40. Dietro i riflettori

Quella sera, non facevo altro che fissare l'orologio nell'ufficio del pronto soccorso. Mancava mezz'ora allo spettacolo. Ormai avevo perso ogni occasione. Ad un tratto, Nathalie entrò nello studio «Ieri mi hai chiesto di sostituirti perché stasera dovevi vedere assolutamente una persona» iniziò.
«Ormai è tardi, non è possibile far niente» le risposi afflitta.
«Penso che si tratti di un ragazzo. In pratica tu mi avresti proposto di cambiare il turno di notte per incontrarti con lui» realizzò Nathalie.
«Non lo vedo da tanto tempo e non so nemmeno se mi capiterà di rivederlo in futuro» le spiegai demoralizzata.
«Devi volergli molto bene, vero?» mi chiese delicatamente.
«Ti prego Nathalie, non parliamone» avevo gli occhi lucidi ed ero sicura che prima o poi mi sarei messa a piangere.
«E anche lui è innamorato di te, vero Des?» continuò.
«Penso di si» le dissi con la voce soffocata.
«Ti sostituisco io questa sera» annunciò.
«Cos'hai detto?» mi alzai dalla sedia.
«Non preoccuparti. Se torni in tempo nessuno si accorgerà di niente.»
«Davvero vuoi sostituirmi Nathalie?»
«Tu lo sai che non ho un carattere coraggioso e indipendente. Devo seguire sempre qualcuno. Ecco perché sono amica di Diana.»
«E adesso come mai tu...»
«Credo che l'amore sia importante. Se devo dire la verità Diana non mi piace per niente, anzi mi è antipatica. Poi oggi ho incontrato una ragazza detestabile che mi ha detto cose spiacevoli. Mi ha dato questi soldi per rifiutarmi di sostituirti.» Nathalie me la mostrò.
«Chi può essere stata?» rimuginai.
«Era una ragazza della nostra età e siccome tu la conosci sarà meglio che gliela restituisca tu. Io non la voglio.»
«Amanda, deve essere senz'altro lei.» realizzai.
«Adesso non pensarci più. Va a cambiarti e corri da lui» mi disse con un sorriso complice.
«Oh Nathalie come sei cara, grazie» la abbracciai.
«Sta' attenta a non farti scoprire da Diana.»
«Si, certo.»

Presi una carrozza e mi diressi in teatro. Lo scalpitio degli zoccoli del cavallo che correva veloce si confondeva con i battiti del mio cuore che palpitava per l'emozione. Non riuscivo a credere che avrei rivisto Terence.

Patrick, Peter e Annie mi stavano aspettando fuori dal teatro.
«Ma perché non arriva?» domandò preoccupato Patrick.
«Non lo so, dobbiamo entrare fra cinque minuti.»
«Annie la vedi? Sta arrivando?»
«No, Patrick»
«Speriamo non abbia avuto un incidente lungo la strada.» disse Peter preoccupato.
«A quanto pare Des si fa aspettare.» si intromise Amanda sprezzante.
«Ti consiglio di non intrometterti questa volta, Amanda.» replicò Peter.
«Des è piena di buonsenso. Sono sicura che ha capito e che ha deciso di restare in ospedale.»
«Cosa vuoi dire?»
«Dovete convenire che questo non è il posto adatto per un'allieva infermiera.» ribatté arrogante Amanda.
«Ti stai sbagliando di grosso, Amanda. Des è ancora una Andrew.» puntualizzò Patrick.
«Signori, ora dovete prendere posto.» il responsabile del teatro li invitò ad entrare.
«Ora andiamo, stiamo aspettando un'amica.» lo informò Peter.
«Mi dispiace signori, ma appena si alzerà il sipario, non faremo più entrare nessuno.»
«Credo proprio che non assisterete allo spettacolo. Ve lo racconterò io.» Amanda sbuffò e si diresse nella platea.

