8. Visite inaspettate
Dopo il ricevimento, avevo scritto una lunga lettera alla casa di Pony. Raccontai della festa, del mio vestito e di come era stata una serata meravigliosa. Qualche giorno dopo, il signor Tempest dovette di nuovo partire per affari.
«Io e mio marito ti abbiamo adottata, ma io non ti considero come una figlia.» affermò fredda la signora Tempest.
«Ci hai screditato davanti a tutti col tuo comportamento al ricevimento» si intromise Amanda.
«Già tu credevi di comportarti come una Tempest, non è vero?» aggiunse Steve.
«Non è vero, io mi sono comportata come al solito.» replicai.
«Cerca di non darti troppe arie. Quei tre ragazzi non saranno gentili con te ancora per molto.» continuò Amanda.
All'improvviso, vidi che dei domestici stavano trasportando il mio letto dalla casa al giardino.
«Cosa fanno con il mio letto?» domandai sconcertata.
«Lo portano via perché tu da oggi dormirai altrove» annunciò la signora Tempest.
«E dove vado? Mi farà dormire qui in giardino?»
«No, dormirai nelle scuderie» la signora Tempest indicò la stalla.
«È il luogo più adatto per una come te.» mi schernì Steve.
«Hai ragione Steve, per le persone presuntuose quello lì è il luogo migliore» si immischiò Amanda scroccandomi un'occhiata carica d'odio. «Pensa se Anthony sapesse che dormi nelle scuderie.»
«Certo lui non avrebbe più voglia di guardarti in faccia.» continuò Steve.
«Ora basta ragazzi andiamo.» li zittì la madre «Stuart, prepara la macchina»
«Beh ciao e fa buona compagnia ai cavalli.» partirono in auto.
Anthony non era un vigliacco. Mi avrebbe parlato ancora. Mi diressi alle scuderie. Il mio letto era stato posizionato in fondo dal lato opposto dove c'erano le stalle dei cavalli. Era proprio il caso di dire dalle stelle alle stalle. E tutto quello perché avevo avuto troppo successo al ricevimento. Uscii in giardino, quando vidi Anthony parlare col signor Whittman, il giardiniere della famiglia Tempest.
«Ciao Des, come stai oggi?» mi salutò non appena mi vide.
Mi avvicinai «Amanda e Steve non sono in casa. Sono usciti con la signora Tempest.»
«Per questo sono venuto. Non vado molto d'accordo con quei due. Avresti voluto fare una passeggiata con loro?» mi domandò.
«No, per niente.» risposi.
«Anche tu non ci vai molto d'accordo, vero?»
«Signorino Anthony ho finito» il signor Whittman ci interruppe e diede un sacco ad Anthony «Questo è l'ultimo.»
«Bene ora devo portarli a casa» disse Anthony, raccogliendo da terra una decina di sacchi.
«Ti aiuto io, Anthony» mi offrii.
«Ma Des...»
«Sono abbastanza forte. Ce la farò vedrai» lo rassicurai. Anthony acconsentì a malincuore e presi i sacchi. Iniziai a barcollare. Non avevo idea che fossero così pesanti.
«Ce la fai a portarli fino al cancello?» mi domandò, quando mi vide in difficoltà.
Non riuscii a rispondere che presi un sasso. Persi l'equilibrio e tutti i sacchi caddero a terra.
«Mi dispiace» mormorai.
«Spero che non ti sia fatta male» mi disse Anthony.
«No, niente» lo rassicurai. «È stata tutta colpa di quel sasso»
«È stata colpa mia, non dovevo permetterti di farlo.» Anthony si chinò e mi aiutò a rialzarmi quando vide le mie mani piene di graffi e lividi. «Ora finisco io» concluse frettolosamente e si diresse alla villa degli Andrew.
Anthony era rimasto molto sorpreso nel vedere le mie mani cosi screpolate e rovinate. Quando tornai alla casa dei Tempest, vidi la macchina di Patrick parcheggiata in giardino.
«Ciao Des, ti ho portato un regalo» mi disse Patrick.
«Sono io Des» un bambino uscì dalla macchina e si fiondò tra le mie braccia.
«John!» esclamai «Sei venuto qui da solo?»
«Si, l'ho trovato che camminava per la strada» mi spiegò Patrick.
«Cosa? Sei venuto qui senza dire niente a Miss Pony? Sei scappato? Ma come hai potuto?» dimandai a John smettendo di abbracciarlo.
«Non essere severa con lui. Ha detto che è venuto per vedere il tuo meraviglioso vestito» intervenne Patrick.
«Eh? Davvero John?»
«È stato davvero bravo a venire qui da solo. Ti assicuro che alla sua età non ero così coraggioso.» continuò Patrick.
