6. Due nuovi incontri

Il giorno dopo mi svegliai più tardi rispetto al mio solito. Avevo dormito benissimo. Era la prima volta che avevo una stanza tutta per me.
«Buongiorno» scesi nelle cucine.
«Ci siamo divertiti ieri. Quegli antipatici di Steve e Amanda hanno ricevuto una bella lezione» mi disse il cuoco.
«Puoi ben dirlo» convenne Lucy, una cameriera più anziana di Dorothy.
«Sei molto carina. Spero che tu resti qui» mi disse il cuoco.
«Si, ma devi usare meno il lazo ed essere più paziente» aggiunse Lucy.
«Oh io sono paziente, in fondo giocare con il lazo è solo un mio passatempo» replicai.
«Noi ti saremo sempre amici ma cerca di sopportare i figli del padrone» mi disse Dorothy.
«Grazie, posso fare qualcosa per aiutarvi?» mi offrii.
«Tu sei venuta qui solo per fare compagnia alla signorina Amanda, Des quindi non devi fare nessun altro lavoro» mi ricordò Lucy.
«Ma io ci sono abituata» ribattei. «Alla casa di Pony ci davamo sempre da fare e ci dividevamo i compiti.»

«Preferisci lavorare piuttosto che parlare con me. Stai un po' meglio oggi?» mi disse sprezzante Amanda quando uscii dalle cucine.
«Non ti annoi a stare tutto il giorno senza fare niente, Amanda?» la provocai.
«Devi chiamarmi signorina non Amanda» urlò altezzosa.
«Ma certo, è facile essere dispettose quando non si ha niente da fare. Un po' di lavoro ti cambierebbe» replicai calma.
Quella sciocca rimase senza parole.

Quel pomeriggio Dorothy bussò alla mia stanza. «Ciao Des, c'è una lettera per te. Ho pensato che alla signora Tempest non avrebbe fatto piacere, così te l'ho portata di nascosto»
«Grazie» presi in mano la lettera «Mi scrivono dalla casa di Pony. Evviva! Grazie ancora Dorothy.
Scesi le scale di tutta fretta e mi diressi in giardino. Mi distesi davanti al lago e aprii impaziente la busta. La prima lettera era di Miss Pony e Kimberly.

Cara Des,
spero che tu stia bene. Mi chiedo spesso se tu ti trovi bene in quella grande casa e in quella famiglia. Il nostro unico desiderio è che tu possa essere veramente felice.

C'era anche una lettera di John.

Come va Des? Da quando te ne sei andata faccio di nuovo la pipì a letto e Miss Pony mi sgrida sempre.
Des, tu lo sai che puoi tornare qui quando vuoi se ti va storto qualcosa, anzi a dire la verità noi tutti speriamo che tu torni un giorno o l'altro. Ma mi raccomando, Miss Pony o Kimberly non devono saperlo e ti prometto seriamente che quando tornerai non farò più la pipì a letto.

Ero così presa a leggere, che non mi accorsi che Steve e Amanda erano comparsi dietro di me.
«È davvero così interessante la lettera che hai appena ricevuto?» Steve me la strappò dalle mani.
«Steve ridammela per favore!» mi alzai di scatto.
Mentre cercavo di riprendere la lettera, mi cadde dalla tasca la spilla del principe della collina. Amanda colse l'occasione e lo prese.
«Amanda! Ridammi il medaglione» la scongiurai.
«Guarda qui, Steve» Amanda lo mostrò al fratello
«Dove l'hai preso? A chi l'hai rubato?» mi chiesero.
«È mio. Io non l'ho rubato» risposi.
«Come può un'orfana possedere il medaglione degli Andrew?» mi domandò Steve.
«È mio, lo rivoglio» risposi.
«Cosa pensi che penserebbe la mamma se scoprisse che hai rubato il medaglione degli Andrew? Noi non glielo diremmo, ma in cambio lo vogliamo» disse Steve.
«No, non ve lo lascerò mai» affermai. Non potevano sapere neanche lontanamente cosa significasse quel medaglione per me.
«Allora lo diremmo alla mamma» replicò.
«Dillo a chi ti pare, non me ne importa niente. Non lo darò mai a nessuno» ribattei.
«Potresti gettarlo nel lago» sussurró Amanda al fratello.
«No, fermatevi» li scongiurai.
«La piccola stupida, guarda come piange» mi canzonò Steve.
«Ridammelo ti scongiuro» li pregai con voce rotta dal pianto.
«Potremmo anche ridartelo, ma dovrai fare tutto quello che ti diremmo» Steve smise di muoversi, mi riappropriai del medaglione e scappai via in lacrime.
«Vattene pure e non tornare mai più» mi urlarono.

