60. Il carillon di Patrick

Mi svegliai e mi diressi in soggiorno. La cucina era silenziosa e sopra al tavolo c'era una fetta di toast con la marmellata. Albert doveva essersi già alzato. Mi aveva preparato la colazione. Vicino al piatto c'era un biglietto per me.

Ti sarò sempre grato per tutto quello che hai fatto per me. Sei stata la mia migliore amica. Addio

Non ci potevo credere. Albert se n'era andato via. Mi cambiai velocemente e mi fiondai dal dottor Martin. Forse lui sapeva qualcosa.
«È venuto molto presto questa mattina. Mi ha detto di aver riacquistato la memoria e di prendermi cura di te.» mi raccontò.
«Dov'è andato?» gli chiesi.
«Mi dispiace, ma non lo so. È salito sull'automobile che lo stava aspettando»
«Un'automobile?» gli chiesi perplessa.
«Proprio così, e c'erano anche due uomini ma non sono riuscito a vedere chi erano.» continuò il dottor Martin.
«Temo che si tratti di quei teppisti di cui parla la gente.»
«Anch'io comincio a crederlo Des.» concordò pensieroso.
«E se fosse stato costretto a seguirli?» ipotizzai.
«Non credo, era molto tranquillo» replicò.
«Non posso lavorare oggi dottore. Mi dispiace» lo informai, e senza aspettare una sua risposta uscii dalla clinica.

Cercai Albert prima alla stazione, poi al porto. Ero felice di potermi occupare di lui. Anche se aveva riacquistato la memoria, potevamo continuare lo stesso a vivere insieme. Aveva dimenticato la nostra promessa? Perché non aveva voluto condividere con me i suoi problemi? Perché aveva preferito andarsene? Perché mi aveva lasciata ancora una volta? Ero rimasta di nuovo sola. Era tutto il giorno che cercavo Albert e ancora non ero riuscita a trovarlo.

Ritornai al Chicago natural Park. All'improvviso mi accorsi di Kriss, seduta su una panchina poco distante. Aveva lo sguardo assente e stava piangendo. Poverina, stava pregando che Pat tornasse sano e salvo. Potevo capire cosa stesse provando. La scomparsa di Albert mi aveva addolorato, ma lei stava pensando a Pat in pericolo in guerra.
«Ciao Kriss.» la salutai, sedendomi accanto a lei.
«Oh Des, ho tanta paura che qualcosa di terribile possa accadere a Pat.» mi spiegò, asciugandosi le lacrime.
«Non temere Kriss. È tanto che non ricevi sue notizie?» le chiesi.
«No, ma la sua ultima lettera mi ha spaventato molto. Ecco perché sono venuta qui. Uno dei suoi più cari amici, il suo compagno Tommy è stato ucciso in un combattimento. È ingiusto.» mi raccontò «Oh Des. Chi sarà il prossimo? Ho tanta paura per Pat.»
«Stai tranquilla. Patrick tornerà a casa sano e salvo. Nessuno riuscirà ad ucciderlo.» cercai di rassicurarla. Kriss non avrebbe sopportato un simile dolore. «Basta Kriss. Non piangere più.» tirai fuori dalla borsa il carillon che mi aveva regalato quando ero partita per New York «Guarda. È un piccolo carillon. L'ha costruito Pat.»
«L'ha fatto proprio lui?» domandò, accennando un sorriso.
«Si, certo. Diceva che ascoltare questa musica fa tornare l'allegria.»
«Com'è bella.»
«Kriss, puoi tenerlo. Sono certa che ti aiuterà.»
«Ti ringrazio molto Des.» Kriss smise di piangere e restammo per un po' ad ascoltare la dolce melodia del carillon.
«A quanto sembra ti piace proprio questa musica.» constatai ottimista.
«Si, Des» annuì.
All'improvviso la musica si fermò.
«Perché ha smesso così di colpo?» esclamò preoccupata.
«Kriss...» mormorai, ma non riuscivo a trovare nessuna risposta.

Patrick

La guerra era disumana e crudele. Qualche giorno prima io e Tommy ridevamo felici e parlavamo del nostro futuro, adesso invece non c'era più. Tutti i miei compagni aviatori della spedizione di Tommy erano morti nel combattimento. Solo Tommy era riuscito a ritornare alla base ferito. Prima di esalare il suo ultimo respiro, mi aveva pregato di scrivere alla sua fidanzata, di non farmi uccidere e di pensare a Kriss. Tommy aveva ragione. Non avrei mai voluto vederla piangere.

Ero davanti al tumulo di terra dove avevamo sepolto Tommy, quando un soldato mi chiamò «Ei Patrick. Abbiamo ricevuto l'ordine di attaccare immediatamente.»
«Vengo subito» obbedii.
Misi un fiorellino del sepolcro nella tasca superiore della divisa e mi preparai a partire. Non riuscivo a immaginare che in America tutto continuava ad andare avanti come sempre, mentre io stavo andando a combattere contro il nemico. Mi chiedevo se quello che stavo facendo avesse un senso, ma in fondo mi sentivo tranquillo. Speravo solo che la fortuna non mi abbandonasse. Stavo per affrontare gli aerei tedeschi. Ne avrei abbattuti il più possibile per vendicare l'ingiusta morte di Tommy.

