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San ci aveva pensato attentamente e, nonostante il suo piano non fosse perfetto in tutto e per tutto, era deciso sul da farsi. Il suo piano era quello di nascondere le armi che da poco erano arrivate a palazzo, sicuro del fatto che il padre non ne fosse a conoscenza e che quindi nessuno avrebbe potuto reclamare apertamente. Sapevano dove queste erano state sistemate e sapeva che vi fosse sempre qualcuno di guardia, il come avrebbero affrontato le guardie o come avrebbero gestito il piano sarebbe stato lasciato all'improvvisazione. Qualsiasi suggerimento da parte dei suoi amici sarebbe stato ben accetto.
La notte era già calata sul palazzo e tutti coloro che ci vivevano, esclusi i soldati di guardia, si erano lasciati andare ad un sonno rigenerante dopo una lunga giornata impegnativa. Fu allora che i quattro ragazzi lasciarono la stanza del principe per muoversi verso i sotterranei. Era stato Jongho a premurarsi di tenere le casse di armi sotto controllo per scoprire dove sarebbero state nascoste, proprio per quel motivo fu lui a fare da guida agli altri. Si mossero tranquillamente lungo i corridoi vuoti, nascondendosi di tanto in tanto alle spalle delle vuote armature che li adornavano o dietro ad alcuni dei grandi arazzi che ricoprivano le pareti al passare di alcune guardie. San avrebbe anche potuto affrontare direttamente i soldati che si sarebbe trovato davanti, lui era il principe e nulla gli impediva di muoversi per il castello a qualsiasi orario desiderasse, sapeva però che quella era una situazione delicata e preferiva che tutti fossero convinti che fosse nella sua stanza a dormire, come tutti gli altri. Jongho li guidò, attentamente, lungo i sotterranei. Arrivati nella profondità di quei corridoi scuri, fatti solo di pietra dove non vi era altro che piccole fiaccole alle pareti per illuminarli e porte in legno dai cardini arrugginiti, a far notare il loro stato di abbandono, i ragazzi furono costretti a fermarsi poco prima di svoltare per raggiungere la stanza che custodiva le armi.
<<Sono dietro quella porta>> indicò Jongho, sporgendosi leggermente per riuscire a spiare verso ciò che indicava. Anche gli altri fecero lo stesso e subito notarono la porta ben controllata da due uomini immobili ai suoi lati e altri due che si muovevano in modo alternato per non lasciare il corridoio scoperto.
Yeosang si era chiesto il perché, una volta superati i sotterranei che contenevano le prigioni a cui diversi potevano aver accesso, quei corridoi fossero privi di protezione e guardando quei quattro davanti a lui ne capì immediatamente il motivo.
<<Non sono semplici guardie>> parlò il ragazzo, cercando di mantenere un tono basso <<Sono dei mercenari, uomini addestrati brutalmente che uccidono per il piacere di farlo e sotto compenso, e qualcosa mi dice che nessuno di quei quattro sia originale di Illusion>>
<<Ne sei sicuro?>> domandò Jongho e il ragazzo annuì.
<<Non hanno né le armature di Illusion né ne indossano i colori>> iniziò a spiegare <<Guardate le loro spade, non portano lo stemma del regno, ed oltre ad esse sono armati di pugnali e azzarderei anche altro nascosto sotto quei vestiti. Sono più grossi dei semplici soldati, e non li ho mai visti fra le nostre fila>>
San ascoltò attentamente le parole di Yeosang, gli avrebbe affidato la vita e se questo era sicuro delle sue parole ed era altrettanto sicuro di non aver mai visto quegli uomini allora si fidava di lui. Nessuno conosceva alla perfezione tutti i soldati del regno, nessuno a parte Yeosang che essendone uno degli strateghi aveva imparato a conoscere nomi e particolarità di ognuno di loro.
<<Ci serve un piano>> annuì San, rivoltò a Yeosang.
<<Bene quindi non solo dobbiamo liberarci di tutte quelle armi da soli ma ora dobbiamo anche vedercela con dei mercenari?>> disse chiaramente contrariato dalla loro presenza.
<<Perché è un problema per te?>> lo sfidò Jongho, sollevando un lato delle labbra in un sorrisino divertito.
<<Assolutamente no>> ribatté prontamente il più alto, raddrizzandosi fiero <<Anzi, posso occuparmi di tutti loro da solo meno di dieci minuti>>
<<Tu non farai un bel niente>> disse Yeosang perentorio.
<<Ti piacerebbe>> lo sfidò ancora Jongho <<Io né impiegherei meno di cinque>>
<<Vuoi scommettere?>>
<<Qui nessuno scommette su niente>> s'intromise San.
<<Ci sto>> rispose decisivo Jongho.
<<Anche io>> si accodò Mingi.
