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San non riusciva a credere a ciò che vedevano i suoi occhi. Quel vortice oscuro davanti a lui era stato creato da sua madre. Quella stessa donna che sembrava aver perso il controllo di sé. Riuscivano ad intravedere le due figure al centro di quello straordinario, quanto terrificante, fenomeno grazie a piccolissimi spiragli creati dal violento vorticare di quella che Termus aveva identificato come la magia della donna. Non appena il mago aveva detto loro di allontanarsi il suo primo pensiero fu quello di prendere Wooyoung, che era rimasto al suo fianco, e di obbedire cercando di tenerlo al sicuro. I due si erano ritrovati poco dopo scaraventati sul terreno, ma San era riuscito ad attutire il colpo all'altro utilizzando il suo stesso corpo come scudo. Subito Erano stati affiancati da Hongjoong e Jongho, che si assicurarono del loro stato. Nessuno di loro era ferito, ma tutti erano interdetti sul dal farsi.
Termus utilizzò la sua magia per sollevare un piccolo masso che si trovava a poca distanza da loro, poi lo avvicinò al vortice. Nello stesso istante in cui i due entrarono a contatto il masso di sbriciolò in mille pezzi, costringendo tutti a pararsi per evitare di essere colpiti dalla violenza con cui i residui furono scaraventati intorno a loro.
Ognuno di loro era rimasto immobile al proprio posto, cercando nel visto degli altri una risposta a quell'incredibile situazione. Nessuno però sembrava avere un'idea, e la dimostrazione dell'impenetrabilità di quella magia da parte di Termus non aveva aiutato.
Dongyul e il suo consigliere sembravano essere i più confusi fra loro. Se gli altri avevano avuto, in svariati modi, prova dell'esistenza della magia. Per i due fu quello in momento in cui appresero che molte storie di loro conoscenza non erano solo favole che gli erano state raccontate da bambini. La loro sorpresa e la loro confusione era esplicita nella loro bocca spalancata, gli occhi serrati e l'incapacità di proferire parola.
<<Cosa dobbiamo fare Termus>> urlò Ravn, cercando di farsi sentire dal mago che continuava a fissare davanti a sé. Quelle scure raffiche di vento creavano un così assordante rumore che per loro era difficile riuscire a sentirsi perfettamente.
<<La tua magia non può...?>>
<<Non posso interferire con il mondo umano>> rispose velocemente l'anziano, spezzando la domanda che Mingi gli stesse ponendo <<Ma se anche potessi...non ho mai visto nulla prima d'ora. Non ho idea di come->>
Le parole del mago si fermarono non appena vide San ergersi in piedi. Lo sguardo fisso verso il vortice davanti a lui. Gli bastò guardare i suoi occhi per capire cosa avesse in mente.
E lo stesso fu per tutti gli altri.
Wooyoung lo afferrò immediatamente per il polso, costringendolo a fermarsi e a voltarsi.
<<Non farlo>> disse semplicemente. Gli occhi del minore erano velati dalle lacrime per la sola idea di perderlo. Aveva visto cosa era accaduto al masso che era entrato in contatto con quel vortice, non poteva accettare che San...
Wooyoung abbassò lo sguardo e strinse ancora la presa sull'altro.
<<Non andare>> lo pregò.
San osservò come le spalle dell'altro avessero cominciato a tremare e s'inginocchiò davanti a lui. Strinse la mano nella sua e lasciò un lento bacio su quell'anello che lui stesso gli aveva regalato. Quel gioiello che, per loro, rappresentava la loro unione indissolubile.
<<Ho già perso mio padre>> disse, spostando lo sguardo verso il corpo del padre senza vita finito fra le braccia di Mingi, poiché questo lo trattenne per evitare che la violenza delle raffiche lo spazzassero via. <<Non posso perdere anche lei>> aggiunse, posando la sua fronte contro quella del ragazzo, prima di unire le loro labbra in un bacio che, per quanto Wooyoung odiasse ammetterlo, sapesse d'addio.