Dopo un po', vedemmo arrivare i veicoli tedeschi. «Eccoli» urlò un mio compagno. Perché bisognava uccidere? Perché dovevo uccidere qualcuno che non conoscevo neppure? Mi preparai a colpire, quando vidi il volto di Tommy nell'aereo nemico...
«Oh mio dio Tommy.» mormorai confuso.
In quel momento, il pilota tedesco approfittò della mia distrazione, e sparò. Sentii una fitta lancinante al braccio e cercai di tamponarla. L'aereo nemico continuò a bombardare il mio sui lati e cominciai a perdere quota.
«Tommy, mi dispiace. Avrei voluto seguire il tuo consiglio ma...» mormorai con le lacrime agli occhi mentre sentivo la vita scorrere via lentamente dal mio corpo. Le forze mi stavano abbandonando e l'ultima cosa che vidi furono i sorrisi di Kriss e Des che mi stavano aspettando a casa. Addio Kriss. Addio Des.

Destiny

Qualche giorno dopo che il carillon aveva smesso di funzionare, arrivò la notizia che Patrick era morto durante un combattimento aereo.
«Padre nostro, accogli nella tua infinita misericordia l'anima di questo tuo giovane figlio. Che Patrick Cornwell Andrew trovi la pace nel tuo regno.» predicò con voce afflitta il prete. Eravamo riuniti nel cimitero degli Andrew per un ultimo saluto a Pat ed indossavamo tutti abiti di colore nero. Avevo le palpebre appesantite dalle lacrime cocenti e gli occhi lucidi, segnati dal dolore.

Pat era un ragazzo straordinario. Leale e altruista fino alla fine. Ricordai la prima volta che lo avevo incontrato, quando si era offerto di darmi un passaggio fino alla residenza dei Tempest ed eravamo finiti con la macchina dentro al lago. Ma nonostante l'incidente, era rimasto allegro e ottimista. Quando lo avevo salutato alla stazione non avrei mai immaginato che sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei visto.

Abbracciai Peter e restammo in silenzio per un po'. Non ci servivano parole. Eravamo l'uno il sostegno dell'altro. Peter era molto legato sia a Patrick che ad Anthony. Dei miei cavalier serventi era rimasto solo lui. La morte di Patrick mi aveva fatto ricordare quella di Anthony. Avevo imparato a convivere con il dolore. Alla fine rimangono nel nostro cuore, anche se non respirano e non vivono più accanto a noi. Non è lo stesso dolore devastante che si prova all'inizio, il dolore che ti travolge e ti fa venire voglia di piangere nei posti sbagliati e di prendertela con tutti gli idioti che sono ancora vivi, mentre la persona che amavi è morta.

Alla fine della cerimonia, un distinto signore di mezz'età si avvicinò a me.
«Sono il padre di Anthony. Tu devi essere Destiny.» mi porse la mano e io gliela strinsi.
«Signor Brown...» mormorai in soggezione. Non avevo mai visto il padre di Anthony prima di allora.
«Sono contento di essere riuscito ad incontrarti, anche se avrei preferito farlo in un'altra occasione.»
«Il piacere è tutto mio»
«Anthony era molto legato a te»
«Anch'io ero molto legata a sua figlio. Era un ragazzo meraviglioso.» gli dissi.

Nonna Catherine aveva una visiera che gli copriva gli occhi tristi. Prima di entrare nell'auto che l'avrebbe riportata nella villa degli Andrew, si volse un'ultima volta verso la tomba di Pat dove Kriss era in ginocchio. «Pat...» mormorava tra le lacrime. In quel momento, sentimmo la dolce musica del carillon «Adesso funziona, l'ho fatto riparare.» Kriss si voltò verso di me, Peter e Annie. «Il gioielliere ha detto che è stato costruito molto bene.» mormorò tra le lacrime.
«Si Kriss.» risposi, cercando di rimanere forte.

                                    ✩✩✩

Due settimane dopo la morte di Pat, Kriss partì per la Florida.
«Grazie per essermi stati vicino.» ci ringraziò in stazione.
«La Florida ha un clima davvero meraviglioso. Vedrai, ti troverai bene.» la rincuorai.
«Lo spero Des»
«E ricordati Kriss. Noi resteremo sempre uniti anche se saremo lontani.» aggiunse Annie.
«Si, lo so»
«Cerca di essere felice. Pat l'avrebbe voluto.» le disse Peter.
«Credo che ci riuscirò perché porterò con me il suo carillon» affermò Kriss, stringendo al petto il carillon.
«Kristel, è ora che tu salga sul treno» la chiamò nonna Martha.
«Signora Martha, abbia cura di Kriss» le dissi io.
«Stai tranquilla Des. Avremo molte cose da fare in Florida. Laggiù le sarà più facile sopportare il suo dolore.»
Il treno iniziò a muoversi e Kriss ci salutò con la mano «Ciao Des! Ciao Annie! Ciao Peter!»
«Ciao Kriss!»
Nel salutare Kriss, sentii stringermi il cuore. Sapevo quanto dolore stava provando, ma il carillon di Patrick le avrebbe dato l'impressione che lui sarebbe stato sempre con lei.

Ciao a tutti🥺,
mentre Albert lascia la casa di Des dopo aver recuperato la memoria, Kriss riceve una lettera di Patrick nella quale comunica la morte del suo migliore amico. Poco dopo lo stesso Patrick muore in un combattimento aereo e Kriss, per superare il dolore, si trasferisce in Florida con nonna Martha😭.

È un colpo durissimo per tutti quelli che hanno imparato ad amare questo personaggio sin dalla sua prima apparizione per la sua simpatia, umanità e genialità💔.

Scusate per il capitolo corto, ma volevo dedicarlo interamente a Patrick e alla sua amicizia con Des. Vi giuro che questo è l'ultimo capitolo triste.
A presto, un bacio, Carla💓

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