Cap 34
ALEXANDER
"Cosa vuoi fare?" Chiede una vocina insistente nella mia mente. "Non è troppo tardi per scappare. Nessuno ti ha mai visto, solo quei ragazzi, e Lux terrà loro la bocca chiusa. Torna a essere il mercante silenzioso, l'ombra fra le ombre che sei sempre stato. Torna a celarti nei boschi lontano dai tuoi simili"
La vocina assomiglia terribilmente a quella di Olef. Cerco di scacciarla con la stessa rabbia con cui sposto un ramo sul mio percorso. Questo si sposta, ma appena lo lascio torna indietro sibilando verso Derek, che avanza su Nive dietro di me che sono su Ashton; il rosso lo ferma con due dita.
-Santo cielo, che scortesia- ironizza il rosso -Non conquisterai mai la tua bella con tanta mancanza di cavalleria, sai?-
Lo ignoro.
Stai bene? mi domanda Ashton, preoccupato Odori di ansia.
Gli do una pacca sulla spalla per rassicurarlo. -Sto bene-. Bugia.
Mi sono esposto troppo, lo so. Mi sono spinto oltre. Da arciere potevo ritirarmi dopo la battaglia, scomparire. Qualcuno si sarebbe fatto delle domande, certo, ma non sarebbe rimasto nessun indizio che portasse a me.
Invece sono rimasto, e dall'albero dove mi ero spostato ho visto Lux e Dow mettersi in gioco per Derek. Li ho visti feriti, ho visto che erano feriti i loro amici. Ho visto loro che, nonostante tutto, mi avrebbero protetto. Sono sceso dall'albero.
Perché l'ho fatto, poi?
Sapevo bene che era un rischio. Conoscevo il pericolo che avrei corso. Eppure sono andato lì.
Probabilmente perché, quando li ho visti feriti, la voce di mia madre mi è risuonata nella mente; "Cura più gente che puoi. Cura sempre tutti, indipendentemente da chi questi siamo. É il dovere di un medico, Alexander"
Me lo ha ripetuto così tante volte, e io ero sempre affascinato da queste parole.
Eppure uso le frecce per uccidere la gente, e con la stessa fermezza di quando curo qualcuno.
Mi perdo per qualche attimo nei ricordi. Non avevo mai ucciso nessuno prima che morisse quella persona; ne avevo paura, anche se secondo ogni prospettiva avrei dovuto farlo nel futuro.
Quando alla fine era successo, non mi ero neanche sentito male. Eppure avevo voluto continuare a imparare tecniche per curare la gente, e non ero mai andato a cercare di uccidere nessuno, mai a cercare battaglia.
Se questa arrivava cercavo di sopravvivere e di proteggere Ashton, ma non ho mai voluto diventare un guerriero. Eppure da quando c'è Lux è cambiato qualcosa.
Sono uscito dall'ombra. E anche adesso, mentre potrei tornarci, sto proseguendo sulle tracce del gruppo di Lux per spiegare la verità ai suoi amici. Sospiro.
In che guaio mi sono cacciato? Mi domando. Da quando permetto a qualcuno di farmi mettere tanto in pericolo Ashton? Devo essere impazzito davvero.
Il bosco si apre un poco e Nive affianca Ashton. Mi ritrovo Derek vicino, ghignante. -Allora- dice -L'incontro con la tua bella è stato più soddisfacente del precedente? Lei non ha tentato di ucciderti, tu le hai accarezzato la coscia con delicatezza...-
-Io le ho curato una ferita- lo correggo con uno sbuffo, riuscendo ad accantonare almeno per ora i miei pensieri.
Lui fa un sorrisetto. -Oseresti dire che non ti è piaciuto?-
-Non ci ho fatto caso- mento -Stavo facendo la stessa cosa che ho fatto per te, per Dow e per l'altro ragazzo-
-Quindi hai notato anche in noi la delicatezza della pelle e le forme morbide?- ghigna lui.
-Non era morbida- mi scappa dalle labbra prima che possa impedirlo. Subito le serro, infastidito da me stesso e dal ghigno ancora più esteso del mio amico.
-Ah no?-
Sospiro. -Dacci un taglio, Derek. È una guerriera, è ovvio che non lo fosse. Combatte ogni giorno e le servono muscoli e una pelle dura che resista ai colpi-
-Molto diversa dalla dolce Emily, quindi- provoca lui.
Scaccio i pensieri dovuti alla sua uscita. -Ti ho detto di darci un taglio-
Lui ghigna ancora, ma non dice più nulla. Torno ai miei pensieri, che sono ancora cupi. Forse tutto sommato uccidere così tanta gente mi fa ancora impressione, anche se non nel modo normale.
Sempre che si possa parlare di normalità in questo contesto.
Alexander mi richiama di nuovo il mio partner.
Sospiro. -Sto bene, Ashton. Sono solo un po' stanco, e la giornata non è ancora finita, purtroppo-
Lui uggiola per comunicarmi la sua comprensione.
