5. Delusioni
Erano passati due anni da quando avevo visto il ragazzo della collina e non avevo mai smesso di pensare a lui. Un pomeriggio, all'entrata della casa di Pony tutti i bambini erano riuniti attorno a un automobile.
«É la prima volta che ne vedo una. Che bella» decantò John ammirato.
I miei occhi caddero sullo stemma davanti all'auto. Mi venne un colpo. Quello era identico alla spilla caduta al principe della collina.
Miss Pony mi chiamò nel suo ufficio «Des cara, ti presento il signor Stuart, il maggiordomo della famiglia Tempest» esordì.
Un signore alto e magro, dai capelli neri era seduto sulla sedia davanti a me.
«Il signor Stuart dice che il signor Tempest vuole che tu faccia parte della sua famiglia» annunciò Kimberly.
«Cosa? Il signor Tempest vuole che...» iniziai.
«Destiny, forse questo non lo sai ma i Tempest sono una delle più nobili e antiche famiglie di Lakewood» affermò il signor Stuart.
«Kimberly, Lakewood è molto vicina alla casa dove adesso vive Annie?»le chiesi.
«Si, è così Des» annuì Kimberly.
«Lei permette che le faccia una domanda, signor Stuart?»
«Certo Des, puoi fare tutte le domande che vuoi» rispose disponibile.
«Ecco... ecco c'è un ragazzo di 17 o 18 anni in questa famiglia?» domandai in soggezione.
«Si, i signori Tempest hanno un figlio» rispose il maggiordomo.
Il mio viso si illuminò. Forse avrei potuto rivedere il mio principe della collina. «Senta, Miss Pony io accetto, ho deciso di andare a Lakewood» annunciai.
«Cosa?» la tazza di tè di Miss Pony le cadde dalle mani.
«Diventerò la figlia adottiva del signor Tempest» affermai convinta.
«Des, ma tu non devi decidere così in fretta» mi disse Kimberly.
«Sono a sua disposizione signor Stuart» continuai, ignorando quello che aveva appena detto Kimberly.
«Possibile che tu non voglia riflettere?» mi chiese. Avevo deciso. Ormai avevo quindici anni ed ero la più grande alla casa di Pony. Tom e Annie se n'erano andati da tempo.
Quella sera mi riunii da sola con Miss Pony e Kimberly «Grazie Miss Pony, grazie Kimberly per quello che avete fatto per me» dissi loro.
«Sei proprio decisa a lasciarci?» mi chiese Miss Pony.
«Si, perché molti dei miei amici, come Tom e Annie sembrano felici di essere stati adottati. Spero di esserlo anch'io» spiegai.
«Ma perché l'hai deciso così all'improvviso?» insistette Kimberly.
«Vede, uno non si può sentire triste e solo troppo a lungo. Ah un ultimo favore: non dovreste dire ai bambini che io adesso vado a Lakewood» le pregai.
«Cosa? Non li vuoi neanche salutare?» dimandarono sorprese.
«No, Miss Pony. Io non voglio salutare nessuno» mormorai.
Sarebbe stato troppo doloroso dire addio.
«Des...» Kimberly stava trattenendo le lacrime.
Miss Pony si sfilò la sua collana «Voglio che tu la prenda per ricordarti sempre di noi, Des. Sii sempre felice perché sei stata un bene prezioso per la nostra casa»
«Lo spero anch'io» risposi commossa.
«Lo sai cosa fa Kimberly quando un bambino lascia la casa, vero? Gli regala un pigiama nuovo» continuò Miss Pony.
Kimberly mi diede il pigiama che aveva ricamato apposta per me. «Io non avrei mai voluto cucirlo questo pigiama, Des...»
«Io non vorrei piangere...» iniziai, ma era troppo difficile.
«Destiny cara, sei sempre stata allegra e gioiosa. Qualunque cosa succeda, non devi piangere mai, ricordatelo» mi disse Miss Pony.
La mia ultima sera alla casa di Pony, quando tutti i bambini erano addormentati, li salutai.
«Milly, puoi dormire nel mio letto. Le bambine che dormono nel mio letto diventano belle»
Passai al letto di John «John, devi smetterla di fare la pipì a letto.»
Gli diedi un bacino sulla guancia e andai nel letto dove dormiva Sam.
