Cap 24
LUX
È incredibile come, pur davanti alle evidenze, il nostro cervello si ostini a imporre la sua opinione.
Sta succedendo proprio ora.
I miei occhi vedono Derek. Riconoscono il suo viso. Le mie orecchie sentono la sua voce.
Eppure, nella mia mente continuo a ripetermi che non è possibile che lui sia qui, davanti a me, vestito da cameriere.
Ma se anche ci fosse stata la possibilità che io mi sbagli, che l'uomo che ho davanti sia solo un sosia della persona che ho conosciuto, questa è stata spazzata via dalla frase che ha pronunciato.
"Il dolce aroma di un incontro agognato con un amico perso di vista da tempo".
Così maledettamente sfacciato, nascosto in piena vista in mezzo a una cittadella abitata unicamente da cavalieri, lupi e affiliati all'esercito Bianco.
Che gran, grande, grandissimo figlio di un comandante Nero.
Sbatto le palpebre incredula, desiderosa di dire qualche cosa, qualunque. Ma dallo stupore non mi esce nemmeno una sillaba.
Dow, dal suo canto, ha assunto un colorito quasi cianotico.
Nel momento in cui ha registrato il suono della voce di Derek e si è girato a guardare il suo viso, si è come dimenticato di respirare, gli occhi pieni di... Non saprei.
Rabbia? Dolore? Vulnerabilità?
Quello che so è che ho già visto questa espressione, quella notte a Ureth. È come se la faccia di Derek avesse risvegliato in lui il trauma di quei mesi.
Incredibilmente, né Leos né Giafa sembrano essersi accorti delle nostre reazioni.
-Sembra un piatto gustoso!- esclama la mia amica, con allegria. -Io lo prendo. Voi?-
Queste parole bastano per sbloccarmi almeno in parte, e mi trovo ad annuire con un sorriso. D'altronde, che altro dovrei fare?
Urlare che c'è un infiltrato in questo campo? Alzarmi e prenderlo a pugni? O afferrarlo, scuoterlo e chiedergli cosa diavolo ci fa qui quando lo avevamo lasciato nel regno nero?
Non posso fare nessuna delle tre cose, lo so bene. Sorgerebbero troppe domande, e io dovrei dare troppe spiegazioni scomode.
E poi, nella mia mente si è acceso un flash. L'ultima volta che ho visto Derek, era nel regno nero, insieme ad Ashton. E Alexander era poco più in là.
Se adesso è qui, proprio in questo momento che è apparso il lupo nero, potrebbe dire che non si sono mai separati.
E anche Nive potrebbe essere qui vicino, insieme al suo compagno e al partner di questi.
Finalmente, penso, con una sorta di gioia furiosa. Finalmente un vero indizio.
Derek ci sorride. -Benissimo. Allora quattro piatti del giorno per i signori cavalieri. Ve li porto subito-
E si gira. Prima di allontanarsi lascia una carezza a Jeis, che si è messo seduto appena lo ha visto e ricambia la carezza con una leccatina.
È vero, a lui Derek è sempre stato simpatico. Non ho mai capito il motivo.
Nel momento in cui il rosso gira l'angolo per avviarsi verso l'entrata posteriore dellla taverna, che porta direttamente alla cucina, mio fratello si ricorda come si fa a respirare.
Continua a guardare fisso davanti a se ancora qualche secondo, l'espressione più corrucciata del mondo, poi si alza di scatto e si dirige verso la direzione in cui è sparito Derek, mormorando una frase così a bassa coce che riesco solo a distinguere la parola "bagno".
Leos lo guarda volatilizzarsi, stupito. -Ma che gli è preso?- domanda.
Lo guardo con un po' di compassione. Povero. Non può nemmeno immaginare il motivo per cui si è comportato così, e io non posso spiegarglielo. Mi dispiace davvero.
-Vado a vedere. Forse non sta molto bene. Inoltre il bagno serve anche a me- mento, e gli sfioro leggermente la mano in un silenzioso gesto di scuse.