-Pelosone è triste?- domanda il mio socio. L'uggiolio si trasforma in un ringhio. Scuoto la testa, esasperato. -Taci, Derek-
E continuiamo a cavalcare.
Cavalchiamo tutto il giorno, sempre seguendo le tracce lasciate da Jeis e dagli altri lupi. Tracce che, comunque, nessun altro riuscirà a trovare; sta per piovere.
Quando finalmente Ashton si ferma annunciandomi che si sono accampati poco davanti a noi cadono già le prime goccie. Spero che abbiano già costruito un rifugio.
Smonto da Ashton, lasciandogli una pacca sulla spalla. -Continuate a rimanere controvento, almeno non vi sentiranno. E cercatevi un riparo. Noi ci vediamo più tardi- dico, carezzando anche Nive per salutarla.
Ho tempo di fare un solo passo prima che Ashton mi fermi, con una frase che basta a sconvolgermi l'esistenza. Vengo anche io.
Mi giro di scatto, gli occhi sgranati. -Sei forse impazzito?- sbotto, facendo girare Derek verso di me con il sopracciglio alzato.
-Parli con me o con il peloso?- domanda.
Io lo ignoro, tropo impegnato a fronteggiare il mio partner, mentre le gocce scendono con più intensità.
Desidero venire lì ripete lui, come se la sua richiesta fosse del tutto normale.
Faccio un secco senno di diniego con la testa. -No. Non se ne parla- rispondo, facendo capire a Derek che sto parlando con Ashton -Cosa diavolo ti salta in mente?-
È il branco di Nive dice lui, calmo.
-Questo cosa significa? Sarai in pericolo! Proveranno di nuovo ad ucciderti!-
Ashton non sembra turbato. È anche il mio branco.
Mi sale un groppo in gola.
-Ma gli umani, Ashton? I lupi non ti attaccheranno perché sei con Nive, ma chi fermerà le persone?-
Il mio partner mi osserva, gli occhi torbidi ma decisi, mentre la pioggia inizia ad appiattirgli i peli.
È il mio branco.
I miei capelli sono bagnati e le gocce mi scivolano sugli occhi, ma non ci faccio caso.
-Non li conosco. Non posso fidarmi di loro! potrebbero dirlo a tutti, e poi ci darebbero la caccia. Se ti esponi ora non posso più tenerti al sicuro-
Lux e Nive li conoscono. Si fidano. Lux è mia sorella di branco. Ribatte lui, imperturbabile.
So di essere pallido come un morto. Ashton è più che deciso, e lo so. Non si fermerà di certo; siamo stati lupi solitari tutta la vita, lui e io. Ora gli si offre la possibilità di avere un branco, e non vuole perderla, anche se ciò significa che potrebbe mettersi in pericolo.
Io non posso sopportare che lui sia in pericolo, però. -No. Non te lo permetto-
Ashton mi guarda, e io so che anche se capisce le mie intenzioni non ha intenzione di cambiare le sue. Fammi passare, Alexander. Per favore. Sai che ho più forza di te.
Come ultima risorsa guardo Nive. -Fermalo- dico, quasi pregando.
Lei abbassa le orecchie, mesta e ormai fradicia Mi dispiace. dice, melodiosa Ci provo già da giorni. Non ascolta neanche me.
Impallidisco, capendo di non poterlo arrestare.
Ciò non mi impedisce di provarci, e con tutte le mie forze. Non mi sposto -Non ti lascio passare, Ashton. Mi dispiace-
Lui abbassa la testa. Non è arrabbiato con me, né io con lui. Però nessuno di noi cederà il passo all'altro.
Il mio partner fa un passo avanti, poi un altro. Puntello i piedi nella terra ormai fangosa, stringendo i denti. Un altro asso avanti, e inizia a spingermi via. Nive mormora una supplica, mentre Derek rimane in disparte, sotto un pino per non bagnarsi, guardando la scena incuriosito.
Non può aver capito per intero il discorso, ma sembra aver intuito quanto basta per inquadrare il contesto. Stringo di più le labbra, mettendo tutta la forza in mio possesso per provare a fermare l'avanzata del mio lupo. Invano.
Sono il primo a conoscere la sua forza, superiore a quella di molti altri lupi. Di certo, superiore a quella di un umano. Non basto ad arrestare la sua avanzata.
Mi si accende improvvisamente un flash in testa. Forse c'è un modo per evitarlo.
-Derek, tocca Ashton!- esclamo.
Il rosso non fa domande. Semplicemente scatta il avanti, uscendo dal suo rifugio, e allunga una mano.
Ashton si stacca all'improvviso da me facendo un balzo indietro e rimango sbilanciato, rischiando di cadere in avanti per l'improvvisa assenza della spinta che stavo provando a contrastare.
Il mio partner ringhia, improvvisamente aggressivo, rivolto a Derek. Spostati.
Lui non si muove da dietro le mie spalle con l'espressione indolente e una mano tesa. Se Ashton avesse fatto un altro passo lo avrebbe toccato.
Il rosso ghigna. -Se ho capito bene, pelosone vorrebbe conoscere la famiglia della sua bella. Sbaglio?-
Annuisco piano, riprendendo fiato.
