20


Seoho stava cavalcando a rotta di collo verso Erantion. Il fiato quasi gli mancava nei polmoni, ma non solo per la frenetica cavalcata. Con quali parole sarebbe riuscito a raccontare ciò che era successo, ed era ancora in atto a Egand? Come avrebbe fatto a dire a Sunhee che suo figlio si trovava nel castello? E che avevano attentato alla vita di Minsu? La guardia conosceva bene la regina, se solo non avesse trovato le parole giuste avrebbe potuto creare ancora più panico di quanto già ne avesse vissuto in quella giornata. Sapeva però benissimo che nessuna parola, frase o discorso preparato sarebbe andato bene.

<<Dannazione>> ringhiò a voce alta, spronando ancora di più il suo cavallo, mentre il suono degli zoccoli sul terreno riecheggiava intorno a lui.

***

La regina Sunhee era occupata a camminare avanti e indietro per la biblioteca, cercando di mettere in ordine tutto ciò che aveva scoperto.

Secondo il registro reale anni prima un principe era morto in giovane età, e sulla sua morte vi erano ancora fin troppe domande senza risposta che non aiutavano a chiarire l'intera situazione. Sungwoo era il suo nome, e secondo i calcoli della regina il ragazzo era un diretto discendente di suo marito. Eppure continuava a chiedersi come mai non aveva mai sentito alcuna storia su quel principe. C'era qualcos'altro che complicava il tutto: dati i tanti anni passati dubitava che vi fosse qualcuno ancora in vita che avesse potuto raccontarle qualcosa al riguardo, o se qualcuno realmente fosse stato ancora vivo sarebbe stato così vecchio che la regina temeva fosse in grado di ricordare tutto fin nei dettagli. Come se non bastasse, se persino nel registro reale non vi era nulla sulla sua morte come poteva sperare che qualcun altro potesse saperne di più?

La regina si risvegliò dai suoi pensieri nel momento in cui sentì un tonfo alle sue spalle, nel voltarsi notò uno degli scaffali della biblioteca aprirsi e Seoho fare la sua comparsa. Non le ci volle che qualche secondo per capire che fosse successo qualcosa, le bastò guardarlo, i capelli totalmente spettinati, il petto che si alzava e si abbassava freneticamente e il viso leggermente arrossato per la probabile corsa fra i passaggi del castello.

<<Cos'è successo?>> chiese la regina immediatamente <Dov'è Wooyoung? E gli altri?>>

<<Sta bene>> si affrettò a rispondere Seoho, sperando che il quel modo Sunhee potesse ascoltarlo in modo più calmo <<Stanno tutti bene>>

<<Dimmi cosa è successo Seoho>> ordinò lei, dopo aver sospirato quasi in modo impercettibile nel sapere che suo figlio e gli altri stessero bene, sapeva però che il ragazzo avesse altro da dire.

Seoho l'osservò per qualche secondo e respirò profondamente, doveva riuscire ad essere pronto a quello che sarebbe successo da quel momento in avanti, in ogni modo possibile.

<<Qualcuno ha attentato alla vita di Minsu, l'intero regno è in subbuglio. Keonhee e Ravn hanno inseguito gli aggressori e anche l'esercito è sulle loro tracce. Wooyoung e gli altri sono nel castello insieme a San e i ragazzi, li terranno al sicuro>>

La regina si ritrovò a perdere l'equilibrio nell'accumulare tutte quelle informazioni una dopo l'altra. Seoho si lanciò in avanti giusto in tempo per afferrarla per i fianchi e guidarla verso la poltrona più vicina. Lo sguardo di Sunhee era fisso sul pavimento, nonostante gli occhi scuri della guardia cercassero la sua attenzione che ottennero solo nel momento in cui lui le afferrò il viso e la costrinse a guardarlo.

<<Stanno tutti bene Sunhee, ascoltami>> disse Seoho lentamente, mentre le mani della regina si ancorarono ai suoi polsi, in cerca di un sostegno che l'aiutasse a tornare con i piedi per terra <<Sono venuto qui solo per avvisarti che con molte probabilità non riusciremo a riportare Wooyoung indietro entro stanotte, tutte le strade sono sorvegliate. Tornerò al castello e aiuterò gli altri come posso, ma tu devi promettermi che cercherai di fare attenzione, il fatto che Minsu sia stata attaccata mi fa preoccupare anche per te>> disse in modo diretto, mentre i suoi occhi erano fissi in quelli della donna, che in uno scatto veloce liberò il suo volto dalla presa dell'altro a si alzò in piedi.