Al che mi alzo, afferro la stampella e mi dirigo zoppicando per l'ormai affollata strada che porta al famoso angolo, cercando di procedere a passo tranquillo e non mettermi a correre, come invece vorrei.
Però, appena scompaio alla loro vista, al posto di raggiungere mio fratello e Derek mi trovo ad appiattirmi dietro una pila di botti per non farmi vedere da loro, sorpresa dalla scena che mi trovo davanti.
Dow ha afferrato il rosso per il colletto della maglia, e lo tiene inchiodato contro il muro con tutta la sua forza, l'espressione distorta dalla rabbia.
Derek, dal canto suo, ridacchia. Questo non fa che confermare quanto sia fuori di testa. Francamente, non riesco a immaginare nessuno sano di mente ridere mentre mio fratello, in preda all'ira come non l'ho mai visto, si pone verso di lui con scopi apparentemente prossimi all'omicidio.
Invece, Derek sembra oltremodo divertito dalla situazione. -Che impeto- dice, col solito tono ironico, non più celato dalla cortesia da cameriere -Non credevo che fossi così felice di rivedermi. Addirittura saltarmi addosso e appendermi al muro? Non ero abituato a simili manifestazioni di gioia-
-Cosa diavolo ci fai tu qui?- ringhia Dow in risposta, stringendo la presa sul suo colletto.
Il rosso alza le spalle come può, allargando le braccia con la solita faccia tosta. -Ma come? Mi mancavi, ovviamente. Mi sentivo solo senza il mio amato cu...-
Non sento la fine della parola, perché Dow ha improvvisamente staccato le mani dalla maglia per chiuderle direttamente al collo del suo interlocutore. -Prova a dire quella parola- mormora duro, arrabbiato, temibile -Prova a dirla, e ti spezzo il collo-
Nonostante tutto, l'altro riesce lo stesso ad aprirsi in un ennesimo sorriso sarcastico, anche se più cupo degli altri.
-Dovresti lavorare sul tuo modo di dimostrare affetto- ghigna -Così assomigli abbastanza a mio padre-
Bastano queste parole per far si che Dow molli la presa e faccia un passo indietro, il respiro che passa da affannato a quasi nullo.
Derek scivola a terra massaggiandosi il collo, sempre ridacchiando, ma sembra più una risata per nascondere la tristezza che una risata delle sue.
-Scusa- mormora alla fine mio fratello. E si lascia cadere di fianco a lui, come se la rabbia e le forze che lo avevano tenuto in piedi lo avessero totalmente abbandonato. Derek scrolla le spalle.
-Che ti devo dire. Le persone mi saltano addosso ovunque vada, sono abbastanza popolare. Tu sei semplicemente stato più irruento. Credo dipenda dal fatto che non ci vediamo da circa un anno.-
Dow sbuffa per la risposta, ma non fa niente. A quel punto decido di sbucare da dietro i barili.
-Hey, principessa- ghigna Derek appena mi vede. -Mancavo anche a te? Il tuo fratellone mi è corso dietro per dichiararmi segretamente il suo amore-
-Quasi credibile- ribatto io, con un mezzo sorriso.
Dopotutto non mi dispiace più di tanto rivederlo. Derek è un concentrato di furbizia. Quando mi rivolge la parola, spesso, mi viene voglia di dargli corda per vedere fino a che punto arriverebbe a spingersi.
Però, non posso dimenticare quello che ha fatto a Dow. È stato lui a imprigionare mio fratello, e anche a torturarlo, da quello che ho capito quando Alexander indagava su come entrare nella fortezza a Ureht. Dow però non mi ha mai detto nulla a riguardo, anzi una volta lo ha addirittura difeso.
Il loro rapporto non mi è ancora chiaro. Quasi sempre Dow manifesta un incontrollabile astio nei confronti dell'altro, ma ci sono sei momenti, come quando si sono stretti la mano prima si separarsi o ora, che sono seduti vicini, in cui sembra quasi esistere una muta complicità fra loro.
Ma adesso non ho isogno di pensare l rapporto che lega questi due, benché capire come mai sia qui. Soprattutto se, come credo, è collegato in qualche modo ad Ashton e Alexander.
