Cap 33

Chiedo scusa a tutti per il ritardo; ho avuto delle vacanze impegnative. Spero che il capitolo vi piaccia coma sempre e un bacione da parte mia! Anche se un po' in ritardo, buona anno. E buona lettura!

LUX

Il tempo sembra essersi fermato, mentre tutti si girano verso Dow. Io non oso farlo; conosco mio fratello. So che espressione ha sul viso, non ho certo bisogno di vederlo per indovinarlo. Quello che posso fare, più che guardarlo, è allungare la mia mano per stringere la sua, per dargli un po' di forza.
Le espressioni dei miei amici, invece, mi interessano.
Sento Dow che mi stringe la mano in risposta, poi fa un sospiro. Già, non ho bisogno di vederlo per sapere cosa sta per fare. Jeis si accovaccia per aiutarlo a scendere, e la sua mano scivola dalla mia; poi smonta.
Mentre si dirige verso Derek noto la ferita che ha sulla schiena e impallidisco. Non riesco a credere che si muova con tale disinvoltura nonostante quello sfregio; eppure, la guerra ci insegna anche questo.
Nel vederlo arrivare Derek abbassa la spada e si esprime nel suo ghigno più insolente. -Non sei un po' malconcio?- dice -Sei sicuro di voler combattere con me, capitano? L'ultima volta non ti è andata molto bene-
-L'ultima volta eri circondato dalla tua truppa ed ero sicuro di morire-
Leos e Giafa sembrano stupiti nel sapere che si conoscevano già, ma nessuno dei due si sbilancia davvero.
Derek ridacchia. -È un modo per dirmi che le situazioni si sono invertite?-
Mio fratello si ferma. Anche se mi da le spalle so che le sue labbra sono serrate, in procinto di prendere una delle decisioni più difficili della sua vita.
Io giro la testa a guardare Giafa, Leos, Sef e Iron. Mi fido di loro. Certo, ho paura; se non ci capiranno cambierà tutto. E forse, se ci capiranno cambierà tutto lo stesso.
Eppure mi fido di loro; e visto che Dow crede in me, si fiderà di loro anche lui.

-Sto dicendo che tu non mi hai ammazzato quella volta, ne io lo farò ora- sospira quindi -Anche se ho la certezza che me ne pentirò-
Leos sgrana gli occhi, mentre Derek ride e si lascia di nuovo cadere a terra. Lo sguardo di Giafa invece vola verso di me, in una domanda silenziosa. Io faccio un sorriso mesto e mi sfioro il dorso della mano a indicare il nostro patto di ieri.
Capisce. Annuisce.  Si abbassa a mormorare qualcosa a Sef.

-Sei così puro e onesto-  dice intanto il rosso, canzonatorio -Ti ho già detto quanto sei stato adorabile a provare a proteggermi, prima? Un vero eroe!-
Trattengo insieme un sospiro e una risatina.
-È stato un riflesso involontario- ribatte mio fratello. -E ora taci, prima che cambi idea-
Leos li guarda, smarrito. -Shadow- dice, piano -Abbiamo ricevuto un ordine. Non possiamo...-
Mio fratello si interrompe. -Lo so- dice, con voce ferma -Come soldato e ufficiale ho ricevuto un ordine. Sono assolutamente consapevole di questo-
Si guarda intorno e sospira. -Tuttavia, come persona, ho troppi trascorsi alle spalle con quest'uomo per poterlo uccidere-
-È una dichiarazione?- domanda Derek, interessato.
Dow alza gli occhi al cielo e continua come se il rosso non avesse parlato. -Per quanto lui possa essere irritante.
So di stare disobbedendo a un ordine diretto; come soldati, siete autorizzati ad attaccarmi e prendermi prigioniero in quanto traditore. Se lo farete, non vi biasimerò-