<<Credi davvero che resterò qui buona con tutto quello che sta succedendo? Mio figlio si trova in quel castello, così come la mia più cara amica che è appena scampata ad un attacco>> disse Sunhee, alzando il tono di voce <<Verrò con te ad Egand>> aggiunse poi perentoria, spostandosi verso la sedia che affiancava il tavolo per recuperare il suo mantello e allacciarlo velocemente sulle spalle.

<<Non ti permetterò nemmeno di mettere piede fuori da questo castello Sunhee non ci pensare nemmeno>> ribatté Seoho, torreggiando sulla sua figura, afferrandola per il braccio cercando di fermare i suoi passi <<Non ti lascerò andare in un posto che al momento è in totale caos, tu resterai qui>> ordinò.

<<Hai due opzioni Seoho>> rispose la regina, a testa alta, dopo aver sciolto i capelli affinché le ricadessero morbidi sulle spalle, avvicinandosi al contempo alla guardia finché la distanza dei loro visi non fu minima <<Venire con me, o lasciarmi andare sola, ma io andrò in quel castello che tu lo voglia o no>> disse a denti stretti, superandolo.

La regina raggiunse lo scaffale, ancora lasciato socchiuso, e s'infilò nelle mura del castello pronta a percorrere quei passaggi che l'avrebbero portata all'esterno senza che nessuno potesse accorgersene. Sunhee sorrise soddisfatta nel momento in cui, oltre ai suoi passi, sentì quelli di Seoho raggiungerla. Fece giusto in tempo ad uscire dal passaggio ed essere colpita dall'aria fresca portata dall'imbrunire che sentì la guardia afferrarle la mano e costringerla a voltarsi verso di lui.

<<Se proprio devi venire prometti almeno che farai ciò che ti dirò>> disse Seoho, con un tono che lasciò trasparire la sua esasperazione, e la sua preoccupazione.

<<Non c'è solo la mia vita a rischio Seoho, anche quella di Wooyoung e gli altri->> gli fece notare la regina, ma la guardia la guardò se possibile ancora più intensamente.

<<Gli altri staranno bene c'è chi si occupa di loro>> rispose velocemente <<Sei tu la mia priorità Sunhee, lo sei sempre stata e sempre lo sarai mettitelo in testa>> aggiunse.

La regina si ritrovò a sospirare a quelle parole. Seoho era sempre stato il più rumoroso e bambinesco fra tutti loro, ma nei momenti in cui si comportava da persona matura prendendosi carico di qualcosa diventava veramente testardo.

<<D'accordo te lo prometto>> annuì lentamente la regina.

Seoho sorrise leggermente, soddisfatto. I due raggiunsero velocemente le stalle e montati due cavalli cavalcarono dritti verso la loro meta.

***

<<Chi vi ha assoldati?>>

La voce del re, seppur di un tono normale, si propagò gelida e minacciosa nella sala del trono. All'interno della stanza vi erano solo il re, il gran consigliere, pochi ufficiali dell'esercito e Keonhee. I due uomini che avevano attaccato la regina erano in ginocchio davanti al re, il volto serio.

<<Vi ho fatto una domanda>> urlò allora il re, dopo diversi minuti di silenzio.

Quello sbalzo d'ira fece sobbalzare alcuni ufficiali, che si guardarono sorpresi poiché non avevano mai assistito ad una tale manifestazione da parte dell'uomo. Keonhee, al contrario, si limitò ad osservarlo sollevando leggermente un sopracciglio. Ma la sua attenzione fu catturata dalla porta che si aprì nel momento in cui Leedo, seguito da Ravn, fece la sua comparsa nella sala. Il primo affiancò Keonhee nelle vicinanze del re, puntando poi lo sguardo sue due prigionieri, Ravn in disparte osservava la situazione. Hyunki non si era nemmeno accorto del viso sconosciuto, ma era chiaro che per come i suoi occhi fossero velati dall'ira avrebbe fatto fatica a riconoscere persino il suo stesso riflesso.