Poco lontano da loro, alla vista dei due ragazzi, le emozioni degli altri cominciarono a fremere.
<<Dobbiamo fermarlo>> disse Xion <<Non è sicuro per lui avvicinarsi>>
Hwanwoong fece un passo in avanti, ma il vecchio mago tese il suo bastone per fermarlo. Il ragazzo si voltò immediatamente a guardarlo agitato.
<<Aspetta>> disse Termus <<Potrebbe funzionare>>
<<Che vuol dire?>> urlò Hwanwoong <<Non abbiamo tempo per le ipotesi Termus, abbiamo bisogno di qualcosa di certo>>
Il mago di voltò a guardarlo con sguardo severo, ed esasperato.
<<Testardo come tuo solito>> sbuffò il vecchio <<C'è mai stata una volta in cui hai agito seguendo l'istinto?>>
<<Potresti pensare a rimproverarmi qualsiasi cosa ti passi per la mente più tardi e pensare ad un modo per salvare mia sorella senza che mio nipote diventi un miscuglio irriconoscibile di resti umani?>> protestò, indicando la situazione davanti a loro.
<<Sorella? Nipote?>> ripetè fra sé e sé il consigliere di Dongyul. Non era a conoscenza di quel tipo di legame di parentela fra la regina di Illusion e il primo cavaliere del re di Elyos. Ciò comportava anche una muta alleanza fra i due regni. Sentì il terreno mancargli sotto i piedi e la forza nelle gambe abbandonarlo. <<Non abbiamo mai avuto speranza di vincere una guerra contro Illusion>> disse, dando voce alla sua realizzazione <<Lei lo sapeva?>> domandò poi al re, che istintivamente guardò la propria regina.
<<Non è il momento per questo>> rispose velocemente la donna <<Ti dirò tutto una volta tornati a casa....se ancora avremo una casa>> aggiunse nel momento in cui notò il vortice creato dall'amica espandersi di qualche centimetro.
<<Quindi il tuo piano?>> urlò Seoho, verso Termus.
<<La magia si nutre dei sentimenti del possessore>> parlò il vecchio <<Quel vortice è nato dall'odio che prova verso quell'uomo. È stato creato con il chiaro scopo di impedirgli di uscire da lì. Sta lasciando che tutto il suo potere scorra intorno a loro, ma sono sicuro che la parte razionale di lei sia semplicemente sopita. C'è solo un sentimento che può combattere l'odio>>
<<L'amore?>> disse Keonhee <<Non è una favola>> protestò il ragazzo, ma il mago lo ignorò.
<<E quale amore è più forte di quello di una madre per il proprio figlio>> aggiunse Yunho, che era vicino a loro <<Sì, è un azzardo ma potrebbe funzionare>>
<<Fate sul serio?>> domandò Mingi.
<<E se non funzionasse?>> domandò Seonghwa <<Non credo che->>
<<Se qualcuno ha un'idea migliore è ben accetta>> parlò Sunhee <<Altrimenti non abbiamo altra scelta>>
Per via del tono alto con cui tutti avevano parlato anche Wooyoung aveva sentito ciò che era stato detto intorno a lui. Si decise, con molta riluttanza, a lasciar andare la mano di San che prima di voltarsi gli regalò un flebile sorriso.
La situazione intorno a loro peggiorava di secondo in secondo. La pressione che li avvolgeva diveniva sempre più intensa, tuoni rimbombavano nell'aria e fulmini squarciavano il cielo. Il vortice in cui le due figure erano avvolte diveniva lentamente sempre più grande, e nessuno di loro poteva sapere sé a svanire sarebbero stati per primi loro o i loro regni sarebbero stati avvolti da quella forza.
