{9}

Seonghwa

«Come prego?»chiesi non appena sentii la voce del ragazzo dai capelli chiari, Hongjoong, parlare. Voltai leggermente la testa dalla sua parte, abbassando leggermente lo sguardo come era mio solito fare quando volevo far sentire qualcuno a meno di me e pensai sarebbe stato facile con lui dal momento che probabilmente c'erano quasi dieci centimetri di differenza tra le nostre altezze.

Non potei di certo negare il fastidio che provai nel sentirlo parlare, soprattutto in una questione che non lo riguardava affatto. Lo guardai negli occhi, cercando di intimidirlo, ma non ci riuscii dato che anche lui incastrò i suoi occhi coi miei con un'occhiata di sfida. Non ci fissammo a lungo prima che lui parlasse di nuovo e non passó quindi troppo tempo quando io abbassai lo sguardo per posarlo sulla sua bocca ma, durante quegli attimi, sentii quasi un dolore alla bocca dello stomaco. Per la prima volta nella mia vita mi fu difficile guardare negli occhi qualcuno, quasi mi sentii in imbarazzo nel farlo, e sempre per la prima volta fui io il primo a distogliere lo sguardo.

Mi sembrò strano come quel piccolo ragazzo mi avesse fatto sentire, quasi inferiore a lui, quando lo era lui ad esserlo nei miei confronti, in tutto e per tutto. E questo fatto mi diede ancora più fastidio del fatto che lui si fosse intromesso in una conversazione che nemmeno lo riguardava.

Io sentivo ancora i suoi occhi scuri sulla pelle però, e questo non fece altro che aumentare il mio nervosismo a causa del disagio che stavo provando in quel momento.

«Mi ha sentito benissimo, qui nessuno farà niente. Non prima che voi abbiate ascoltato la mia proposta.»rispose e io riuscii soltanto a seguire il movimento delle sue piccole labbra. Lo guardai di nuovo, notando perfettamente come il suo petto si muovesse velocemente ma non riuscii a capire se fosse a causa della paura che provava per aver appena sfidato un principe, dato che nei suoi occhi ora stretti c'era soltanto...rabbia, forse?

«Che motivo avrei di ascoltarti? Posso fare quello che voglio io, coi miei inservienti.»dissi con una scrollata di spalle prima di mettere su un ghigno e appoggiare la schiena allo stipite della porta, attendendo una sua risposta.

«Non lo metto in dubbio questo, ma potrebbe interessarvi quello che ho da dire.»continuò allora non muovendo nemmeno un muscolo se non quelli intorno alla bocca per parlare con me.

Allora rimasi in silenzio, pensando a quello che volevo davvero. Non era sbagliato il mio pensiero, quello di poter fare quel che più volevo, e in quel momento era bandire quei due dal regno. Ma per cosa poi? Perchè si amavano?

Non avevo mai avuto l'occasione di conoscere due persone omosessuali, mi era sempre stato impartito che fosse sbagliato, nei libri avevo sempre letto di storie d'amore tra uomini e donne, al massimo tra uomini e Dio, ma di due persone dello stesso sesso non se ne parlava, probabilmente perchè nessuno mai mi aveva permesso di leggere qualcosa a riguardo.

Eppure, quando li avevo trovati a baciarsi qualche attimo prima, non avevo provato un senso di disgusto, semplicemente di sorpresa e, per quanto mi dolesse ammetterlo, anche di curiosità. Per i primi secondi inoltre avevo anche provato un leggero peso nella parte bassa dello stomaco, un dolore che conoscevo bene, anche se non volevo ammettere che mi ero leggermente eccitato a quella vista dei due ragazzi che si toccavano anche nelle parti più intime.

Semplicemente non mi ero mai fermato a pensare se mi desse fastidio o meno, sapevo soltanto che se ne fossi venuto al corrente avrei dovuto segnalarlo a mia madre secondo una delle leggi del paese. Ma, ora che ci pensavo, da quando avevo deciso di seguire i voleri di mia madre e del regno?

«Parla allora, ti ascolto.»dissi e vidi un riflesso strano nei suoi occhi, per un attimo tentennò e fu evidente la sorpresa che lo colpí in quel momento al sentire che io in realtà gli avessi concesso la parola. Lanciò un'occhiata ai suoi due amici, distanti da noi sia fisicamente che mentalmente, in realtà erano nel loro mondo, lasciando praticamente me ed Hongjoong da soli.

«Quello che voglio proporvi è uno scambio per ottenere la sua negligenza nei confronti di quello che è appena accaduto.»affermò allora, mettendosi le braccia dietro la schiena mentre io, al contrario, le intrecciavo sul mio petto, alzando il mento e stringendo gli occhi.

«E cosa avresti tu, un semplice ragazzo delle pulizie, da offrirmi?»domandai allora usando un tono di sfida cercando in tutti i modi di intimorirlo anche se di poco, anche se fu evidente che non riuscii nel mio intento.

