Cap 29
ALEXANDER
-Devo ammetterlo- commenta Derek -Viaggiare su un lupo è piacevole. Riesco quasi a capire perché vi impegniate tanto per diventare cavalieri. Grazie del passaggio, piccoletta-
Nive ora che la sua zampa è quasi guarita gli ha permesso senza nessun problema di viaggiare su di lei, in modo da procedere con più rapidità. devo ammettere che è comodo anche per me e Ashton non procedere sempre solo a passo d'uomo per permettere a Derek di stare con noi. Non che fosse colpa del mio amico, certo.
Ormai sta calando la sera. Derek è arrivato da me nel pomeriggio, annunciandomi di aver dovuto rinunciare a malincuore a una carriera brillante e un salario sicuro. E che i nostri piani erano cambiati e avremmo fatto meglio a partire. In quest'ordine. È sempre confortante sapere quali sono le sue priorità.
Così abbiamo controllato in fretta le bisacce e siamo partiti, mentre lui mi raccontava quello che aveva scoperto dal messaggero come cameriere, prima di licenziarsi.
In realtà, non molto: che il messaggero si chiamava Lisen, che era partito il giorno prima per rintracciare Lux e gli altri in seguito alla notizia dell'avvelenamento di Zyola, che il sommo generale voleva riceverlo e il posto in cui si dovevano recarsi: Lyn Mor.
Devo ammetterlo, il nome non mi risveglia bei ricordi. Tutt'altro.
Quella persona viveva lì. Ed era felice lì, certo, ma le mancava sempre qualcosa. Quando è morta, io non ci sono mai più tornato. Eppure devo andarci, perché Lux è lì. Però lei non è l'unica a trovarsi lì, e non sono così stupido da non sapere cosa farebbero ad Ashton se lo prendessero.
-Fermiamoci qui. Avvicinarci di più sarebbe pericoloso- decido.
Possiamo andare più in là dice Ashton, dubbioso. Gli lancio un'occhiataccia.
-Non correremo il rischio. Non ne vale la pena- e il discorso finisce lì.
Nive si accuccia per far scendere Derek. Ho fame si lamenta Possiamo andare a caccia?
La guardo addolcito. -Ma certo. fate attenzione, però- mi raccomando.
Lei scodinzola per ringraziarmi mentre io slaccio le bisacce dalla groppa di Ashton. Subito dopo entrambi spariscono nel sottobosco.
Derek li osserva allontanarsi. -Dove vanno?-
-A caccia. E anche noi- lo informo, afferrando il mio arco e una faretra -Altrimenti non si mangia nulla questa sera. Mi spiace, non c'è il pranzo pronto alla taverna, oggi-
Derek sospira -Mi ci vorrà un po' a superare il lutto per questa notizia-
-Muoviti- lo rimprovero io, mettendomi in cammino. Lui ghigna e mi viene dietro.
-Allora- mi chiede -Cosa mangiamo oggi?-
-Se non stai zitto nulla- sospiro. Lui ghigna di nuovo e fa il gesto di cucirsi la bocca. Poi, per mia gioia e gaudio, tace.
Scivoliamo nel bosco silenziosamente, attenti a non calpestare rametti. Il terreno è ricco di acquitrini, e mi aspetto di trovare delle anatre. Invece la mia attenzione viene richiamata da una lepre che si è recata a bere e che, essendo noi controvento e coperti per metà dagli alberi, non ci ha notati.
Allungo una mano all'indietro per afferrare una freccia dalla mia bisaccia. Tendo l'arco. Prendo la mira.
La corda vibra mentre la lascio andare, e un attimo dopo la nostra cena cade a terra, morta. Non si è nemmeno accorta del colpo.
Derek si lascia sfuggire un fischio di ammirazione. -Se fossi altrettanto capace con la spada saresti un valido rivale. Non sono sicuro che vincerei- Commenta. E considerando quanto sia grande il suo ego come spadaccino è un vero complimento.
-Non sono un guerriero- mi limito a rispondere. Non ho mai avuto davvero bisogno di combattere. Certo, so usare un'arma bianca all'occorrenza, ma non mi sono mai specializzato in queste.