Giafa e Leos tacciono, increduli. Io sospiro -Credo di dover precisare che io sto con mio fratello, comunque. Ciao, Derek-
-Hey, principessa- ghigna lui con disinvoltura -Ti è piaciuta la mia dedica, prima?-
-Certo. Ero estasiata-  ironizzo.
Giafa prende la sua decisione in questo esatto momento. -Non attaccherò, allora- dice solo, sfiorandosi il guanto. Provo un'ondata di amicizia e sollievo. Non so cos'ho fatto di bene per meritarmi una luogotenente così leale, che non dubita di me neanche in una circostanza così ambigua.
Rimane Leos, che guarda la sua spada con l'espressione più combattuta del mondo. -State scherzando?- domanda smarrito, cercando soprattutto i miei occhi. Abbasso lo sguardo, sentendomi colpevole.
Lui tentenna -Dovrei attaccarvi- mormora -E denunciare il vostro tradimento al generale. Mio padre farebbe così-
Sento una stretta al cuore. -Leos...- inizio a dire, ma un brontolio di Jeis mi interrompe. Ha ragione lui; non devo interferire nella decisione del mio amico. È una scelta solo sua.

Seguono degli attimi paurosamente lunghi, soprattutto per me. Derek è seduto con la schiena contro l'albero, sogghignando. Dow è impassibile. Giafa decisa.
Leos alza la spada, e la rinfodera con un colpo secco. -Non posso- sospira -Ho troppo rispetto per tutti voi. Ma voglio una spiegazione, mi è dovuta-
Tiro un sospiro di sollievo, e mi preparo ad aprire bocca. -Noi...-
-La verità, Lux- mi interrompe lui -Perché ho la sensazione che vogliate nasconderci ancora qualcosa-
Deglutisco, ingoiando quello che stavo per dire. È vero, stavo per raccontargli di Derek. Ma avevo intenzione di tralasciare come sempre la parte di Ashton e Alexander.
Scambio uno sguardo con Dow.
-Non è una decisione che possiamo prendere da soli- dice lui -Se volete, possiamo raccontarvi una parte della storia, ma non tutta. Non sta a noi-
Leos si prende una pausa per riflettere -E a chi sta? Questo posso saperlo?- domanda, brusco. Il mio cuore si stringe ancora. È deluso.
Non è nessuno di noi a rispondergli.
-Spetta a me. Ma non mi sembra la cosa più urgente da fare in questo momento- dice qualcuno, freddamente. Mi giro di scatto e mi rilasso vedendo Alexander, l'arco ancora in pugno, mentre si avvicina a noi. Solo un secondo dopo essermi rilassata mi irrigidisco di nuovo. Che sta facendo? Perché è uscito dal suo nascondiglio per esporsi così?
Leos si volta verso di lui pronto a qualsiasi aggressione, ma visto la tranquillità mia, di mio fratello e di Jeis non fa nemmeno più il gesto di toccare la spada, con l'aria rassegnata di qualcuno che ormai si aspetta di tutto; Giafa lo guarda incuriosita, così come Sef, mentre Iron gli corre incontro.
Alexander lo accarezza con un sorriso. -Ciao, fratello-
Iron uggiola gioioso, mentre Leos lancia un'occhiata fra lo stupito e il ferito al suo partner -Tu lo conosci. Cosa sai che non so?- chiede, mesto. Iron abbassa il muso come vergognandosi e uggiola piano.
Giafa osserva senza chiedere nulla, anche se la sua curiosità è palese.