✩✩✩

«Signor Hathaway, non riesco a trovare Terence» disse il direttore dietro le quinte cinque minuti prima dell'inizio dello spettacolo.
«Nicole, pochi minuti fa era con te» notò il signor Hathaway.
«Si, ma poi mi ha lasciato e non so dove sia andato.» replicò Nicole.
«Si può sapere perché diavolo si nasconde?
Aspettiamo ancora un attimo prima di cominciare»
«L'abbiamo cercato d'appertutto, ci manca solo la platea» affermò Nicole.
«Direttore, abbiamo trovato Terence.» annunciò Tommy.
«Cosa? Dove?»
«È nella prima fila del loggione» disse un addetto alle luci indicando la platea. Terence era seduto nell'unico posto occupato del loggione.
«Ma come può pensare di comportarsi così?» gridò il regista.
«Aspetti, vado io a parlargli» si propose il signor Hathaway che interpretava il Re Lear.
«D'accordo, ma digli che siamo qui per lavorare e che la smetta di comportarsi come una donna isterica» sbraitò il regista innervosito.

Il signor Hathaway arrivò nel loggione e si sedette accanto a lui «Terence, perché sei venuto qui? Ti aspettavamo per cominciare»
«Potevate pure iniziare, sarei sceso in tempo» ribattè.
«Hai deciso di far impazzire il direttore, vero?» gli chiese.
«Mi spiega perché il loggione è vuoto? Perché alle persone meno ricche non è stato permesso di assistere allo spettacolo?» gli domandò.
«Terence, è uno spettacolo di beneficienza ed è riservato alle persone più importanti di Chicago» cercò di convincerlo lui.
«Non mi importa niente, io so solo che là fuori c'è gente che vorrebbe applaudirci»
«Noi siamo attori. Il nostro dovere è quello di recitare ogni sera davanti ad un pubblico, dai vieni» disse con voce pacata.

✩✩✩

Qualche minuto dopo, la carrozza si fermò davanti al teatro.
«Sei arrivata finalmente.» mi disse Annie raggiante.
«Ho fatto il possibile ragazzi.»
«Siamo stati fortunati perché lo spettacolo è stato rinviato di qualche minuto, altrimenti non saremo più potuti entrare.» mi spiegò Patrick.
«Andiamo ragazzi, non dobbiamo perdere altro tempo.» corremmo su per le scale e arrivammo nei balconi che offrivano una vista migliore rispetto alle gallerie.

Sulle poltrone erano già seduti la signora Andrew, Amanda e Steve.
«Si può sapere perché sei venuta?» esclamò Steve quando mi vide.
«Ragazzi, come avete potuto? Perché avete portato anche lei?» domandò la signora Andrew scandalizzata.
«Se non sbaglio, Des fa ancora parte della nostra famiglia.» replicò Peter.
«Basta con queste chiacchiere, non voglio assolutamente che si sieda accanto a me.» ribatté inflessibile.
«Ma che cosa dici, nonna?» domandò Patrick.
«Tu hai scritto una lettera dicendo di voler rinunciare legalmente al nome della nostra famiglia, o sbaglio?» la signora Andrew si rivolse a me.
«Si, signora Andrew.»
«Bene, e questi sono i posti riservati a noi Andrew.»
«Capisco, ma mi lasci assistere ugualmente allo spettacolo. Stasera recita un mio carissimo amico.» la implorai.
Amanda scoppiò a ridere «Un tuo carissimo amico? Ma dimmi, come fai a essere così presuntuosa? Sono sicura che Terence ti ha già dimenticato da tanto tempo.»
«Un nobile come lui non pensa certo a un'orfanella.» aggiunse Steve perfido.
«Si dice che fra lui e Nicole Sanders ci sia una tenera amicizia.» continuò Amanda.
«Nicole Sanders?» esclamai.
«Esatto, è una ragazza molto bella e ben diversa da te, Des.»
«Piantala Amanda, basta. Nonna ti scongiuro, lascia che Des resti qui.» la interruppe Peter.
«In fondo ci sono posti per tutti. Nonna ti prego, cerca di capire.»
«Non consentirò mai, e se insistete ancora farò uscire anche voi.» affermò intransigente.
«Allora d'accordo, ce ne andiamo.» disse Patrick.
«Si fratello, vieni anche tu Annie, vero?» lo appoggiò Peter.
«Non è giusto, devo farlo io, voi restate.» replicai e corsi via.
«Des!» mi chiamò Peter e cercò di raggiungermi, ma venne fermato da un inserviente del teatro «Il sipario sta per alzarsi, vi prego signori, prendete posto.»

