41. Un breve incontro

Non dovevo abbattermi. Non sarei tornata in ospedale se prima non avessi visto Terence, ma avevo tanta paura di non riuscire ad incontrarlo. Le nostre strade sembravano avvicinarsi e poi ad un tratto...
Dovevo rimanere calma, però prima dovevo fare una cosa. «Maledizione Terence perché non mi hai sentito quando ti ho chiamato?» urlai in mezzo alla strada. Ripensai a quello che aveva detto Amanda su lui e Nicole. Oltre ad essere molto bella, era anche elegante e raffinata. No, non potevo fidarmi di Amanda. Non credevo a quelle chiacchiere. All'improvviso mi venne un'illuminazione. Se Terence doveva lasciare la città il giorno seguente, a quell'ora sarebbe ritornato in albergo. Mi recai a piedi agli hotel più importanti del centro di Chicago. Sicuramente Terence alloggiava in uno di quelli. Dopo aver girato a vuoto, giunsi all'hotel Hilton e entrai nella hall.

«Buonasera signore, vorrei un'informazione» chiesi, quando ad un tratto vidi una ragazza scendere le scale. Era Nicole Sanders. Indossava un lungo abito color albicocca che le faceva risaltare la pelle diafana e i capelli color caramello. Era molto più bella vista da vicino. Se Nicole era in quell'albergo, significava che la compagnia Stratford alloggiava lì.

«Buonasera, posso fare qualcosa per lei?» mi chiese Nicole.
«Si, forse può aiutarmi. Il mio nome è Destiny Andrew.» mi presentai. Nicole fece un fremito quasi impercettibile, ma non mi sfuggii. «Sono venuta qui perché dovrei parlare con Terence, Terence Granchester. È qui?»
«Mi dispiace, ma temo che non sarà possibile.» rispose.
«Oh.»
«Lo spettacolo di questa sera è stato particolarmente faticoso, per questo Terence ha deciso di andare subito a riposare visto che domani dobbiamo già ripartire»
«È andato a dormire?» ripetei delusa. C'era qualcosa nel suo racconto che non mi convinceva.
«Come mai le sembra così strano? Anche recitare comporta un certo dispendio di energie, non crede?»
«Oh si lo credo, non volevo dire questo, ma il fatto è che non avevo pensato a questa eventualità. Mi perdoni»
«Non si preoccupi» rispose.
«Mi dispiace di averla disturbata a quest'ora, buonanotte» mi diressi all'uscita.
«Buonanotte e arrivederci. Stia tranquilla, dirò a Terence che una sua ammiratrice è venuta per salutarlo» mi salutò.
«Grazie e gli dica che questa sera ha recitato in modo stupendo. Sono certa che in futuro diventerà uno degli attori più bravi e ammirati del mondo dello spettacolo. Arrivederci.» avevo le lacrime agli occhi. Un'ammiratrice...

                                 ✩✩✩

Terence

Non riuscivo a credere che Des fosse in città. Sentivo ancora nelle orecchie le grida di quelle ragazze e la sua voce che mi chiamava. Dunque avevo ragione. Maledizione, perché non mi ero fermato allora a cercarla? Svoltai l'angolo e vidi Peter, suo fratello e Annie.

«Peter!» lo chiamai.
«Terence!»
«Ti prego, dove posso trovare Des?» gli chiesi.
«Mi dispiace, ma non posso dirtelo, non lo sappiamo. La stiamo cercando anche noi.» rispose Peter.
«Ah è così? E non sai neanche dove vive? A casa vostra o alla casa di Pony?» mi avventai su di lui.
«Come ti permetti? Lasciami!» reagì lui.
«Peter, stai calmo, ti prego» lo scongiurò Annie.
«Annie, tu dovresti sapere dov'è Des» mi rivolsi a lei, in tono più calmo.
«Des, non ha smesso un attimo di pensare a te, voleva tanto rivederti questa sera.» mi fece sapere.
«Si, questo lo so, ma dimmi dove posso trovarla» la pregai.
«Forse è tornata all'ospedale Santa Johanna.» mi informò Patrick.
«All'ospedale? Ma...» chiesi preoccupato.
«Si, è la verità, Des vive all'ospedale Santa Johanna perché studia per diventare infermiera» mi spiegò Annie.
«Molto bene, vado subito all'ospedale. Ci vediamo» li salutai.

Mi fiondai sull'unica carrozza che c'era dall'altra parte della strada. Una signora stava entrando, la spinsi e presi al suo posto.
«Non è cambiato affatto, è il solito maleducato.» sbuffò Peter.
«Ei tu, che stai aspettando? Muoviti» ordinai al cocchiere.
«No, io non mi muovo» ribatté.
«Posso sapere come mai?» chiesi stizzito.
«Non accetto di portare persone maleducate come lei che maltrattano le signore» replicò.
«La smetta e mi porti all'ospedale Santa Johanna, subito» ordinai.
«All'ospedale?» chiese stupito.
«Si, devo arrivarci al più presto» gli spiegai.
«Va bene, ma poteva dirmelo anche prima, no? Spero che non stia molto male, la persona che va a trovare. È stato fortunato, questa è la carrozza più veloce di Chicago.» disse il cocchiere. «Ecco siamo arrivati, da questo lato può trovare l'entrata per il pronto soccorso» mi informò quando si fermò e scesi dalla carrozza. «Non sia così triste, quella persona vorrà vederla sorridere»
«Arrivederci e grazie» lo ringraziai.
«Auguri!»