Io smonto da Jeis per avvicinarmi zoppicando a mio fratello, che subito mi viene incontro e mi aiuta a stare in piedi. Alexander distoglie un attimo lo sguardo dagli altri per lanciarmi un'occhiata preoccupata. -Come va la gamba?-
Scrollo le spalle. -Non regge molto al momento, ma di certo non si staccherà-
Lui china la testa. -Saremmo arrivati prima, ma ieri notte abbiamo avuto un problema. Ci ha rallentati-
-Non è un problema. Sei arrivato comunque in tempo- lo ringrazio con un sorriso -Anche se è stato imprudente da parte tua. Cos'è successo? Come sapevate che eravamo in pericolo?-
Lui non mi risponde, si guarda intorno. -Non è la cosa più importante, ora. Siete praticamente tutti feriti- dice -Lasciatevi medicare, per adesso. Parleremo dopo-
-Non so nemmeno chi tu sia. Perché dovresti curarmi?- domanda Leos riscuotendosi, senza perdere la sua aria diffidente.
Alexander a malapena lo guarda. -Il tuo partner si fida di me, no? Non ti basta?-
-È una buona persona, Leos. Puoi credergli- confermo io, anche se dopo quello che è successo ha tutti i motivi per non fidarsi di me. -È lui l'arciere che ci ha aiutato prima-
Lui mi guarda per un attimo, ma poi torna a scrutare Alexander. -Se è così, ti ringrazio. Ti dobbiamo una vittoria e la vita del generale- dice, più gentilmente -E in realtà non mi sembra che nessuno di voi abbia fatto nulla per danneggiarci. Ma viste le circostanze, capirete che io preferisca medicarmi da solo-

Comunque, Alexander gli lncia un'occhiata scettica. -Sai ricucire una ferita?-
Leos tentenna solo un pelo -No. Ma posso fare un bendaggio-
-Hai idea di quali erbe aiutino a disinfettare o far sì che una ferita cicatrizzi più in fretta?- continua Alexander.
Leos esita di più -No....- ripete -Ma se stringo la fasciatura il sangue si ferma. Non è un problema-
-E sei consapevole del fatto che peggio tratti una ferita più tempo impiegherà per guarire, rendendoti complicato tornare a combattere?-
Leos si impappina. -Si-
Alexander annuisce e si gira. -Dow, mi sembri il più grave. Posso iniziare da te? Voi altri iniziate a spalmarvi questa, per favore. E si, potete farvi una fasciatura prima che io vi ricucia, almeno non perderete troppo sangue.-
-Non puoi curare prima mia sorella?- domanda mio fratello con calma, per quanto pallidissimo.
Alexander mi lancia un'occhiata di scuse, ma io gli sorrido. -No, non posso. Come ho detto, sei tu il più grave. Poi il ragazzo, qui-
-Perchè?- lo interrompe Leos, bruscamente.
Alexander lo guarda con i suoi impenetrabili occhi neri. -Perchè ho conoscenze mediche e voi siete feriti. Tutto qui-

A Leos sembra bastare; resta in silenzio mentre mio fratello con qualche difficoltà si toglie la casacca.
Quando rimane a petto nudo, Derek lancia un fischio. -Hai un po' di cicatrici in più dell'ultima volta che ti ho visto a torso nudo- commenta -Ma i muscoli non sono calati. Ti meriti un voto pieno-

-Nessuno ti ha chiesto una votazione. Ora, per amor di pace, chiudi la bocca. O ci ripenso sull'idea di risparmiarti-
Derek ghigna con più insolenza. -Oh, non lo faresti. Come sarebbe il mondo senza di me? Non lo sopporteresti-
-Io lo adorerei, invece. Così pacifico- intervengo.
Lui finge di essere triste. -Ma come principessa, ti schieri contro di me? Così mi ferisci-
Sbuffo, divertita.
-Derek- interviene Alexander, glaciale -Smettila di dimenarti, siediti da qualche parte e trova qualcosa da mangiare. Altrimenti faccio saltare le cuciture sul tuo braccio e aspetto fino a quando non svieni di nuovo-
-Sì, mogliettina mia adorata- lo canzona lui.
-E finiscila con questa storia. Non sono tua moglie- conclude, senza mutare tono, finendo di sterilizzare l'ago sulla fiamma.