Derek mi guarda male. -Beh, considerando quanta gente vuole uccidere te e il tuo bestione sarebbe il caso di diventarlo. Stasera ci alleniamo- commenta. Cerco di non sospirare.
In fondo, anche se si diverte moltissimo a umiliarmi, in questi allenamenti sto migliorando davvero.
-Possiamo mangiare almeno prima?- dico, scocciato.
Derek ghigna, al suo solito -Ovvio. Non possiamo certo buttar via il frutto dei tuoi sforzi. Cucini tu, vero?-
-Non sono tua moglie, Derek-
Lui spalanca gli occhi in segno di finta sorpresa, portandosi una mano al petto con fare drammatico. -Come no?E me lo dici così? Ti sembrano notizie da dare con tanta tranquillità? Più delicatezza, che diamine! La gente ci rimane male!-
Sospiro, evitando di rispondere. Colpa mia che mi sono messo in viaggio con una drama queen.
Una mezzora dopo abbiamo allestito un piccolo accampamento proprio di fianco al laghetto dove ho ucciso la lepre, che ora è stata scuoiata, cotta e con la quale ora siamo intenti a placare la nostra fame.
-Niente male- si esprime Derek -Quasi meglio della locanda. Potresti farti assumere come cuoco. Anzi, no! Apriremo un piccolo rifugio in mezzo ai boschi, dove tu cucinerai e io farò il cameriere. È la mia vocazione, l'ho scoperto in questi giorni. Ovviamente ci saranno anche la tua bella, i vostri due pelosetti e la loro numerosa prole. Sarà il vostro nido d'amore! Vi darete alla pazza gioia ogni sera, senza fare troppo rumore possibilmente perchè vivrò lì anche io. E quando nasceranno i vostri figlioletti sarò il padrino- conclude, ghignando soddisfatto.
-Derek, per l'ultima volta- sospiro -Concedi la pace alle mie orecchie; taci-
Lui ridacchia e si gira verso il laghetto. Lo guardo anche io, lieto del silenzio. Dopo qualche minuto, del tutto inaspettatamente, un uccello spunta da sotto la superficie dell'acqua, facendomi trasalire leggermente.
-E quello da dove spunta?- chiede il mio compare, sorpreso e divertito insieme.
Scuoto la testa. -Non lo so. Non l'ho visto immergersi.-
-Già, neanche io. Eppure è abbastanza variopinto, lo avremmo notato- l'uccello si solleva in volo mentre io mi guardo in giro, tentando di risolvere il mistero.
Poi mi soffermo sulla collina di roccia che si erge sull'altra sponda. -Guarda lì- dico, indicandola -Ci solo delle spaccature in quella roccia, vero? È possibile che ci sia una grotta nascosta lì sotto? L'uccello potrebbe averne fatto la sua dimora.-
-Come le dighe dei castori?- Derek ghigna -Non si finisce mai di imparare-
Finiamo la lepre. Calcio la terra in modo di coprire le tracce del nostro fuoco, mentre il mio compare lancia le ossa nel lago. Mi domando per qualche istante come faranno Ashton e Nive a nascondere la preda che sicuramente ormai avranno finito di cacciare; questo territorio non di rado è meta di caccia per i lupi, e una preda con un odore di due sconosciuti attirerebbe indubbiamente l'attenzione.
Poi però mi rassicuro. Ashton è intelligente, sa bene come nascondere le sue tracce. Se la caverà.
-Torniamo- dico -Ormai ci staranno aspettando e...-
La mano di Derek è sulla mia bocca. Faccio per scansarla con una sberla, quando mi accorgo del suo sguardo; è serio.
L'ultima volta che l'ho visto così è stato al rifugio di Olef, quando ci hanno scoperti e ha parato con il suo avambraccio un colpo diretto al mio collo. A me è rimasta appena un segno rosso sulla gola, ma il suo braccio non è ancora totalmente a posto.
Così sto zitto, e appena un secondo dopo sento quello che ha messo in allarme il mio amico; rumore di passi.
Poi, una voce.
-Dì un po', siamo sicuri che ci siano persone nei paraggi?-
-Abbiamo trovato delle bisacce. Probabilmente appartengono a dei maledetti cavalieri. Peccato che non fossero all'accampamento, o ce ne saremmo liberati- dice un'altra persona.