Gli occhi dei due uomini vagarono velocemente sui presenti prima di puntarsi sul re.

<<Non sappiamo il suo nome>> disse uno dei due tranquillo <<Sappiamo solo che veniva da Aurora>>

<<Potete controllare le frecce, ci sono state date da quell'uomo e portano lo stemma del regno, credo si trattasse di qualche ufficiale d'alto rango, probabilmente mandato dal re>> seguì l'altro.

Sentendo quelle parole Ravn decise di rischiare e avanzare, affiancando i due amici. L'occhio gli cadde su una delle faretre fra le mani di un ufficiale, chiaramente dei due uomini. Keonhee lo notò e con passo tranquillo si avvicinò per prendere una delle frecce, facendo in modo che l'uomo che le stesse reggendo s'irrigidisse alla sola vicinanza dell'altro. La guardia quasi ghignò soddisfatta nel notare il timore che incuteva in uno dei più alti ufficiali del re. Afferrata la freccia se la rigirò fra le mani, tranquillo, poi si avvicinò a Ravn e glie la passò. Il moro la osservò attentamente. L'incisione ondulata sull'asta più lunga del dovuto. La punta a coda di rondine, mentre loro usavano frecce dalla punta a foglia. L'asta era fatta di legno di frassino, totalmente differente da quello di quercia utilizzato per quelle che erano soliti usare nel loro regno. 

<<È un falso>> disse <<L'unica cosa accurata è la vernice rossa con cui hanno dipinto l'asta>> continuò in un sorriso di scherno.  

In quel momento sia Keonhee che Leedo annuirono. Si fidavano di lui, e se il ragazzo considerasse quella freccia un falso voleva dire solo una cosa. Quegli uomini mentivano e qualcuno nell'ombra stava provando a scatenare una guerra.

A quelle parole il re, che aveva preso a camminare avanti e indietro davanti ai due, arrestò immediatamente il passo e con sguardo serio e omicida si voltò verso di loro. Inspirò pesantemente ed espirò.

<<Voi>> disse lentamente, avvicinandosi per afferrare uno dei due per il colletto e sollevarlo fino a portarlo alla sua altezza <<Avete venduto la vostra regina ad Aurora?>> ringhiò furioso.

<<Questo è un chiaro atto di sfida>> parlò velocemente il gran consigliere rivolto al re <<Dovete fare qualcosa maestà, non potete lasciare che questo gesto resti impunito. Questa è guerra>>

L'uomo sembrava agitato e ansioso a quella scoperta, come se non avesse atteso altro per tutta la sua vita.

<<Non mi sembra il caso scatenare una guerra per una freccia chiaramente falsa>> parlò Leedo, prima che il re potesse aprir bocca.

Subito tutti gli sguardi furono su di lui, seri e al tempo stesso interessati a ciò che da quel momento in avanti sarebbe successo.

<<Come sapete si tratti di un falso?>> parlò il consigliere, muovendosi velocemente per arrivare alla faretra e afferrare una delle frecce <<Guardatela, è rossa, e porta l'incisione del regno di Aurora>> fece notare.

<<Certo è rossa>> parlò la guardia tranquilla, avvicinandosi per sistemarsi davanti al re e al consigliere <<Ma ho visto abbastanza frecce provenienti da Aurora da poter dire che la punta ha una forma totalmente differente da questa, e sarei pronto a scommettere anche sul legno>>

<<Ogni freccia è fatta a mano>> disse il consigliere <<Due frecce seppur fatte dalle stesse mani non saranno mai uguali>>

<<Non saranno uguali, ma mai totalmente differenti>> rispose tranquillo Leedo <<Non vogliamo scendere in guerra contro una nazione nostra pari, mettendo a rischio la vita di due popoli solo sulla base di una freccia che persino io potrei costruire vero? Maestà?>>

Il titolo con cui si rivolse a re uscì più calcato di quanto avesse voluto, ma in quel momento il biondo aveva davvero difficoltà a controllare i suoi sentimenti alquanto sensibili. Il re lo notò, lo poté capire dal modo in cui il suo sguardo diventò più intenso e il respiro accelerato.