Lui alla mia frase scrolla le spalle nel suo solito gesto, e ghigna. -Come, non mi credi? Dev'essere colpa dell'uniforme da cameriere. Ahimè, le vita per un povero fuggitivo dei Neri è dura, ho dovuto sudare, vagare, pagare con il sudore della fronte. Alla fine ho trovato un lavoro con cui riesco a guadagnarmi il pane onestamente. Strana la vita, vero?-
Detto ciò, in tono assolutamente troppo melodrammatico, passa un braccio sulle spalle di mio fratello -Per fortuna in mezzo a tante sciagure i miei cari amici ogni tanto passano a trovarmi-
Alzo gli occhi al cielo, trattenendo una risata. È questo che intendevo con il dare corda a Derek per vedere dove si spinge.
Dow invece se lo scrolla di dosso bruscamente e si rialza. -Smettila di tergiversare- dice alla fine -Che ci fai qui? So che non è un caso ritrovarti in mezzo ai piedi nel momento in cui spuntano problemi riguardo Ashton. Hai seguito lui e Alexander. Noi dobbiamo trovarli-
Come me, ha collegato le cose.
-Non credi al mio travagliato e commovente viaggio da profugo?- Domanda il rosso, portando la mano sul cuore e sbattendo più volte le palpebre in modo confuso e ferito. Allo sguardo di rimprovero di mio fratello, però, le sue labbra si riaprono nel più consueto ghigno.
-Direi di no. Perché lo cerchi, oh mio capitano? Sei alla disperata ricerca di qualcuno con cui ammogliare la tua sorellina?-
Alzo gli occhi al cielo. -Derek- dico soltanto, in tono di avvertimento.
Lui ghigna di nuovo. -Sai, principessa, tu e il tuo bello mi ammonite esattamente nello stesso modo. Comunque, stavo dicendo? Oh, si...- e sorride allo sguardo impaziente di Dow -Perché lo cerchi. Certo, è il tuo dovere... catturare il pericoloso lupo nero, il nemico del regno. E poi, che pensi di fare quando lo avrai trovato? Lo sbatterai in cella da bravo soldatino, capitano?-
Mio fratello distoglie lo sguardo da lui per un momento, fissandolo a terra.
Traditore.
È questa la parola che mi risuona nella mente. Non solo sto meditando io di tradire il regno, ma sto portando Dow sulla mia stessa strada. Dow, che ah dedicato la vita a servire l'esercito. Fa male.
Mi domando se sia davvero la cosa giusta da fare.
Derek, invece, sembra molto soddisfatto della sua reazione -Certo che non lo farai. Ne ero sicuro- ghigna -Come non lo hai fatto con me. Quando devi ripagare i tuoi debiti non esiti un secondo, giusto?-
Trasalisco. È vero, dannatamente vero. Dow aveva già avuto la possibilità di sbattere Derek in cella, al tempo, ma lo ha lasciato andare. Questo perché aveva un debito con lui, anche se non mi è mai stato dato sapere di che tipo.
Ma di nuovo, non è questo il momento di pensarci.
-Se parli così è perché lo sai, vero?- domando -Sai dove sono-
Lui scrolla le spalle. -Sai già che lo so, principessa. Non è forse per questo che mi sei venuta dietro, al posto di restare seduta al tuo tavolo comoda comoda con i tuoi amici, senza rischiare di peggiorare qualsiasi ferita tu abbia alla gamba?-
Chiede, sfiorandomi il taglio sull'anca. Trasalisco, e Dow subito gli tira una sberla sulla mano, per farlo spostare.
Derek subito alza le braccia al cielo, in un segno di resa. -Chiedo venia. Non intendevo farti ingelosire- ridacchia rivolgendosi a Dow, ma torna a me prima che possa rispondergli qualsiasi altra cosa.
-Quindi? Cosa vuoi che faccia?- mi chiede -Che ti porti da lui ora, subito, immediatamente? È un po' imprudente.
