21


San camminava per i corridoi a passi spediti, guardando dritto davanti a sé. Intorno a lui era tutto così silenzioso, solo i suoi passi e quelli di Wooyoung erano udibili, mentre nella sua mente vi era così tanto rumore da farlo impazzire. In un piccolo angolo dei suoi pensieri poteva sentire la voce dell'altro ripetere il suo nome, quasi come un mantra, fra tutte le notizie che quella sera aveva ricevuto.

Cosa significava che lui poteva non essere il figlio del re?

Le parole di sua madre non avevano fatto altro che aumentare la sua confusione. Era chiaro che il suo primo amore non fosse stato il re, poiché lei ne aveva parlato ricordando la sua adolescenza e San sapeva che aveva incontrato il re negli anni successivi a questa.

Arrivato nella sua stanza si fermò proprio al centro di essa, i pugni stressi lungo i fianchi e lo sguardo basso.

Wooyoung lo aveva seguito non appena, dopo che Jongho aveva rivelato ciò che aveva sentito nascosto in uno dei passaggi che portavano alla sala del trono, San era uscito velocemente dalle stanze dei ragazzi. Tutti, davanti al dubbio della paternità del ragazzo, erano rimasti sorpresi e scioccati da quelle parole. San però aveva reagito così velocemente che Wooyoung aveva fatto giusto in tempo ad accorgersene. I ragazzi sapevano che muovendosi in gruppo avrebbero destato sospetti sul raddoppiamento del loro gruppo, perciò lasciarono che solo Wooyoung lo seguisse. Al castello in fondo nessuno conosceva il volto del principe di Aurora.

Il principe sapeva che il maggiore fosse diretto nelle stanze della regina a chiedere delle spiegazioni, ciò che non si aspettava era però di scoprire che al suo interno vi fosse anche la sua di madre. Rimasero entrambi in silenzio, ad ascoltare ciò di cui le due discutevano, e nonostante anche lui rimase sorpreso nel sentir parlare di un primo amore non fece quasi in tempo a rendersene conto perché San riprese a muoversi spedito nella direzione opposta.

Arrivati nella stanza di San, Wooyoung chiuse lentamente la porta alle loro spalle e portò lo sguardo sull'altro. Il ragazzo sembrava una statua, perfettamente immobile al suo posto.

<<San>> riprovò per l'ennesima volta il minore, sperando di riuscire finalmente ad ottenere una risposta.

<<Chi sono io?>> sbottò l'altro di colpo.

<<Che vuoi dire?>> chiese confuso Wooyoung.

<<Se non sono il figlio del re, e quindi non sono il principe di questo regno>> parlò San, voltandosi con sguardo furente e al tempo stesso addolorato verso l'altro <<Chi sono io?>>

Non appena i loro occhi s'incontrarono Wooyoung sentì il suo cuore perdere un battito.

<<Se davvero il re non è mio padre tutta la mia vita non è altro che una menzogna. Tutto quello che ho fatto, che ho vissuto, a cosa è servito?>> disse in tono alto <<Non so più chi sono Wooyoung>>

Urlando quelle parole San si lasciò cadere in ginocchio, tenendosi la testa fra le mani, annaspando in cerca di ossigeno che riempisse i suoi polmoni. Wooyoung gli si lanciò subito contro, inginocchiandosi davanti a lui, portandogli le mani al viso per farglielo alzare.

<<San guardami>> ordinò, l'altro però sembrò non volerlo ascoltare perciò dovette urlare <<Ho detto guardami, ora>>

San scattò, alzando la testa sorpreso a sentire quel tono perentorio e forte dall'altro. I suoi occhi erano spalancati e da questi avevano cominciato a scivolare lacrime di cui non si era accorto. Wooyoung sorrise leggermente, andando ad asciugarle con il pollice, poi gli baciò gli occhi uno per volta.

<<Hai davvero bisogno di un titolo per essere qualcuno?>> domandò, con tono leggero <<In tutti questi anni tua madre ti ha sempre amato immensamente, il re è stato orgoglioso si te, Leedo ti ha protetto, tutti gli altri ti sono stati accanto. Credi lo abbiano fatto perché tu sei il principe?>>

San non rispose a quella domanda. Non che Wooyoung aspettasse realmente una risposta, ma si fermò per qualche istante solo per permettergli di riuscire a capire ogni singola parola che stava pronunciando.

