17

La regina Minsu aveva mandate Keonhee e Leedo con i ragazzi non solo per garantire la loro sicurezza, ma perché aveva bisogno di allontanarli da lei. La donna aveva bisogno di affrontare il gran consigliere e sapeva che la loro discussione sarebbe potuta anche diventare accesa, se ciò sarebbe accaduto persino lei avrebbe avuto difficoltà a trattenere quei due. A nessuno dei tre piaceva quell'uomo, ma le due guardie sembravano aspettare il minimo pretesto per saltargli alla gola, e lei doveva evitarlo poiché avevano altro di più urgente a cui pensare.

Non appena tutti lasciarono il palazzo lei cominciò a camminare a passo spedito verso l'ufficio dell'uomo. Aveva le idee chiare in mente, avrebbe provato a controllare il suo temperamento per cercare di avere una conversazione civile con l'uomo. Se quello non avrebbe funzionato allora la donna avrebbe fatto utilizzo di qualsiasi cosa avesse potuto, tutto ciò che aveva in mente era mettere le mani su quel registro reale. L'avrebbe ottenuto in un modo o nell'altro.

Arrivata davanti alla porta che nascondeva l'ufficio dell'uomo bussò, lasciando che il rumore si propagasse intorno a lei e attese che fosse invitata ad entrare. Fortunatamente non dovette aspettare troppo. Quando la donna entrò nell'ufficio subito un forte odore di vino le arrivò alle narici, costringendola e storcere il naso per il fastidio. Tutti sapevano che l'uomo non bevesse altro che vino, ma non si era mai dimostrato pericoloso o inaffidabile per poter protestare contro questa sua abitudine. L'uomo era in piedi vicino alla finestra della stanza, e non appena la regina entrò questo le puntò i suoi occhi addosso. Erano piccoli, e cattivi, ma sembrava che nessuno oltre a lei se ne rendesse conto.

<<Maestà>> disse l'uomo, con aria superiore, ghignando leggermente <<Sono sorpreso di vedervi qui, al cospetto di un umile servitore>>

La donna non mancò di afferrare la punta di ironia nella sua voce, e nonostante l'impellente voglia di mettergli le mani addosso e stringere intorno alla sua gola dovette controllarsi.

<<Non ho mai avuto problemi ad avvicinarmi a chi ha meno di me, non per propria scelta. A differenza di qualcuno, Jihyun>> aggiunse in fine, non volendo lasciarsi scappare quell'occasione.

L'uomo la guardò cogliendo il pieno senso delle sue parole, ma questo non sembrò sconvolgerlo in alcun modo. Il vecchio si limitò a rilasciare una piccola risata fastidiosa e a sistemarsi davanti alla scrivania in legno.

<<Accomodatevi>> disse, indicando una delle due sedie presenti nella stanza.

<<Non ne ho bisogno, non ruberò molto tempo al tuo...>> iniziò la donna, avvicinandosi alla finestra dove prima vi era l'uomo, mantenendo la distanza con lui <<Brillante lavoro per il nostro regno>> aggiunse con tono leggero, sinuoso, ma che sapeva nascondere l'ironia che questa aveva intenzione di utilizzare.

L'uomo inclinò leggermente la testa e annuì, stringendo i denti.

<<Cosa posso fare per lei?>> domandò.

<<Ho bisogno di consultare il registro reale>> disse la donna decisa, puntando i suoi occhi seri in quelli del vecchio.

<<Il registro reale?>> domandò l'uomo, improvvisamente interessato <<E cosa dovreste farvene di un vecchio libro su cui non è scritta altro che la storia della famiglia reale? Non sono altro che tante scritte e nessuna immagine....maestà>> aggiunse, superiore.

Il messaggio nascosto in quelle parole non fu difficile da intuire, non che lui ne avesse voglia. Quell'uomo aveva sempre considerato le donne inferiori agli uomini, convinto che il loro unico compito fosse quello di mettere al mondo i figli, crescergli e concentrarsi sul cucito una volta che questi fossero cresciuti. Non le considerava nemmeno capaci di leggere, o meglio credeva che non avessero alcun diritto di imparare. Oltre a tutto questo Jihyun aveva un chiaro odio verso la regina, lo aveva dimostrato sin dal primo giorno in cui l'aveva incontrata. E lei non aveva avuto alcun problema a fargli capire che il suo grande affetto era pienamente ricambiato.

