SAFETY FIRST #5

Una passeggiata lungo le ridenti vie di Winter Spell in questo periodo dell'anno significa passare sotto le luminarie che legano un lato e l'altro delle strade, significa salutare i primi pupazzi di neve Mr. Frost che ti guardano da dietro gli steccati dei cortili.

La festa è nell'aria. Ma la Cerchia sta lavorando sodo. Il 12 dicembre si farà, e la scuola non ci aiuterà. Stavolta potremo contare solo sulle nostre sole forze. Chloe si è decisa a contattare uno dei suoi innumerevoli stalker social per vendergli i "leggendari" calzini usati. Lomax ha chiesto a zio Arthur se il VIX può fare da sponsor, e il buono dei Margheriti non ha saputo dirgli di no. Persino Jimmy si è messo in gioco: ha aperto uno stand di vendita di baci, inutile dire che buona parte delle ragazze della Harper si è prenotata all'istante. Barbie non è stata da meno: poiché al beauty contest per Miss Wisconsin viene caldeggiata anche l'arte della recitazione, la mia migliore amica si è prestata (in maniera anonima) a un canale di chat erotiche per racimolare qualche soldo.

Qual è il mio contributo? Io vado direttamente alla fonte. Mi sento una privilegiata nell'ufficio di Mercedes, in confronto ai mille dipendenti che non appena apre bocca le ronzano intorno per compiacerla. Sempre in piedi, pronti a obbedire, al posto loro a fine giornata avrei un mal di schiena pazzesco. Non sembrano farci caso quando interrompono il lavoro e rimangono come stoccafissi ad ascoltare gli aneddoti personali di Mercedes, le volte che è in vena di fare conversazione. Però se è uno di loro a cercare di raccontare la propria esperienza personale, Mercedes perde improvvisamente interesse e seduta stante li rispedisce a sgobbare. Metà delle cose che Mercedes dice e fa spingerebbero chiunque a sporgere reclamo al reparto risorse umane, ma ormai ci sono tutti abituati a farsi maltrattare. Compreso Stefan, l'assistente personale, che meglio di tutti ha imparato a recitare la parte che il suo ruolo richiede.

«Non chiedermi più di cosi.» Mia madre mi allunga un assegno da cinquemila dollari. Meno di quanto mi aspettassi, è comunque una grossa cifra. «Chi ti accompagnerà al ballo?»

«Puoi immaginarlo da sola,» rispondo acida, mentre ripiego l'assegno e lo custodisco nel diario.

«Non riesco proprio a capire che cosa ci trovi in quel noiosissimo ragazzetto.» Mercedes rivolge i palmi al soffitto. «Non avete nulla in comune, nulla.»

«Lomax mi è stato vicino nei momenti bui." Non vorrei suonasse una critica nei confronti di mia madre, soprattutto ora che ci siamo chiarite, ma non riesco ad evitarlo. «Senza il suo aiuto non sarei riuscita a rimediare al peggiore sbaglio della mia vita.»

«Evidentemente non ti è stato abbastanza vicino da impedirti di commetterlo.» La puntualizzazione di Mercedes dà prova che si è sentita offesa dalle mie insinuazioni.

Non volevo colpirla, ma è bene mettere le cose in chiaro. «Ti riesce tanto difficile essere felice per me... mamma?»

Stefan è entrato nel momento sbagliato, reggendo un fascicolo di carte fra le braccia. Colta l'antifona, indietreggia e sgattaiola fuori dall'ufficio.

«Io voglio che tu sia felice, Baby mia.» Oh, quanto mi mancavano i tête-à-tête con Mercedes! «Non sono nata ieri. Conosco le persone come Freddie Lomax. Sono uomini squisiti, dal gran cuore. Se trovano donne semplici come loro, è bene. Se invece si innamorano di donne come noi, è la fine. Tu hai preso da me, Baby mia. Siamo ambiziose, siamo forti. E quando uomini come Freddie Lomax si avvicinano troppo a noi, perdono la bussola. Non accettano di stare in seconda base. Arrivano a invidiarci, vorrebbero strapparci il potere, usarlo contro di noi. Per questo dobbiamo chiudere il cuore a persone come lui. Non potrà mai renderti felice.» Non posso credere che Lomax sia come lo descrive lei, finora non ne ha mai dato prova, e non penso potrà farlo mai. Però Mercedes non parla solo di Lomax, deve aver pensato a qualcun altro, i suoi occhi sono lucidi di lacrime. «Conosco le persone come lui. All'inizio ti amano, e poi ti strappano tutto quello che possiedi. Proprio come tuo padre ha fatto con me!»

Per non vederla scoppiare in lacrime, scappo via. Zaino in spalla, lascio l'edificio prima che anche lei possa vedere il mio pianto.

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