BLACK HOLE #10

Quando la polizia di Winter Spell è arrivata alla Harper High School in seguito alle numerose segnalazioni dei professori, si è trovata di fronte uno scenario di pesante imbarazzo misto a mortificazione.

Un gruppo di studenti dell'ultimo anno aveva organizzato un flash mob per il ballo dell'8 aprile. Quasi tutti lo sapevano alla Harper. Tranne i professori, ovviamente. Il flash mob era a tema futuro distopico. Erano state noleggiate delle armi finte ed erano stati ingaggiati degli attori. Il messaggio voleva essere: la cultura è l'arma di difesa contro ogni tirannia, la peggiore delle quali è l'uso smodato della tecnologia. Al flash mob aveva preso parte Jack River, brillante ex studente della Harper High School e creatore di una app di nome WIZ, che girava già da tempo per la scuola. Jack River doveva interpretare il ruolo del despota tecnocrate dotato di poteri psichici, pronto a schiavizzare il mondo intero. Si era prestato all'occasione volendola sfruttare a suo vantaggio come trampolino di lancio della versione 2.0 della sua app.

Tutto stava andando come previsto. Gli studenti organizzatori del flash mob, conosciuti a scuola con il nome de "la Cerchia", stavano fingendo – e in modo molto realistico! – un attacco di convulsioni in seguito a un attacco psichico di Jack River. A un certo punto però, si sono accorti che l'uomo era troppo calato nel suo ruolo. Come fosse convinto di possedere realmente poteri psichici. Gli studenti allora hanno smesso di recitare e gli attori, seguendo il copione, se ne sono andati. Per una inspiegabile ripicca, Jack River ha distrutto la sua applicazione WIZ. La parte peggiore però è stata quando Simon Murphy, uno studente della Harper che non era affatto coinvolto nel flash mob, ha tirato fuori una vera pistola ed è scappato con Jack River.

Questa è la versione dei fatti che è stata raccontata quella sera, e sarebbe rimasta l'unica. Ripetuta fino allo sfinimento a poliziotti, professori, genitori e perfino giornalisti. Era la versione che la Cerchia aveva imposto agli studenti della Harper High School e loro, spaesati dalla perdita di WIZ e senza più nulla che dicesse cosa fare, hanno obbedito a ciò che i loro antichi dei avevano chiesto. Era questo il nostro piano, fin dal principio. Non solo fermare Minimal Jack, ma distruggerne il mito. Fare in modo che nessuno ne seguisse l'esempio.

Quando i poliziotti sono entrati nei suoi uffici, lo hanno trovato steso a terra in stato di choc che ripeteva frasi senza senso. Lo hanno preso e portato via, non so dove. E, sinceramente, non m'importa. Simon Murphy è stato arrestato qualche settimana dopo il ballo, mentre cercava di scappare in Canada. È in attesa di processo. Numerosi sono i capi d'accusa, dopo che la polizia informatica ha rintracciato le sue visite nel dark web per acquistare diverse armi d'assalto. Non uscirà di prigione per un bel po' di tempo.

Gli ultimi due mesi sono stati parecchio impegnativi. La vita ha ricominciato a scorrere, tranquilla. Nessuno aveva più voglia di fare casino dopo l'8 aprile. Anzi, sembrava che le cose stessero finalmente andando per il verso giusto.

Chris e Chloe hanno affrontato i loro genitori e, in seguito, hanno chiarito la loro posizione con tutti gli altri curiosi. Sì, loro due avevano fatto l'amore. Avevano ceduto a un'attrazione che da anni negavano esistesse. Entrambi consapevoli che quella volta è stata l'unica volta, accaduta in circostanze irripetibili. Entrambi erano sperduti, avevano cercato conforto l'uno con l'altra come hanno sempre fatto nei momenti più bui, ma si sono resi conto di essere davvero fratello e sorella dopo quel momento. I genitori, sebbene con qualche perplessità, hanno deciso di far tornare Chris alla Harper per finire l'anno con i suoi amici. Gli studenti si sono dimostrati molto comprensivi verso loro due, tanto che nessuno sembra più ricordare il motivo di tanto scalpore.

Anche Jimmy ha fatto molti passi avanti. Ciò che è accaduto lo ha spinto a farsi delle domande. Se fosse morto, quella sera durante il ballo, che ricordo avrebbe lasciato? Quello di un dongiovanni, spaccone e perditempo. Un festaiolo che non ha mai pensato a nessun altro nella vita, a parte se stesso. Jimmy non voleva accettarlo, non poteva. Così ha iniziato a lavorare in un centro d'accoglienza e a seguire seminari sul rispetto di genere. Si è incontrato con Mary Goldberg e le ha proposto un progetto: utilizzare i soldi che aveva messo da parte per il college per aprire insieme a lei una noprofit a tutela delle donne vittime di violenza. Mary ha accettato l'idea con entusiasmo. Era l'occasione per entrambi di ricominciare.

