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Il sole splendeva caldo nel regno di Aurora, riflettendosi sulle grandi distese verdi e sui campi su cui i braccianti erano occupati a lavorare, sulla superficie cristallina del fiume e dei piccoli laghetti che nel tempo si erano creati in modo naturale. Nella città di Erantion, capitale del regno, tutti gli abitanti erano già presi nelle loro faccende giornaliere. Le donne si premuravano di preparare il pranzo per le loro famiglie, gli uomini si occupavano dei lavori più duri. Al centro di essa vi era un'ampia fontana dalle forme tondeggianti, intorno alla quale i ragazzi e le ragazze più giovani si ritrovavano per passare insieme il tempo. Nonostante l'ampiezza del regno Erantion era una piccola cittadina, più grande di altre, ma abbastanza minuta da permettere ai suoi abitanti di conoscersi così bene da poter instaurare dei rapporti fraterni e amichevoli fra loro. Non mancavano, nonostante questo, episodi di confusione ma venivano solitamente risolti abbastanza velocemente per non minare la tranquillità e l'atmosfera cittadina. A nord della città si ergeva un enorme castello in pietra da quale pendevano stendardi bordeaux e blu, contornato da enormi e curati giardini con ogni tipo di fiori e alberi e piccole fontanelle da cui l'acqua non smetteva mai di sgorgare. Il re del regno, Dongyul, era un uomo saggio e buono ed insieme alla sua regina, Sunhee, era amato dal suo popolo. In passato varie volte aveva difeso il regno da attacchi stranieri, e la sua priorità era sempre stata il benessere dei suoi cittadini. Il castello era un luogo tranquillo, mite, tutti coloro che ci lavoravano avevano sempre il sorriso sul viso e il loro comportamento era sempre impeccabile. Così era stato sin dai tempi della fondazione del regno. Il clima del castello però, negli ultimi anni, era cambiato. Vi state chiedendo da quando? La risposta è semplice, da quando il principe del regno aveva imparato a camminare e parlare.

<<Comincio a chiedermi quando imparerai a comportarti come un principe>> sbuffò Seunghwa camminando lentamente lungo il corridoio che portava alla sala del trono <<Hai vent'anni ormai, non puoi più comportarti come un bambino>>

<<Io invece mi chiedo quando smetterai di comportarti come un vecchio>> si lamentò il principe roteando gli occhi <<E dato che sono un principe, discorso che avete tirato fuori voi, è per caso questo il modo di trattarmi? E poi quelle riunioni sono noiose, non mi va di partecipare>> aggiunse, guardando torvo la guardia che lo trasportava sulle spalle.

<<Se ci avessi ascoltati e ti fossi presentato nella sala del trono rispettando i tuoi doveri di principe noi non saremmo stati costretti a rincorrerti per tutti i meandri del palazzo>> puntualizzò Hongjoong scrollando le spalle <<E Yunho non ti starebbe trasportando come un sacco di patate>>

<<Avrei piacevolmente preferito evitarlo>> parlò Yunho, i cui capelli biondi spiccavano in contrasto con l'uniforme bordeaux <<Sei per caso ingrassato? Pesi più del solito>>

<<Non sono ingrassato>> si lamentò Wooyoung agitandosi in cerca di liberarsi, ma i suoi movimenti non fecero nemmeno vacillare la guardia, che lo mise giù solo nel momento in cui arrivarono davanti alla sala del trono. A guardia della porta vi erano alcuni soldati, e nello stesso corridoio vi erano dei servitori intenti nei loro lavori, nessuno di questi fece una piega nel proprio comportamento. Tutti conoscevano il principe, ed erano ormai abituati a quelle scene che si ripetevano di continuo.

<<Ora comportati da persona seria, per una volta>> si raccomandò Seunghwa sistemandogli l'uniforme blu, prima che venissero annunciati e le porte si aprissero davanti a loro.

