49. Cuori lontani

«Terence!» mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte. Avevo sognato Terence e Nicole che si baciavano. Cercai di scacciare dalla mente quei pensieri che mi assillavano e tornai a dormire.
Quel mattino mi svegliai tardi. «Buongiorno Albert.» lo salutai in cucina.
«Ciao Des.»
«Preparo io la colazione?»
«L'ho già preparata io. Mangia altrimenti farai tardi.» mi disse sorridente.
«Si hai ragione, la notte mi sveglio e la mattina dormo.» presi di fretta un biscotto.
«Perché ti svegli? Hai forse qualche incubo?»
«Si, stanotte ho fatto un brutto sogno.» gli confidai.
«Ma va! Avrai ripetuto il nome di Terence per lo meno venti volte.» scherzò lui.
«Dici davvero Albert?» esclamai imbarazzata.
«No, stavo solo scherzando. Non ho idea del sogno che hai fatto, ma sta' tranquilla. Terence ti manderà senz'altro il biglietto per andare a Broadway.» mi tranquillizzò.
«Su questo non ho il minimo dubbio.» replicai.
«Sei molto sicura di te.» notò divertito.

Quella sera andai a cena fuori con Kriss e Annie. Era da tanto che non uscivamo più tute e tre. Quando finii il turno in ospedale, mi diressi al ristorante. Kriss e Annie mi stavano aspettando al tavolo.
«Ciao, mi dispiace di essere in ritardo.»
«Non preoccuparti Des, anch'io sono arrivata da poco.» mi rassicurò Annie.
«Dicono che in questo ristorante si mangi molto bene.» disse Kriss.
«Si, me lo ha detto anche Albert. Lo sapete che lavora qui? Lava i piatti, ma si trova molto bene.» raccontai io.
«Io direi di iniziare ad ordinare.» propose Kriss.

«La cena è ottima. Dobbiamo tornarci con Peter e Patrick.» disse Annie, dopo che assaggiammo le portate principali.
«Non credo che Patrick verrà volentieri. Lui preferisce i pic-nic.» replicò Kriss.
«Non fa altro che preoccuparsi per Pat!» scherzai io.
«Oh Des non prendermi in giro.» arrossì lei.
«Non prendertela Kriss, la prossima volta siete invitate da me.» affermai.
«Ti sbagli, la prossima volta pagherò io.» obiettò Annie.
«Lo devo fare io. Sono l'unica a lavorare.» obiettai.
«È vero Des, ma non devi mettere via i soldi per il viaggio che farai a Broadway?» mi chiese Annie. «So quanto tu desideri rivedere Terence.»

✩✩✩

Qualche giorno dopo, stavo facendo il mio classico controllo in corsia, quando nella camera n.10, scoprii che era stata ricoverata la nonna di Kriss.
«Signora Martha!» esclamai.
«Des!»
«Si signora sono io.»
«Sono felice di rivederti. Ricordi i bei giorni trascorsi a Londra?»
«Oh si. Ma lei come sta?» chiesi.
«Ho avuto un malore qualche giorno fa, ma ora sto già meglio.» mi spiegò. Malgrado fosse su un letto d'ospedale, era sempre arzilla e vigile come me la ricordavo.
«Il dottor Owens ha detto che non si deve affaticare.» raccomandai.
«Parliamo d'altro.» cambiò argomento «Mi dicono che hai un fidanzato, è vero?»
«Signora Martha...» arrossii.
«Che vive a New York. È Des?» continuò.
«Si.» risposi leggermente imbarazzata.
«E quando vai a trovarlo?» volle sapere.
«Potrò andarci fra circa un mese.» affermai.
«E come mai lui non viene a trovarti qui a Chicago?»
«Non può, perché sta lavorando.»
«Ma un momento di riposo c'è l'avrete anche voi due.»
«Si, certo, ma fra Chicago e New York ci sono migliaia di chilometri.»
In quel momento, entrò nella stanza Kriss.
«Ciao Des.» mi salutò «sono venuta a fare visita alla nonna.»
«Certo, vi lascio sole. A dopo.» salutai e tornai al mio lavoro. Dopo un po', Kriss uscì e le andai incontro. Non era la solita Kriss. Qualcosa la preoccupava.

