WINDS OF WAR #5
Acqua profonda. Acqua. Acqua. Acqua. Fuoco. Fuoco. Fuochino. Fuochissimo!
L'intermittente beep del mio C24 aumenta la frequenza più lo avvicino alla base della campana appesa al soffitto. Mills mi ha dato il segnale di Grace, con il mio cellulare io e Lomax abbiamo risalito la traccia elettromagnetica fino alla torre campanaria simbolo di Spring Bell. Nottetempo abbiamo forzato il portone sulla facciata, percorso a piedi le centinaia di rampe di scale, sempre più strette, sempre più ripide, fino al di sopra della zona absidale e sotto la grande cupola.
Giunti al punto più alto della città, io ero stremata dalla fatica. Lomax si era fermato a riprendere fiato poggiandosi a una delle quattro bifore, una per lato, della cella campanaria. Ho puntato il cellulare in ogni direzione finché non si è allarmato in prossimità della grande campana. "Beccato!" Mi sporgo per guardare nell'interno nero e ricurvo della campana, attenta a non cadere nel buco centrale. Un inquietante occhio scuro che si sviluppa in forte verticalità nella muratura al di sotto della campana sprofondando verso gli abissi dell'edificio.
Il C24 smette di beeppare quando con uno strattone stacco il pendolo dall'inceppatura lignea. Impugno il puntale alto il doppio di me, spesso quanto il mio braccio e pesante poche libre. Il Sinapsificafore somiglia in maniera sinistra a una lancia da combattimento, di quelle che si vedono nei kolossal storici tipo 300. L'asta di vetro resistente contiene le fiale che Jameela aveva recuperato al Qwerty, cartucce di DNA simili a bolle colorate di gas instabile che danzano attraverso il cilindro resistente allacciandosi e ricomponendosi a ogni vibrazione. La punta affilata della lancia è un rombo adamantino di un colore urticante per le narici e la vista, come quando ci si concentra troppo sulla luce del sole o si indugia pericolosamente sul metallo fuso.
«Me lo aspettavo più piccolo. Che ne dici, Lomax?... Lomax?» Ancora appoggiato a uno dei finestroni della torre, Lomax sembra stregato dalla pace serale. Inclina lentamente la testa verso l'alto per il formicolio che avverte alla base della nuca. Rilascia i muscoli in conseguenza a un invisibile massaggio sulla schiena. Lomax sta per cadere giù dall'edificio, delicatamente. Lo prendo al volo. Lo faccio sedere per terra. Devo schiaffeggiarlo per fargli passare l'intontimento.
«I rumori delle cose intorno a me... da ogni direzione mi cullavano, mi hanno immerso in un'oasi di pace e serenità.» Sfregamento di dita, accarezzamento di spazzole, tamburellamento sulla cioccolata. «ASMR in audio 8D,» intuisco. Era questa l'arma di difesa del Sinapsificatore: evocare immagini ipnotiche, rumori ripetitivi. Lomax scuote la testa per allontanare gli ultimi scampoli di illusori e amorevoli grattini dalla sua pelle. Ringrazio la memoria del seňor Montero, perché se io non ho subito gli stessi effetti dell'arma segreta è grazie al mio costume da Wiz Blonde. Perché invece il raggio di Grace abbia risparmiato me e la Cerchia in queste settimane è un'altra storia. Ma è anche la domanda rimasta sulla bocca di tutti nelle ultime settimane. Perché Minimal Jackie non ha usato la sua potentissima arma per farci dimenticare di lei? La risposta è tanto semplice quanto incredibile: voleva comprare il mio silenzio. Lasciarmi in pace per essere lasciata in pace. Ha creduto che risparmiando me e i miei amici non sarei venuta a distruggerla. Non dopo avermi mostrato il suo mondo e la sua filosofia. È proprio vero che la superbia precede la caduta.
La colonnina sulla fronte esterna delle bifore divide i raggi lunari attraverso i due vani, ma dentro la torre la luce si ricompone attratta dal platino del mio body in kevlar trasparente, dei guantoni dorati e degli stivali oro a metà ginocchio. Lomax è un bravo ragazzo, ma anche se non fosse stato il mio ex sarebbe stato attratto dall'abbandonante porzione di pelle che il costume mi scopre lateralmente sui due fianchi, da sotto il braccio alla parte alta del pube svelando i contorni puri dei miei seni straordinari e dell'inguine. «Ce la fai?» Chiedo mentre svito la punta della lancia dalla sommità dell'asta. Grugnisce in risposta, io non intendevo alcuna allusione sessuale.
Lomax mi aiuta a estrarre le "pallottole genetiche" del Sinapsificatore. Una a una, facciamo scivolare le bolle verdi dal cilindro al palmo delle nostre mani e da queste nel contenitore per uova. Teniamo le bolle solo pochi secondi a contatto con la pelle a scanso di ustioni e radiazioni, ma anche per evitare che possano disciogliersi nell'atmosfera. Ripetiamo l'operazione finché l'asta non diventa un tubo vuoto. Io la richiudo con il puntale, Lomax sigilla le confezioni d'uova e le ripone attentamente nello zaino che ha portato con sé. «Adesso che ce le abbiamo, tagliato la corda. Prima che Minimal Jackie arrivi.»
Lomax si ferma sull'antro che immette nuovamente nelle scale. Si ferma, zaino su una spalla, perché sente che non lo sto seguendo.
«Non è questo il piano,» dico decisa. Lomax è un bravo capo in tempo di pace. Ma io sono il capo migliore in tempo di guerra. «Grace è fuori uso, tu però hai visto bene. Minimal Jackie vorrà indietro il Sinapsificatore.» Punto per terra la base della lancia tecnologica, come fossi l'ultima delle amazzoni con le tette e il culo ingranditi dalle protesi in silicone del costume. «Mills ha firmato il malware che ha distrutto Grace con il mio nome. Gli ho chiesto io di farlo. Adesso Minimal Jackie sa che sono stata io. Non manderà solo i suoi sgherri a riprendersi l'arma. Verrà lei personalmente. Verrà per me. E io sono qui per lei.»
«Tu non ne hai mai abbastanza?» Comprensibile la reazione di Lomax. Prevedibile Lomax. Per questo non ho voluto coinvolgerlo. La guerra non fa per lui.
«Stanno arrivando. Ripeto. Stanno arrivando.» La voce di Jack Boy proviene dal mio C24, che ho appeso sull'orlo bianco degli stivali stile reggicalze. «Tutti in posizione. Passo e chiudo.» Jack Boy parla a me, e a tutti i membri della Cerchia sul gruppo whatsapp che ho creato questa sera. Tutti sono al corrente del mio piano, tutti tranne Lomax. «Se tu l'avessi saputo, mi avresti fermato. Non potevo permettertelo.»
So di averlo ferito. Come ho già detto, non ho tempo per le storie. Abbiamo del lavoro da fare.
«Quale nome?» Mi chiede serio. «Quale nome hai usato per firmare il malware?»
Furbo Lomax. Nascondo la fronte e gli occhi dietro la maschera color platino. La chioma bionda fuoriesce dalla parte alta, la bocca e il mento sono liberi. La maschera mi calza a pennello. Ora posso dargli la risposta che vuole. «Wiz Blonde!»
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