<<Oh sono sicura che nonostante l'assenza di immagini lo troverò una lettura interessante>> rispose immediatamente la donna tranquilla, se il suo intento era quello di far si che si scomponesse lei non glie lo avrebbe mai concesso <<Sono sempre stata una donna molto curiosa in realtà, non mi è mai piaciuto restare all'oscuro delle cose, ed ora che faccio parte di questa famiglia così antica e regale voglio sapere tutto su di essa>>

L'uomo la guardò, in silenzio, sollevando gli angoli della bocca in un sorriso che quasi volesse nascondere un ghigno.

<<Io credo, maestà, che alle volte sia meglio non sapere>> rispose tranquillo.

<<Io credo, gran consigliere, di non aver chiesto il tuo parere>> ribattè la donna, ormai stufa del comportamento dell'uomo <<Se sono venuta da te a chiedere quel permesso per avere il registro l'ho fatto perché non ho alcuna intenzione di disturbare mio marito per un puro desiderio personale>>

La regina cominciò ad avvicinarsi lentamente all'uomo, fino a ridurre l'enorme distanza che fino a quel momento vi era stata fra loro e unì le braccia in grembo, in una posa decisa e autoritaria.

<<Ma se tu credi che sia meglio che mi rivolga a lui perché probabilmente non mi ritieni al tuo livello sarò felice di accontentarti>> riprese lentamente <<Ma sappiamo entrambi quanto mio marito sia...attento...ai miei bisogni, e al rispetto che crede che io e il genere femminile meriti, quindi ammetto che mi incuriosisce conoscere la sua reazione davanti a questo tuo comportamento>>

Aveva vinto. Era stato un perfetto scacco matto. La donna lo sapeva bene, ne aveva avuto la certezza nello stesso istante il cui l'uomo aveva perso il suo sorriso divertito e lo aveva sostituito con un'espressione ricca d'ira e probabilmente voglia di liberarsi di lei una volta per tutte. La regina sapeva che lui avrebbe anche potuto provare a tenerle testa, ma non avrebbe mai osato farlo con suo marito.

<<Avrò quel registro Jihyun, in un modo o nell'altro, ora sta a te decidere in che modo farmelo avere>> disse ancora, decidendo di imporsi ancora di più contro quell'uomo che non le era mai andato a genio.

L'uomo prese un profondo respiro, riempiendosi il petto, e portò lo sguardo furente contro la regina. Questa per pochi secondi pensò che l'uomo avrebbe risposto alla sua provocazione, rimase al contrario piacevolmente sorpresa quando questo si voltò, afferrò un foglio su cui scrisse qualcosa e glie lo porse senza proferire parola.

<<Avete fatto la giusta scelta, gran consigliere>> disse la regina, con tono tranquillo, prima di voltarsi e uscire dalla stanza dell'uomo. Pochi secondi dopo che la donna si chiuse la porta alle spalle sentì qualcosa sbatterci contro e frantumarsi contro il pavimento, cosa fosse comunque non era di sui interesse.

La donna prese un respirò tranquillo e cominciò a muoversi tranquilla verso l'ala del castello dove si trovavano gli storici reale. Non appena questi la videro subito le si inchinarono e la accolsero amorevolmente. La regina mostrò loro il permesso per prendere con sè il registro reale e colui che era a capo degli storici subito si mosse verso uno dei grandi scaffali. Dovette chiedere chiede l'aiuto di uno dei suoi sottoposti per sfilare quel vecchio libro dallo scaffale. L'uomo le si avvicinò stringendo il libro al petto, per bilanciarne il peso, poi la osservò leggermente titubante.

<<Maestà>> parlò lentamente <<È un libro che contiene secoli di storia della famiglia reale, è un libro pesante perché lo portiate sola>> spiegò.

La donna si preparò a risposte ma subito due braccia entrarono nel suo campo visivo, allungandosi verso il libro che reggeva il vecchio storico. Quando la regina si voltò vide Leedo e Keonhee al suo fianco, e nessuno dei due aveva un'espressione felice sul viso.

<<Date pure a me>> disse Leedo, che aveva steso le braccia <<Lo porterò io>>

Lo storico subito annuì e passò il libro al ragazzo. I tre ascoltarono le raccomandazioni dell'anziano, che si premurò di far si che facessero attenzione alle pagine delicate del libro, poi lasciarono l'ala degli storici. Il percorso fino alla biblioteca fu estremamente silenzioso. Le due guardie di tanto in tanto lanciavano uno sguardo severo alla regina e questa non poteva far altro che sospirare, sperando che non decidessero di farle storie.