«Qualcosa non va?» le chiesi. «Non preoccuparti per tua nonna. È già tornata quella di prima.» aggiunsi.
«Non è solo per mia nonna che sono preoccupata. Ecco Patrick vuole...» dichiarò.
«Continua» la esortai preoccupata.
«Dice che vuole arruolarsi come volontario.» annunciò iniziando a piangere.
«Che cosa?» esclamai sconvolta.
«Sono disperata Des, non vuole ascoltarmi.»
«Non riesco a crederci. Pat non è un violento. Ma come gli é venuta in mente un'idea simile?»
«Naturalmente anche Peter e Annie sono d'accordo con me. Hanno cercato di persuaderlo, ma non li ha voluti nemmeno ascoltare. Perché non gli parli anche tu, Des?Forse a te darà ascolto.» mi disse con la voce strozzata.
«D'accordo Kriss, proverò anch'io» le promisi.
«Grazie Des.»

Il giorno dopo Kriss venne con Pat a trovare nonna Martha e approfittai per parlare da sola con lui nel giardino dell'ospedale. Avevo già perso Anthony, non volevo perdere anche lui.
«Pat, ho saputo che ti vuoi arruolare, è vero?» iniziai.
«Chi è stato a dirtelo?»
«È stata Kriss. Perché la vuoi far preoccupare così?»
«Non è riuscita a mantenere il segreto»
«Kriss ti vuole bene e non vuole che tu corra pericoli» gli spiegai.
«Des, è inutile parlarne, ormai ho deciso» affermò irremovibile.
«Ma Pat, ti rendi conto che cosa significa andare in guerra?»
«Si, leggo i giornali tutti i giorni» rispose risoluto.
«Pat, guerra significa possibilità di ferirsi, di morire, di perdere la memoria com'è successo ad Albert. E sempre a causa della guerra forse non rivedrò mai più quelle mie colleghe che sono andate come volontarie negli ospedali militari.» sottolineai.
«Lo so, tutto questo è molto triste. Ma vedi, la guerra ci minaccia molto da vicino.»
«Ma cosa dici?»
«Dobbiamo fare qualcosa per salvare il nostro paese, altrimenti anche l'America diventerà un campo di battaglia e per difendere la nostra pace ho deciso di andare a combattere in Europa.»
«Pat, ma perché devi andare proprio tu?»
«Des, sono certo che tu non vuoi che io resti il ragazzo ricco che inventa solo cose inutili e vive una vita completamente insignificante.» continuò con una sfumatura triste nella sua voce.
«No certo, ma...» obiettai.
«Allora è inutile parlarne ancora. Io non ho paura di morire, sai?» Patrick si alzò e tornò dentro.

In quel momento sentii qualcuno piangere da dietro un albero. Mi voltai.
«Kriss, non piangere.» la pregai.
«Non voglio che vada via. Non voglio che vada in guerra. Ho paura.» singhiozzò.
«Sta tranquilla. Chiederò ad Albert di parlare con Pat e di fargli capire cosa sia la guerra.»
«Ma Albert non ricorda più niente.»
«Ti prometto che riuscirò a trovare un modo che gli permetta di ricordare.» le assicurai.

✩✩✩

«Allora vediamo, a volte i soggetti affetti da amnesia, se sottoposti a forti emozioni possono riacquistare la memoria.» lessi su un'enciclopedia nella biblioteca dell'ospedale.

