NEVER GIVE UP #8

Esco dall'American Farm a passo spedito, cercando di non lasciare intendere a nessuno la mia premura. Devo assolutamente intercettare Chris. Devo salvarlo dalla trappola architettata dalla Marshall. Non posso permettere che Chris ricaschi nel vizio della dipendenza. È mio amico, devo aiutarlo. Ma soprattutto non posso permettere che Chris venga espulso ora che siamo nel bel mezzo di una battaglia così aspra per salvare l'anima della scuola. Perdere Chris sarebbe una sconfitta troppo dolorosa.

Entro in classe ma Chris non c'è. Mando un rapido messaggio a Chloe. Neanche lei sa dove si trovi. Ho paura che sia troppo tardi. Devo correre al bagno degli uomini e fermare lo scambio. Non so come, ma in qualche modo farò.

«Ah, sei qui!» La voce di Justin Ward arresta la mia corsa. Mi volto, cercando di mantenere una calma apparente. Justin mi dice di aver seguito il mio strano vagare nei corridoi, come alla ricerca di qualcuno. Che stupida! Come ho fatto a non pensarci? Indosso ancora la tuta da CAPS, quindi ogni mia mossa è tracciata e videocontrollata. Se mi fossi diretta fin da subito nel bagno degli uomini e avessi strappato Chris dalle grinfie del finto spacciatore, la Marshall e gli altri CAPS lo avrebbero visto e avrebbero avuto la scusa perfetta per espellermi ed espellere anche Chris. Due in un colpo!

Cerco di fare buon viso a cattivo gioco. Dico a Justin che stavo cercando Lomax. Gli invento che dobbiamo ancora chiarire dopo la faccenda dell'armadietto. Justin resta in silenzio ad osservarmi. Non so se sono riuscita a convincerlo. «Ogni relazione ha i suoi alti e bassi, Baby Lynn.» Se l'è bevuta! Almeno su questo, siamo a posto. «Ora però pensiamo al lavoro.» Justin mi fa cenno di seguirlo al bagno degli uomini. Dovremo fare la nostra parte nell'operazione di oggi. Lui e la Marshall hanno pensato insieme che qualcuno potrebbe scoprire la verità durante lo scambio o uno studente potrebbe reagire in modo violento. Ecco perché è meglio mandare un paio di CAPS come rinforzi. La Marshall ha pensato che io fossi l'opzione migliore in questo caso. Con le mie abilità potrei placare gli animi scontenti degli studenti beccati.

Stronza di una detective! La pagherai!

Non posso fare praticamente niente. Sono nascosta in una delle toilette insieme a Justin Ward. Siamo in bilico sopra la tazza del gabinetto per non far vedere i nostri piedi da sotto la porta, e dobbiamo stare accucciati per non far sporgere le nostre teste. Come nascondiglio per un'imboscata fa proprio cagare. È il caso di dirlo, visto il luogo. Per non parlare dell'odore di merda, piscio e sigarette che mi riempie le narici. E il respiro di Justin Ward dritto nelle orecchie mentre si tiene alla parete per non cadere. Un punto a favore devo concederglielo: si è fatto la doccia stamattina. La sua pelle ha un profumo di sandalo e tiglio, persistente anche dopo la nostra scazzottata. È l'unica cosa che mi permette di non svenire.

Ma non mi permette neanche alcuna mossa. Non posso inviare un messaggio a Chris per impedirgli di presentarsi. Anche se estraessi il cellulare senza farmi inquadrare dalla videosorveglianza CAPS presente nella tuta e digitassi il messaggio dietro la mia schiena resterebbe comunque Justin a pochi centimetri dalla mia faccia, e quello sguardo non lo posso evitare. A questo punto posso solo sperare. Ogni volta che la porta principale del bagno si apre, il mio cuore è a mille. Prego che non sia Chris, che capisca quanto la situazione sia sospetta, che non si lasci ingannare.

Abbiamo avuto due scambi finora. Stesso copione entrambe le volte. Gli studenti hanno avvicinato il CAPS in incognito all'esterno, chiedendogli se avesse dell'Adderall. Lui ha risposto di sì, aggiungendo di averla nascosta nel bagno. Sono entrati e hanno fatto lo scambio credendo di essere soli, mentre Justin riprendeva il tutto da una telecamera nascosta sul soffitto.

Telecamere in bagno! Siamo davvero arrivati a questo? Non lo so, volete metterci microchip nel cervello? Finirà mai questa storia o c'è altro in arrivo?

«Entra pure, Chris. Tranquillo. Siamo soli.»

Ecco... questo è perché non sto mai zitta... ben mi sta!

Ormai è finita. Chris è spacciato. Non posso fare niente. Sento la sua voce mentre chiede al finto spacciatore come sia venuto in possesso di quelle pillole. Le sue parole non fanno che rimandare l'inevitabile. Il CAPS ripete la storia che aveva concordato: che suo padre è un farmacista, che gli ha sottratto il ricettario e falsificato la firma. Non voglio ascoltare di nuovo questa storia. Estraggo il cellulare dalla mia tasca. Non per mandare un messaggio, anche perché gli occhi di Justin Ward mi stanno addosso da quando Chris è entrato nel bagno. Voglio solo guardare altrove mentre il mio amico si scava la fossa e distrugge la Cerchia. Verificherò i miei likes sui social.

