capitolo 4: Cosa sei?
Vedevo Lark smanettare con il telefono in preda alla più grande sorpresa che abbia mai avuto. Cercava informazioni sul mio stato, su cosa era successo la sera prima.
- Non può essere... È impossibile... cioè, è bello, ma da non poterci credere...
Lo guardai pensare e ripensare, e quasi mi venne da sorprendermi nel vedere la sua determinazione a trovare la spiegazione.
- ...Cioè... Tu ieri sera ti sei preparato a dovere, ti sei aperto... Ma non è successo nulla?
-...Esatto...
- Comprendi che non ti è mai successa una cosa così, vero?
-...Sono preoccupato...
- Anche io... Se non ti sei aperto significa che sei compresso dentro... E ciò vuol dire che potresti scoppiare da un momento all'altro...
Ormai sapeva prevedere i miei pensieri. Aveva ragione, se non mi ero sfogato ieri sera, in questi giorni ero una bomba ad orologeria. Sentii dei passi svelti dietro di noi, Lark si fermò impallidendo.
- Oh no... Adesso no...
Ci voltammo un minuto prima che due braccia ci presero e ci strinsero.
- Ciao ragazzi? Oggi siete in anticipo vedo... Per fortuna vi ho raggiunti.
- Ehm... Giorno...
Lark mi prese per la spalla cercando di liberarmi dalla sua presa.
- Fai attenzione... Oggi... Oggi Ruky è di pessimo umore.
- Cosa è successo?
- Ecco... Si è trovato un topo in casa!
Guardai Lark con perplessità, lui ricambiò con del panico.
- Wow... Un topo...
- Eh si... E siccome odia i ratti non sopporta il pensiero che potrebbe aver portato dei cuccioli.
Vedevo il sudore scendere dalla fronte di Lark tanto la fatica che stava accumulando solo parlando con la ragazza.
- Allora sei fortunato Ruky, io sono un'esperta nel cacciare i topi... Oggi vengo da te e controlliamo insieme.
-...No...
Il mio sguardo ancora rivolto verso il basso, la mia voce roca e le mani che vibravano, alzai leggermente la testa verso Lark che, guardandomi, iniziò a sudare freddo. Posai gli sguardi su di lui, poi su di lei, guardandola con tutto me stesso. Niente. Lei non reagiva. Continuava a fare la persona tranquilla davanti al mio sguardo.
-Ruky... Ruky... Oh no...
Lark prese per mano la ragazza e la tirò a distanza con forza.
- Scappa, presto! Io lo terrò occupato ma tu scappa.
Lei scivolò dalla sua presa con tranquillità.
- Che hai Ruky? Perché sei triste?
Li il tempo di fermò. I miei occhi ed i suoi erano lo specchio di uno e dell'altra, il suo sguardo era calmo, pacifico, magnetico. Per certi tratti era calmante. Sentii la vibrazione alle mani fermarsi, tutto ciò che avevo dentro si stava affievolendo, compreso il sentimento che ormai portavo come un abito dalla nascita. Il tempo cominciò a scorrere quando vidi Lark avvicinarsi in posizione di karatè.
-R...Ruky? Tutt'okay?
Mi girai e mi incamminai in silenzio, Lark mi seguì all'erta e la ragazza dietro perplessa. Durante le lezioni non sentivo il professore parlare, invece cercavo di capire cosa mi aveva calmato. Lo sguardo di quella ragazza era ipnotico, un freno emotivo, un'ancora di salvezza. Scossi il capo. Non poteva essere. Forse ero solo io che non mi sentivo bene, o forse è stato un caso che mi sia calmato all'improvviso. Allungai lo sguardo verso di lei. Mi fissava. Appena se ne rese conto mosse la mano in segno di saluto sotto il banco e mi sorrise, deviai lo sguardo verso Lark che invece, accanto a me, stavo usando il cell di nascosto. Uscimmo da scuola, e come al solito la ragazza ci venne vicino.
- Allora che si fa? Si va in sala giochi?
- Dobbiamo tornare a casa, abbiamo una ricerca di scienze e due interrogazioni.
- Dai che vi do un mano io a prepararvi.
- Donna.. abbiamo da fare.
La mia voce fu per una volta più alta di un tono, tanto che sorprese Lark.
- Ehi, possibile che ancora devi ricordarti il mio nome?
- In verità non l'ho mai sentito...
- Ma l'insegnante fa l'appello ogni mattina!
- Io sto con le cuffie tutto il giorno...
- Calmatevi voi due... Per favore...
Lark cercava di calmarci, ma le sue mani erano rivolte entrambe verso di me. In verità voleva calmarmi, in modo da non farmi scoppiare in quel momento.
-...Allora adesso che non le hai e che sei alla mia mercé, ti sputerò addosso tutto ciò che ha detto l'insegnante oggi... Per tutto il tragitto!
- Non provocarmi, posso sempre rimetterle...
-ADESSO BASTA VOI DUE!
Adesso fu la voce di Lark a superare tutti di almeno venti toni.
-ADESSO IO E RUKY TORNIAMO A CASA A FARE I COMPITI, TU INVECE ANDRAI IN SALA GIOCHI E BASTA!
Mi prese per la mano e mi trascinò con forza. Arrivammo a casa mia, appena entrati lanciò lo zaino sul divano, poi lo seguì con un tuffo.
- Maledizione! Possibile che quella tipa sia così insistente? Non è possibile! Per una volta vorrei che il tuo sguardo fosse funzionante...
Disse quello mentre mi sedevo, appena lo guardai si tappó a bocca spaventato.
- Scusa... Mi è scappato... Non volevo...
- Tranquillo... Non hai colpa...
E vero. Non aveva colpa. Ero io quello con il problema. Eppure, nella mia mente, continuava a girarmi un pensiero, come una folata di vento: forse quella strana ragazza era la soluzione ai miei problemi.
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