-No? In tal caso, il posto è ancora disponibile. Vuoi favorire, mio capitano?-
-Favorirò un pugno sui tuoi denti, se non la finisci- borbotta Dow, prima di prendere il legno avvolto di stracci che Alexander gli sta porgendo.
-Ti spalmo una crema sulla ferita che intorpidirà la zona lesa per farti provare meno dolore mentre la ricucio. Se vuoi ho anche un anestetico da ingerire, ma ti lascerebbe molto intontito per tutto il giorno- Propone il medico.
Mio fratello fa un cenno secco di diniego. -Non preoccuparti, ormai sono abituato. Stringerò i denti, ma preferisco rimanere lucido-
Alexander annuisce e fa un mezzo sorriso, come se lo aspettasse, Mentre Dow si mette il legno fra i denti e di sdraia a pancia in giù sul terreno, usando la casacca che si è tolto come coperta.
Quando Alexander affonda l'ago stringe i denti ma non emette un fiato e non muove un muscolo; d'altronde, ci si abitua in fretta a questo trattamento nell'esercito.
Nel frattempo, Derek è venuto a sedersi vicino a me. -Allora principessa, cosa mi racconti di bello?- domanda, allegro.
Io gli lancio uno sguardo curioso. -Tu, piuttosto. Dì un po', cosa hai detto prima a quella Lizza per farla scappare così?-
Anche Giafa si siede accanto a me, forse per ascoltare, e si unisce a noi anche Leos, seppur con lo sguardo sfuggente; si toglie la maglia mettendo in mostra il fisico magro ma definito e inizia ad adoperarsi per bendarsi la ferita sul fianco.
-Ti do una mano- propongo, ma lui rifiuta con un sorriso che però non si allarga agli occhi, evitando di guardarmi. -Non ti preoccupare, ci riesco. Prenditi cura della tua gamba, okay?-
Abbasso gli occhi. -Okay-
-Non posso certo rivelarti tutti i miei segreti. Se lo facessi il mio fascino subirebbe un duro colpo, sai?- risponde intanto Derek.
Ghigno come lui. -Il tuo cosa, scusa? Non ho dimestichezza con le parole inesistenti-
Lui ridacchia. -Dì pure che non riesci a concepire la mia grandezza, non essere timida. Piuttosto, non è che qualcuno di voi ha del cibo? Altrimenti il dottore si lamenta-
-Oh, dovrei avere qualcosa io- interviene Leos, sempre con voce trasognata. È come se si fosse del tutto distaccato dalla realtà.
Derek lo guarda quasi stupito. -Accidenti, questo è gentile. Mi piace. Biondo, lo adottiamo?-
-Taci- ribatte Alexander, senza neppure alzare lo sguardo.
-Mio capitano, lo adottiamo?- rilancia il rosso, affatto scoraggiato.
Mio fratello lancia un mugugno totalmente negativo. Derek sospira con aria teatralmente consolata. -Questi disfattisti non appoggiano mai le mie idee-

Giafa ride. Evidentemente il rosso le sta simpatico; d'altronde anche io lo trovo molto divertente spesso, ma non credo riuscirò ad avere un rapporto normale con lui fino a quando non capirò che trascorsi ha davvero con mio fratello.
Eppure, in questo ambiente, in questo momento, mi trovo incredibilmente in pace. Mi guardo intorno. Sef e Iron stanno giocando accanto a Jeis, che li guarda con aria benevola. Derek sta come sempre sparando stupidaggini, rivolto a Leos, che sembra ascoltarlo un poco, e Giafa è come sempre al mio fianco. Dow e Alexander sono con me.
Certo, siamo feriti e coperti di sangue, sfiniti, alcuni di noi pieni di dubbi. Eppure siamo tutti qui insieme, e ho la strana sensazione che ogni tassello sia andato al proprio posto. Se solo ci fossero anche Nive e Ashton sarebbe perfetto.
-Come li hai conosciuti?- Mi domanda Giafa, sia per curiosità sia per fare conversazione mentre Alexander lavora. Ha scelto di fidarsi di me, e se non le volessi dire niente lo accetterebbe, però la sua voglia di gossip non si è certo estinta per questo.

