Capitolo Due: Una Lucina Nel Buio

-Ciao amicone, come va?-
- Normale...-
- Oggi abbiamo una nuova compagna di classe, sai? Proviene da un paesino campagnolo e dovrà finire in classe nostra...-
- Mmh...-
Si avvicinò all'orecchio.
- Sai che sarà incuriosita da te, vero?-
- Come sempre...-
-...Non parlare stavolta, fai fare a me.-
- Fa ciò che vuoi...-
Mi avviai in classe: una ragazza giovane, bionda con un ciuffo bianco tinto al centro che finiva sull'orecchio destro attirò subito l'attenzione rimanendo seduta al banco nella classe ancora vuota.
- Deve essere lei...-
Mi bisbiglió all'orecchio.
- Ascolta, ora che si accorge di noi verrà a salutarci... Tu vai a sederti e io le vado incontro, se prova ad avvicinarsi le dico che hai una malattia rara contagiosa e che io sono l'unico immune... Okay?-
Abbassai il capo e mi avviai,
- Asp... aspetta!
La sua voce venne udita dalla ragazza che, girandosi di scatto, si alzò per venirci a salutare. Si mise di lato.
- Ciao, io sono...-
Non mi fermai, continuai a camminare in silenzio fino al mio banco.
- Ahahaha perdonalo... Non è molto socievole, e oggi è anche leggermente nervoso... Tranquilla, io sono Il suo migliore amico, mi chiam...-
Sentii la voce sua fermarsi, una cosa strana siccome nessuno riusciva a fermarlo, così voltai leggermente la coda dell'occhio: i seni della ragazza erano sulla mia traiettoria mentre il suo viso mi scrutava da sopra la mia testa
- Se hai la voce perché non parli?-
Mi girai di scatto, abbassando il viso a guardare i libri che avevo appena tirato fuori.
- Ho capito... Allora ci proverò all'orario di merenda e all'uscita.-
Si girò e se ne andò .
- Ciao anche a te.-
Sentii un paio di passi avvicinarsi.
- Oh mamma... E la prima volta che una donna ti prende di punta, spero non sia una bulla... Non so se te lo faranno passare di nuovo per autodifesa...-
Sentii altri passi.
- Arrivano...-
Appena finii di parlare la mandria di belve entrò casinista come al solito, ma appena mi videro si congeló la massa. Iniziarono a camminare con le spalle rivolte all'opposto della mia posizione, tutti lentamente e sempre all'erta.
- State all'erta... Andate piano...-
Tutti si misero ai loro posti, il prof entrò e iniziò la lezione. La ragazza continuava a fissarmi, quando incrociavo il suo sguardo mi salutava, poi tornava a fissarmi. Mi dava un po fastidio ma durante la merenda non era stata aggressiva o altro, si era semplicemente seduta vicino a me. Uscii da scuola con Lark e lei che mi seguiva.
- Quanto dovrà seguirci?-
- Non lo so.-
- Vuoi che la mando via?-
- Non lo so.-
- Meglio allontanarla finché non la conosciamo bene.-
Un passo accelerato.
- Se mi allontanate non potete conoscermi.-
Indietreggiai di lato, Lark fece lo stesso.
- Possibile che devi anche origliare? Non ti basta seguirci?-
- Ma io non sto seguendo te.-
- Anche casa tua e per di qua?-
- No.-
- Allora che ci fai qui?-
- Io seguo lui.-
Mi fece un sorriso.
-... E perché segui lui?-
- Perché ancora deve dirmi una parola.-
Mi sorrise ancora.
- Se non parliamo non diventiamo amici.-
Mi bloccai.
-Ruky, tutto ok? Perché ti sei fermato?-
Voltai lo sguardo partendo dal basso verso l'alto fino a incrociare gli occhi della ragazza. Lark sbiancó improvvisamente.
- Calma Ruky...-
- Devi andare via, donna.-
La ragazza mi guardò, poi mi sorrise.
- Finalmente una frase l'hai detta.-
Mi bloccai. Forse non mi aveva vista bene, forse fingeva, forse stava guardando altro. Non aveva visto il mio volto.
-Ruky... Andiamo a mangiare a casa tua dai... Prima che fai tardi all'appuntamento...-
Mi voltai e mi riavviai, Lark accanto a me che fissava ancora la tipa con la coda dell'occhio. Lei rimase ferma lì.
Arrivammo a casa mia, Lark prese subito possesso delle padelle e iniziò a cucinare. Il silenzio era tangibile, unico rumore erano le pentole e l'acqua bollire miste ai suoni della TV. Incuriosito mi voltai verso Lark: aveva un viso neutro, spento. O era troppo concentrato a cucinare o qualcosa lo turbava, di solito era il fatto di non avere ingredienti
- Strano...-
Disse una parola.
-... Io ne sono sicuro, eppure...-
-...Cosa?-
- Lei ti ha visto... Lei ha visto il volto che hai fatto, lo sguardo... Il Basilisk... Eppure non ha fatto nemmeno una smorfia, solo un sorriso.-
- Deve aver retto il colpo... Ma già domani starà lontana chilometri da me...-
- Mi sembra strano... Chinque ha visto il tuo sguardo Basilisk e rimasto pietrificato e ha avuto almeno una volta un attacco di panico...-
- Non ho voglia di parlarne...-
Tagliai corto. Mangiammo e ci mettemmo davanti alla TV.
- Oggi non c'è nulla in tv... -
Mi alzai.
-... E ora...-
- Vai vai, ma stavolta non farti male o dovrò chiamare il medico... Non sono uno specialista, posso fasciarti quanto basta.-
Mi indicò la spalla destra.
- Scusa...-
- Argh! Dannato Riku! Forza vai.
Salii in camera, aprii la botola nascosta dentro l'armadio ed entrai chiudendomela alle spalle. Buio tangibile, una piccolissima lampadina appesa a vuoto su una sedia malconcia, tutta crepata e vecchia, piena di umidità. Mi sedetti, alzai lo sguardo alla lampadina accesa che dondolava leggermente sulla mia testa, e lì mi aprii.

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