«Non credo che sia il caso di dirgli anche bravo» replicai e Patrick tornò dagli Andrew.
«Miss Pony sarà in pensiero per te» dissi a John quando rimanemmo soli.
«Tornerò subito da lei dopo aver visto il tuo vestito. Dov'è la tua camera Des?»
«Ecco John io veramente...» iniziai. Non sapevo come dirgli che dormivo nelle scuderie.
«Dai, entriamo» mi prese la mano e si diresse all'ingresso.
«Oh finalmente l'ho trovata. Buongiorno signorina» Dorothy aprì la porta e mi salutò educatamente. Non aveva mai usato un tono così formale prima di quel momento.
«Oh è incredibile, ti ha chiamata signorina. Ma sei diventata importante allora.» disse esterrefatto John.
«E questo gentiluomo è venuto a farle visita?» continuò Dorothy.
«È la prima volta che mi sento chiamare gentiluomo» replicò John allibito.
«Siamo molto lieti di averla fra noi. Entri la prego» ci invitò ad entrare.
«Dorothy...» iniziai, ma lei mi fece l'occhiolino «Tu lascia fare a me Des.»
Dorothy accompagnò John nella camera di Amanda.
«Ma non possiamo entrare in camera di Amanda senza il suo permesso.» le sussurrai.
«Non preoccuparti, tanto lei non tornerà prima di questa sera» mi disse e ci lasciò soli.
«Questa è la tua stanza? Ma è enorme!» esclamò John. Non ero mai entrata prima di allora nella camera di Amanda. Era tre volte più grande della soffitta, il letto era molto spazioso e le tende erano di lino.
John srotolò il lenzuolo che si era portato con sè «Ehi guarda qui. Come puoi vedere non c'è nemmeno l'ombra di una macchia di pipì» disse tutto orgoglioso.
«Bravo, allora non bagni più il letto John.» gli dissi.
«No, non più.»
Dopodiché John aprì l'armadio di Amanda.
«Oh no John non toccare niente.» lo fermai. Amanda si sarebbe infuriata se avesse scoperto che qualcosa non era al proprio posto.
«Sono tutti tuoi? Quanti vestiti hai Des» continuò.
«Ora ti farò vedere il mio meraviglioso vestito. In fondo sei qui per questo, no?» indossai il vestito che Amanda aveva comprato in città e che aveva indossato al ricevimento.
«Ma è bellissimo!» esclamò John.
«Avrai molte cose da raccontare quando tornerai alla casa di Pony»
«Oh si, certo» annuì. «Mi devo ricordare ogni particolare per poi raccontarlo agli altri»
All'improvviso sentii Amanda urlare dal corridoio «Lasciami passare.»
«No, signorina...» cercò di fermarla Dorothy, ma invano. Amanda fece irruzione nella stanza.
«Perché siete nella mia camera?» urlò.
«Ma chi è questa?» domandò John perplesso.
«È Amanda, la figlia del signor Tempest» dissi io.
«Allora è tua sorella!» esclamò John.
«Non siamo affatto sorelle noi due! E tu chi sei brutto sporco moccioso?» disse Amanda con un tono di voce sprezzante.
«È il mio amico John. È venuto dalla casa di Pony per vedermi.» le spiegai mantenendo la calma.
«Adesso capisco perché è così sporco» poi, guardando il lenzuolo sul pavimento, aggiunse «Cos'è quello straccio rattoppato lì per terra? Dorothy, non voglio stracci nella mia stanza, buttalo via.» le ordinò.
«Questo non si butta, è il mio lenzuolo.» disse John arrabbiato raccogliendolo.
«Un lenzuolo?» ripeté disgustata «A confronto la paglia di una stalla è molto più decente e più pulita. Dorothy, disinfetta subito questa stanza. E voi andatene via, il vostro posto è nelle scud...»
«Amanda!» la signora Tempest entrò nella stanza.
«Mamma... sai mamma Des...» iniziò lei, ma la madre la interruppe «Destiny, c'è una persona che ti vuole vedere. Vieni subito giù e non perdere tempo a cambiarti»
«Ma mamma quel vestito è...» insistette Amanda.
«Sta zitta Amanda, non ti intromettere.»
Mi diressi in salotto curiosa di scoprire chi era venuto a trovarmi. I miei occhi si illuminarono quando vidi Kimberly che mi stava aspettando.
«Des, come sei bella. Sembri una signorina» mi abbracciò. «Lo sai Des che il piccolo John è scappato dalla casa di Pony?»
«Sono qui» John sbucò dietro di me.
«John! Ero certa che saresti venuto qui» Kimberly trasse un respiro di sollievo.