-Chi di loro?- rilancio quindi.
Lei sorride. -Entrambi. Tanto abbiamo tempo, no?-
-Vero- ci penso un attimo, poi mi preparo a dire di nuovo parte della verità con voce bassa -Quando sono andata nel regno nero, come sai, mi sono imbattuta in un campo di fiori della Perdizione e sono svenuta; a differenza di quello che vi ho detto, non è stata Nive a tirarmi fuori; era troppo piccola. Alexander passava di lì e mi hanno raccolta e curata; quando ho ripreso il viaggio per salvare mio fratello è venuto con me- concludo, con un piccolo sorriso.
Leos non dice nulla, ma so che sta ascoltando.

Giafa sta in silenzio per qualche attimo.
-Per quanto riguarda lui, invece?- chiede poi, ammiccando a Derek. Lo guardo anche io.
-In effetti non ho ancora ben capito perché sei ancora con noi- commento, con leggerezza.
Lui ghigna. -Perché tuo fratello e tutti voi altri soffrireste troppo per la mia assenza, altrimenti. Insomma, mi adorate-
-Discutibile- ribatto io, ridendo.
Giafa intanto aspetta la mia risposta. Sospiro. -In realtà, la prima volta che ho sentito parlare di Derek è stato quando mi hanno detto che era il figlio del direttore di Ureth a torturare mio fratello- dico, con eccessiva leggerezza, per vedere la reazione del rosso. Giafa e Leos lo guardano, fra lo stupito e l'inorridito.
Lui si esprime in un ghigno. -Pensi ancora così male di me, principessa? Eppure sono stato io a farvi scappare da quel posto. Dovresti fidarti-
-Di te?- ribatto -Non so ancora cos'è successo in quella prigione-
I suoi occhi si rabbuiano, ma quando parla la sua voce è più sarcastica che mai. -Già.... Beh, non torturavo tuo fratello. Circa. Più che altro, passavamo il tempo insieme a sguazzare idilliacamente in una grande piscina, e...-
-Derek- il monologo del rosso si ferma a metà.
Tutti ci giriamo verso mio fratello che ha sputato il morso, incurante dell'ago che penetra nella sua carne. -Un'altra parola, una qualsiasi su quel posto, e io ti farò seriamente male- dice, con voce terribile.
Derek sogghigna e tace.

Seguono attimi di silenzio, nei quali gli unici che si muovono sono i lupi e Alexander, che prosegue il suo lavoro imperturbabilmente, senza badare a noi. Dopo un tempo che non saprei definire, cuce l'ultimo punto e stacca il filo, per poi scostarsi e asciugarsi la fronte.
-Ho finito- dice -Qualcuno lo fasci prima che si rimetta la maglia e spalmategli questa crema sulle ferite più lievi, io penso solo a quelle gravi, o non finiremo più. Il prossimo. Ragazzo, vieni tu.-
Leos alza un sopracciglio, mentre mio fratello si alza e si stira cautamente per provare la resistenza dei punti. Sembra soddisfatto.
-Grazie. Sei sempre bravo in questo- sorride, ottenendo dal biondo un lieve sorriso in risposta.
-Anche Lux è ferita. Come gentiluomo dovresti dare la precedenza a lei- protesta invece Leos.
Alexander mi guarda di nuovo. -È vero. Purtroppo io sono molte cose, ma non un gentiluomo. E dal punto di vista medico  la tua ferita è più grave della sua. Prima smetti di lamentarti prima io posso medicarti, e prima medicherò anche lei-
Dice così, ma i suoi occhi mi chiedono scusa. Di nuovo sorrido, per dirgli di non preoccuparsi.
-E se mi rifiutassi di essere medicato fino a quando non viene curata lei?- si intestardisce però il mio amico.
-Perderemmo solo tempo- rispondo questa volta io. -Per favore, Leos-
Il ragazzo sospira e serra le labbra. -E tu che farai?-
-Aspetterò- scrollo le spalle io -La mia ferita in fondo si è solo riaperta. Non è davvero un grosso problema-
-Non fare la spavalda, ragazzina- risponde lui. Nel sentire il nomignolo mi sfugge un piccolo sorriso. Forse non è così deluso da me.