«Speriamo che con questo funzioni.» mormorai tra me e me in cucina «Albert, puoi venire? Ho bisogno di aiuto.» gli dissi.
«Certo, arrivo.»
«Sei più esperto di me, pensa tu a cucinare la cena.»
«Va bene vediamo cosa c'è da mangiare.» Albert aprì il coperchio, tutti i pop-corn scoppiarono, ma non si spaventò per niente.
«Des, come mai ti va di mangiare i popcorn?» chiese sorridente.
«Possibile? Nessun effetto.» mormorai.
«Albert siediti.» gli dissi.
«Ma che ti succede? Mi sembri diversa oggi.»
«Siediti, ti spiego tutto.»
«Ok» acconsentì. Albert fece per sedersi, ma gli tirai via la sedia e sbatte la testa contro il tavolo.
«Ohi.» gemette.
«Mi dispiace Albert, ma sto cercando di farti riacquistare la memoria.»
«Un treno... lo sento.» urlò. Mise le mani attorno alla testa.
«Cosa?»
«Sento il rumore di un treno.»
Probabilmente era quello sul quale viaggiava quando ebbe l'incidente. Forse gli stava tornando un po' di memoria.

Dopo qualche minuto Albert si riprese.
«Allora oltre al rumore del treno, che cosa sei riuscito a ricordare?» gli chiesi.
«Mi dispiace, nient'altro Des.»
«Possibile? Cerca di sforzarti.»
«Credo di sentirlo ancora»
«Ma che cosa succede? Lo sento anch'io.» constatai. Un rumore assordante proveniva dalla finestra e stava entrando dell'ondate di fumo «Oh Albert un incendio» esclamai allarmata.
«Presto Des alla finestra.»
«Questa è la macchina di Pat. Ma allora tutto questo fumo...» aprimmo la porta.

Allarmato dai rumori, il signor Frank corse su per le scale.
«Ma che sta succedendo?»
Non si preoccupi signor Frank, è solo un esperimento.» cercò di fermarlo Peter. Il signor Frank non volle sentire ragioni e buttò un secchio pieno d'acqua sulla macchina di Patrick.
«Ha rovinato la mia invenzione.» esclamò Patrick avvilito.

Patrick e Peter salirono nel nostro appartamento «Pat, anche tu cercavi di far ritornare la memoria ad Albert?» realizzai io.
«Si, ho letto su un libro che se il paziente rivive la scena che gli ha causato la perdita della memoria, forse il nuovo shock potrebbe fargliela ritornare ed è quello che ho cercato di fare.» raccontò.
«Forse prima avremmo dovuto chiedere il permesso al signor Frank» convenne più giudizioso Peter.
«Se ricapiterà una cosa simile, sarò costretto a cacciare via i vostri amici» dichiarò il proprietario.
«Mi dispiace molto signor Frank.»
«Non accadrà più nulla.» gli promisi e il signor Frank tornó al piano terra.

«Perdonami Albert. Non faccio altro che causarti un problema dopo l'altro.» ammisi.
«Perché dici così Des? Che cos'altro ti è successo Albert?» domandò Patrick.
«Niente, vi preparo una tazza di tè.» mi diressi in cucina.
«Siete veramente gentili a cercare di aiutarmi a ricordare.» disse Albert.
«Patrick vuole partire come volontario. Vorrei che lo convincessi a rinunciare.» dichiarai risoluta.
«Sai Des? Patrick è venuto a chiedere un favore ad Albert.» intervenne Peter.
«Che genere di favore?» domandai perplessa.
«Vorrei che Albert parlasse con la nonna per farmi dare il permesso di partire per l'Europa come volontario.» annunciò Patrick.
«Sapessi come l'ha presa la nonna. È molto contraria alla decisione di Pat» aggiunse il fratello.
«Lo credo bene» convenni.
«Sono certo che Albert mi comprende perfettamente e so che mi aiuterà» continuò Patrick.
«No Pat, mi dispiace ma non ti capisco affatto.» si intromise Albert.
«Giusto. Come si può capire una persona che decide di andare in guerra?» mi intromisi.
«Des, forse l'Albert che conosciamo oggi forse non può provarmi, ma sono certo che quando ritroverà tutto il suo passato sono sicuro che sarà d'accordo con me.» disse risoluto Pat.
«Questo non ha senso» obiettai.
«Sappiamo che tu Albert hai lavorato nel cuore dell'Africa curando quella povera gente e la ragione per cui voglio arruolarmi è perché voglio sentirmi utile, proprio come ti sentivi tu in quella circostanza.» spiegò determinato Pat.
«Io sono stato in Africa come dottore?» domandò Albert.
«Sono convinto che quando riacquisterai la memoria, mi approverai in pieno.»
«E così per avere l'approvazione di Albert ha architettato quel diabolico marchingegno.» realizzai.
«Si capisco. Pat, tu desideri che Albert riacquisti la memoria e anch'io naturalmente, ma non vorrei che ti desse la sua approvazione.»

