55. Ritorno a casa
Andai nell'appartamento di Terence un'ultima volta a prendere le mie cose. Lasciai il mazzo di chiavi che mi aveva dato sopra il tavolo in cucina e gli sistemai il letto. In stazione, salii sul primo treno per Chicago, lasciandomi alle spalle New York e andando sempre più lontano da Terence.
Ero in treno da un paio d'ore, quando un neonato iniziò a piangere.
«Sta buono tesoro...» gli disse la madre mentre lo teneva in braccio. Il treno era pieno di persone e i sedili erano tutti occupati.
«Quando la smetterà di piangere?» sbraitò un passeggero.
«Mi dispiace. Su tesoro sta calmo. Cerca di dormire.» gli disse il padre.
«Può sedersi al mio posto.» intervenni io alzandomi.
«E lei come farà?.»
«Non preoccupatevi per me. Sto bene anche in piedi» li rassicurai.
«La ringraziamo signorina, è davvero gentile.» mi disse il padre riconoscente.
«Ora non piangerai più.» dissi al bambino d tirai fuori il carillon di Pat. Il bambino sorrise e smise di piangere. A quanto sembrava, il piccolo carillon della felicità di Pat funzionava anche con i bambini.
«Si è calmato, sembra proprio che gli piaccia questa musica.» affermai.
«Ci è stata di grande aiuto, grazie.» mi ringraziò la madre.
Prima di uscire dal vagone mi girai verso la coppia con il bambino piccolo. Quei due giovani si amavano ed erano felici. Riuscivo a vederlo. Anch'io avevo sognato di poter vivere cosìcon Terence, per tutta la vita. Ma era un sogno e sarebbe rimasto solo un bel sogno. Forse un giorno ci sarebbe ricapitato di incontrarci. Si, un giorno in qualche luogo forse ci saremo rivisti ancora. I miei sentimenti non sarebbero cambiati. Mi toccai la fronte e la sentii calda. Dovevo avere la febbre. Forse dovevo aver camminato troppo al freddo mentre nevicava.
«Amore mio...» mormorai prima di cadere a terra e vedere tutto nero.
✩✩✩
Aprii gli occhi.
«Des!» sentii una voce che riconobbi essere quella di Annie.
«Annie... dove sono?» mormorai confusa.
«Sei a casa degli Andrew. Ti hanno trovata svenuta sul treno e ti hanno portata qui.» mi spiegò.
«Ma perché hanno pensato proprio a gli Andrew?»
«L'hanno letto su una lettera che avevi.» rispose.
Certo, la lettera con cui Terence mi invitava a Broadway.
«Ci hai fatto prendere un bello spavento Des.» continuò Annie «Peter è andato subito a chiamare il dottore. Ha detto che è una semplice influenza, ma devi riguardarti, altrimenti possono sorgere complicazioni.»
In quel momento Peter e Kriss entrarono nella stanza.
«Mi fa molto piacere che stai meglio Des.» disse Peter.
«Oh Des...» mormorò Kriss con la voce strozzata.
«Kriss...»
«Perché si deve rimanere soli e soffrire in questo modo?» Kriss aveva gli occhi pieni di lacrime. Erano dei cari amici. Avevano capito che io e Terence ci eravamo lasciati. Ma i miei dispiaceri non dovevano gravare anche su di loro.
«Kriss, non piangere. Non prendertela. Si, è stata un'esperienza piuttosto triste ma a chi non è successo almeno una volta?» domandai, cercando di farle alzare il morale.
«Ma Des!» esclamò Annie.
«Io non voglio rinunciare a lui. Avrei voluto dirgli almeno addio.» continuò Kriss.
«Ma di chi stai parlando Kriss?» domandai perplessa.
Kriss singhiozzò ancora più forte e Annie e Peter si girarono dall'altra parte.
«Un momento, perché Pat non è qui? Che gli è successo? Annie, Peter parlate vi prego.» li esortai.
«È successo quello che temevamo. Pat è partito per la Francia come volontario.» mi informò Peter.