Io ho il mio turno da finire, sai? Sto lavorando onestamente come ti ho già detto. E i tuoi amichetti non si insospettirebbero un pelo, se voi due spariste?-
Mi rabbuio. Ha ragione, lo so perfettamente. Ma per qualche secondo il desiderio di riabbracciare Nive e gli altri mi aveva fatto dimenticare l'attenzione che devo prestare al fatto che nessuno ci scopra.
Trattengo un brivido. Li abbiamo trovati, finalmente. So dove sono, e non scapperanno.
Posso riabbracciare la mia partner, e Ashton. E urlare ad Alexander quanto è stato imprudente a venire qui, ma sarò contenta di vedere anche lui, in fondo.
Non vedo l'ora.
-Quindi? Quando possiamo andare?- chiedo, impaziente.
È mio fratello a rispondere. -Lo faremo stanotte. Quando gli altri dormiranno già- decide.
Subito dopo, notando la mia aria delusa, mi mette una mano sulla spalla. -So che vuoi vederli. Lo voglio anche io- dice, dolcemente -Ma dobbiamo essere davvero prudenti. Pensa cosa succederebbe se qualcuno scoprisse che andiamo a incontrare il lupo nero. Penserebbero che complottiamo contro il regno, lo sai.
Mamgiamo. Sistemiamoci per la notte, stiamo con i tuoi amici. Nessuno dovrà sospettare nulla, anche se temo di essermi comportato in modo ben strano, prima- ammette, lanciando un'occhiataccia a Derek, che appare molto divertito. -Poi, stanotte agiremo-
Non dico nulla. Ha ragione, lo so. Così mi limito ad annuire.
Il Nero scorre lo sguardo da me a mio fratello, per vedere se siamo entrambi d'accordo. -Benissimo, allora. Oh, portate anche il lupone grigio. Mi sta simpatico- dice alla fine. -Ora, se volete scusarmi, tornate al vostro tavolo. Siete in un'area riservata ai dipendenti, e io ho quattro piatti speciali da ordinare al cuoco-
ALEXANDER
Ormai è notte. Nive dorme raggomitolata addosso ad Ashton, che invece vigila insieme a me. Derek non si è ancora visto.
Di solito torna qui appena finisce il suo turno, o poco dopo. Oggi invece non ho ancora avuto sue notizie, e ciò mi lascia addosso un senso di inquietudine.
Non siamo più al sicuro qui. Presto Olef si accorgerà che l'ho preso in giro, e tornerà indietro. Quando questo succederà io non dovrò più essere qui. Questo significa che potremo rimanere al massimo ancora un paio di giorni, poi dovremo per forza spostarci.
Ciò renderebbe vani i nostri sforzi per far infiltrare Derek nella cittadella, e dovremo inventarci qualcosa per lasciare un nuovo indizio a Lux, perché possa trovarci.
Sospiro.
L'essere inseguiti da Olef rende la situazione ancora più pericolosa di quanto non fosse già prima, ma nonostante questo è assolutamente necessario che io la incontri.
La profezia mi rimbomba in testa. È da quando ero bambino che perseguita me e Ashton, e ogni volta che ho pensato di poterle sfuggire lei si è ripresentata alla mia porta.
È arrivato il momento di affrontarla.
Ashton all'improvviso alza di scatto la testa.
Sta arrivando, mi dice. C'è un timbro di gioia nella sua voce, il che è strano. Non è mai staro particolarmente entusiasta di vedere Derek.
Nive intanto si è svegliata, ed è saltata in piedi esprimendosi in un guaito di pura gioia.
E non è solo dice a sua volta, eccitata, prima di scattare in avanti.
Rimango basito mentre scompare fra gli alberi. -Che succede?- chiedo al mio partner.
Ma non ho bisogno che risponda, perché dalla direziome in cui è sparita la cucciola bianca risuona una risata gioiosa che conosco.
-Nive!- esclama la stessa voce che ha riso -Oh, Nive, mi sei mancata così tanto!-
Un fremito mi scuote fin nel profondo. Lux è arrivata.
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