Iniziai a correre senza una meta. Volevo andar via. Non sarei restata lì un minuto di più.
Volevo tornare alla casa di Pony dove tutti mi volevano bene. Quando fui abbastanza lontana da loro, mi buttai a terra e piansi a dirotto. A quel punto sentii una voce «Non piangere, ti prego.»
Mi asciugai le lacrime e alzai la testa. Un ragazzo biondo era appoggiato al cancello.

Oh mio dio. Quello era il principe. Chissà se era proprio lui, il principe che io adoravo. Non aveva il kilt né la cornamusa, ma aveva gli stessi capelli biondi e magnetici occhi azzurri.
Saltó dal muretto davanti al cancello e si mise a ridere. Ad un tratto la tristezza svanì e gli sorrisi.

«Si, non è da me piangere» replicai dopo che mi ripresi dalla sorpresa. Ma dov'era andato? Il ragazzo non c'era più. I miei occhi caddero sullo stemma luccicante davanti al cancello. Tirai fuori il medaglione dalla tasca. Erano identici. Quel ragazzo e il principe dovevano essere la stessa persona. Dietro quel cancello ci doveva essere una casa meravigliosa e magari il mio principe viveva lì dentro. Secondo quello che aveva detto Steve quella doveva essere la villa degli Andrew. Dimenticai tutte le amarezze. Avevo ritrovato il mio buonumore. Sentivo il cuore traboccare di speranza. Tornai alla casa dei Tempest. Steve e Amanda erano seduti nel bordo della fontana.

«Sono contenta che sia andata via. Non mi era per niente simpatica» sentii dire Amanda.
«Neanche a me piaceva» convenne Steve «e con tutti gli scherzi che le abbiamo fatto sarà tornata all'orfanatrofio.»
Quando entrai nella tenuta dei Tempest, mi guardarono attoniti. Erano convinti che non sarei mai più tornata.
«È tornata lacrima facile. Ridammi il medaglione ti prego» Steve scimmiottò la mia voce, ma non me ne importava.
«Mi dispiace per voi ma non intendo lasciarvi. Potete farmi tutti gli scherzi che volete» dissi sicura di me.
«Mi è sempre più antipatica!» urlò Amanda.
Forse stavano già architettando qualche altro scherzo, ma avrei saputo come difendermi.

Il mio principe quel pomeriggio aveva un sorriso così dolce proprio come quella volta di due anni prima sulla collina. Volevo sapere se mi consideravano davvero come una della famiglia. Se potessi essere elegante come la signora Tempest, avere uno di quei bei vestiti che indossa. Chissà se loro volevano davvero che diventassi una di loro. Forse sarei potuta diventare amica del principe. Avrei fatto ogni sforzo per essere una di loro.

Una settimana dopo sentii i signori Tempest discutere.
«Non vorrai mettere in dubbio la parola di tua moglie spero. E poi non credo che un'orfana sia la compagnia più adatta per Amanda» sostenne la signora Tempest.
Stavano parlando di me.
«Io sono convinto che i nostri figli abbiano bisogno proprio di una come Destiny» replicò il signor Tempest cauto.
«Ma intanto non so più come comportarmi con quella bambina. Non mi ubbidisce affatto» ribatté Rose Tempest.

Quel pomeriggio il signor Tempest mi chiamò nel suo studio.
«Dunque Destiny, dovrò assentarmi un po' di tempo per sbrigare una serie di affari importanti.» esordì.
«E quando tornerà, Signor Tempest?» gli domandai preoccupata.
«Non lo so esattamente. Spero che durante la mia assenza tu andrai d'accordo con tutti» affermò.
Annuii.
«Bene, la cosa mi farebbe molto piacere Des.» concluse.
Feci un respiro di sollievo «Credevo mi avesse chiamata per rimproverarmi.»
Lui fece una fragorosa risata «In verità volevo parlarti di una cosa.» fece una breve pausa e continuò «Mi hanno riferito che tu hai rubato un oggetto prezioso che appartiene alla famiglia Andrew. Sai, noi siamo imparentati con quella famiglia.»
«Ma non è vero.» affermai.
«Allora dimmi qual è la verità»
«Ecco, è...» iniziai titubante. Anche se il signor Tempest mi piaceva, non avevo il coraggio di dirgli come avevo il medaglione.
«Parla tranquillamente, non aver paura»
«L'ho trovato per caso. Ho incontrato un ragazzo che lo indossava e gli è caduto» ammisi. Il signor Tempest sorrise e sfortunatamente il giorno dopo dovette partire.
In sua assenza, mi ero ripromessa di comportarmi bene e di non creare nessun problema. Cercai di camminare con eleganza. Nella mia stanza facevo delle esercitazioni. Stavo facendo il possibile per compiacere la signora Tempest ed essere così da lei accettata.