<<No, lo hanno fatto perché sei tu, semplicemente San. Una persona meravigliosa, in grado di proteggere la sua famiglia, ed i suoi amici. Tutti qui ti amano, e non perché sei il principe, ma perché sei tu>> parlò ancora, lentamente, lasciando che ogni parola uscisse come una carezza dalle sue labbra e avvolgesse il ragazzo davanti a lui <<Ed anche io, mi sono innamorato di te senza sapere chi tu fossi>>

Wooyoung sapeva di non aver fatto un discorso di alcuna profondità. Aveva semplicemente dato voce ai suoi pensieri. Non sapeva se le sue parole avrebbero potuto aiutare San in qualche modo, nonostante ci sperasse, ma voleva fargli capire che il suo stato di nascita non avrebbe cambiato la sua persona.

San sembrò calmarsi a quelle parole, sorpreso. Non poteva negare che la sua mente fosse diventata un profondo oceano di paure, eppure Wooyoung era riuscito a pronunciare le uniche parole in grado di sconfiggerle. Aveva ragione, non sarebbe stato il suo stato di nascita a identificarlo.

Il maggiore posò la mano su quella dell'altro, posata sulla sua guancia, e le intrecciò allontanandole insieme fino a farle cadere fra i loro corpi. Con l'altra andò a accarezzare lentamente il viso di Wooyoung, fino a farla scivolare sulla sua nuca sulla quale applicò una leggera pressione per attirarselo contro. Il minore non oppose alcuna resistenza, e si fece guidare fino a quando le loro labbra non furono le une sulle altre. Cominciarono a muoversi lentamente. Nessuno dei due sembrava aver fretta, al contrario sembravano volersi godere ogni secondo di quel contatto. San chiese il permesso, con un piccolo colpetto della lingua, ad avere di più della bocca dell'altro e questo acconsentì felicemente. Le loro lingue cominciarono ad accarezzarsi dolcemente, in una danza sinuosa e delicata. Quel contatto durò però poco, perché il ragazzo scese lungo la mascella, lentamente, e il collo marchiandolo leggermente. Il maggiore scivolò con la mano lungo la mano libera di Wooyoung, poi le portò entrambe intorno al suo collo mentre lo stringeva per i fianchi e sollevava entrambi dal pavimento. Il biondo si aggrappò il più saldamente possibile ai fianchi dell'altro, e sospirò quando lo sentì muoversi per la stanza. Non poté vedere dove fosse diretto, troppo occupato a godersi le attenzioni che gli venivano riservate. Fu quando la sua schiena entrò in contatto con qualcosa di morbido che capì dove fosse. San si allontanò leggermente da lui, puntellando i gomiti sul materasso per reggersi, come per chiedere un muto consenso. Wooyoung sorrise e lentamente andò a sbottonare la camicia che il ragazzo indossava, ringraziando il fatto che avesse tolto la giacca quando erano ancora con gli altri per stare più comodo. Il moro guardò prima le mani dell'altro liberare i bottoni della sua camicia, poi tornò su con lo sguardo su di lui. Aveva ottenuto la risposta che cercava. Freneticamente aiutò l'altro a sfilarlo dell'indumento, restando con solo i pantaloni addosso prima di fare lo stesso con il ragazzo sotto di lui, non mancando però di torturare ogni piccolo centimetro di pelle che veniva liberata. Wooyoung era diventato in poco tempo un pasticcio di ansimi e soavi gemiti che stavano, passo dopo passo, guidando San alla pazzia.

<<Wooyoung io...>> ansimò San, cercando di aggrapparsi a quel briciolo di autocontrollo che gli era rimasto <<Fermami ora...ho paura di non riuscire a controllarmi e...non voglio farti del male>>

Wooyoung sentì un brivido passare lungo la sua spina dorsale, provocatogli dalla voce bassa e roca del moro.