Occasione che per Matt sembrava persa per sempre. Patricia Haggis poteva anche averlo salvato dalla manipolazione di Minimal Jack, ma continuava a vedere in lui il responsabile della morte di suo padre. Non lo aveva investito, ma non lo aveva salvato, e aveva fatto in modo di insabbiare il tutto. Lei e Matt non si sono più rivolti la parola.

E così siamo arrivati a oggi, 6 giugno, ultimo giorno di scuola.

Il preside Duke chiede cortesemente a Jenna di abbassare il volume della sua radiolina così da fare il suo annuncio, non accorgendosi che l'interfono è già acceso. Con calma e serietà comunica che, visto e considerato che le indagini sugli eventi dell'8 aprile sono ancora in corso, forse ci vorrà qualche mese in più per la consegna dei diplomi. Gli studenti possono comunque andare a casa e attendere l'esito degli esami finali, che verrà comunicato per posta. La serietà della voce del signor Duke si scontra con la voglia di ribellione di Jenna che, incurante dei suoi avvertimenti, alza il volume della radiolina permettendo a tutta la Harper di ascoltare Joan Jett e la sua Do You Wanna Touch Me.

Al cellulare mi arriva una notifica, un messaggio di Matt. Deve fare qualcosa di molto importante e ha bisogno dei suoi amici. Sono contenta che abbia voluto anche me. Attraversiamo una folla di studenti festanti che buttano all'aria libri, strappano fogli dai quaderni d'appunti, festeggiano facendo uscire schiuma da lattine di pepsi. L'incubo della scuola è finito. Il mondo si apre di fronte a loro, con tutte le sue opportunità. Passiamo per il corridoio e lì vedo Freddie Lomax. Vorrei correre da lui, ma in questo momento è insieme a Lester. Non voglio intromettermi.

Lester si sta scusando per l'ennesima volta con il suo amico. Non riesce ancora a credere di avergli detto certe cose. Era come se qualcosa si fosse impossessato di lui. Non riesce nemmeno a credere di aver messo da parte l'idea della sua operazione. Lomax gli dice per l'ennesima volta che non deve preoccuparsi. Non c'è bisogno di scusarsi. È tutto nel passato. Dolce, dolcissimo Freddie Lomax. «La settimana prossima inizio gli estrogeni,» dice Lester, felice di questo nuovo capitolo della sua vita: «presto sarò una ragazza all'esterno come all'interno». Lomax sorride, abbraccia Lester con affetto: «per me lo sei da sempre, amica mia.» Lester non trattiene le lacrime, grato di avere nella sua vita qualcuno come Freddie Lomax. Lo capisco benissimo.

All'esterno della Harper passiamo di fronte alla signora Hunt, appoggiata alla sua auto in attesa di Jimmy, proprio come lui mi aveva detto mesi fa. Aspetta nella vana speranza che qualcosa del cattivo ragazzo sia rimasto in lui, qualcosa di cui lei si possa approfittare per vivere un brivido di emozione dopo anni di matrimonio spento. Le illusioni della signora Hunt si infrangono quando vede Jimmy mentre parla con Mary Goldberg, anche lei invitata da Matt. Lei e Jimmy, in effetti, passano molto tempo insieme, ultimamente. Che stia per nascere qualcosa?

Le cose non rimangono mai sempre le stesse, le persone sono fatte per cambiare. Persino Mercedes. Dopo il nostro ultimo scontro ci siamo riavvicinate. So che non è stata lei a divulgare il mio deepfake, le ho chiesto scusa per averla accusata ingiustamente. Lei, per una volta, ha reagito da persona matura. Ha scritto una lettera di dimissioni, sentiva di non meritare più quell'incarico che aveva ottenuto con il mio sangue. Era entrata in ufficio per la prima volta richiudendosi la porta alle spalle, quando invece era solita lasciare che se ne occupasse qualcun altro. Prima ancora che potesse rassegnare le dimissioni, venne ricevuta dai Grandi Capi Hightower e Rourke: i due le dissero chi era il responsabile del falso in bilancio sui conti societari, ovvero il supervisore diretto di Mercedes. Lo avevano licenziato e fatto un'ingiunzione contro di lui, non avrebbero più dubitato dell'innocenza di Mercedes e anzi offrirono a lei il posto di comando. La capisco se aveva stracciato le dimissioni senza farne parola con nessuno e accettato la promozione. Questa, se l'era meritata.