«Cosa? Pat è partito per andare a combattere in Francia?» esclamai sconvolta.
«È andato via il giorno dopo della tua partenza.» mi spiegò Peter.
«Non ha detto niente a nessuno. Ha lasciato soltanto un biglietto.» mi raccontò Kriss.
Capii perché mi era sembrato diverso quando mi venne a salutare alla stazione. Allora aveva già deciso di partire. Ero troppo presa dal pensiero che avrei rivisto Terence che non feci caso a come mi disse arrivederci.
«Non credi che sia crudele? Mi scrive una lettera come questa è poi mi chiede anche di capire.» piagnucolò Kriss, dandomi un pezzo di carta. Iniziai a leggere.
Mia adorata Kriss,
spero che tu comprenderai il mio gesto. Non credere che io sia un egoista. Parto perché sento che è in mio dovere farlo. Porterò sempre con me il ricordo del tuo dolcissimo sorriso. Sta tranquilla, ci rivedremo presto.
Il tuo Pat
«Ma come fa a dire ci rivedremo presto?Potrebbe anche morire.» disse Kriss quando finii di leggere.
«Non devi nemmeno pensarla una cosa del genere. Patrick ti ha chiesto di capirlo e tu devi farlo assolutamente.» ribadii. «Lo sai che non ti vorrebbe vedere piangere. Patrick ti vuole molto bene.»
«Allora perché è partito senza dirmi una parola? Perché?»
«Kriss smettila di piangere. Ci sono alcune cose che vanno accettate e basta.»
Abbassai gli occhi. Io avevo dovuto rinunciare a Terence senza poter far nulla. Avrei voluto tanto vedere Pat e chiedergli scusa per il mio comportamento alla stazione. Non avrei mai scordato la sua simpatica risata.
Terence, Patrick, mi stava scoppiando la testa.
«L'ho sempre giudicato leggero e superficiale. Non sono stato capace di capire che questa volta si trattava di una cosa seria. Avrei cercato di fermarlo...» iniziò Peter con i sensi di colpa.
«Peter...» iniziai, ma non feci in tempo a dire niente che nonna Catherine entrò nella stanza.
«Che cosa c'è nonna?» le domandò Peter.
«Con quale coraggio sei venuta ancora in questa casa? Peter, non avresti dovuto permettere a questa ragazza di entrare qui dentro.» dichiarò severa.
«Ma nonna...» mormorò Peter.
«Ora la vergogna è caduta su di noi perché tutta la città sa che una ragazza come quella fa parte della nostra famiglia.» la signora Andrew mi puntò l'indice «Da quando sei entrata nella nostra casa, le disgrazie sono aumentate.
Il mio Anthony è morto e adesso Patrick è andato in Francia a combattere.»
Anthony era morto, Patrick era lontano. I due ragazzi che lei più amava l'avevano abbandonata.
«Il signor Andrew ha commesso un grave errore nell'adottarti. Non devi usare mai più io nome degli Andrew, te lo proibisco.» continuò.
«Un momento nonna...» mi difese Peter, ma lo interruppi. «Va bene.»
Avevo rinunciato a quel nome da molto tempo ormai. Mi alzai dal letto.
«Ma Des, hai ancora la febbre alta» mi fermò Annie.
«No, sto meglio.» replicai decisa.
«Non mi sarei mai aspettata una simile obbedienza, ma non mi commuovo. Devi andartene subito e non tornare più.» decretò la signora Andrew.
«A volte nonna riesci a essere molto crudele. Come fai mandare via Des così?» esclamò scandalizzato Peter.
«Nel pomeriggio verranno Steve e Amanda. Non vogliono assolutamente che la trovino qui, capito?» concluse, e sbattendo la porta, se ne andò.
«Des, mi dispiace ma da quando Pat è partito è diventata ancora più intrattabile. Spero che tu non ti sia offesa.» intervenne preoccupato Peter.
«Non preoccuparti, la capisco benissimo.» replicai e mi infilai il cappotto sopra la vestaglia. «Fatti coraggio Kriss. Ricorda quello che ti ha scritto Pat. Resterete separati per poco tempo. Tornerà presto, vedrai e non sarà cambiato affatto.»
