Cap 24
Mi sto abituando a viaggiare di notte. Il regno nero sembra essere ricoperto quasi interamente di boschi, e questo è un notevole vantaggio per noi.
Anche se sospetto che siano Alexander e Ashton a scegliere apposta i percorsi più coperti. È utile averli come guide e accompagnatori.
Sono seduta sulla groppa del lupo nero dietro Alexander e tengo gli occhi fissi sulla sua maglia, senza in realtà guardarla. Nive cammina come al solito di fianco a noi.
-.. Sai- dice il ragazzo all'improvviso, cogliendomi di sprovvista -Se stessi meno persa nel tuo mondo e più attenta a cosa succede attorno a te, avresti più possibilità di sopravvivere in caso di attacco-
Mi riscuoto, sorpresa. Se si è scomodato addirittura a rivolgermi la parola per primo, dovevo essere assorta da più tempo di quanto pensassi.
-Stavo pensando- spiego. Visto che lui non si scomoda a chiedermi a cosa, glielo dico direttamente. -In realtà pensavo a più cose. A mio fratello, per esempio. Fra pochi giorni arriveremo alla prigione in cui è rinchiuso. E non sappiamo nulla di quel posto. Non ho idea di come entrare, in quale cella possa essere, come tirarlo fuori... Nulla-.
Sospiro.
-.. Non eri neanche sicura di come entrare nel regno- dice Alexander a sorpresa -Ne' avevi idea di dove lo avessero portato. O come trovare le informazioni. Eppure ci sei riuscita. Certo, probabilmente senza di me ora saresti morta ma.. Ce l'hai fatta. Te la sei cavata. Ce la caveremo anche questa volta-
-Io non voglio solo cavarmela- sussurro -Devo far andare tutto bene-
Come nella mia prima battaglia. Cavarmela non mi è bastato. Non mi è mai bastato, in tutta la mia vita. E ormai l'ho imparato, che se voglio che le cose vadano bene, devo farle andar bene io. Con tutte le mie forze.
-E allora facciamole andar bene- replica lui.
Ha un tono freddo, come sempre quando non parla coi lupi, quasi scostante. Eppure il fatto che abbia usato il plurale in qualche modo mi rassicura; mi ricorda che non sono sola in questo viaggio.
Nive è con me. Ashton è con me, perchè non abbandonerebbe mai la sua compagna. E Alexander è con me perchè non lascerebbe da solo Ashton.
È una compagnia strana, ma in qualche modo regge. E so che posso contare su di loro.
Poso la fronte nulla schiena del ragazzo, mormorando un grazie. Sento Alexander irrigidirsi subito al mio tocco. Ma non mi sposto.
Man mano, si rilassa di nuovo un po' i muscoli.
A questo punto, la domanda che mi era rimasta inespressa da quando l'ho incontrato mi sale alle labbra. -Alexander, che cosa ci fai tu qui?-
-Te l'ho già detto- ribatte lui subito, quasi seccato, probabilmente pensando che mi stia solo divertendo a esasperarlo -Nive è la compagna di Ashton e..-
-No, no, non in questo senso- lo interrompo subito. Poi prendo coraggio per formulare in maniera corretta quello che voglio sapere.
-Intendevo.. Cosa ci fai in questo posto?- faccio un attimo di silenzio -Perchè sei in questo regno? Come mai vivi in quella casa isolata da solo, con Ashton? Qual è.. La vostra storia?-
Silenzio. Attimi di silenzio pesanti come macigni si susseguono, mentre la tensione si spande nell'aria.
Quando infine Alexander si decide a parlare, la sua voce è gelida. -Questi non sono affari tuoi, ragazzina-
La risposta, e il disprezzo con cui viene pronunciata, inaspettatamente fanno male.
Nive, cogliendo il clima, si lascia sfuggire un uggiolio.
Abbasso il capo, risentita.
-Stavo solo chiedendo..-
-Shhh!- Alexander mi tappa la bocca con una mano.
Il suo corpo all'improvviso è teso, la postura all'erta. Ashton si è fermato all'improvviso, e la cucciola bianca si è messa subito dietro di lui.