<<Non ti fermerò>> disse in un sussurro, avvicinandosi lentamente all'orecchio dell'altro <<Perché se sei tu non mi importa del dolore>>

San lo guardò negli occhi per qualche secondo, poi sorrise mentre lentamente privava entrambi degli ultimi indumenti. Scese nuovamente sulle labbra dell'altro e le catturò fra le sue, prendendo nuovamente a gustarle lentamente. In un movimento lento fece scontrare i loro bacini, catturando il leggero gemito del ragazzo sotto di lui. Lentamente interruppe quel contatto e fece voltare Wooyoung in modo che questo avesse il petto contro il materasso. Il modo fece scivolare la sua mano sull'erezione, bisognosa di attenzioni, del biondo mentre tracciò un sentiero di baci partendo dal collo, le spalle, la schiena, arrivando alle natiche e poi fra esse per prepararlo al meglio delle sue possibilità. Wooyoung strinse aggressivamente le lenzuola fra le dita nel sentire la lingua dell'altro lavorarlo e la sua mano stimolarlo. Sentiva un calore espandersi lentamente nello stomaco e la mente svuotarsi di ogni pensiero che non riguardasse in ragazzo dietro di lui. Proprio quando sentì di essere vicino a raggiungere il culmine quando sentì San allontanarsi da lui. Subito capì. Era la sua prima volta, ciò lo rendeva nervoso, sapeva però che non si sarebbe donato a nessun altro che non fosse lui. Sentì le mani dell'altro percorrere il suo corpo, lentamente, fino a raggiungere le sue e intrecciarsi fra loro nello stesso momento in cui entrò in lui. Rimasero così, immobili, respirando il profumo dell'altro mentre le loro mani aumentavano la stretta. Il moro aspettò fino a che non sentì il corpo dell'altro rilassarsi sotto di lui prima di cominciare a muoversi. I movimenti furono lenti, controllati, ma ben presto diventarono forti, decisi e mirati. I loro corpi fremevano e tramavano nel sentirsi l'uno parte dell'altro, i loro sensi si riempivano di quel momento e finalmente capirono quale fosse il loro posto nel mondo.

***

Le due regine erano state raggiunte dalle loro guardie, e queste avevano spiegato loro cosa fosse successo nella sala del trono.

<<Come osano incolpare noi>> sbottò oltraggiata la regina Sunhee <<Nessuno di noi si maccherebbe di un gesto tanto vile>>

<<Per quanto Dongyul non mi piaccia devo ammettere che non si abbasserebbe a tanto>> parlò Seoho.

<<Si>> annuì Minsu <<Piuttosto verrebbe lui stesso ad uccidermi, non lascerebbe mai questa soddisfazione a qualcun altro>> ridacchiò.

<<Cosa ci sarebbe da ridere al riguardo?>> l'ammonì Leedo serio <<E perché sei a letto? Fino a poco prima che andassi nella sala del trono mi hai urlato contro di non volerci andare>>

<<Ovviamente io sono molto più convincente di te>> rispose immediatamente Sunhee.

Leedo inarcò un sopracciglio, ma non fece in tempo a ribattere che Ravn e Keonhee si lanciarono nella stanza.

<<Arriva Hyunki>> dissero velocemente.

<<Nascondetevi tutti, presto>> ordinò Minsu, uscendo velocemente dal letto per indossare la vestaglia abbandonata ai piedi di questo.

Seoho afferrò Sunhee per il polso e insieme agli altri s'infilò nel passaggio presente nella stanza della regina, lasciando la porta sulla parete socchiusa quel tanto da non essere notata ma abbastanza per permettere loro di ascoltare.

Passarono solo pochi secondi prima che la porta della stanza della regina si aprisse e il re facesse la sua comparsa. Hyunki si avvicinò piano alla donna e la guardò.

<<Come ti senti?>> domandò.

<<Sto bene>> rispose velocemente lei <<Ho saputo che i due che hanno attentato alla mia vita sono stati catturati>> disse.

<<E sai già cosa è successo>> rispose il re, avvicinandosi verso il grande camino presente nella stanza, riferendosi al fatto che sapesse che le guardie le avessero già riferito tutto <<Quindi perché lo chiedi?>>

<<Perché voglio conoscere i tuoi pensieri>> disse la regina.