«Sam, non fare più il cattivo con le bambine piccole»
Misi il pigiama di Kimberly in valigia. Volevo molto bene a Kimberly, anche se a volte ero così scatenata da farle perdere la pazienza. Era come una mamma per me.
La mattina seguente mi svegliai alle luci dell'alba. Dovevo andarmene prima che i bambini si svegliassero. Dopo aver camminato per qualche centinaia di metri, mi sbracciai in cerca di qualche automobile disposta a darmi un passaggio fino a Lakewood. Era inutile. Nessuno si fermava. Ero più scoraggiata che mai, quando un lazo c'entrò la mia valigia e la fece cadere a terra.
«Ma che...» mi voltai infuriata.
«Ciao Des!» un ragazzo mi salutò dal carro.
Non ci potevo credere. Era Tom.
«Tom! Oh Tom» urlai.
«Come lo trovi, Destiny?» mi chiese il signor Johnson.
«Sta benissimo, ha l'aria più felice di quando stava alla casa di Pony» ammisi.
Tom era molto cresciuto dall'ultima volta che l'avevo visto. Era più alto ed era sereno e felice. Il signor Johnson e Tom mi invitarono a salire sul loro carro e mi diedero un passaggio.
«Sono diventato bravissimo con il lazo, non mi batteresti mai» mi raccontò.
«Non credo proprio» replicai.
«Mi sono esercitato a lungo, ricordandomi però del tuo metodo» mi spiegò.
«Sono contenta, la premiata scuola di Destiny da buoni risultati» scherzai.
«Ah buona questa» rise il signor Johnson.
«Ho capito, vieni adottata da una ricca famiglia come Annie» disse Tom, dopo che gli raccontai perché dovevo andare a Lakewood.
«Si, ma dovunque andrò rimarrò sempre la Des di sempre» lo rassicurai.
«Forse era meglio se ti adottavano due rancieri come mio padre» osservò «Uno come me non potrebbe mettere piede in una casa come quella in cui adesso vive Annie.»
«E perché mai? Tu sarai sempre il benvenuto quando verrai a trovarmi. Lo sai dov'è la casa dei Tempest?» gli chiesi.
«Tu vai dai Tempest a Lakewood?» domandò stupito il signor Johnson.
«Lei li conosce vero?»
«Si, certo, li conosco di nome» rispose lui.
Dopo un po' di strada, il signor Johnson annunciò che eravamo arrivati.
«Tanti auguri Des e a presto» mi salutò Tom.
«Aspetta un momento Des» il signor Johnson saltò giù dal carro «Vedi Des, ti aspetta un nuovo mondo. Ora che hai lasciato la casa di Pony, ti capiterà qualche volta di essere trattata male ma tu non devi abbatterti, non devi mai dichiararti sconfitta. Devi essere pronta anche a questo.»
«Sono pronta» risposi.
«Vedi, io credo di conoscerti. Sei forte come un ragazzo, sei allegra e gioiosa, qualsiasi cosa dovesse succedere tu non devi piangere mai» mi avvertì.
«Miss Pony mi ha detto le stesse cose che mi sta dicendo lei» risposi ridendo.
«Miss Pony ti ha detto così? Allora è proprio inutile che io ti dica altre cose, Des» disse il signor Johnson tenendomi una mano sopra la spalla «Abbi cura di te e sii forte»
«La ringrazio, auguri anche a lei» li salutai.
«Ah grazie Des, ci vediamo»
«Arrivederci!» stavo per incamminarmi verso la villa dei Tempest, quando mi accorsi che avevo ancora il lazo di Tom «Tom, il tuo lazo!»
«Tienilo, ti sarà utile potrai usarlo per difenderti se qualcuno ti tratta male» gridò.
Ero proprio curiosa di incontrare i Tempest, quegli sconosciuti che sarebbero diventati la mia famiglia.
Camminai per qualche decina di metri dal posto in cui mi aveva lasciato il signor Johnson e arrivai davanti a una porta. Feci per bussare, quando mi ritrovai bagnata fradicia. Alzai la testa. Due ragazzi, un maschio e una femmina stavano ridendo e sghignazzando dal balcone del secondo piano. Istintivamente presi il lazo di Tom e centrai la mano del ragazzo che mi aveva bagnato.
«Adesso chiedi scusa se non vuoi che ti faccia fare un bel volo» gli dissi.