«Amanda, non ti sembra una stampella che cammina?» disse Steve ad alta voce quando mi vide nel corridoio.
«Silvia lo sa fare molto meglio di te. Guarda e impara» disse Amanda.
«Queste cose non si imparano quando si viene da un orfanotrofio» aggiunse Steve.
Silvia, la loro gatta mi passò davanti e le pestai la coda.
«Mi dispiace moltissimo» esclamai finta.
«Destiny!» la signora Tempest fece il suo ingresso. Aveva visto tutta la scena «Anche se cerchi di camminare elegantemente non sarai mai una signora dell'alta societa perché sei solo una piccola scimmia»
Steve e Amanda risero e io mi rifugiai in giardino.

Io cercavo solo di imitare i loro movimenti senza conoscerne il significato. Mi odiavano ancora, nonostante tutti i miei tentativi di essere come loro. Pensai ad Annie. Chissà cosa stava facendo in quel momento. Senza accorgermene ero arrivata al cancello delle rose dove qualche giorno prima avevo incontrato il ragazzo che assomigliava tanto al mio principe. Quel cancello in ferro battuto sempre chiuso. Forse se andavo più avanti avrei trovato un'altra entrata. Ricordavo il suo sorriso dolce e il leggero vento sulla collina che gli scompigliava i capelli biondi. Sarei andata da qualsiasi parte pur di rivederlo. Arrivai a un portone di marmo, sopra cui c'era affisso lo stesso stemma del medaglione. C'era un altro ingresso nascosto ed ancora quello stemma. Il portone era davanti al fiume. Come potevo fare per entrare? Sulla sponda tirai la catenina vicino allo stemma e il portone si aprì. Un ragazzo su una barca a remi uscì dal portone. «Chi sei? Che cosa ci fai qui? Perché hai aperto il portone?» mi domandò.
«Mi dispiace molto, io non sapevo che...» tentai di scusarmi.
«Va bene, me lo dici dopo. Adesso lanciami la fune» la barca si stava allontanando dalla riva «È lì in terra, ma sbrigati che la corrente mi sta trascinando via. Fai presto»
Gliela lanciai e la prese al volo. Era salvo.

Il ragazzo arrivò sulla sponda «Sai per un momento ho temuto di finire in acqua» mi disse.
«Mi sembravi molto spaventato. Non sai nuotare?» gli chiesi.
«Non è vero, so nuotare molto bene. Vedi la mia camicia è di seta pura, costa molto e non mi andava di bagnarla» mi spiegò.
Quel ragazzo era un po' fanatico, ma era molto carino. Era attraente e alto, con un eccellente portamento, e la camicia sottolineava i lati migliori del suo fisico.
«Grazie a te ho salvato la mia camicia. Sei stata molto brava con quella fune» mi ringraziò e feci un timido sorriso.
«Ehm... non mi hai ancora detto come ti chiami» mi disse sporgendosi più vicino a me.
«Mi chiamo Destiny e vivo qui vicino, con la famiglia Tempest» mi presentai.
«Stai con i Tempest? Io non credevo che...» iniziò, quando il suono di un clacson lo interruppe.
«Ehi Peter!» lo chiamò il ragazzo dall'automobile un po' più lontano.
«Beh devo andare, arrivederci Destiny.» mi mandò un bacio con le mani e salì in auto.

Ciao a tutti🤩✨,
dopo l'ennesimo litigio con i fratelli Tempest, Des piange disperatamente d scappa via, decisa a ritornare alla casa di Pony, quando vede che un ragazzo la osserva. Somiglia moltissimo al suo principe. La sua felicità dura poco perché dopo averla fatta ridere, il ragazzo sparisce.

Solo il posato e serio signor Tempest si dimostra gentile con lei, fermamente convinto che Des sia proprio l'amica di cui i suoi figli hanno bisogno. Tuttavia egli è costretto ad assentarsi spesso per motivi di lavoro, lasciandola così in balia della sua sprezzante famiglia.

Des va spesso ad aggirarsi attorno al cancello serrato e circondato di rose della tenuta degli Andrew, nella speranza di incontrare ancora una volta il suo misterioso principe. Invece, nei pressi d'una cascata e in circostanze quantomeno avventurose, incontra un simpatico ragazzo, Peter. Anche se Peter non risulta essere il suo principe, Des fa immediatamente amicizia con lui🩵.

spero che questo capitolo vi sia piaciuto,
Carla💗

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