Il ragazzo sembra ricordare all'improvviso cosa è successo l'ultima volta che mi ha messo una mano sulla bocca, e si affretta a levarmela.
-Zitta e guarda- sussurra poi.
Mi giro nella direzione che sta indicando lui.
E sbianco.
Vedo le luci di un fuoco accese, e aguzzando le orecchie sento rumori camerateschi. Siamo nei pressi di un bivacco nemico.
-Riusciamo ad aggirarli?- chiedo in un sussurro.
-Non lo so- risponde Alexander nello stesso tono -Hanno scelto un punto allo scoperto per accamparsi. Passato qualche metro, qui intorno è tutta pianura.-
Rifletto sulla situazione qualche attimo. -Tu te la senti di provare lo stesso?- Chiedo poi.
Lui sembra pensarci. -Ashton?- domanda, chiedendo consiglio al lupo. Lui fa un basso latrato affermativo.
Il ragazzo fa un respiro profondo. -Okay, proviamoci. Meglio comunque ora che di giorno-
Annuisco.
-Nive, tu stai dalla parte di Ashton opposta all'accampamento- dico poi; casomai qualcosa andasse storto, voglio assicurarmi che fra lei e il pericolo possa esserci una montagna di pelo nero e zanne a difenderla.
Non deve succedere nulla alla mia partner.
I lupi si rimettono in cammino in silenzio, sfiorando a malapena il terreno con i loro cuscinetti e strisciando il ventre al suolo tenendosi nascosti il più possibile, come durante una caccia. Io e Alexander, dal canto nostro, siamo praticamente appiattiti sul dorso di Ashton.
Il mio compagno di viaggio aveva ragione, hanno scelto un buon posto per accamparsi. Vedo il riprendere del bosco solo un bel po di metri più avanti.
Proseguiamo.
Ogni passo sembra sollevare boati, ogni battito di cuore pare durare ore. Tengo la mano destra già sull'elsa della spada, la sinistra che impugna la frusta; Alexander ha impugnato l'arco.
Eppure, nonostante i nostri timori, tutto sembra andare bene. Abbiamo superato più della metà del percorso allo scoperto che dobbiamo compiere, e ci stiamo avvicinando agli alberi.
Ci siamo quasi.
Eppure, mentre sto già stoltamente tirando un sospiro di sollievo, dagli stessi alberi che avevamo quasi raggiunto esce un uomo.
Purtroppo, riconosco la divisa. È un soldato dei neri.
Si sta sistemando i pantaloni, ma non avrebbe potuto scegliere un momento peggiore per noi per soddisfare i suoi bisogni fisiologici.
La mano di Alexander vola ad afferrare una freccia, ma è comunque troppo lento.
Contro ogni previsione, il soldato non punta gli occhi su Ashton, gigantesco, minaccioso e ringhiante, ma li posa sulla piccola figura di Nive.
-Un lupo bianco!- urla, a squarciagola. La sua voce risuona chiara e limpida in tutta la radura e arriva al campo.
La freccia di Alexander lo raggiunge in mezzo agli occhi non più di un secondo dopo, ma ormai il danno è fatto.
Dall'accampamento inizia a uscire gente. Ci notano. Si accigliano. Qualcuno imbraccia le armi.
Impreco, e il mio compagno mi fa eco.
-Ashton, Nive, via di corsa!- esclama poi.
I lupi partono, il più veloce possibile. Ma come Alexander prima, neanche loro sono abbastanza veloci.
Non so come faccio a vederlo; eppure, distinguo chiaramente nel buio una freccia che vola verso di noi.
È stata una freccia tirata in fretta, ma chiunque l'abbia scoccata deve essere o incredibilmente fortunato, o un incredibile tiratore.
Qualunque sia il caso, sotto i miei occhi inorriditi la freccia sta puntando dritta verso il collo di Alexander.
-No!- urlo, e mi lancio in avanti, coprendolo con il mio corpo.
Sento un dolore lancinante all'attaccatura del braccio; poi, mentre entriamo nel bosco, tutto si fa buio.
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