«Ma così mi fai cadere. Aiuto!» protestò «Mamma! Corri, mamma vieni qui subito»
«Che succede? Cos'è questo chiasso?» una signora molto elegante accorse in terrazza «Tu cosa stai facendo a mio figlio?»
«Buongiorno signora Tempest. Vengo subito a salutarla» rilasciai il lazzo, il ragazzo perse l'equilibrio e cadde a terra.
Qualche minuto dopo, Stuart mi accompagnò nel soggiorno.
«Ecco, Destiny. Ti presento la signora Tempest» iniziò «e questa è Amanda, sua figlia. Mentre questo è Steve, suo figlio»
Entrambi girarono la testa dall'altra parte.
«E nessun'altro?» chiesi delusa.
«Ma sicuro Destiny, c'è il signor Tempest» affermò il maggiordomo.
«Io parlo di un ragazzo, biondo, che suona molto bene la cornamusa. Sarà un po' più grande di Steve» continuai.
«Io sono il signor Steve» affermò il ragazzo che avevo colpito con il lazo.
«Devi dire signor Steve quando ti rivolgi a mio figlio e dovrai chiamare Amanda signorina Amanda» puntualizzò la signora Tempest acida.
«Io non capisco, dovrei chiamare mio fratello e mia sorella signore e signorina?» chiesi perplessa.
«Vuole essere nostra sorella!» sbuffò Amanda e Steve si mise a ridere.
«Lei cosa le ha detto esattamente, Stuart?» gli chiese la signora Tempest.
«Le ho detto come eravamo d'accordo che avrebbe fatto parte della famiglia» spiegò il maggiordomo.
«Infatti erano questi i nostri intendimenti, tu entrerai nella nostra famiglia e riceverai un'adeguata educazione» mi spiegò Rose Tempest.
«Farò parte della vostra famiglia?» chiesi.
«Si esatto, ma non voglio assolutamente che tu ti consideri una loro sorella» puntualizzò.
«E cosa sarei?» chiesi.
«Una specie di dama di compagnia» decretò.
«Io non voglio la sua compagnia» ribatté sprezzante Amanda.
«È una decisione di tuo padre» le disse severa e subito dopo rivolgendosi a Stuart gli ordinò «Devo uscire, vada subito a prendere la macchina»
«Ma chi si crede di essere? Pretendere di diventare nostra sorella...» sghignazzò Amanda e lei e il fratello uscirono dal salone sbattendo la porta.
Che cosa significava? Che non sarei mai stata adottata? E il ragazzo che mi piaceva tanto non era lì. Avevo sbagliato tutto.
All'improvviso una ragazza che doveva avere qualche anno in più di me entrò nel salone «Ciao, ti accompagno nella tua camera.»
«Ciao, come ti chiami? Io sono Des» mi presentai.
«Io mi chiamo Dorothy»
«Spero diventeremo amiche» le dissi.
«Certo» prese la mia valigia e io la seguii.
Salimmo le scale, quando ad un tratto un gatto ci fece cadere a terra. Steve e Amanda erano in cima alle scale che si godevano la scena. Aiutai Dorothy a rialzarsi e intanto Steve approfittò per aprire la mia valigia.
«E questo cos'è?» prese il pigiama che mi aveva dato Kimberly.
«Lascialo stare, è il mio pigiama» tentai di prenderglielo dalle mani.
«Ma che razza di pigiama è?» disse sprezzante. «Sembra uno straccio per pavimenti. Oh il corrimano è sporco, funziona molto bene»
«Dammelo!» urlai.
«Aspetta anche le scarpe devono essere lucidate» Steve smise di pulire le scale con il mio pigiama, e lo usò per le sue scarpe.
«Non ci provare. Non fare mai più una cosa simile» mi avventai contro di lui e lo scaraventai a terra.
La signora Tempest, attirata dalle grida, corse dal cortile chiamò un domestico che ci separò.
«Che cosa fate? Fermi! Smettetela subito basta»
«Tu devi chiedere scusa a Steve e Amanda» mi ordinò.
«E perché mai dovrei chiedere scusa?»
«Attenta, posso rimandarti alla casa di Pony» mi minacciò.
«E perché no? Non mi dispiacerebbe affatto. Non mi va di vivere con gente cattiva e malvagia» ribattei.