«Davvero?» mi domandò, poca speranzosa.
«Ma certo, anch'io penso la stessa cosa.» concordò Peter.
«E scrivendovi presto vi sembrerà di sentire meno il peso di questa separazione.» aggiunse Annie.
«Già, le lettere ci terranno uniti.» ammise Kriss.
Già, mentre io non potevo nemmeno scrivere a Terence. Non ci saremmo mai più rivisti. Salimmo in auto e Peter mi accompagnò fino a casa.
«Ce la fai a salire?» si preoccupò Annie mentre salivamo le scale. «Hai le gambe che ti tremano.»
«Ce la farò.» mentii. Non mi sentivo affatto bene, ma adesso Albert si sarebbe preso cura di me e sentivo che sarei guarita presto.
Peter bussò alla porta «Albert, apri! Sono Peter.»
Albert aprì «Oh sei tu Des.»
«Si, sono io Albert.» mormorai.
«Bentornata a casa.» mi accolse.
Cercai di sorridergli, ma un attimo prima di cadere a terra, di arrendermi, mi sorpresi ad accasciarmi tra le braccia di Albert. E lui mi prese. Non mi avrebbe mai fatto cadere.
«Sta male, ha la febbre alta. È svenuta anche sul treno.» intervenne Annie.
«Non c'è bisogno di preoccuparsi. Adesso ci penserò io ad assisterla.» replicò Albert.
«Grazie Albert, sappiamo che è in buone mani.»
«Peter, ho saputo che Patrick è partito. Mi è molto dispiaciuto.» disse Albert a Peter dopo che mi portò in camera mia. Poi rivolto a Kriss disse «Kriss, vedrai che tornerà sano e salvo.»
«Si.» rispose Kriss.
«Questa è la valigia di Des.» Peter gli consegnò i miei bagagli.
«Grazie di tutto ragazzi, a presto.» li salutò Albert.
Dopo che Peter, Annie e Kriss se ne andarono, mi alzai dal letto.
«Perché ti sei alzata?» mi chiese Albert. Io non risposi e iniziai a piangere.
«È successo qualcosa tra te e Terence?» mi domandò preoccupato.
«Ci siamo lasciati. Non ci rivedremo mai più» singhiozzai, stringendomi a lui «Avevo tanto atteso questo incontro. Io lo amo e ho dovuto rinunciare a lui. Nicole voleva morire per me e Terence. Se Nicole fosse stata una ragazza cattiva ed egoista non avrei certo permesso che Terence restasse con lei. Ha veramente bisogno di lui ora che è rimasta invalida e io non ho avuto il coraggio di far niente.» gli dissi, senza smettere di piangere.
«Se fossi stato al tuo posto mi sarei comportato come te e Terence continuerà ad amarti perché sa che sei una ragazza straordinaria.» mi incoraggiò Albert.
Lentamente, ma con costanza, il battito del mio cuore si normalizzò. Lentamente, ma con costanza, si fece strada la gratitudine quando alzai la testa e trovai lo sguardo intenso di Albert che mi fissava.
«Anch'io lo amerò sempre.» mormorai, smettendo di piangere.
«Riposati un attimo. Presto tornerai la Des allegra di sempre. Vado a comprare qualcosa da mangiare.» mi disse Albert.
«Grazie Albert, ma non preoccuparti per me.»
Stare vicino ad Albert mi rendeva sicura e tranquilla. Dopo giorni di apnea, era stato l'unico ad aiutarmi a prendere fiato. Albert uscì e mi addormentai.
Ciao a tutti🤩✨,
nel rientrare a casa Des ha un malore in treno e viene portata alla villa degli Andrew. Kriss le da la triste notizia della partenza di Patrick per l'Europa. Peter e Annie la riportano da Albert, che si prende cura di lei. Cosa ne pensate? Sapete che la vostra opinione conta sempre molto per me❤️.
Alla prossima, sapere che vi adoro🦋.
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