✩✩✩

«La temperatura è tornata normale.» dissi alla signora Martha qualche giorno dopo.
«Grazie, non vedo l'ora di uscire per vedere mia nipote. Prima di tornare a casa, ti voglio fare un regalo Des.» mi disse e mi diede un manifesto. Lo srotolai.
«Oh Terence.» esclamai. Era il cartellone di Romeo e Giulietta.
«Com'è bello Terence in questa fotografia.» mormorai mentre trasognata guardavo il manifesto.
«Ho chiesto a Kriss di procurarne una copia.» mi disse la nonna di Kriss.
Ero rimasta senza parole. Avevo l'impressione che la sua immagine si concretizzasse fino a diventare reale. Ma anche la figura della sua compagna, Nicole era lì abbracciata a lui come se fosse vera.

Quel mattino Kriss, venne a prendere la nonna e accompagnarla a casa.
«Patrick ha completamente perso la testa per questa guerra. Non pensa ad altro, non parla d'altro ed è perfino impaziente di combattere.» mi aggiornò.
«Kriss, devi calmarti. Che ne diresti di fare uno dei nostri pic-nic appena avrò il mio giorno di libertà?» le proposi.
«Mi dispiace, ma io non sono nello stato d'animo adatto per fare un pic-nic.»
«Ascolta, ti ricordi come ci siamo divertiti un Inghilterra? Come stavamo bene insieme? Kriss, dobbiamo restare uniti e almeno ogni tanto dobbiamo riunirci senza pensare a niente, solo a star bene.» la convinsi.

La domenica seguente, insieme a Annie, Peter, Patrick e Albert organizzammo un pic-nic in campagna.
«Io ho portato un po' di caffè e della frutta.» dissi ad Annie e Kriss.
«Avete bisogno di aiuto ragazze?» si propose Albert.
«No, grazie Albert questa volta faccio io.» dissi.
«Vuoi dire che di solito è Albert che si occupa della cucina?» chiese perplessa Annie.
«Già ed è bravissimo.» risposi.
«Come sta tua nonna, Kriss?» le chiese Albert.
«Si è ristabilita quasi del tutto.»
«Sai Albert, molto dinamica.» intervenni io «A Londra si trovava molto benissimo in mezzo a noi ragazze.»
«Des, credo che anche tu sarai così quando diventerai un'anziana signora.» mi disse Albert.
«Sei molto gentile.»

«Mi fa piacere che si sia rimesso completamente.» mi disse Kriss su Albert.
«E paragonato all'uomo che ho visto in ospedale sembra un'altra persona.» aggiunse Annie.
«Già.» convenni io. «Venite ragazzi, è tutto pronto, possiamo iniziare a mangiare.»
Ci sedemmo tutti attorno al tavolo, quando Patrick venne dietro di me «Des, ho trovato un altro rimedio per l'amnesia di Albert, vediamo se funziona.»
Lo guardai sconcertata e fece il giro del tavolo fino a quando arrivò dietro il posto dove era seduto Albert e lo colpì con un martello.
Albert si accasciò a terra e io sobbalzai.
«Allora Albert, ha funzionato la mia ultima invenzione il martello della memoria?» chiese Pat soddisfatto.
«Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?» urlai io.
«Sta tranquilla, non si è fatto tanto male.»
«Si, è vero, non mi ha fatto molto male. Forse la memoria mi ritornerà, ma avrò tanti di quei lividi.» scherzò Albert e tutti scoppiarono a ridere.
«Scusa Albert, ma questo è il metodo del controshock.» spiegò Patrick.
«Lo so, ormai ci sono abituato. Anche Des ci prova sempre.» replicò lui.
«Cosa? Allora anche lei vuole che io mi arruoli.» dedusse Patrick.
«No Pat, veramente io non voglio questo...» obiettai, ma era troppo tardi. Kriss si era alzata e ed era corsa via.
«Kriss!» urlai. «Vado a parlarle.»