<<La dovremmo prendere come un'ammissione?>> osò il consigliere.

<<Occhio a come parli vecchio>> scattò Keonhee, fissando l'uomo in cagnesco. 

<<Non osare nemmeno pensare che io avessi potuto far del male alla regina>> ringhiò Leedo voltandosi con sguardo omicida verso l'uomo che sobbalzo per via di quella reazione irruenta <<Nessuno qui le è più fedele di me>> aggiunse, prima di tornare con lo sguardo sul re.

<<Portate questi due nelle prigioni>> ordinò il re intromettendosi fra la guardia e il consigliere, lasciando andare il colletto dell'uomo che ricadde sul pavimento <<Poi vi voglio tutti fuori di qui>>

Due ufficiali subito si fecero avanti per afferrare i due uomini e trascinarli fuori dalla sala del trono. Anche gli altri presenti cominciarono a muoversi per lasciare la sala fino a quando al suo interno non rimasero altri che il re e il consigliere.

<<Cosa avete intenzione di fare con quei due?>> domandò il vecchio.

<<Fino a che tutta la questione non mi sarà chiara resteranno nelle prigioni>> disse il re, lasciandosi cadere sul trono esausto, posando un gomito sul bracciolo e posando sulla mano la testa, sospirando.

<<Credete a quella guardia?>> chiese ancora Jihyun.

Hyunki si prese qualche secondo per pensare a ciò che era successo sin da quella mattina e nonostante tutto sentiva che qualcosa fuggiva alla sua mente. Qualcosa non tornava, eppure non riusciva a capire precisamente cosa provocasse in lui quella sensazione di angoscia.

<<Non possiamo negare il fatto che sia uno degli uomini che passa più tempo sul campo>> sospirò il re <<Conosce bene le armi nemiche>>

<<E se avesse mentito?>> propose il consigliere.

<<Perché dovrebbe farlo?>> domandò il re, confuso da quella domanda che persino a lui sembrava assurda.

 Non conosceva bene la guardia, al contrario, sia lui che Keonhee erano sempre stati un mistero per lui.  Ma si era sempre battuto lealmente per il regno e aveva protetto il popolo. In più sapeva quanto fosse legato a Minsu, sin dall'infanzia. Sapeva perfettamente che se qualcuno avesse provato a farle del male lui e Keonhee lo avrebbero ucciso con le loro stesse mani, persino se fosse stato proprio lui, il re, a fargliene.

 Per quale motivo avrebbe dovuto proteggere chiunque avesse attentato alla vita della regina?

<<C'è una voce maestà che per diverso tempo ho sentito fra le mura del castello. Non vi ho mai detto nulla poiché non volevo arrecarvi alcuna preoccupazione inutile. Ma ai fatti di oggi, e a come quella guardia si sia esposta contro di voi, mi chiedo se non sia vero>> disse Jihyun, con tono basso e solenne.

<<Di che stai parlando?>>

<<Vedete ho sentito dire che lui e la regina abbiano in realtà una relazione che va avanti da anni alle vostre spalle e...>> si fermò per un momento l'uomo, per osservare il re attentamente prima di continuare <<Secondo queste voci il principe non sia in realtà vostro figlio ma di quella guardia>>

***

Minsu si trovava seduta su una delle poltrone sistemate nella sua stanza quando senti la porta nascosta nella parete aprirsi, e l'ultima cosa che avrebbe mai immaginato di vedere fu di ritrovarsi davanti Sunhee accompagnata da Seoho.

<<Poi quella impazzita sarei io vero?>> ridacchiò, portando lo sguardo sull'amica.

<<Non potevo restarmene in un angolo mentre qui succede il finimondo>> rispose Sunhee avvicinandosi a lei.

<<Dove sono gli altri?>> domandò Seoho.

<<Sembra che quei due siano stati trovati, sono tutti nella sala del trono>> lo informò Minsu <<Va da loro per favore, ho paura che possa succedere qualcosa>>

Seoho subito annuì a quelle parole e uscì dalla stanza.

<<A volte mi sorprendo come Ravn e Seoho si muovano tranquillamente nel castello>> disse la regina <<Come farai con Dongyul?>> domandò.

<<Sarà fuori per qualche giorno per una battuta di caccia>> rispose tranquilla Sunhee.