Io, Kimberly e John passammo un pomeriggio meraviglioso. Avevamo così tante cose da raccontarci.
«Kimberly, sia lei che Des dovete ringraziarmi» disse John a un certo punto.
«E perché? Dovremmo forze ringraziarti che sei scappato dalla casa di Pony?» gli domandai.
«Vuoi per caso anche una medaglia?»
«No, Des ma devi sapere che Kimberly pensava a te tutti i giorni e desiderava tanto rivederti, vero?» spiegò John e Kimberly annuì.
«Ma anche tu Des, volevi riabbracciare Kimberly.»
«Si è proprio vero» convenni.
«Voi vi siete rincontrate perché io sono scappato dalla casa di Pony.»
John decise di fare un giro in giardino e io rimasi a chiacchierare con Kimberly.
«Che giardino immenso. Ho pure paura di perdermi!» esclamò John. Dopo un po' entrò elle scuderie a vedere i cavalli e notò il mio letto.
«Qualcuno dorme qui dentro» mormorò. «Questo pigiama è di Des» disse quando si accorse che il pigiama che mi aveva dato Kimberly era sopra il cuscino.
Kimberly era andata a riposare e dovevo tornare nelle scuderie.
«L'hai scoperto eh» dissi a John quando lo vidi di fronte al letto.
«Non sei una signorina allora» affermò deluso.
«Invece lo sono John. Devi sapere una cosa. Essere una signorina significa solo avere un animo nobile, onesto e generoso» gli spiegai.
«Ci hai detto una bugia. Ci volevi far credere di star bene.»
«John mi accorgo che ormai sei un ometto.»
«Certo, lo sono da quando sono nato.»
«Bene allora saprai mantenere un segreto.» lo pregai.
«Vuoi dire che Kimberly non lo dovrà sapere, Des?»
«Ti dispiace?» gli chiesi.
«Beh, un po' si.»
Per quella notte, la signora Tempest mi permise di dormire nella stanza degli ospiti insieme a Kimberly e John. Mi avevano adottato dicendo che Amanda aveva bisogno di un'amica quindi se si fosse venuto a sapere che dormivo nelle scuderie avrebbero fatto una pessima figura. Ne andava della reputazione della famiglia Tempest. In ogni caso, ero felice di dormire in un letto comodo insieme a John e Kimberly.
«Dobbiamo davvero ringraziare John se possiamo dormire tutto insieme stanotte.» disse Kimberly.
«Si, è vero il merito è di John. Si è già addormentato.»
«Sai Des, sono molto contenta di sapere che ti trovi così bene qui e anche Miss Pony ne sarà contenta.»
«Si, le dica che io sono molto felice.» mentii.
«Non è vero Kimberly, Des è...» si intromise Tom, ma gli tappai la bocca.
«Ma che ti prende John? Stai zitto per favore» lo pregai.
«John non fa più la pipì a letto, ma parla ancora nel sonno» dissi a Kimberly.
Il giorno dopo Kimberly salutò la signora Signora Tempest «La ringrazio molto dell'ospitalità.»
«Sarà sempre la benvenuta qui da noi ogni volta che vorrà rivedere Des. Come ha visto facciamo di tutto per lei. La consideriamo come una della famiglia.» le disse lei.
John la trucidò con lo sguardo.
«Grazie signora Tempest, le sono molto grata» la ringraziò Kimberly.
«Mi permetta che la faccia accompagnare dal nostro autista» insistette la signora Tempest.
«Oh no, non si disturbi.»
«Nessun disturbo. Des che ne diresti di far compagnia a Kimberly per un po'?»
«Certo» acconsentii contenta e salii in macchina.
Avevamo fatto qualche chilometro, quando una macchina dietro di noi suonò il clacson.
«Des!» riconobbi la voce di Patrick.
«Sono tuoi amici?» mi chiese Peter.
«Si, sono Peter e Patrick. Autista per favore fermi un attimo l'auto»
L'autista accostò e scendemmo dalla macchina. Presentai Patrick e Peter a Kimberly «Felici di conoscerla.» dissero.
«Molto lieta, ragazzi»
«Deve sapere che io, Peter e Anthony che ora non è qui siamo i cavalieri serventi di Destiny.» le raccontò Patrick.
Kimberly sorrise alla battuta di Patrick «Bene, cavalier serventi, scusatemi ma vorrei dire una cosa a Des da sola.»
«Ma certo parlate pure.»
Io e Kimberly ci dirigemmo al lago lasciando Patrick e Peter con John.
«Che cosa c'è? Cosa voleva dirmi?» le chiesi impaziente.
«Ecco, non devi lasciarti scoraggiare» fece una pausa «ero fermamente decisa a riportarti alla casa di Pony»
«Allora lei ha capito.» realizzai.