L'architettura di quell'ospedale mi ricordava la Saint Paul School di Londra. Entrai nella sala d'ingresso e mi avvicinai alla segreteria.
«Che cosa desidera?» mi chiese l'infermiera dietro la vetrata.
«Sono qui perché devo vedere un'infermiera» risposi.
«A quest'ora è assolutamente impossibile» affermò.
«Non ho molto tempo a disposizione, devo vederla questa sera, me la chiami per favore» dissi.
«Non posso farlo, dovrà tornare domani»
«Ma io devo partire domani mattina!» la scongiurai.
«Mio dio, qual è il nome dell'infermiera che desidera vedere?» mi chiese.
«Lei è molto gentile, si chiama Des, Destiny Andrew» risposi.
«Ha detto Des?» ripeté stupita, ma prima che potesse aggiungere altro, un'infermiera con i capelli neri e gli occhiali entrò nell'ufficio.

«Nathalie, ma cosa stai facendo? Non dovresti essere a dormire?» le chiese.
«Diana...» mormorò Nathalie impacciata.
«Se ricordo bene, toccava a Destiny fare il turno di notte» continuò fredda quella che doveva chiamarsi Diana.
«Si, ecco ma...» continuò titubante Nathalie.
«Chi è il signore? Non mi sembra un paziente, che cosa vuole?» domandò imperturbabile.
«Sono venuto qui per vedere Destiny» mi intromisi.
«Sarebbe dovuta essere in questa stanza, se non avesse preferito andare fuori» continuò indifferente.
«Si, lo so che è uscita, ma volevo sapere se fosse tornata in ospedale» replicai.
«Lo vede anche lei che qui non c'è» ribadì insensibile.
«Devo vederla assolutamente, posso aspettarla finché non torna?» le chiesi.
«Non è possibile, deve andarsene» mi rispose.
«Ma Diana...» la tentò di convincere Nathalie.
«Nathalie, dovresti sapere molto bene che non è permesso a nessuno, eccetto ai pazienti di stare qui e tantomeno a quest'ora» ribadì impassibile.
«Non vi darò problemi, state tranquille» assicurai loro.
«È già un problema che si trovi ancora qui» ribatté Diana.
«La prego, mi faccia restare» insistetti.
«Se insiste ancora, sarò costretta a chiamare la direttrice!» dichiarò Diana.
«E va bene la chiami pure. Sono sicuro che sarà molto più comprensiva di lei.» battei le mani sul tavolo.
«Non credo che ciò andrebbe a vantaggio di Des. Sarebbe costretta a lasciare l'ospedale.»
Quella ragazza aveva il cuore di pietra.
«Può aspettarla fuori, l'ospedale ha una sola entrata» mi sussurrò Nathalie a bassa voce.
«Nathalie, ti consiglio di tenere la bocca chiusa! La prego, vada via» concluse Diana.

Mi rassegnai e uscii. Così, invece di fare il turno di notte, Des era venuta a teatro per vedermi. Maledizione a quella sua collega con gli occhiali, era più fredda di un iceberg. Avevo l'impressione che Des non andasse d'accordo con quella ragazza. Erano così diverse. L'avrei aspettata lì fuori. Immaginai Des con l'uniforme bianca, doveva starle molto bene.
Mentre aspettavo, ricordai i giorni passati in Europa, a Londra e quel giorno che me ne andai. Se solo fossi stato più grande, avrei potuto portarla via con me. Saremmo venuti in America e ci saremmo sposati.

Avevo aspettato tutta la notte. Ormai era l'alba e Des non era ancora tornata. Sperai che leggesse in tempo il biglietto che le avevo lasciato. Feci velocemente colazione nella sala da pranzo dell'hotel e mi alzai dal tavolo.
«Hai già finito Terence?» mi chiese Nicole.
«Si, ho bisogno di riposare un po' prima di iniziare il viaggio.» le spiegai.
«Già, non hai dormito per niente questa notte.» constatò.

                                   ✩✩✩

Era l'alba quando entrai in punta di piedi nella mia stanza.
«Se il direttore sapesse che non hai fatto il tuo turno e che hai passato tutta la notte fuori ti caccerebbe via» mi rimproverò Diana.
«Lo so» ammisi sinceramente dispiaciuta.
«Io e Nathalie abbiamo passato un brutto momento quando la capo infermiera è venuta a cercarti. Le abbiamo detto che non ti sei sentita bene e che sei andata nella tua stanza» mi raccontò.
«Grazie, mi hai salvato»
«Non fraintendermi, l'ho fatto soltanto per salvaguardare il buon nome della scuola di Miss Mary Jane. Non voglio che si pensi che ci comportiamo in modo inqualificabile come fai tu» continuò.
«D'ora in poi non accadrà più niente che ti possa far vergognare di me, lo giuro» la rassicurai.
«Giuri, ma non mantieni.» mi disse fredda Diana.