Da quel giorno Mercedes tratta in maniera diversa la sua pletora di stagisti e assistenti: è più permissiva in fatto di ferie, li salvaguardia agli occhi dei Grandi Capi, e in cambio loro hanno cominciato a dare il massimo per lei. La sera della promozione venne a prendermi a casa e guidò verso il ristorante più esclusivo di Winter Spell: voleva festeggiare con me, e non con uno dei suoi amanti occasionali. Mercedes è sempre stata una frana in fatto di orientamento, così eravamo io e il navigatore a doverle indicare il percorso. La macchina andava a una velocità pazzesca, ma sembrava svoltasse da sola come per magia a ogni curva, dato che Mercedes era nuovamente rapita dalle mille notifiche sul suo cellulare aziendale. Quella sera abbiamo mangiato pescegatto marinato e poi siamo andati alla fiera estiva di Winter Spell: abbiamo mangiato dolciumi alla lavanda, abbiamo giocato alla pesca delle paperelle, l'ho battuta al tiro a bersaglio vincendo il grande peluche d'orso e infine abbiamo urlato come matte sulle montagne russe del luna park. Che sia cresciuta o meno, è sempre difficile stare al passo di Mercedes.

Io, Barbie, Jimmy, Mary, Chris e Chloe siamo di fronte a Matt. Ci dice cosa abbia intenzione di fare. Ci chiede di non provare a fermarlo. Chiede solo il nostro supporto, la nostra presenza per dargli il coraggio di arrivare fino in fondo. Come farebbero gli amici veri. Nessuno di noi ha intenzione di fermarlo. Lui si avvia per la sua strada e noi lo seguiamo. Lancio un'ultima occhiata verso la signora Hunt e vedo che qualcuno l'ha raggiunta. La signorina Huxley. Sta toccando i capelli della signora Hunt con un modo che lascia intendere una certa seduzione. Il mondo è davvero un luogo pieno di sorprese!

Prendiamo l'autobus tutti insieme, che dopo quasi un'ora ci lascia di fronte a una casa nel quartiere povero. Matt prende il cellulare, attiva la fotocamera e registra la sua confessione. Quella notte era sulla scena dell'incidente, quella notte avrebbe potuto prestare soccorso a Max Haggis, ma è scappato per paura. Conferma di trovarsi di fronte la casa della famiglia Haggis. Chiede alla polizia di venirlo ad arrestare, sentendosi pronto ad affrontare le conseguenze del suo gesto.

Matt pubblica la confessione, postandola sui suoi social e inviandola al Winter Daily e alla polizia di Winter Spell. Ripone il cellulare e si mette ad aspettare, insieme a noi. Restiamo in silenzio per alcuni minuti, facendo sentire al nostro amico Matt che siamo lì per lui. Qualunque cosa accadrà, siamo lì per lui.

«Sono stata io, Baby Lynn!» la voce di Barbie rompe il silenzio, le lacrime le scendono lungo le guance: «ho creato io il tuo deepfake. L'ho fatto perché cercavo di eliminare il tuo controllo su di me. Volevo farti del male, ma ti giuro: non sono stata io a caricarlo online! Non so come ci sia finito! Non avrei mai fatto questo! Credimi, Baby Lynn, anche se ti odiavo non l'avrei mai fatto! Credimi! Credimi!»

Abbraccio Barbie con tutta la mia forza, le sue lacrime mi bagnano il top nero ma non me ne preoccupo. Le dico che non mi importa. Nessuno sa come quel video sia diventato pubblico, quel maledetto video che ha dato origine a tutta questa storia. Ma ormai non mi importa più saperlo. Sono altre le cose importanti in questo momento. La prima è che Patricia Haggis ha aperto la porta di casa, in cerca di Matt. Deve aver visto il suo video. Non si sta avvicinando, ma ha aperto la porta. È uscita di casa per vederlo. Questo già è un inizio. La prima cosa importante. La seconda è quella che ho imparato quest'anno: che il rancore non porta a nulla. È uno spreco di tempo che ti fa perdere di vista ciò che conta davvero. Forse non saprò mai chi ha caricato quel video su internet, ma ciò che conta è che nonostante tutto io sono qui, con quelli che una volta erano i miei amici e che mi hanno perdonato dopo tutto il male che gli ho fatto. È giusto che anch'io perdoni loro.

Terza cosa importante, questa sera ho un appuntamento con Freddie Lomax.

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