«Pat pensa sempre alla guerra.» singhiozzò lei.
«Kriss! Non si era detto che dovevamo passare la giornata serenamente?» le ricordai.
«Si, ma non è colpa mia.»
«Ascoltami, non preoccuparti. Devi stare tranquilla. Appena Albert guarirà e io sono certa che riacquisterà presto la memoria, convincerà Pat a non partire e così resterà qui con noi. Ora andiamo, ci aspettano.»
«Si.» Kriss smise di piangere e mi guardò negli occhi. In quel momento vidi il proprietario della casa in lontananza.
«Ma quello è il signor Frank. Kriss, vuoi andare avanti intanto? Io vengo dopo.»

«Signor Frank!» gli corsi incontro. «Come mai anche lei da queste parti?»
«Vengo spesso a trovare mia moglie e mio figlio che riposano in cima a questa collina.» mi spiegò.
«Non sapevo che fossero morti.» dissi sorpresa.
«Si, è successo molto tempo fa. Sono passati circa 20 anni. Morirono proprio davanti ai miei occhi. Fu durante un incendio e io non potrò far nulla. Ricordo tutto perfettamente, come se fosse accaduto ieri. A volte vorrei dimenticare ogni cosa ed essere come Albert.»
«Cioè perdere la memoria?»
«Io credo che quel ragazzo abbia perduto la memoria in seguito ad un terribile incidente che gli ha sconvolto la mente. So che tu stai facendo il possibile per fargli ricordare il suo passato, ma allora in questo modo lui ricorderà anche tutto ciò che ha avuto di sgradevole e triste.»
Il signor Frank aveva ragione. Forse dovevamo smetterla di tormentare Albert e lasciargli vivere la sua nuova vita.

Tornai insieme al signor Frank dai ragazzi.
«Benvenuto Signor Frank.» lo salutò Albert.
«Ah signorina.» il signor Frank salutò Kriss.
«Noi ci incontriamo tutte le mattine, non è vero?» replicò lei.
«È già, proprio così.»
«Tutte le mattine? Come mai?» chiesi perplessa.
«Tutti i giorni molto presto, io vado in chiesa per pregare affinché non succeda niente a mia figlia che si trova in Italia.» raccontò il signor Frank.
«Allora Kriss ogni mattina...» iniziai.
«Va in chiesa per pregare per Pat.» concluse Annie.
«Si, è vero, non mi resta altro. Perché io non voglio. Non voglio perderti Pat.» ammise Kriss con gli occhi lucidi.
«Kriss...» mormorò lui tenendole la mano.
«Pat, Kriss ti vuole bene e desidera starti vicino.» disse Albert «La vita è un bene prezioso che va protetto così come si deve difendere la pace fra gli uomini e la natura. Si, ognuno di noi dovrebbe avvicinare la propria anima al cielo.»
Ascoltando quelle sue parole, ebbi l'impressione che Albert fosse tornato quello di un tempo. Ero felice di vederlo così fiducioso. Kriss sembrava finalmente tranquilla. Annie e Peter stavano bene insieme e io fra non molto, avrei potuto rivedere Terence a Broadway.

Ciao a tutti🤩✨,
Patrick decide di arruolarsi per salvaguardare la pace nel suo paese, ma Kriss si oppone alla partenza del ragazzo cui è affezionata. Intanto Albert comincia a ricordare il suo incidente.

Nonna Martha ha regalato a Des il manifesto dello spettacolo di Terence, nel quale sono rappresentati lui e  Nicole. Des è felice perché pensa che tra qualche settimana può recarsi a Broadway ad applaudire il suo Terence.
a presto, Carla💗

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