Alexander finisce di preparare un nuovo ago e si gira di nuovo verso di noi, impaziente. -Volete aspettare che le ferite si curino da sole? Ho detto il prossimo-
-Non dovresti riposarti anche tu?- chiede Dow, che viene a sedersi vicino a me. Derek gli porge il salame mangiato a metà che gli ha dato Leos, e mio fratello lo prende e lo addenta senza fiatare. Ora che non deve più stare immobile i suoi muscoli tremano impercettibilmente. Lasciato il salame, Derek afferra al volo la crema che Alexander gli ha lanciato.
-Ce la faccio. Solo, vorrei non sudare tanto- sbuffa il biondo.
-Bene, è deciso!- Derek lascia il barattolo sull'erba e si alza con un movimento fluido, prendendomi in braccio con il solo sinistro. Mi scappa un grido per la sorpresa.
-Che diavolo fai?- ruggisce mio fratello, ma il rosso mi ha già depositata nuovamente per terra, accanto ad Alexander. -Principessa, tu assisti il dottore- ghigna -Io intanto finisco di curare il tuo

adorabile fratellino, che scommetto apprezzerà particolarmente le mie premure-
-Per nulla. Piuttosto vado a dire al generale che ho disobbedito a un ordine diretto- ribatte Dow, ma per una volta è Derek ad ignorarlo.

Io intanto guardo il rosso, scettica. -Oh, si. Mettiamo i feriti a badare ai dottori. Mi sembra perfettamente logico-
-Quasi quanto lo è spedire un ufficiale nero a fare il cameriere in un accampamento di soldati bianchi- ribatte lui. Non posso che dargli mentalmente ragione.
Mi giro verso Alexander, che è accanto a me e mi guarda, indecifrabile. -In realtà non mi serve granchè- dice con tono neutro -Dovresti solo farmi bere ogni tanto, se ti va-
-Non è certo un problema- rispondo.
-Sei sicura?- mi domanda Leos, appena pochi centimetri più in là, preoccupato -Dovresti riposarti, ragazzina-
Gli sorrido. -Non è un problema. E poi, se il medico è agevolato farà anche meno fatica a curarti, giusto? È un peccato non averci pensato prima- concludo, lanciando un'occhiata di scuse a mio fratello. Lui mi fa un sorriso rassicurante, tenendo al contempo a distanza Derek che gli si avvicina con le garze e un ghigno poco rassicurante.
-Non è stato un problema. Di solito non mi aiuta comunque nessuno- mi rassicura Alexander, ma sempre con tono indifferente -Muoviamoci però. Gradirei finire in fretta di medicarvi e poi spostarci da qui, prima che Donovan decida di tornare. Francamente, non ho molta voglia di entrare in contatto con lui o chiunque rappresenti la legge da queste parti-
-Perché? Sei un delinquente, forse?- ribatte Leos, ostile.
Il biondo alza le spalle. -Si, in effetti sì. Qualcosa del genere-
Sento una strana sensazione alla bocca dello stomaco nel vedere Leos e Alexander qui, insieme e a pochi centimetri da me. Mi assale una tensione che non riesco a giustificare. -Dai, smettetela- mi trovo a dire -Alexander ha ragione, non conviene neanche a noi restare qui. Finiamo le medicazioni e spostiamoci. Poi ti racconteremo tutto, Leos-
Un'occhiata particolarmente di sbieco di Alexander mi ricorda che c'è un argomento che deve rimanere intoccato. No, malgrado tutto, dovrò mentire ancora. Non posso parlare di Ashton.
Leos mi lancia un'ultima occhiata triste, come se intuisse che sto nascondendo ancora qualcosa, ma non dice nulla, preparandosi a essere medicato. Abbasso gli occhi, mentre Alexander inizia a lavorare.
Sento che da qualche part dietro di me Giafa, Dow e Derek hanno di nuovo iniziato a parlare, ma sono troppo agitata per ascoltarli. Mi limito ad accostare la borraccia alle labbra del biondo quando me lo chiede, e per il resto guardo con preoccupazione l'evidente sofferenza dell'altro mio amico, che non saprei come alleviare. Perdo la cognizione del tempo e rimango lì ad aiutare e osservare, fino a quando Alexander non mette l'ultimo punto.