I due ignorando qualsiasi gesto o parola di San e Yeosang svoltarono tranquilli l'angolo, mentre i due rimasti ai loro posti si ritrovarono a sospirare pesantemente passandosi una mano sul viso, e si ritrovarono davanti uno dei quattro Mercenari. Questo istintivamente urlò per avvisare gli altri della presenza dei ragazzi. I due uomini che si trovavano a guardia della porta afferrarono le loro armi e, messisi in posizione di difesa, rimasero fermi ai loro posti mentre il terzo si mosse velocemente per raggiungere quello che oramai era finito nelle mani di Mingi. Il mercenario fece giusto in tempo a notare il compagno essere atterrato che si sentì afferrare per un braccio e, dopo essersi voltato il giusto per notare il viso di Jongho ghignare soddisfatto, sentì un colpo arrivare dritto alla sua nuca per poi perdere i sensi. I due rimasti cominciarono a guardarsi preoccupati nell'esser stati testimoni della velocità con cui i due ragazzi avevano messo ko i loro compagni. Sentirono i loro corpi tremare leggermente nel momento in cui i loro occhi si incontrarono ma servirono solo pochi secondi perché venissero disarmati e finirono anche loro per terra.
<<Ci ho messo di meno io>> urlarono all'unisono Jongho e Mingi indicandosi il petto soddisfatti. I due presero a discutere animatamente su chi di loro avesse impiegato meno tempo ad abbattere i mercenari e non si resero conto di Yeosang e San che li avevano raggiunti. San rimase qualche passo indietro mentre Yeosang sembrò, improvvisamente, torreggiare sui due che erano ancora persi nella loro discussione. Il ragazzo tossì leggermente per richiamare la loro attenzione e solo allora i due si fecero morire in gola ogni possibile parola. Lentamente si voltarono verso il ragazzo che, con le braccia incrociate e sguardo assassino li osservava in silenzio. Yeosang era un ragazzo dal viso angelico, premuroso e alle volte anche dolce, ma vi erano dei momenti in cui era capace di divenire più spaventoso di qualsiasi mostro immaginabile, e quello fu uno di quei momenti.
Un piccolo movimento catturò l'attenzione di Yeosang che spostando leggermente lo sguardo verso destra notò che uno dei mercenari avesse cominciato a strisciare nel tentativo di fuggire. Sbuffò pesantemente e gli posò un piede sulla schiena per atterrarlo nuovamente e tenerlo al suo posto.
<<Jongho, legali>> ordinò serio <<Stretti>>
Il ragazzo velocemente annuì e, fatto perdere i sensi all'uomo trattenuto dal maggiore, li riunì tutti spalla contro spalle e utilizzando una corda che avevano portato con loro.
Yeosang lanciò uno sguardo veloce a Mingi, che si voltò nel lato opposto, poi portò lo sguardo verso San che lo affiancò.
<<Cosa hai intenzione di fare?>> domandò Yeosang.
<<Dall'interno dovremmo aver accesso ad un passaggio segreto, ho studiato le vecchie piantine dei sotterranei ed è pieno di stanze nascoste>> rispose San tranquillo <<Utilizzeremo una di quelle per nascondere le armi.
<<Credi che nessun'altro scoprire quei passaggi?>> chiese ancora il ragazzo.
<<Non senza quelle cartine>> sorrise il principe, facendo capire che l'altro si fosse già premurato di nasconderle.
<<Ci penso io, butto giù la porta>> disse di colpo Mingi, sperando di alleviare anche se solo un po' la rabbia che Yeosang avrebbe potuto sfogare su di lui da un momento all'altro. Si allontanò dalla porta che Yeosang, San e Jongho che aveva ormai finito di legare gli uomini, affiancarono e prese la rincorsa. Proprio nel momento in cui pochi passi separavano il ragazzo, già in corsa, dalla porta Yeosang ne afferrò il pomello e la aprì lasciando che il più alto ci finisse dentro seguito subito dopo dal rumore di oggetti che cadevano.
<<Non c'è una serratura>> fece notare Yeosang <<Era aperta>>
<<Sto bene>>
La voce di Mingi arrivò dall'interno della stanza lasciando che i ragazzi ridacchiassero.
<<La rabbia mi è improvvisamente passata>> sospirò tranquillo Yeosang entrando nella stanza.
I ragazzi impiegarono quasi tutta la notte a spostare tutte le armi, poiché la quantità fosse abbastanza per armare due eserciti interi. San si chiese in che modo il consigliere fosse riuscito a procurarsi il denaro e le conoscenze per riuscire a procurarsi tutte quelle armi. Sentiva che ci fosse qualcosa che ancora non sapeva di quell'uomo e sapeva che quel qualcosa avrebbe persino potuto cambiare le carte in tavola in tutta quella situazione. Come poteva però riuscire a scoprire di più su quell'uomo che non sembrava avere amici, conoscenti o addirittura familiari. Familiari, quella parola riecheggiò nella mente di San, come poteva in tutti quegli anni non aver conosciuto o sentito parlare della famiglia del consigliere?
<<Qualcuno conosce il cognome di Jihyun?>> domandò di colpo San, sorprendendo i ragazzi. Questi si guardarono confusi dalla repentina domanda poi scossero la testa.
Non conosceva il suo cognome e la cosa gli sembrò assolutamente strana poiché chiunque, a corte, veniva presentato per nome e cognome. Tutti sapevano il cognome di tutti all'interno del palazzo eppure San era pronto a scommettere che nessuno conoscesse quello di quell'uomo.
<<Possibile che abbia voluto nasconderlo per tutti questi anni?>> chiese fra sé e sé <<Se lo scoprissi forse...potrei scoprire qualcosa legata a lui che mi aiuti a liberarmene>>
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