San cominciò a camminare verso quella forza asfissiante. Avanzare era difficile, e mettere un passo davanti all'altro gli richiedeva uno sforzo possente. Sentiva i muscoli delle gambe bruciare e il corpo pesante. Il suo obbiettivo distava solo pochi centimetri, gli sarebbe bastato un ultimo passo per attraversare quel vortice di potere. Era sicuro che anche al suo interno i suoi movimenti sarebbero stati difficili, ma una parte di lui gli diceva che superato quell'ostacolo nulla avrebbe potuto fermarlo. Nonostante i suoi pensieri quell'unico passo gli sembrava impossibile. Non importò quanta forza credette di mettere in quella gamba che continuava a tremare sul posto, il suo piede era immobile sul terreno.
<<Maledizione>> imprecò <<Non posso arrendermi qui>>
Alzò lo sguardo dritto davanti a sé, riuscendo ad intravedere la madre. Lei gli aveva donato la vita, aveva creduto in lui, lo aveva appoggiato in ogni sua scelta, aveva lottato per proteggerlo. Ed in quel momento in cui toccava a lui salvarla non poteva mollare. La pressione intorno a lui era così forte che anche tenere gli occhi aperti era difficile, e il braccio teso davanti a lui a coprirli non forniva che un misero aiuto.
Sentì qualcosa posarsi sulla sua schiena, qualcosa che sembrava spingerlo in avanti. Poi, una presenza. Quando San si voltò trovò al suo fianco Leedo. La guardia rimase in silenzio, ma il suo intento fu chiaro al ragazzo. Entrambi annuirono e si spinsero in avanti fino ad attraversare la soglia di quel vortice con un piede. Nello stesso istante in cui gli interi corpi dei due attraversarono il vortice questo sembrò quasi creare per loro un accesso che si richiuse immediatamente alle loro spalle.
I due avanzarono fino a porsi davanti alla donna, che seppur avesse i suoi occhi spalancati non sembrava guardarli davvero.
<<Madre vi prego fermatevi>> urlò San <<Non è necessario sacrificarsi, quell'uomo non potrà più farci del male>>
<<Fermati, se vai avanti così non farai del male solo a te stessa ma anche a tutti gli altri, e non è mai stato ciò che hai voluto>> aggiunse Leedo.
Inutili furono tutte le richieste, le preghiere dei due. La donna sembrava irraggiungibile. Restare in piedi era difficile per entrambi, l'aria intorno a loro diventava sempre più pesante tanto da rendergli difficile respirare. Non avrebbero resistito ancora per molto.
<<Non funziona>> si lamentò San <<Perché non ci ascolta>>
La guardia non seppe come rispondere. Era però vicino a perdere i sensi, e se nonostante il suo corpo allenato si sentiva in quel modo, era sicuro che per San fosse anche più difficile.
<<E va bene Minsu>> disse Leedo, prendendo la donna per il polso <<Se vuoi andare fino in fondo va bene, però porterai me con te>> detto quello se la tirò contro stringendola fra le braccia.
San afferrò la mano libera della madre e la strinse nella sua, prima di unirsi all'abbraccio.
<<Ed io verrò con voi>> aggiunse.
<<Non ti perderò ancora>> dissero i due in coro, lasciando che una lacrima scivolasse via dai loro occhi chiusi.
Se quella sarebbe stata la fine allora l'avrebbero affrontata insieme, senza paura.
Coloro che si trovavano all'esterno diventavano sempre più ansiosi. Riuscivano a mala pena a vedere cosa stesse accadendo all'interno di quel vortice, ma non erano sicuri di riuscire a capire cosa veramente significasse tutto ciò che vedevano. Li avevano visti parlare, senza aver potuto sentire le loro parole. Li avevano visti unirsi in un abbraccio che gli strinse lo stomaco non promettendo nulla di buono.
