotatorio e poco dopo mi misi a cavalcare la sua erezione, mentre con le mani mi guidava per dargli maggiore piacere. Dopo un attimo la sua stretta si allentò soltanto per qualche secondo prima che mi desse uno schiaffo sul sedere che mi fece inarcare la schiena.
«Ti piace, mh?»la sua voce profonda e roca in un momento del genere andò a colpire direttamente la mia sanità mentale, anche se le sue parole risultarono soltanto una presa in giro in quel momento: era ovvio che mi fosse piaciuto.
Non risposi e proprio per questo motivo me ne diede un altro sullo stesso punto, facendo risuonare il suono per la piccola stanza. Gemetti e buttai la testa all'indietro, poggiandomi con le mani sulle sue cosce e facendomi forza per spingermi su e giù. Iniziavo anche ad essere stanco e, quando se ne accorse, mi afferrò saldamente i fianchi e iniziò a sollevarmi per poi farmi scendere con prepotenza su di lui.
Il suono delle nostre pelli che sbattevano e quelli che emettevamo ad ogni affondo erano musica per le mie orecchie e tutta quella situazione divenne ancora più erotica quando fece quasi del tutto uscire la sua erezione da me per poi farmi affondare tutto di un botto su di essa, al chè non riuscii a trattenere un urlo di gola.
Si preoccupò allora di non farci sentire e fece unire di nuovo le nostre labbra, anche se io non riuscii a ricambiare nessuno dei suoi baci a causa di tutto il piacere che mi stava avvolgendo in quel momento. Sentii di essere arrivato al limite quando, oltre a regolare gli affondi prese a stimolarmi dall'erezione.
«C-cazzo, Seonghwa...»gemetti e ebbi uno sprint finale, ripresi a muovermi di mia iniziativa sopra il suo corpo e lui si occupò soltanto del mio membro il quale, dopo qualche secondo, si sentì arrivare completamente al limite.
«Hongjoong c-continua...!»nemmeno lui riuscì a dire altro che il suo gemito venne spezzato dal suo orgasmo, si riversò completamente al mio interno e solo in quel momento mi ricordai che non avesse nemmeno il preservativo indosso: da una parte però gliene fui grato perchè probabilmente fu proprio grazie alla sensazione di pienezza che mi diede che riuscii a venire sul suo stomaco lasciandomi andare in un ultimo mugolio.
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Continuai a muovermi per altri secondi prima di fermarmi e appoggiare la fronte nell'incavo tra la sua spalla e il collo, cercando di riprendere il respiro. Lui d'altro canto fece lo stesso e allungò la mano nel punto in cui eravamo uniti fisicamente per poi ridacchiare. Allora alzai la testa e lo guardai con fare confuso per poi portargli le ciocche dei capelli sudati all'indietro.
«Perchè ridi?»gli chiesi infatti però sorridendo anche io. Lui ricambiò il mio sorriso e poi avvicinò la bocca alla mia, dandomi un ulteriore bacio.
«Non mi era mai capitato di avere un orgasmo così lungo, ti è anche uscito fuori...»disse probabilmente riferendosi al suo umore. Io se possibile mi sentii ancora più appagato a quell'informazione e gli lasciai un ultimo bacio a fior di labbra prima di cingergli il collo con le braccia.
«È piaciuto anche a me.»dissi nonostante lui non avesse detto lo stesso. Ridacchiò e mi diede un bacio sulla tempia prima di abbracciarmi per i fianchi e avvicinarmi se possibile ancora più al suo corpo. Si sdraiò sul resto del divano e mi portò sul suo petto, senza nemmeno uscire dal mio interno.
Fu un tacito accordo quello di addormentarci esattamente in quella posizione.
Scusate ma tenetela un altro po' l'acqua santa, non è ancora finita
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