-Ho finito- dice per la seconda volta, poi si gira verso di me. -È il tuo turno, ora-
-Riposa un attimo. Sarai stanco- ribatto io preoccupata, allungandogli una pezzuola con cui si asciuga il sudore.
Lui mi fa un mezzo sorriso. -Sono a posto. Muoviamoci e spostiamoci da qui-
Davanti a tanta cocciutaggine non posso ribattere in nessun modo. Mi alzo e faccio per scoprirmi la coscia. Ormai ho dimenticato cosa sia la vergogna del mostrare la pelle nuda agli altri; dopo le battaglie nelle tende dei medici non ci sono distinzioni fra maschi e femmine. La postazione di cura è una sola, e ci si adatta.
Quindi, quando le gote del ragazzo si tingono lievemente di rosso, rimango stupita.
-Possibile che tu non ti ferisca mai sulla mano, o sul braccio, o in posti che non richiedono che tut ti svesta?- borbotta a bassa voce. Alzo gli occhi al cielo.
-Più professionale, dottore- ribatto tirandomi giù i pantaloni e cercando di non farmi sfuggire smorfie di dolore quando la stoffa entra in contatto con la ferita.
Lui arrossisce un po' di più, sempre dando le spalle agli altri in modo che non se ne accorgano. Però prepara l'ago e le erbe con mani ferme.
Mi sfiora la gamba per esaminare meglio il taglio. -È bello profondo- commenta -C'è mancato poco che intaccasse l'osso. Il tuo avversario doveva essere veramente forte. Però la persona che ti ha medicato prima di me era molto competente, quindi non è infettato. Non ci metterò poi molto-
Annuisco senza dire nulla, visto che sto già stringendo fra le labbra il morso di stracci.
Alexander mi strofina una polvere sulla coscia che mi diminuisce la sensibilità, poi affonda l'ago e io serro i denti con tutta la mia forza sul morso, cercando di non contrarre i muscoli. Per non pensare al dolore mi soffermo piuttosto su come sia guardarlo lavorare. In effetti, oggi è la prima volta che lo fa.
Quando ha curato me io ero sempre svenuta, e quando ha curato mio fratello una volta scappati da Ureth non sono riuscia a guardare. Ora invece posso guardare la sua tecnica. Ha le labbra serrate dalla concentrazione, negli occhi la stessa espressione di quando prende la mira con l'arco.
Sembra davvero esperto in quello che fa.

Di nuovo perdo la nozione del tempo. So solo che man mano la mia ferita viene ricucita, fino a quando viene dato l'ultimo punto.
-Finito- dice di nuovo Alexander. Osservo il suo lavoro; è degno dei migliori dottori dell'esercito.
-Dove hai imparato?- chiedo con voce un poco arrochita -Non te l'ho mai chiesto-
-Ancora non ti è passato il vizio di frugare nel mio passato?- domanda lui con un sospiro esasperato.
Mi mordo un labbro. -Scusa- dico, anche se sono ancora curiosa-
Lui scuote la testa, seccato. Poi guarda verso il bosco da dove proviene un fruscio, poi spunta Iron con un lungo ramo in bocca. Non mi ero nemmeno accorta che si fosse allontanato.
Porge il ramo a Leos, che lo prende e strappa con foga le fronde rimaste attaccate. Poi si avvicina a me e me lo porge, aiutandomi ad alzarmi. -Tieni. Per camminare-
Gli sorrido, riconoscente. -Grazie, Leos-
-Vedi di non tirarmi in testa anche quello- dice invece Alexander, freddo. Lo guardo male.
-Cosa facciamo ora?- chiede Giafa, facendomi girare verso di lei. Nel farlo noto che, come Leos, anche Dow è stato fasciato ma, a differenza di Leos, ha un'aria molto, molto insoddisfatta, mentre Derek è più ghignante del solito. Deduco che il rosso sia riuscito nel suo intento.