Il re sorrise leggermente. Si era sempre ritenuto fortunato di non aver sposato una donna i cui unici interesse fossero i gioielli della corona o i pettegolezzi. In quel momento però non riusciva a capire se apprezzasse che la donna si interessasse a quell'argomento o no.

<<Dichiarerò guerra ad Aurora>>

La voce del re fu seria, imperativa, e gutturale. La stanza intorno a loro diventò silenziosa e gelida. La regina Minsu si sentì mancare il terreno sotto i piedi.

Nascosti nel passaggio all'interno della parete anche tutti gli altri si ritrovarono sorpresi e colpiti da quelle parole. Sunhee fu pronta a scattare ma Seoho l'afferrò in tempo e la trattenne contro il muro, posandole una mano sulla bocca e facendole cenno di rimanere in silenzio.

<<Sei impazzito?>> domandò Minsu <<Aurora è alla nostra pari come armi e forza, vuoi davvero mettere in pericolo il tuo popolo? Per cosa? Per qualcosa per cui non hai alcuna certezza?>>

Hyunki si voltò velocemente e la fissò dritta negli occhi, serio e...furioso.

<<Parli come lui>> ringhiò mentre le parole del consigliere riecheggiavano nella sua mente <<Non puoi semplicemente appoggiare la mia decisione?>>

<<Se fosse stata una decisione saggia lo avrei fatto>> protestò la donna <<Ma non posso vederti perdere la ragione e restare in silenzio>>

<<Tu se l'unica>> parlò ancora il re, avvicinandosi lentamente a lei <<Tu sei l'unica che abbia mai avuto il coraggio di andare contro i miei ordini. E anche San>> fece notare.

<<Questo perché io e tuo figlio non vogliamo vederti prendere decisioni che distruggano il popolo, e te stesso>> disse la regina, afferrando la mano del re dolcemente <<Ripensaci, te ne prego. Non commettere questo errore>>

<<Errore?>> domandò il re, assottigliando leggermente gli occhi <<Chi crede che sia un errore? Tu? O la tua guardia?>> ringhiò gutturale, afferrando la regina per i fianchi <<Dì semplicemente che mi appoggerai, e dimenticherò tutto il resto>> ordinò ancora.

La regina non riuscì a capire perché, in quella richiesta il tono del re sembrò così supplichevole, quasi addolorata. Non riuscì però a rispondere perché la presa dell'uomo faceva pressione proprio sulla sua ferita, e questa cominciò a provocarle così dolore da non riuscire a formare una frase di senso compiuto mentre davanti a lei vide solo rosso.

Il re prese quel silenzio come una risposta e la lasciò andare violentemente, ignorando il fatto che la donna si fosse accasciata sul pavimento. Con passi decisi, senza voltarsi indietro si diresse fino alla porta quando la voce della regina lo richiamò.

<<Hyunki pensa attentamente alla decisione che prenderai>> disse, parlando alla schiena dell'uomo <<E sappi che io agirò di conseguenza>> concluse, ma l'uomo lasciò la stanza senza risponderle.

Non appena il re si chiuse la porta alle spalle tutti uscirono dal loro nascondiglio e aiutarono la regina a rimettersi in piedi. Sia Leedo che Keonhee persero il loro colorito nel vedere il sangue cominciare a macchiare la vestaglia della donna.

<<Sei ferita>> ringhiò Keonhee con sguardo omicida.

<<E non hai detto nulla>> urlò Leedo, stringendo i pugni fino a rendere le nocche bianche.

<<Non è la cosa importante ora>> li ammonì lei <<Lo avete sentito>>

<<Che hai in mente?>> domandò Sunhee.

<<Non abbiamo più tempo>> parlò ancora Minsu <<Prendete Wooyoung e gli altri e tornate al castello il prima possibile, ho paura che questo castello non sarà più un luogo sicuro. Ci incontreremo da lui fra due giorni>>

Sunhee annuì velocemente e, guidata da Seoho e gli altri si rifugiò nuovamente nei passaggi del castello pronta a recuperare suo figlio e tutti gli altri. Aveva davvero sperato non fossero costrette ad agire in alcun modo, ma la situazione sembrava muoversi in una direzione opposta. 

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