<<Proprio al momento giusto>> ridacchiò l'altra alzandosi prima però di portarsi una mano al fianco e chinarsi leggermente in un verso di dolore.

Sunhee si avvicinò per aiutarla e nello stesso momento in cui l'altra spostò la mano dal suo fianco la notò sporca di sangue.

<<Minsu sei ferita che diamine stai facendo?>> urlò la donna, aiutandola a reggersi in piedi.

<<Non urlare>> la ammonì l'amica facendole abbassare il tono di voce <<Non voglio che gli altri lo sappiano. Nessuno qui al momento mi sembra abbastanza lucido da ragionare razionalmente e non voglio che questa ferita possa essere usata per scatenare una guerra>>

<<Non lo farebb->> provò a parlare Sunhee, ma l'altra la interruppe subito.

<<Fidati se ti dico che c'è qualcuno che utilizzerebbe qualsiasi cosa pur di incitare la guerra>> le disse velocemente, prima di farsi aiutare nel raggiungere il letto << Ci sono delle bende e delle erbe medicinali in quel cassetto. Aiutami a medicarmi, e non dire nulla a nessuno>>

Sunhee rimase in silenzio per qualche secondo, chiedendosi perché l'amica avesse quelle cose nella sua camera. Possibile che sapesse che avrebbe potuto rischiare qualcosa e che avesse sistemato delle medicazioni per evitare che qualcuno scoprisse qualcosa? O si trattava di sola precauzione?

<<Wooyoung egli altri stanno bene, sono tutti nelle stanze di Hoongjong, Seonghwa e Yunho, nessuno andrà a controllare lì>> disse Minsu, volendo tranquillizzare l'amica nel vederla pensierosa.

<<So che avreste tenuto Wooyoung e gli altri al sicuro>> annuì Sunhee con un sorriso tranquillo <<Occupiamoci di te ora, prima che qualcuno torni e veda quella ferita>>

Sunhee raccolse tutto ciò che le sarebbe servito e dopo aver aiutato l'amica a privarsi di quell'abito ingombrante, facendola rimanere solo con la camicia da notte che scostò fino a scoprire la ferita, cominciò a medicarla al meglio delle sue possibilità. Fortunatamente le due avevano sempre avuto una buona mano per gli unguenti medicinali, questo perché i loro padri erano entrambi sbadati e più di una volta si erano ritrovati a doversi prendere cura di loro.

<<Come hai convinto Seoho a farti portare qui?>> domandò Minsu cercando di distrarsi dal dolore della ferita <<Non sembrava felice>>

<<Oh sicuramente non lo era>> ridacchiò l'altra <L'ho dovuto minacciare>>

<<Tu hai fatto cosa?>> chiese, convinta di aver sentito male <<Lo hai minacciato? Ed ha ceduto?>>

<<Gli ho detto che sarei venuta qui ad ogni costo, e che lui poteva venire con me o meno>>annuì Sunhee.

<<Mi chiedo come non ci abbiano ancora abbandonate a noi stesse dopo tutti questi anni>> sbuffò divertita Minsu, muovendosi leggermente per il fastidio <<A volte, mi mancano gli anni in cui eravamo solo dei ragazzi spensierati. Liberi di fare ciò che volessimo, senza nessuno che ci dicesse cosa fare e quando. Senza regole da seguire. Liberi di amare senza paure>>

Sunhee sorrise a quelle parole mentre la mente correva al ricordo di quei giorni tranquilli e felici. A quel tempo non avrebbero mai creduto che sarebbero finite per diventare regine di due regni in contrasto né che avrebbero dovuto agire nell'ombra per evitare che i loro mariti si facessero la guerra.

<<Ancora lo ami non è vero?>> domandò tranquilla Sunhee, cominciando a sistemare le bende sulla ferita dell'amica.

<<È il mio primo amore, come potrei smettere di amarlo>> annuì in un sorriso Minsu <<Perché tu hai smesso di farlo?>>

<<Mai>> rispose velocemente l'altra, dichiarando finalmente concluso il suo lavoro.

Le due regine non si erano però accorte che qualcuno aveva ascoltato la loro intera conversazione, nascosto nell'ombra del corridoio buio e silenzioso. 

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