Le sue speranze furono vane.

Nello stesso istante in cui entrarono nella biblioteca e la porta venne chiusa Leedo lasciò cadere il libro sulla grande biblioteca e si sistemò davanti a lei, sguardo serio, mascella serrata e mani sui fianchi.

<<Allora>> cominciò, con tono basso <<Alla fine sei uscita totalmente di senno o cosa?>>

La regina roteò gli occhi. Tutti le parlavano con rispetto, le davano del lei, tranne loro due. Si comportavano come sottoposti in pubblico, ma bastava che la donna facesse un piccolo passo fuori dalla loro idea di sicurezza e ogni formalità svaniva, lasciando spazio a quelli che erano i suoi amici d'infanzia.

<<Oh andiamo, ho solo pensato di guadagnare tempo in vostra assenza>> rispose la donna, avvicinandosi tranquilla al libro. Posò la mano sulla grossa e doppia copertina e provò ad aprirla, ma nello stesso istante in provò ad aprire il libro una mano si posò sulla copertina, richiudendolo.

<<Avrebbe potuto farti del male>> disse Keonhee, cercando di non urlare ma facendo comunque si che la sua voce fosse altra abbastanza da incutere timore alla donna, anche se sapeva già che non avrebbe avuto alcun effetto.

<<Ma non lo ha fatto>> rispose lei tranquilla, spostando la mano del ragazzo per riaprire il libro <<Quindi potreste finirla di farmi la ramanzina? Non sono più una bambina>>

<<A me sembra che tu continui ad esserlo>> parlò Leedo, facendo notare senza problema la sua esasperazione <<Non ha mai avuto problemi a farti capire il suo disprezzo nei tuoi confronti, ma in pubblico non avrebbe mai potuto toccarti in un nessuno modo>>

<<Diverso è invece se siete solo tu e lui>> continuò il discorso Keonhee <<Sappiamo tutti che ti vorrebbe fuori da questo castello, se non proprio morta. Anche se ancora non siamo riusciti a capirne il motivo. Potresti quindi cercare di evitare di dargli un'opportunità di farti del male?>>

La domanda posta dal ragazzo era certamente ironica, ma la regina rispose comunque.

<<D'accordo ci proverò, la prossima volta>>

<<Minsu>> quasi urlarono i due in coro.

<<E va bene>> sbuffò la ragazza, roteando gli occhi, guardando prima uno poi l'altro <<Farò attenzione, ora possiamo per favore concentrarci su questo libro?>>

 La donna aveva già portato il suo sguardo sul libro quando Leedo la afferrò per le spalle e la costrinse a voltarsi verso di lui, catturando il suo sguardo.

<<Promettilo>> disse questo, guardandola intensamente negli occhi <<Prometti che starai attenta e starai lontana da quell'uomo il più possibile, promettilo>>

Le parole della guardia uscirono quasi come un ordine, la voce bassa e decisa. I suoi occhi però sembrarono tremare in quelli della regina, carichi di paura e preoccupazioni. Non poteva permettere che le succedesse qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato.

La regina, guardando l'altro, si sentì in colpa per il suo comportamento. Aveva sempre cercato di vedersela da sola per ogni cosa, non volendo essere un peso per gli altri. Alle volte però il suo comportamento finiva per metterla in pericolo, e far preoccupare chi le stava intorno.

<<Mi dispiace Leedo>> disse, posando la mano su quella del ragazzo stretta sulla sua spalla <<Mi dispiace ti prometto che cercherò di fare attenzione>>

La guardia sembrò tranquillizzarsi a quelle parole, così come Keonhee dietro di loro che rilassò finalmente il suo corpo teso. Non si aspettava un'esplosione dell'amico, ma poteva comprenderne il motivo. Nonostante tutto ciò che li circondava in quel momento quello che avevano vissuto in passato sarebbe rimasto sempre vivo dentro di loro, e avrebbe continuato a guidare i loro istinti per sempre. Per unsecondo l'idea di informare Sunhee della relazione fra l'amica e il granconsigliere gli passò per la mente, convinto che avesse bisogno di esserecomunque informata dato che Minsu avesse deciso di ometterle quel particolare.Se Minsu non avrebbe prestato attenzione alla sua incolumità allora sarebbestato compito loro occuparsene e, sperò, Sunhee avrebbe potuto farla ragionarealmeno in parte.  

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