Poi torno a rivolgermi al mio partner. -Ashton, ti prego. Ragiona- dico -Hanno già tutti i motivi di guardarci con sospetto, se ti presenterai anche tu avranno ancora più motivi per guardarci come nemici-
-Inoltre non sei esattamente amichevole- commenta Derek, sarcastico.
Ashton ringhia, dando però così conferma a quello che il rosso stava dicendo.
-Non sono solo lupi. Ci saranno anche degli umani che non conosci. Anche ammesso che ci diano il beneficio del dubbio, e viste le premesse è un'eventualità molto remota, se dovessimo provare che tu sei innocuo non potremmo, perché tu non accetteresti mai di farti avvicinare o toccare da loro. Penseranno che sei pericoloso. La condizione che abbiamo evitato finora si ripeterà-
Nel dirlo, la cicatrice della ferita da freccia sulla mia schiena pulsa dolorosamente. Hanno sempre pensato tutti che Ashton fosse pericoloso. Lo hanno già quasi ucciso per questo; solo per il colore del pelo, quando invece era uguale a qualsiasi altro cucciolo di lupo esistente.
Ashton questa volta resta zitto, il muso rivolto al terreno. Rilasso un poco le spalle.
Nive si avvicina a lui piano, iniziando a leccargli il muso per confortarlo. Va tutto bene.
No, non va tutto bene, e lo so. Sospiro.
Poi però Ashton alza la testa e guarda fisso Derek, gli occhi limpidi. Impallidisco nuovamente, capendo cosa sta per succedere.
Il mio partner scosta gentilmente la sua compagna.
Poi fa di nuovo un passo in avanti. Trattengo il fiato; Derek non si è mosso da dov'era, sulla faccia un ghigno, la mano tesa in avanti, la pioggia che ormai ha lavato completamente anche lui.
Ashton si ferma davanti a lui, poi, con più delicatezza di quanto pensavo avrebbe usata, poggia la sua fronte contro il palmo del rosso.
Questo lancia un fischio. -E adesso puzzerò di cane bagnato. Qualcuno ha del sapone?- domanda, sarcastico.
Ashton sbuffa, innervosito, ma non si scosta ancora per qualche attimo. Quando alla fine si allontana si gira di nuovo verso di me. Alexander, fammi andare dice. E la sua voce in qualche modo sembra più limpida di prima. È il mio branco ed il tuo. Andiamo a conoscerlo.
Io sono immobile, sorpreso.
Ashton non si era mai fatto toccare se non da me, e in seguito da Lux. Non dai miei genitori. Non da nessun'altra persona. Quello che hanno provato a fargli gli è rimasto addosso per tutti questi anni, un trauma che non ha mai neanche provato a superare.
La paura degli umani che quando non poteva difendersi lo hanno afferrato e gli hanno fatto del male. Ora però si è deciso ad affrontarla, e ha vinto.
Alexander ripete Ti prego. Non fermarmi e vieni con me. Conosciamo il nostro branco.
Stiamo sempre stati bene da soli, ma non perchè lo avessimo scelto noi. Semplicemente, non ci siamo mai concessi un'altra opzione di vita tranne la solitudine autoimposta, gli unici contatti quelli con i fornitori della merce che avremmo contrabbandato.
Ora che un'altra possibilità ci è stata offerta, però, non siamo in grado di rinunciarci. Non lo è lui e, mi rendo conto, non lo sono nemmeno io.
Per questo quando, dopo esserci separati da Lux, abbiamo permesso a Derek di continuare a viaggiare con noi. Per questo mi sono messo in gioco andando a curare le ferite di Lux e dei suoi amici.
In fondo, siamo fratelli di branco.
Siamo collegati, anche se ancora non ci conosciamo tutti. Nive e Lux ci uniscono tutti.
Anche Derek è collegato a noi; me ne accorgo ora. Sia io, sia Ashton, sia Nive lo abbiamo accettato. E lo ha fatto anche Jeis, da ben prima di noi.
Prendo un respiro. No, non posso privare Ashton di una famiglia ancora per molto.
Il destino sembra avvolgersi intorno a noi, fumoso.
"Nulla è un caso".
L'inquietante verso della profezia mi risuona nella mente, ma la scaccio.
-Va bene- dico, piano.
I dubbi non sono scomparsi; non affiderei ancora la salute di Ashton a nessuno di loro: continuerò a tenere tutti i sensi all'erta per paura che chiunque possa provare a ferire o tradire il mio partner, proprio ora che si è deciso ad aprirsi. Continuerò a vegliare, perché non sono un lupo e il concetto di fratelli di branco non mi basta ancora da solo per concedere fiducia a chicchessia.
Eppure non lo fermerò, perché so di non poter più oppormi, e che l'unico modo per proteggerlo ancora è continuare a stare al suo fianco come ho sempre fatto.
Osservo gli occhi ambrati e limpidi del mio partner, avendo preso la mia decisione -Va bene- ripeto -Fai strada. Andiamo a conoscere il nostro branco-
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top