La sala del trono era ampia e ben illuminate grazie alle grandi finestre laterali. Al centro era stato sistemato un lungo tavolo su cui sedevano alcuni nobili, ufficiali dell'esercito e consiglieri, che subito si alzarono all'ingresso del ragazzo. Il re e la regina erano seduti sui loro troni in modo regale. Quando il re vide il figlio rimase serio, al contrario della regina che gli regalò uno dei suoi splendidi sorrisi, ma nel momento in cui questo sorrise falsamente il re capì che le sue guardie fossero state costrette a trascinarlo perciò sospirò e roteò gli occhi.

Wooyoung camminò lentamente fino ad occupare il suo trono e le sue guardie si sistemarono ai suoi lati. Nella sala regnava ancora il silenzio perciò Hongjoon punzecchiò il principe facendo attenzione a non farsi notare. Il ragazzo quasi sobbalzò, poi recepì il messaggio.

<<Scusate l'interruzione, riprendete pure>> disse con tono serio e solenne, ma al tempo stesso così forzato.

Il re annuì e tutti i presenti ripresero i loro posti a sedere, tranne un'uomo che rimase in piedi con portamento pomposo e fiero.

<<Maestà>> parlò rivolgendosi direttamente al re <<Io credo che dovremmo rafforzare le frontiere. Sono ormai anni che sono in piedi, ma non possiamo dire per quanto ancora potranno fare il loro lavoro>>

<<Sono anni che non subiamo un attacco e queste sono state rinforzate solo da pochi anni>> fece notare la regina <<Perché credete che vadano rinforzate?>>

<<Sua maestà non possiamo far finta di nulla>> si alzò uno dei generali <<Tutti sappiamo che il regno di Illusion da anni prova a distruggerci, e nessuno di noi può sapere quando decideranno di attaccare. Dobbiamo comunque essere pronti a tutto>>

La regina non rispose a quelle parole, ma si voltò a guardare il re. Sì, il re era buono e saggio, e il suo unico principio era quello di tener cura del suo popolo. Ma aveva anche un difetto, ogni qual volta il discorso si aggirava sul regno di Illusion questo sembrava perdere tutta la sua razionalità e saggezza. Il suo voltò infatti nel sentir nominare quel regno si scurì e si irrigidì.

<<Le lotte con quel regno sono in stallo da ancora prima che io nascessi>> commentò Wooyoung quasi annoiato <<Se noi non attacchiamo loro loro non attaccano noi, e viceversa>>

<<Certo questo è vero altezza>> parlò nuovamente il generale <<Ma non possiamo essere sicuri che non decidano di attaccarci>>

<<Se loro avessero il nostro stesso pensiero credo che non dovremmo preoccuparci di alcuna guerra>> disse la regina tranquilla.

Il generale e il consigliere si ritrovarono senza risposte davanti alle parole del principe e della regina, perciò decisero di restare in silenzio mentre tutti gli sguardi cadevano su re, in attesa di una risposta.

<<Rinforzate le frontiere>> disse serio e deciso il re <<Devono essere pronte per qualsiasi evenienza>> concluse quasi in un ringhio.

***

<<Io non capisco>> sbottò il principe, battendo il pugno sulla tavola in legno e facendo sobbalzare una delle sue guardie che era seduta al suo fianco <<Sono anni che non abbiamo guerre da combattere e quel testardo di mio padre si ostina a cambiare l'armeria ogni anno. Ogni spada, ogni armatura, persino i soldati hanno il loro prezzo, davvero non riesce a capirlo?>> si lamentò ancora avvicinandosi alla grande finestra nella sua stanza, osservando davanti a lui la città di Egand, capitale del regno di Illusion, che si espandeva davanti al castello, dove per ogni strada volteggiavano stendardi neri e bianchi accarezzati dal vento.

<<Non è così semplice>> commentò una delle guardie <<Lo sai che...>>

<<Si Mingi lo so. Mio padre non ragiona più se si parla del regno di Aurora>> sbuffò <<Ma io continuo a non capire. Perché tutto questo odio? Va avanti da ancora prima che io nascessi>>

Le tre guardie si guardarono fra loro. Non avevano una risposta alla sua domanda.