-Dovremmo parlare- rispondo intanto, rivolta alla mia amica.
-No- interviene Dow però -Non qui. Ormai Donovan e quel che resta della sua scorta saranno tornati da Otyx. non ci metteranno molto a tornare qui, e noi in teoria stiamo inseguendo Derek-
-In realtà dovreste avermi già ammazzato a questo punto- ghigna l'interpellato.
Mio fratello lo guarda male. -Non sono ancora sicuro di aver fatto bene a non farlo-
-Ma come? mi hai difeso in modo così spassionato, prima!- esclama il rosso, melodrammatico come sempre.
Leos li interrompe. -Io però voglio sapere- dice con calma.
Dow annuisce. -Si. Te lo dobbiamo. Solo, andiamo via di qui per favore-
-Dove ci troviamo?- chiede Alexander, brusco.

Lo guardo un po' stupita. -Come? Non venite con noi?-
-No, vi raggiungiamo dopo. Voi avete i lupi; noi troveremo un'altra strada- dice pronto lui.
Serro le labbra, sentendomi stupida. È vero; non possiamo certo far vedere agli altri Ashton, e Alexander ovviamente viaggerà con lui. È la scelta più logica separarci ora per ricongiungerci dopo.
Faccio un lieve cenno di assenso.
-Chi ci assicura che non sparirete?- domanda però Leos.
Dow si fa avanti per mettergli una mano sulla spalla. -Tutti noi- dice calmo, con un sorriso -So che ti sconcerta sapere che io e mia sorella abbiamo un rapporto con il regno nero, ma ti prego, fidati ancora una volta. Presto ti spiegheremo tutto-
Leos esita un secondo. Poi annuisce.
Io, intanto, mi avvicino a Giafa. Lei mi guarda con un sorriso. -Hey. Com'è andata la medicazione?-
Scrollo le spalle. -Tutto nella norma. Alexander è un bravo medico, in fondo- rispondo,
cercando contemporaneamente nel suo sguardo una qualsiasi traccia di sfiducia.
Lei ovviamente se ne accorge subito. -Lux, te l'ho giurato giusto ieri- mi rimprovera scherzosamente mostrandomi il dorso della mano. -Sono il tuo luogotenente e ti seguirò ovunque. Non smetto di fidarmi di te per scemenze simili-
Di nuovo sono commossa. -Sei unica davvero- sorrido, abbracciandola.
-Dove ci troviamo?- sta intanto chiedendo mio fratello.
-C'è una città qui vicina. Possiamo andare lì- propone Leos.
Alexander gli boccia subito l'idea. -No. Io non entro in città-

Silenziosamente gli do ragione; dopo aver sentito della rete di spie del generale, non mi fido più a parlare in città; con persone da tutte le parti, neanche un lupo può sapere se qualcuno si è avvicinato troppo per ascoltare. Nel bosco, invece, siamo nel regno dei lupi. Se qualcuno si avvicinasse troppo, sarebbe visto, sentito, o comunque fermato prima di potersi avvicinare troppo. Nel bosco siamo al sicuro.
-Dove allora?- chiede Dow gentilmente.
Alexander si assicura nuovamente l'arco sulle spalle. -Voi andate. Allontanatevi, ma restate nel bosco- dice -Vi trovo io-
Annuisco. -Va bene-
Giafa sale su Sef e fa un cenno di saluto a Derek, che le indirizza un ghigno. Leos sale su Iron lanciando un'ultima occhiata diffidente ad Alexander. Dow è già su Jeis.
Faccio per raggiungerlo, e Jeis si accuccia per aiutarmi a salire. Alexander si avvicina per darmi una mano a sua volta. Monto.
-Comunque- mi dice lui prima che partiamo -Mi ha insegnato mia madre-
Io gli sorrido. Poi Dow fa un cenno di saluto e Jeis parte di corsa, seguito da Iron e Sef. Guardo indietro, ma è tardi; Alexander e Derek sono già scomparsi tra gli alberi.

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