«Si, ho capito tutto Des nonostante tutte le bugie che mi hai raccontato, ma le tue mani mi hanno fatto capire chiaramente ogni cosa.
Si può riconoscere la posizione sociale che occupa una persona guardando le sue mani.
Ma poi ho cambiato idea Des. Sai perché ho deciso di lasciarti qui? Perché in fondo hai molti amici che ti vogliono bene, come il cuoco, il vecchio giardiniere, Dorothy...»
«Mi dispiace veramente di averle mentito» mi scusai.
«Anche quei ragazzi ti sono molto amici, vero?» disse guardando Peter e Patrick che ridevano con John.
«Oh si. Mi vogliono molto bene e anche io a loro.»
«Vedi Des, la vera felicità non consiste in un vestito nuovo e neanche nell'avere una bella stanza. Sono cose che fanno piacere, ma non riempiono la vita. La felicità consiste nel possedere tanti amici sinceri che ti aiutano e ti vogliono bene.»
«È vero, ha proprio ragione.» convenni commossa. Kimberly sapeva sempre trovare le parole giuste.
«Quindi io credo che tu sia molto più felice di quanto non sia Amanda.» concluse.
«Si, sono molto felice» avevo le lacrime agli occhi.
«Bene Des, adesso posso andarmene tranquillamente.»
Raggiungemmo i ragazzi e Kimberly e John salirono in auto.
«Arrivederci e a presto.»
«E se ti fanno qualcosa chiamami, gli darò una bella lezione.» mi salutò John.
«Non ti preoccupare John, ci sono 3 cavalieri a difenderla.» gli promise Peter.
«Vienimi ancora a trovare John.»
«Si, ma puoi venire anche tu.»
«Deve essere molto buona Kimberly.» mi disse Patrick quando la loro auto scomparì tra le colline.
«Già, è stata come una madre per me.»
«Ti siamo venuti a cercare per parlarti di Anthony.» dichiarò infine Peter .
«Di Anthony? E perché?» domandai allarmata.
«Si, vedi è da ieri che si comporta in modo strano.»
«È per me.» ammisi.
«Eh?» Patrick e Peter erano rimasti sbigottiti.
Era senz'altro colpa delle mie mani. Anthony doveva esserci rimasto molto male e molto sorpreso nel vedere come si erano ridotte.
Quel pomeriggio qualcuno bussò alla porta delle scuderie.
«Avanti, è aperto.»
«Ciao Des» Anthony entrò nelle stalle «Sai mi dispiace tanto per ieri, per averti portato quei sacchi così pesanti» teneva tra le mani una rosa bellissima di colore rosso «Te l'ho portata perché mi voglio far perdonare e ne avrai una ancora più bella il giorno del tuo compleanno. Te lo prometto.»
«Grazie Anthony, è molto bella ma il giorno del mio compleanno è...»
«Sarà la prossima volta che ci incontreremo, che ne dici, ti va?» mi propose.
Non conoscevo il giorno del mio compleanno. Lo avevo sempre festeggiato in inverno con Annie, nel giorno in cui Miss Pony e Kimberly ci avevano trovato sulla collina. Mi guardò con un sorriso bellissimo, il suo magnifico sorriso. Avrei tanto voluto dire a Kimberly quanto in quel momento ero felice e piena di speranza e fiducia nel futuro.
Ciao a tutti🤗,
la signora Tempest caccia Des dalla villa e la costringe ad andare a dormire nel fienile. Nonostante tutto è felice di stare vicino ai cavalli, anche se se ne vergogna e spera di riuscire a nascondere ad Anthoy la verità.
Kimberly, accompagnata da John, fa una visita imprevista a Des e la signora Tempest cerca d'ingannarla sulle reali condizioni di vita della sua protetta; ma Des, con le mani sporche e lividi da lavoro sulle braccia non può più fingere. A questo punto vorrebbe riprendere con sé la ragazza, ma dopo aver incontrato Peter e Patrick, pensa che nonostante tutto Des ha quello di cui ha più bisogno per poter esser veramente felice, ovvero dei cari e sinceri amici.
Rendendosi conto che Anthony deve esser venuto a conoscenza della situazione, Des teme che d'ora in poi lui la possa evitare con disprezzo. Invece il ragazzo entra nella stalla scusandosi di non averla aiutata il giorno prima, dimostrando così d'aver mancato ai doveri di un gentiluomo. Per farsi perdonare le dona una rosa, promettendo solennemente di consegnargliene una ancora più bella il giorno del suo compleanno.
Che dire, vi piace Anthony? Io lo amo😍.
A presto,
Carla💗
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