Una terza ride. -Beh, se li troviamo li accoppiamo ora. Non è certo la prima volta-
Un coro di risate.
Le voci che ho sentito erano solo tre, ma dai passi posso dedurre che ci sono almeno una quindicina di persone. Mi guardo intorno, cercando in fretta un nascondiglio. Gli alberi vicino a noi sono lisci, sottili. Non hanno rami dietro i quali nascondersi né appigli per arrampicarsi, e non sono nemmeno sicuro che reggerebbero il nostro peso. Potremmo correre lungo il bordo del ruscello, ma quello dove abbiamo acceso il fuoco è forse l'unico punto in cui la terra è solida e non fango; nel migliore dei casi vedrebbero comunque le nostre orme, nel peggiore non faremmo in tempo a nasconderci e ci beccheremmo una freccia nella schiena ciascuno. Francamente non è un'esperienza che voglio ripetere.
Derek è pallido come non l'ho mai visto.
Non mi da tempo di riflettere o di cercare altre vie di fuga che ci consentano di sopravvivere: mi afferra il braccio con forza e un secondo dopo siamo nel lago; capisco cosa vuole fare quando ci immergiamo e mi sento trascinare verso le rocce, ma prima che possa protestare in qualsiasi modo sono già stato trascinato sotto, e per poco non mi riempio i polmoni di acqua. Tengo gli occhi aperti. Derek nuota costeggiando le rocce, fin quando non trova un'apertura. È piccola, ci passa a malapena. Eppure vi si infila dentro senza esitazione. Aspetto qualche secondo, non sapendo bene come agire. Quello che Derek ha appena fatto è da pazzi.
Poi il suo braccio spunta di nuovo dall'apertura, in un segno che è un inequivocabile invito a seguirlo. Non vedo molte alternative; ormai ho poca aria, e quelle persone devono essere arrivate in riva al laghetto. Se riemergessi ora mi ucciderebbero.
Così chiedo un ultimo sforzo ai miei polmoni e seguo Derek.
Quando mi infilo nell'apertura sento una roccia che mi graffia il fianco,incidendo di poco la carne. poi la mia mano si scontra con qualcosa di morbido, e subito dopo due mani mi afferrano aiutandomi a muovermi nello stretto spazio in cui mi ritrovo, e a riemergere.
Non appena il mio naso incontra l'aria prendo un gran respiro, tossendo.
Nel buio in cui mi trovo vedo il brillio di denti di un sorrisetto. -Non hai molto fiato- commenta Derek a bassa voce, molto divertito -Attento a come ti muovi, c'è un nido dietro di me. A quanto pare è la casetta dell'uccello che abbiamo visto prima; se tornasse e trovasse i suoi bambini uccisi saremmo pessimi ospiti-
-Tu sei matto- lo accuso con rabbia, quasi in un ringhio a bassa voce -Non sapevamo quanto potesse essere grande questa grotta, non sapevamo neanche se esistesse davvero! La nostra era un'ipotesi. Saremmo potuti essere ammazzati. Potevi incastrarti e morire annegato; la fessura in cui ti sei infilato avrebbe potuto non avere sbocco su una presa d'aria!-
Lui ghigna ancora -E invece ce la siamo cavata-
-Non è questo il punto, Derek!- sbotto di nuovo.
-Se urli ci sentiranno- bisbiglia lui, divertito -Le fessure che abbiamo visto non erano così lontane da noi, sai?-
Sospiro, abbandonandomi all'indietro, perchè su questo purtroppo ha ragione. Subito incontro una parete alle mie spalle.
Intanto i miei occhi si sono adattati all'oscurità, e posso vedere dove siamo.
La grotta è piccola. Grande per un uccello, ma noi in due ci stiamo a malapena, e anche allungandomi il più possibile all'indietro non riuscirei a staccarmi del tutto dal corpo di Derek; ho un appoggio per i piedi, ma l'acqua mi arriva comunque alle spalle. sopra di noi si vede un rettangolino di cielo, da cui entra la nostra riserva d'aria.
l'unico spuntone di roccia asciutto è occupato da un nido.