Ed ecco che la vedo. SAVE BY THE BELL.

Una nuova applicazione, fresca di download. Mi fido e apro, trovandomi di fronte a qualcosa di incredibilmente semplice. Tre elementi digitali. Il primo è la gif di una sirena antincendio, di quelle che si vedono nelle caserme dei pompieri. Il secondo è un comando digitale a forma di interruttore, che immagino serva per attivare la sirena. Con il dito posso passare dal basso, posizione indicata dalla scritta NO FIRE, in alto fino all'opposto FIRE. Il terzo elemento è una grafica stile Candy Crash della Harper High School.

Non so se ho interpretato a dovere questo rebus, ma mi pare di capire che se spingerò l'interruttore in alto il sistema antincendio della Harper si attiverà e saremo costretti a uscire. E quindi la vendita di Adderall sarà interrotta e Chris sarà salvo. Mi domando se c'è da fidarsi di questo cellulare. Mi domando se non sia già stato ripreso dalle telecamere. Se Justin non mi abbia ancora visto. Tante domande, e purtroppo questo non è il momento giusto di farle. Chris non si è ancora tradito, ma è questione di secondi. Penseremo al cellulare dopo. Con il dito, sollevo l'interruttore.

                                                           ***

«Preside Duke, come fa a essere così cieco?! È stata Baby Lynn!»

La detective sta perdendo il fiato a forza di ripetere. Non che mi dispiacerebbe. Ma sono già soddisfatta così. Come avevo previsto, l'allarme antincendio della Harper High School si è attivato. Gli studenti si sono riversati nel cortile, in modo più o meno organizzato. Justin avrebbe voluto che aspettassimo l'uscita di Chris dal bagno, ma io l'ho preceduto. Avevo una scusa valida del resto. Appena Chris mi ha visto ha capito che era una trappola. Si è allontanato in silenzio. Una volta che i pompieri hanno stabilito il falso allarme, Chris è tornato di corsa in classe senza dire una parola.

E io naturalmente sono finita dal preside. Justin ha riferito alla Marshall di avermi vista armeggiare con il cellulare. Il preside Duke, sempre incline a difendere gli studenti, ha detto che questo fatto non prova nulla: se dovessimo punire uno studente perché guarda il cellulare quando non deve la Harper High School sarebbe un deserto! A quel punto la Marshall ha preteso il mio cellulare, per farlo esaminare dal professor Mills. Lui lo ha ispezinato da cima a fondo ma non ha trovato nulla che potesse causare il falso allarme. Neanche la misteriosa applicazione, che nel frattempo è scomparsa da sola. Un nuovo mistero per un altro giorno.

«Ci sono comunque le registrazioni!» ha puntualizzato la Marshall. Ed èvero: posso aver salvato Chris, ma non ho modo di manomettere le registrazioni del suo approccio con il finto spacciatore. Né delle vendite in precedenza. Eppure mi sento tranquilla. Insolitamente rilassata. Come se un angelo vegli su di me.

Non mi meraviglio quando il professor Mills dice che le registrazioni del bagno sono andate perdute. Danneggiate da una stranissima interferenza, che sembra avere coinvolto anche gli apparecchi di videosorveglianza nelle tute CAPS. Le immagini sono tutte sgranate e inutilizzabili. Per accusare i due studenti che hanno comprato l'Adderall dovrebbero affidarsi esclusivamente alla testimonianza del CAPS finto spacciatore. Ed è troppo poco. Quindi siamo tutti salvi. Tutti tranne la Marshall, ovviamente. Non solo si beccherà una bella strigliata dai suoi superiori per aver perso del materiale dal magazzino delle prove, ma adesso avrà un nuovo colloquio con il preside Duke per aver introdotto droga nella sua scuola! Forse questa è la volta buona che me la sono levata dalle palle!

Mi sento raggiante. Come se avessi appena finito una scopata. Cosa che, tra l'altro, mi sono meritata. Il prima possibile.

«Sai cosa sei tu? Un drogato di merda!» L'euforia viene spezzata dalle parole che Justin Ward sta indirizzando verso Chris, al centro del corridoio. Non c'è nessun altro, solo noi tre. Ma questo basta. Justin sta urlando tutta la sua frustrazione. Sta ripiegando sulla violenza per rifarsi di ciò che non è riuscito a ottenere. Patetico.