«Come avete detto voi, sono un semplice ragazzo delle pulizie, perciò non ho davvero molto da offrirvi. Però, una cosa c'è.»aggiunse facendo anche un passo avanti per venirmi incontro e rimasi sorpreso da quel gesto: si stava comportando come un qualsiasi altro uomo d'affari nonostante stesse parlando con un suo superiore.

«E sarebbe?»chiesi ancora, ora più curioso che mai. Mi stava offrendo qualcosa per la quale era sicuro non avrei detto no, perciò non potevo fare a meno di sapere che cosa fosse davvero. Anche se, quando parlò, non mi aspettai una risposta del genere.

«Facile, me stesso.»disse, continuando a guardarmi negli occhi, al ché io corrucciai le sopracciglia confuso e lo guardai storto, non capendo cosa volesse davvero intendere con quelle parole.

Cosa significava che voleva offrirsi a me? Era per caso qualcosa di sessuale a cui si stava riferendo? O semplicemente si sarebbe comportato come sacco da box ogni qualvolta io sarei stato incazzato per uno dei miei tanti motivi?

«Vi sto offrendo i miei servizi, ventiquattro ore su ventiquattro. Farò qualsiasi cosa: oltre a quello che faccio giá, ovvero pulire la vostra stanza, vi porterò io il cibo in camera ogni volta che vorrete, vi preparerò per ogni vostra uscita e non capiterà mai più che sia San o qualcun'altro a truccarvi e a vestirvi per una serata.»prese a dire e io fui ancora più confuso. Non era nulla che gli inservienti del castello non facessero già, eppure l'idea di avere un "mio servo personale" mi allettava fin troppo, anche se era evidente che io non ne avessi nemmeno bisogno.

«Hongjoong che stai dicendo...»Wooyoung parlò per la prima volta, rivolgendosi al suo amico e nè io nè il biondo girammo la testa verso quello che aveva appena parlato, troppo presi nel fissarci le iride in quel modo intenso.

«Vi allaccerò le scarpe, vi laverò i denti, mi metterò seduto per terra per farvi sedere su di me e non permettere che si sporchi. Mi potrà chiamare a qualsiasi ora del giorno o della notte e io accorrerò da voi.»continuò senza prestare attenzione al moro e io, nonostante tutto, mi ritrovai a mettere su un ghigno.

Per quanto fosse da malati, mi piaceva sapere di aver sottomesso qualcuno e Hongjoong sembrava perfetto per esaudire ogni mio desiderio. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per me al solo schioccare le dita e ciò mi metteva un'eccitazione che mi avrebbe scosso dalla testa ai piedi da un momento all'altro.

«Hongjoong no!»questa volta fu San che fece dei passi avanti per andare a prendere il suo amico che però lo bloccò con un gesto veloce della mano, non permettendogli di avvicinarsi a lui.

«Allora, accettate lo scambio?»domandò per l'ultima volta, stringendo gli occhi in due fessure e rivolgendomi un'occhiata di fuoco che, se fosse stata in grado di bruciare, ora sarei polvere. Allungò poi il braccio verso di me, mettendo in bella mostra il palmo della piccola mano, aspettando che io gliela stringessi.

Ci misi un attimo a pensare a quello che avrebbe potuto significare accettare quella proposta: avrei infranto una regola dettata da mia madre, quella di nascondere, e proteggere in certo equal modo, gli omosessuali. Sorrisi un'ultima volta prima di fare anche io un passo avanti e andare ad afferrare la sua mano, per poi stringerla.

«Accetto.»risposi soltanto, con ancora un ghigno sulle labbra che, in quel momento, sembrava soltanto star infastidendo il ragazzo che avevo di fronte, ma non me ne curai affatto.

L'attimo dopo sciolsi la presa e, sotto gli occhi di tutti e tre, aggirai un mobile ed andai ad aprire uno dei frigoriferi che c'era in quella stanza. Guardai al suo interno per qualche secondo prima di trovare quello che volevo, ovvero una bottiglia si spumante.

La presi e subito mi occupai di stapparla, non chiesi ad Hongjoong di farlo per me perchè in quel momento quel tappo stava rappresentando la mia vittoria, perciò sarei dovuto essere io a farlo.

Appena il tappo di sughero uscì fuori catapultato a causa della pressione, anche della schiuma colò sul collo della bottiglia ma presto mi portai l'apertura alle labbra, facendo scendere qualche sorso lungo la mia gola, assaporando il sapore frizzante di quella bevanda ghiacciata.

Mi girai di nuovo verso i tre ragazzi e feci il gesto di brindare prima di tornare sui miei passi per uscire dalla cucina.

«Ci vediamo domani, Hongjoong.»dissi per poi sorpassare l'uscio della porta con un sorriso a trentadue denti sul volto. Feci un altro sorso dalla bottiglia e poi afferrai il cellulare, pronto a far sapere la notizia ai miei tre migliori amici.

Ebbene si ora iniziano i guai seri :)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top