{13}
Seonghwa
L'estate era ufficialmente finita e questo significava solo una cosa: anche la stagione degli incontri era terminata, finalmente.
Purtroppo per me quello andava di conseguenza a segnare un periodo infernale per me, ovvero quello in cui avrei dovuto sorbirmi i rimproveri da parte di mia madre per non aver trovato nessuna ragazza a cui poter chiedere la mano. Già erano iniziati ancor prima che l'estate finisse, potevo immaginare ora come sarebbero aumentati.
Mio padre era peggiorato nell'ultimo mese, questo era risaputo, e tutti noi ormai eravamo a conoscenza di un'unica realtà: a breve avrebbe cessato di soffrire. Avevamo spesso parlato di continuare le cure ma ormai non c'era più nulla da fare, il tumore aveva colpito tutte le sue cellule vitali, era solo questione di tempo.
Infatti quella sera mi ritrovavo nella sua stanza, accanto al suo letto, mentre gli tenevo la mano. Aveva gli occhi chiusi, sembrava già esser passato a miglior vita, eppure l'alzarsi e l'abbassarsi del suo petto mi faceva capire che in realtà fosse ancora tra noi e che magari avrebbe continuato ancora a lungo, anche se non era così.
«Allora, com'è andata q-questa stagione?»balbettò con un fil di voce e io quasi non riuscii ad udirlo nemmeno. Mi avvicinai al suo viso così da sentirlo meglio nel caso avesse parlato di nuovo e gli sorrisi.
«Come gli altri anni.»risposi sincero. Sapevo di non poter mentire a mio padre, non in quel momento. Fu proprio per questo motivo infatti che mi feci coraggio e cercai di elaborare un pensiero sincero in testa mia, capendo che a qualcuno avrei pur dovuto dire cosa pensassi davvero di tutta la storia del matrimonio.
«Padre, so di dover trovare qualcuno con cui passare il resto della mia vita, che mi sia da spalla e che mi aiuti nelle scelte difficili, solo che per me è impossibile farlo in questo modo.»cominciai a parlare, non volendo arrivare direttamente al dunque del mio discorso. In realtà non sapevo nemmeno io perchè ci tenessi tanto a parlarne con lui, ma in un certo senso credetti che mi avrebbe capito più di chiunque altro essendo anche lui stato costretto a sposare mia madre quando era stato giovane.
«Lo so che è dura farlo, Seonghwa, ma non p-puoi rimanere da solo, lo sai.»mi rinfrescò la memoria con quelle parole e per un attimo fui anche tentato di non dirgli niente, di far finta di nulla e continuare la mia vita alla falsa ricerca dell'amore. Poi però, quanto guardai gli occhi spenti e il sorriso dolorante mi feci più forza: lui stava passando tutto quel dolore da troppo tempo, io potevo di certo fare una cosa stupida come quella, no?
«E se io mi innamorassi di un uomo? È pur sempre un compagno.»domandai mettendola sul piano ipotetico, anche se in realtà volevo la verità nuda e cruda.
Da quando era successa quella cosa con Hongjoong non ero più stato in grado di smettere di pensarci. Mi era piaciuto fin troppo tutto quello, quei pochi minuti avrei voluti riviverli all'infinito e sapere di non poterlo fare mi distruggeva. E poi avevo una domanda fissa nel cervello: perchè aveva reagito in quel modo, all'entrata di Jongho? Cosa c'era tra i due?
In realtà non sarebbe dovuto interessarmi affatto tutto quello, eppure eccomi qui, a pensare ad un servo che mi aveva fatto una sega in una vasca da bagno.
«Ti piace un ragazzo?»mi domandò allora l'uomo, attirando di nuovo la mia attenzione e io lo guardai in viso per scorgere qualche tipo di espressione, magari disgustata o furiosa: invece la sua era solo fatta di curiosità e apprensione.
«Non lo so, è complicato...»risposi non sapendo veramente quello che stavo dicendo. Non poteva piacermi Hongjoong solo per qualche attimo in cui mi aveva fatto godere, tutto quello non aveva significato nulla e io avrei dovuto soltanto ignorare tutto. Però la domanda che mi martellava nella testa da giorni era questa: perchè mi ero eccitato con lui? Non era di certo la prima volta che qualcuno mi lavasse, quando ero stato adolescente molte ragazze mi avevano fatto il bagno e, pur essendo in una vera e propria tempesta di ormoni, non mi era mai successo, mentre ora con quel ragazzo di. Cosa diavolo significava tutto ciò?
«Ascolta, per me non ci sono p-problemi, puoi amare chi vuoi. Solo s-stai attento al tuo popolo e...»ma non riuscí a completare la frase che la porta della sua camera da letto si aprí. Mi voltai verso le due donne che stavano entrando e corrucciai le sopracciglia quando mi accorsi di chi fossero.
«Madre, che ci fa lei qui?»chiesi alla più grande la quale era affiancata dalla sorella di Yeosang che, con un sorriso, fece un inchino all'uomo sdraiato sul letto.