«Bravo, Ward! Complimenti per l'originalità!» Chris ha deciso di rispondere. Fa bene. La Cerchia non teme nessuno, soprattutto i CAPS. «Eppure credevo che tu, più di tutti, potessi capirmi. Tu dovresti sapere cosa si prova quando ti portano via quello che ami. Quello per cui hai lavorato tutta la vita.» L'umiliazione è un'arma potente, ma così sta esagerando. «Quando ho perso il nuoto mi sono gettato nello studio. Per la prima volta mi sono messo seriamente alla prova. Niente scuse, niente scorciatoie. E cosa ho capito? Che non sono così sveglio come pensavo!» Chris, ma che fai? Sei impazzito? «Io ce la metto tutta, ma riesco a fatica a prendere la sufficienza. Anche se quest'anno è una ripetizione. Capisci quanto sia umiliante per me? Capisci che alla fine ti viene il dubbio che forse non puoi farcela con le tue forze, che forse hai bisogno di un aiuto per...»

«Cosa ci fate in corridoio?»

Una domanda retorica che spezza il genuino momento di sincerità. Non posso permettermi che Chris si incastri con le sue stesse mani, dopo tutta la fatica che qualcuno nell'ombra ha fatto per salvarlo. Nell'incrociare il mio sguardo, Chris capisce di dover stare zitto. Si allontana, nonostante i tentativi di Justin di fermarlo per sapere cosa volesse dire. «E ancora una volta la Cerchia ha vinto giocando sporco! Il solo modo che ha per vincere!» Il commento acido di Justin, mentre indirizza a me la sua frustrazione. Io mi limito a chiedergli perché gli interessava farne parte allora, se ci disprezza così tanto.

Le lezioni terminano in serenità, ed io sono pronta a riconsegnare la mia divisa. All'American Farm sembra non esserci nessuno, come questa mattina. Avverto però un rapido rumore di passi alle mie spalle. Qualcuno che corre nella mia direzione. Questa volta mi faccio trovare pronta e con uno scatto felino afferro il braccio e atterro il mio avversario, che si arrende subito.

In fondo all'aula vedo la detective Marshall. Non sembra avere una scrivania da sgombrare o delle dimissioni da firmare. Non dico che abbia lo sguardo sereno, ma neanche preoccupato.

«È stata una giornata movimentata, vero?» Un nuovo CAPS si lancia contro di me, pronto a caricarmi come su un campo da football. Schivo il suo attacco, uso il suo slancio contro di lui e lo faccio finire con il viso al tappeto. Tanto basta per dichiararmi vincitrice. «Prima quel falso allarme. Poi il disguido con il preside Duke. Sarà anche un grande preside, ma è davvero ingenuo. Avrei mai potuto dare vera droga a degli studenti? Quelle pasticche erano placebo!»

Complimenti detective, ottima scusa. Ecco come ti sei salvata.

Nuovo assalto in arrivo: due CAPS ai miei lati. Affero il primo per un braccio e lo sbatto a terra. Mi concentro subito sul secondo. Blocco di gomito per parare il suo attacco, colpo all'orecchio per confondere l'equilibrio, calcio al ginocchio per riempirlo di dolore. Torno al primo assalitore, sfoderando un calcio al plesso solare. Gli fa troppo male respirare e decide di interrompere lo scontro. Il secondo potrebbe continuare, ma ha troppa paura e si arrende.

«Non saprei neanche dove procurarmela, la droga. Cioè sì, forse nei miei uffici, nel magazzino prove. Ma quel materiale è rigorosamente sorvegliato. Sono andata io stessa a controllare. Non manca nulla. Come volevasi dimostrare: siamo tutti al sicuro, quando tutti rispettiamo le regole.» Falsificazione del registro prove? Nuova droga per rimpiazzare la vecchia assente? Qualunque sia stata, faccio i miei complimenti. Una mossa da maestra. Continueremo a lottare, detective.

E a proposito di lottare, ora tocca a Justin Ward. Lui non arriva correndo. Avanza piano, impassibile. Poi quando mi è davanti si lancia con una ferocia indescrivibile. Per lui non è addestramento. È la sua occasione per farmi più male possibile. Ma io non glielo consentirò. Prima lo tengo a distanza. Poi lo atterro con uno sgambetto. Gli do il tempo di rialzarsi e poi rispondo ai suoi colpi, parata su parata. Afferro il braccio e lo giro, così all'estremo che potrei spezzarlo. Gli urlo di arrendersi, ma lui non vuole farlo. Torchio il braccio ancora di più. Un altro po' e potrei spezzarlo. Gli urlo di nuovo di arrendersi e questa volta, con estrema riluttanza, Justin mi dichiara vincitrice. Libero Justin dalla mia stretta e gli offro un aiuto per alzarsi. Lui lo rifiuta e si allontana, senza neanche guardarmi. Mi guardo intorno e decido che è il momento giusto.

«Ha ragione, detective Marshall. Dovremmo tutti seguire le regole. In effetti c'è una regola che abbiamo messo da parte, per un po'. E credo sia il momento di tornare a osservarla. La regola che agli adolescenti è concesso fare degli sbagli. Perché è questo quello che siamo. Ragazze e ragazzi, non sorveglianti e carcerieri. Siamo tutti la Harper High School. Dobbiamo tornare a ricordarlo. E credo di sapere io come.»

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