Quel mattino ero in corsia , quando Nathalie mi corse incontro ed esclamò «Des, ti ho cercata dappertutto!»
«Che succede Nathalie?» le chiesi preoccupata.
«Questa notte è venuto un bel ragazzo, molto elegante che ti cercava, ha aspettato molto»
Oh mio dio. Sarà stato Terence.
«Poi ha deciso di lasciarmi un biglietto per te» mi porse un pezzo di carta.

Des, so che sei in città. Ho aspettato tutta la notte il tuo ritorno seduto davanti al portone dell'ospedale. Partirò domani con il treno di mezzogiorno. Vorrei tanto rivederti,
Terence

Non feci in tempo neanche a cambiarmi, che mi precipitai verso l'uscita.
«Des, avevi ragione, è un figo» mi urlò Nathalie. Avevo soltanto dieci minuti prima che il treno partisse. Presi una carrozza.
«Saremo alla stazione entro mezzogiorno?» domandai al cocchiere.
«Farò del mio meglio, ma non posso assicurarle niente» dichiarò.
«La scongiuro signore, faccia il possibile, devo arrivare assolutamente entro mezzogiorno» lo pregai. Stavo guardando oltre il finestrino, quando mi accorsi che quella non era la strada per andare in stazione. «Ma sta andando dalla parte sbagliata.»
«Si fidi di me signorina. Non saremmo arrivati in tempo alla stazione.» mi spiegò il cocchiere. Stavamo andando dove sarebbe andato il treno per New York.

Terence

La stazione era piena di gente ma non vedevo Des da nessuna parte. Amanda si fece largo fra la folla «Ciao Terence, ti auguro buon viaggio.»
«Grazie Amanda.» la ringraziai senza smettere di guardare l'entrata della stazione.
«Tra poco verrò anch'io a Broadway. Mi aspetterai, non è vero?» continuò Amanda, ma non la stavo nemmeno ascoltando. Perché Des non arrivava? Forse non aveva letto il mio biglietto.

«Terence, vieni dobbiamo andare. È ora.» mi chiamò Nicole.
«Si, adesso vengo.» dissi, ma rimasi immobile. Il capotreno fischiò e il treno iniziò a muoversi.
«Terence, il treno parte.»
«Des, perché? Perché non arrivi?» mormorai.
«Terence!» urlò Nicole.
Saltai sú. Ci stavamo allontanando dalla stazione, ma rimasi all'entrata del vagone.
«Terence ti prego. È pericoloso stare lì. Vieni dentro.» insistette Nicole.

Erano passati più di cinque minuti da quando eravamo partiti, quando vidi una carrozza fermarsi sulla strada e una ragazza correre per il prato verso il treno in corsa.
Ma quella ragazza laggiù sembrava...
È lei! «Des!» urlai.
«Terence!»

Com'ero felice, felice di rivederti Des. Mi sembrava che il resto del mondo fosse in silenzio. Rimasi a guardarla senza dire niente, come per assicurarmi che quello non fosse un sogno. Indossava l'uniforme di infermiera e i mossi capelli biondi le scendevano sulle spalle.

«Sei bellissima vestita di bianco, Des. Non ti dimenticherò mai.»
«Terence, ti penso sempre! Quella sera sono venuta al porto ma eri già partito.»
«Des, sono felice di sapere che stai bene e che vivi qui in America lontano dalla guerra.»
Il treno correva veloce ed eravamo sempre più lontani.
«A presto Des!» urlai.

Ehila✨🤩,
Amanda mette la pulce nell'orecchio a Des, in merito a una love story tra Nicole e Terence. Des va a cercare Terence in hotel, ma trova Nicole che le dice una bugia. Il mattino dopo non ha il coraggio di raccontare a Terence del suo incontro con Des. Che dite, Nicole sarà un ostacolo per la loro storia?

Terence, invece è ancora innamoratissimo di Des e ha intenzioni serie. Quando Peter e Annie gli dicono che vive all'ospedale Santa Johanna, è una saetta. Si reca in ospedale dove scopre da Nathalie e Diana che Des non è ancora tornata.

La smania di incontrarsi induce l'uno ad andare incontro all'altro, ma così facendo Des non riesce a vedere il ragazzo, in partenza il mattino dopo da Chicago. Un treno porta lontano Terence, che può solo salutare la ragazza che rincorre il treno in viaggio. I due ragazzi si incontrano dopo tanto tempo, ma anche se riescono solo a salutarsi, tutti e due sentono che quell'invisibile legame che li tiene uniti non si spezzerà mai❤️.

Io direi che Nathalie merita una statua per quello che ha fatto in questi due capitoli haha. Spero che vi sia piaciuto,
un abbraccio,
Carla💗

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