Il vorticare di quella magia di fermò di colpo. Quella nube scura e violacea sembrò come essere risucchiata verso l'interno per poi espandersi violentemente all'esterno, liberandosi intorno a loro con una luce così accecante da costringerli tutti a voltarsi per evitare di restare accecati. Fu questione di pochi secondi, e tutto intorno a loro si calmò. La pioggia, la tempesta, la pressione, la paura, la magia.
Sbatterono gli occhi per qualche secondo prima di riportare lo sguardo davanti a loro.
Jihyun tossì, libero di tornare a respirare come prima. Le sue forze erano esaurite, rendendogli impossibile fuggire sulle sue gambe. Provò a trascinarsi lontano da loro, ma fu costretto a fermarsi quando davanti a sé vide due stivali in pelle e l'orlo di un abito. Alzò lentamente lo sguardo per riconoscere Sonmin e Seungsik che gli sbarravano la strada.
<<I tuoi giochi finiscono qui>> disse il vecchio cameriere.
San e Leedo erano ancora rannicchiati su sé stessi, mentre il secondo stringeva a sé sia la regina che il principe. I due alzarono lentamente la testa, confusi su cosa fosse accaduto. Davanti a loro videro due figure spettrali. Il loro essere gli permetteva di vedere attraverso loro, nonostante la vista risultasse comunque distorta. I due avevano già visto quella figura femminile, Seoyeon, e ricordando il racconto che avevano sentito dai due anziani prima diedero per scontato che il ragazzo al suo fianco fosse Sungwoo.
La ragazza si abbassò lentamente, e passò una mano sul viso della regina priva di sensi fra le braccia della sua guardia.
<<Starà bene>>
<<Cos'è successo?>> domandò San.
<<Era veramente pronta a sacrificare la sua vita per liberare tutti noi dalla manipolazione di quell'uomo>> parlò Sungwoo.
<<Ma non era pronta a sacrificare voi due>> aggiunse la principessa <<È riuscita a far fronte a quel briciolo di razionalità che le era rimasta per fermarsi>>
<<Vostre altezze>>
A riportare alla luce quei loro vecchi titoli furono proprio coloro che avevano vissuto al loro fianco. Rivederli scatenò in loro sentimenti di pura nostalgia e gioia.
<<Siete rimasti qui per tutto questo tempo?>> domandarono gli anziani.
<<Qui, sì. A vegliare sui nostri discendenti, sperando che ciò che capitato a noi non ricapitasse in futuro>> disse il principe <<Il destino però sa essere davvero crudele>>
<<Ora però grazie ad ognuno di voi questa lunga storia di menzogne e tradimenti può finalmente aver fine>> disse Seoyeon <<Tutti voi, ed anche noi>> aggiunse affiancando colui che nella vita e la morte era stato il suo unico e vero amore <<Siamo liberi>>
Sungwoo strinse la mano della ragazza al suo fianco e le sorrise. Portò poi lo sguardo su Wooyoung. San se ne rese conto e immediatamente lo affiancò.
<<Mi dispiace se in qualche modo ti ho spaventato quella notte, o se ho instaurato in te dubbi. Volevo solo proteggerti>> disse, con tono dispiaciuto e sincero <<Sembra però che io mi sia preoccupato inutilmente>> sorrise poi.
<<Siate felici d'ora in poi>> aggiunse la principessa.
Le anime dei due giovani si guardarono e annuirono. Era rimasta solo un'unica cosa da fare. I due si scagliarono in avanti, afferrando Jihyun per le braccia. Questo urlò, dimenandosi, ma i due lo portarono via con loro, lasciando che le sue urla svanissero a lunga distanza.
Era giusto così. Era stato lui ad iniziare tutto quello, privando i due giovani del loro futuro. Ed in quello stesso modo si sarebbe conclusa quella storia. I due avrebbero avuto la loro vendetta liberandosi di ogni catena dal passato che li costringeva in quell'abisso di sofferenza.
Volevo avvisare che...manca ufficialmente un capitolo alla fine di questa storia...
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