<<Nessuno di noi lo sa>> parlò Yeosang avvicinandosi lentamente a lui.

<<Credo che nessuno lo sappia più>> aggiunse Jongho <<Nemmeno i vecchi della città>>

<<Questa rivalità va avanti da così tanto tempo>> si lamentò il principe <<I nostri regni sono confinanti. Non sarebbe più opportuna un'alleanza?>> domandò a nessuno in particolare.

<<Non farti sentire San>> lo riprese subito Yeosang <<Lo sai che anche i muri hanno orecchie, e se delle voci arrivassero alle orecchie di tuo padre non oso nemmeno immaginare come potrebbe reagire>>

<<A volte mi chiedo se tu sia davvero figlio di tuo padre>> rise Mingi.

<<Cosa ho appena detto?>> disse ancora Yeosang esasperato.

<<Effettivamente non ha tutti i torti. Il re Hyunki è conosciuto per la sua bravura in guerra, non si è mai tirato indietro da una lotta, e suo figlio parla di alleanza con l'acerrimo nemico>>ridacchiò Jongho.

<<Io non credo che una guerra sia la giusta soluzione>> parlò San, osservando la giacca della sua uniforme bianca ordinatamente sistemata sullo schienale di una sedia <<Ci deve essere un altro modo per mettere fine a tutta questo odio>>

<<Io non parlo più>> sbottò in fine Yeosang, mentre il suo viso diveniva rosso per la frustrazione, in contrasto con l'uniforme nera che indossava <<Tanto nessuno mi ascolta>>

<<Oh dai non te la prendere>> ridacchiò Jongho avvicinandosi a lui per abbracciarlo da dietro.

<<Voi non vi rendete conto delle possibili conseguenze che potrebbero esserci se qualcuno ci sentisse parlare in questo modo. Io mi preoccupo per tutti voi visto che sono l'unico responsabile qui in mezzo>> si lamentò.

<<Ci siamo solo noi qui>> lo rassicurò Jongho <<Questo è l'unico posto in cui possiamo essere sicuri che nessuno ci spii>>

<<Lo so>> sospirò Yeosang <<Ma lo sai che ho sempre paura di perdervi. Ho paura di perdere te>> aggiunse addolcendo finalmente la sue espressione e facendo sorridere Jongho.

<<Ne abbiamo già parlato>> disse Jongho stringendolo ancora di più <<Tu non mi perderai mai. Nessuno può separarci>>

<<Oh ma dai ragazzi, andate nelle vostre stanze se dovete sbatterci in faccia la vostra relazione amorosa così sdolcinata>> li prese in giro San, nel parlare però si rese conto che anche se Mingi stesse osservando i due ragazzi il suo sguardo sembrava perso, vuoto <<Mingi tutto bene?>> domandò poi.

A quel richiamò il ragazzo scattò leggermente, e subito portò la sua attenzione su principe.

<<Ah si, tutto bene>> disse tranquillo.

<<Sei sicuro?>> domandò Yeosang.

<<Certo, lo sapete che ogni tanto mi succede>> scrollò le spalle.

<<Già, la tua perdita di memoria>> disse Jongho <<Ma sono ormai passati due anni da quando sei qui e ancora non ricordi nulla del tuo passato>> aggiunse dispiaciuto.

<<Non fa nulla ragazzi>> sorrise Mingi <Finchè ho voi sono felice>>

<<Awww>> versò Yeosang <<Okay ragazzi troppa dolcezza in poco tempo, sto per sentirmi male>> commentò.

<<Ma sapevi già della sua doppia personalità quando hai deciso di innamorarti di lui?>> sussurrò San e Jongho.

<<In realtà non l'ho deciso, ma si lo sapevo. Credo di essere leggermente masochista>>

<<Vi ho sentiti>> urlò Yeosang facendoli sobbalzare. 

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