-Si sta strettini qui- commenta il rosso -Ho il sospetto che se al posto mio ci fosse Lux questa situazione non ti dispiacerebbe affatto, sai?-
-Anche tu saresti molto più felice con qualcuno che non sono io. E ora taci- ribatto -Sto cercando di ascoltare-
In effetti le fessure non erano lontane dal punto in cui eravamo, ed è vero che se parlassimo ad alta voce quegli uomini ci sentirebbero. Ma vale anche il contrario.
Le parole mi giungono ovattate, un poco distorte, ma se aguzzo l'udito sono perfettamente distinguibili.
-Ormai è sera- sta dicendo qualcuno -Qui sarebbe un buon posto per accamparsi, che ne dite?-
Impallidisco.
-Se si accampano lì non possiamo uscire- bisbiglio, agitato.
Derek è di nuovo serio. -Basterà aspettare il buio- dice -Stanotte è luna nuova. Non ci vedranno-
-Ma Ashton e Nive ci stanno aspettando. E non potranno neanche rintracciarci, la linea di odore si interrompe quando si entra in acqua. Se attaccassero quella gente sarebbero in pericolo-
-Non eri tu a dire che il pelosone è intlligente?- ironizza Derek.
Sospiro. È vero; però non posso non preoccuparmi.
-Come facciamo per domani?- stanno intanto dicendo al di fuori del crepaccio -Ci ricordiamo tutti il piano?-
-Per chi ci hai preso?- borbotta qualcuno -Non siamo certo dei dilettanti-
-Domani il sommo generale dei bianchi partirà dal castello, con una scorta. Noi ammazzeremo la scorta e anche lui. Non c'è nulla di più facile- conclude un'altra voce, che è la prima ad aver parlato quando eravamo ancora sulla riva e ci ha messo in allarme.
Probabilmente a queste parole mi faccio più pallido.
-Vogliono ammazzare il generale- bisbiglio agitato a Derek.
-Ho sentito- risponde lui calmo, quasi divertito -Ma io sono un Nero e tu non hai patria, ricordi? A noi che importa?-
-Che Lux e gli altri sono con lui- rispondo, cercando di non ringhiargli contro.
-Giusto. Potrebbero farsi male- sembra riflettere Derek -Non vorrei mai che succedesse qualcosa a quei fratelli dal bel faccino. Senza contare che se succedesse qualcosa alla tua bella non potremmo portare a termine il nostro progetto idilliaco della locanda in mezzo al bosco-
Sbuffo. -Che facciamo?-
-La stessa cosa che dovevamo fare prima. Aspetteremo la notte e usciremo... solo che dovremo anche affrettarci a portare alla fortezza un messaggio per dire ai nostri amici che domani loro e il loro capo rischiano la morte-
-Dobbiamo aiutarli-
-Cosa pretendi? Che vada a combattere contro questi tipi davanti a una squadriglia di soldati Bianchi?- Derek alza le spalle in un gesto teatrale, limitato dallo spazio ristretto in cui ci troviamo -Amico mio, tu sogni. Non lo farei mai e poi mai-
-Pensi di lasciarli da soli? Di lasciarli morire?- chiedo, tetro. Non possiamo farlo. Se a Lux succedesse qualcosa Nive ne sarebbe distrutta, e non posso permetterlo.
Lo sbotto di Derek mi spaventa. -Penso che non possiamo fare nulla- mi sibila contro all'improvviso, ogni parvenza di sarcasmo sparito dal viso. -Penso che sarebbe un suicidio sia per te sia per il tuo lupo, che ti sei tanto prodigato per nascondere. E io non mi farò vedere da quegli uomini, costi quel che costi. Ti ho seguito perché era interessante. Non voglio che i ragazzi muoiano, ma non voglio neanche morire io. E se quegli uomini mi vedessero, per me...-
Il suo crollo è inaspettato quanto la sua rabbia. Un attimo prima mi sta tenendo per il colletto, mentre quello dopo è scivolato accasciandosi addosso a me e la sua testa finisce sott'acqua.
Sbatto un paio di volte le palpebre, incerto su cosa sia successo, poi mi affretto a tirarlo su.
-Che diavolo è successo?- chiedo, scuotendolo.