«Minso è venuta per conoscere tuo padre, non è ovvio?»mi rispose con una domanda retorica ma io fui ancora più confuso a quelle parole. Perchè avrebbe dovuto conoscerlo? Cosa stava girando per la testa di quella donna?
«Sono Kang Minso, è un piacere conoscerla re Park.»salutò allora la ragazza, avvicinandosi a me e rivolgendosi a mio padre il quale le sorrise di rimando.
«Il piacere è tutto mio.»ribattè l'uomo cercando di fare un gesto per ricambiare la riverenza che aveva appena ricevuto dall'adolescente.
«Madre, che sta succedendo?»chiesi allora rivolgendo gli occhi a quest'ultima la quale ora aveva le mani messe a mo di preghiera e sorrideva soddisfatta alla scena che le si era presentata davanti agli occhi.
«Visto che tu non ti decidi a farlo, sto presentando la tua futura moglie a tuo padre.»
Quelle parole rimasero sospese per aria per diversi secondi che a me parvero un'eternità. Non poteva essere vero tutto ciò, non potevo crederci. Non stava davvero accadendo a me.
«Che cosa hai fatto?»chiesi con tono duro allontanandomi dal letto e dirigendomi verso di lei, la quale ora aveva puntato gli occhi su di me. Il sorriso che aveva tenuto fino a quel momento ora stava svanendo e potei giurare che fu per la mia faccia fatta di pura ira e rancore.
«Quello che avresti dovuto fare tu molto tempo fa.»mi rispose semplicemente, portando le mani dietro la sua schiena. Io mi trattenni dal prenderla e spingerla per terra ma le rivolsi un'occhiata che se avesse potuto bruciarla viva l'avrebbe fatto.
«Hai chiesto la sua mano alla sua famiglia?!»quasi urlai quella domanda e lei con una scrollata di spalle annuí. Mi voltai verso lei e mio padre, il quale ora ci stava guardando con pura tristezza in viso. Gli avevo appena detto che probabilmente mi piaceva un ragazzo e ora succedeva questo. No, non potevo accettarlo.
«Vaffanculo, madre.»ringhiai tra i denti e, nello stesso attimo in cui finii di dire la frase, la sua mano mi andò a colpire sulla guancia con uno schiaffo fatto di ossa e di anelli, ma in quel momento nemmeno me ne importai, troppo concentrato nel non ucciderla in quell'esatto momento.
Mi voltai un'ultima volta verso mio padre e verso la ragazza che ora mi guardava piena di confusione prima di uscire da quella camera, curandomi di sbattere la porta dietro le mie spalle.
Quasi mi misi a correre per le scale che percorsi, volevo uscire da quel posto il prima possibile, sarei andato nelle stalle e avrei preso un cavallo per andarmene. Ormai non mi importava del mio regno, della gente, delle responsabilità. Perchè non potevo avere una vita normale? Perchè non potevo amare chi mi pareva e quando volevo? Perchè dovevo soffrire in questo modo?
Volevo lasciare il paese, andare via, il più lontano possibile. Mia madre non avrebbe mai accettato un rifiuto, figurarsi se fosse venuta a sapere che forse ero attratto dai ragazzi. Forse era proprio per questo che non ero mai riuscito a farmi avanti durante gli incontri, perchè mi piacevano i maschi. E proprio ora che lo avevo capito dovevo essere costretto ad una vita che non volevo.
No, non se ne parlava proprio.
Arrivai al piano terra e percorsi il corridoio secondario, quello degli inservienti, in modo che sarei arrivato alla scuderia in maniera inosservata. Passai davanti le camere del personale e poi davanti la cucina e, una volta arrivato alle stalle mi bloccai, sentendo delle voci. Non ci misi molto a riconoscere i proprietari, per questo rimasi lí ad origliare la loro conversazione.
«Lo hai dimenticato, non è cosí?»chiese lo stalliere con un tono di voce strano, sembrava deluso, ma non capii esattamente da cosa.
«Io non ci ho pensato, è una settimana che non faccio altro che a pensare a quello che è successo tra noi, mi è passato per la testa e...»ma Hongjoong non riuscí a finire il suo discorso che l'altro lo interruppe con una risata finta che non riuscii ad interpretare: cosa c'era di cosí importante per il rosso?
«Certo, e io che oggi volevo tornare a dormire con te dopo una settimana che nemmeno ci sfioriamo.»ribattè poi con tono acido. Sentii qualcosa cadere a terra e poi dei passi prima che parlasse di nuovo.
«Per me può finire qui.»nell'udire quella frase riuscii a capire il motivo per cui quel giorno Hongjoong aveva reagito in quel modo all'entrata dell'altro: i due stavano insieme, ed io ero stato troppo stupido da capirlo.
Scusate se ci sono tanti capitoli che finiscono a metà non lo faccio a posta😭
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top