«Come ti permetti di parlarmi in questo modo?»
«Che succede?» un uomo distinto entrò nel salone.
«Ah sei tu caro» il tono di voce della signora Tempest si addolcì.
«Sei Destiny, non è vero?» mi chiese il signor Tempest.
Annuii.
«Si può sapere che è successo?»
«Ha aggredito e picchiato i nostri figli» iniziò la moglie.
«È così, papà e noi non le avevamo fatto niente» si intromise Amanda.
«Già, mi è saltata addosso come una selvaggia» aggiunse Steve.
«Lo sapere che non dovete parlare se non siete interpellati?» li rimpoveró il signor Tempest.
«Si papà scusa.»
«Bene, ora voglio sentire la versione di Destiny. Voi le avrete pur fatto qualcosa. Dimmi cos'è successo Destiny»
«Steve si è pulito le scarpe con il mio pigiama e allora io...» iniziai, ma venni subito interrotta dalla signora Tempest.
«Steve non fa cose del genere»
«Prima di essere così categorici perché non lo chiediamo a nostro figlio?» disse il signor Tempest.
«Veramente papà io ero convinto che si trattasse di uno straccio per i pavimenti. Era talmente brutto quel pigiama.» si giustificò Steve.
«E il gatto che hai lanciato sulla mia faccia?» gli domandai.
«Questa è un'altra menzogna» sbuffò.
«È meglio dimenticare l'incidente» concluse il signor Tempest.
«Aspetta...» lo fermò la moglie.
«No, mi dispiace ho da fare» e con questo se ne andò nel suo studio.
«Mai una volta che affrontasse un problema» si lamentò la moglie.
«Mamma, ti posso assicurare che non è vero che Steve abbia trattato male Destiny» continuò Amanda.
«Hai fatto talmente male a Steve che mio figlio è stato costretto a chiamare aiuto» disse la signora Tempest.
Non avevo immaginato così il mio primo giorno.
La camera non era niente d'eccezionale ma in compenso avevo una stanza tutta mia. Tom e Annie e tutti gli altri bambini che erano stati adottati vivevano felici. Ero sicura che un giorno sarei stata felice anch'io. Non dovevo piangere ma non riuscii a farne a meno. L'avevo promesso a Miss Pony e al signor Johnson. Dorothy mi mostró la stanza quando un quadro cadde dal mobile. Lo presi, quando notai chi era ritratto.
«Oh mio dio, ma questo è il principe» mormorai. «Dorothy, tu sai chi è?» le chiesi.
«Non lo so Des, ma lui è venuto molte volte a trovare i Tempest» mi informò.
«Che cosa? Viene qui in questa casa? Allora posso rivederlo...» dissi emozionata.
«L'hai già incontrato?» mi chiese sorpresa.
«Solo una volta» risposi.
Ciao a tutti😊,
alla casa di Pony giunge un rappresentante dei Tempest trasmettendo il desiderio del capofamiglia di adottare Destiny come compagna di giochi per la loro figlia.
La residenza dei Tempest è vicino a quella dei Brighton, dove vive Annie, e la loro auto di rappresentanza ha come simbolo lo stesso impresso nel ciondolo caduto al suo "principe della collina". Appena Des apprende che i Tempest hanno un figlio adolescente, credendolo colui che l'ha fatta sorridere quando era triste, accetta subito di essere adottata. Des parte in direzione della sua nuova casa. Durante la strada incontra Tom assieme al suo nuovo padre, il signor Johnson. L'uomo fa partecipe Des dei suoi dubbi nei riguardi delle intenzioni autentiche dei Tempest e le consiglia d'essere forte e non piangere mai, qualunque siano le difficoltà che dovrà affrontare.
Fin dal primo momento Des si ritrova vittima degli scherzi dei due figli dei Tempest. Scopre che Steve non è affatto il suo principe della collina, mentre l'altezzosa e snob signora Tempest le chiarisce da subito che lei non sarà mai trattata come una figlia né come sorella dei suoi figli.
Des avrebbe tutti i buoni motivi per tornarsene di gran carriera alla casa di Pony, quando però scopre che il suo principe abita vicino alla villa dei Tempest. Appena Des pensa a lui si sente subito meglio😍.
Fatemi sapere cosa ne pensate,
un abbraccio,
Carla💗
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