Lui tossisce. -Oh, niente di grave. Avevo sete e l'acqua era lì- ghigna, il tono tornato alla normalità.
Tuttavia non mi convince per niente. Lo studio come posso nella luce quasi nulla della grotta, finchè noto un particolare quasi impercettibile. Alla sua destra l'acqua è più scura. E quasi sicuramente i tratta di sangue.
-Il tuo braccio- dico solo -La ferita si è riaperta-
Lui si studia l'arto con finto stupore. -Ma davvero? Non ci avevo fatto caso-
-Derek- ringhio.
Lui ridacchia, come ogni volta che riesce a far perdere le staffe a qualcuno. -Non è niente di grave. ho strisciato contro la roccia mentre mi infilavo qui e la crosta si è staccata. Non morirò certo per questo-
-Ti stai dissanguando, invece. La tua ferita era grave. Tieni il braccio fuori dall'acqua- rispondo brusco, mentre i ricordi delle lezioni di medicina che mi ha dato mia madre tornano alla mia mente.
-Era quasi guarita- ribatte lui -Non è che sia tornata come quando me l'hanno inferta-
-È comunque un grosso problema- strappo un lembo della mia maglia per provare a rifare la fasciatura, ma è bagnata e non risolvo molto.
Lancio un'occhiata all'angolo di cielo che si intravede attraverso la fessura. Non è ancora del tutto buio.
-Dobbiamo uscire ora. Non so neanche se avrai la forza per farlo, dopo.-
-La avrò- ribatte Derek, più spensierato che mai -La sera sta diventando notte, fra un'oretta potremo uscire. E riabbraccerai pelosone uno e pelosetta due-
-Chiami mai nessuno per nome tu?- sospiro.
Lui ghigna. -Mai, ovviamente. dovresti saperlo-
-Comunque la sostanza non cambia. Dobbiamo uscire da qui, non resisterai per un'altra ora. Sei già quasi svenuto- insisto.
-Solo perchè urlare contro un buon amico come te è stato molto doloroso per il mio cuoricino- ribatte lui, melodrammatico, portandosi le mani al cuore.
Sospiro, mio malgrado preoccupato. -Per una volta nella tua vita, sii serio-
-Io sono serissimo- ghigna lui, molto divertito.
Chiudo gli occhi, stanco di riprenderlo. Quanto ci vorrà prima che la sue energie cedano? -Un quarto d'ora- tratto -Poi usciremo-
-Saremo ancora troppo visibili- si limita a rispondere lui, e purtroppo so che ha ragione.
Tiro un pugno contro la parete, infuriato. -Dannazione, Derek!- impreco -Tu non capisci!-
-Sei tu che non capisci- ribatte però lui -Stai pure tranquillo che non crepo qui. Ma anche se dovessi farlo, sarebbe meglio che finire nelle grinfie di quei tizi-
Ricollego le sue parole di ora al suo pallore di quando abbiamo sentito le voci in riva al fiume. Al suo sbottare arrabbiato di prima. No, non arrabbiato, mi correggo. Spaventato.
-Tu sai chi sono- capisco -Le persone qui fuori. Le conosci-
Lui ghigna -Perchè? Do questa impressione?-
Tace. Taccio. Sto aspettando che continui a parlare e lui lo sa, ma non sembra intenzionato a farlo. Eppure alla fine cede.
-Che ti devo dire? Sono adorabili assassini prezzolati. Dolci sicari. Amabili pendagli da forca che sono stati sottratti al cappio e hanno ricevuto un addestramento militare. Sono carini, vero?- ghigna.
-Come li conosci?- insisto. Ogni informazione che ho su di loro potrebbe aiutarmi a capire come far sì che non muovano contro Lux e gli altri.
Il ghigno di Derek brilla nell'ombra, ma non si estende agli occhi. Quelli restano cupi.
-Beh, lavorano per mio padre, ovvio- risponde -Nessun altro sarebbe stato così folle da arruolarli, e non è certo la prima volta che lo fa. E indovina per cercare chi sono venuti qui?-
Sorride ancora, mentre con il pollice indica se stesso. -Guardie e ladri. Non credi anche tu che sarà uno spasso?-
No, non lo credo. E neanche lui.
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