Era stato così faticoso venire a teatro che non volevo certo perdere l'occasione di vedere Terence. Dovevo cercare un posto da cui vedere indisturbata il palcoscenico. Salii le scale e aprii la prima porta nel corridoio. Il loggione era deserto. Non avrei mai pensato di trovare così tanti posti vuoti. Presi posto e iniziai a vedere lo spettacolo che era già iniziato.

«Quanto a voi, nobile re di Francia, non vorrei che il suo affetto diminuisse, perciò non vi chiedo di sposare colei che odio, ma di volgere la vostra preferenza su persona più degna di voi.»
«È molto strano che proprio Cordelia, che poco fa era l'oggetto più prezioso del vostro amore, l'argomento delle vostri lodi, la migliore e la più cara, dovesse in un istante commettere un'azione così mostruosa tanto da essere sposata del vostro favore.» iniziò Terence «Certo, la sua colpa deve essere grande se la odiate a tal punto mio signore o forse l'amore che prima dichiaravate si è già dissolto? Ma occorrerebbe in me un'immensa fede per credere che la piccola e dolce Cordelia possa aver mancato di rispetto soltanto con il pensiero al suo amato padre.»
Terence era veramente bravo, come sua madre. Recitava in maniera eccellente.
«Leggedra Cordelia, tu che sei più piccola perchè sei povera, più preziosa perchè abbandonata è più amata perché disprezzata, voglio che tu venga con me.»
Mentre lo guardavo dal lontano, ripensai al nostro primo incontro sulla nave, la nostra cavalcata in Scozia e il nostro bacio. Avrei voluto tanto abbracciarlo.
«Cordelia, vieni via con me.» alle ultime parole di Terence, il pubblico applaudì. «Bravi!» esclamarono. Tutti gli attori fecero un inchino e il sipario si chiuse. Quando lo spettacolo finii, lo cercai dietro le quinte.

«Mi scusi, dov'è il camerino di Terence?» chiesi a un signore che lavorava lì.
«Si può sapere che cosa vuole?» replicò scocciato.
«Io vorrei parlare con lui.» riposi.
«Credo proprio che questo non sia possibile. Sarà meglio che se ne vada e subito.»
«La prego, devo vederlo assolutamente.» lo implorai.
«Va bene, però dovrà aspettarlo all'uscita del teatro. Fra poco usciranno tutti per andare al ricevimento del sindaco.» mi spiegò.
«Grazie»

Uno stuolo di ammiratrici era accalcato all'ingresso del teatro. Non immaginavo ci fosse così tanta gente. Cercai di farmi largo fra le folla, ma invano.
«Sta uscendo Terence! Dio, quanto è bello!» strillavano le ragazze.
In quel momento, Terence uscii accompagnato da Nicole. Indossava un completo nero ed era elegante ma serio.
«Terence!» urlai, ma ero troppo lontana. «Sono da questa parte!»
Terence e Nicole si diressero verso la carrozza. Non poteva sentire la mia voce in mezzo a tutte le altre e ora stava andando via.
«Terence!» urlai più forte che potei.
Terence si girò, ma non mi vide. Aprì la portiera e Nicole salì per prima.
«Tenete!» lanciò un mazzo di rose alla folla e sparì dentro la carrozza.

Com'ero sfortunata. Eravamo così vicini, eppure non era riuscito a vedermi. Certo, dovevo ammettere che Nicole Sanders era veramente bella. No, non poteva essere come diceva Amanda. Terence non era riuscito a vedermi, perché se mi avesse vista...
Ricordai la meravigliosa estate che avevamo trascorso insieme. Ci piaceva rincorrerci e lui, sempre più spesso sorrideva. Avrei fatto qualsiasi cosa per rivedere ancora quel suo bel sorriso.

Terence

«C'è qualcosa che non va, Terence?» mi chiese Nicole quando salimmo in carrozza per dirigerci al ricevimento del sindaco.
«No, niente.» dissi malinconico.
«Lo spettacolo è andato molto bene. Abbiamo avuto un successo strepitoso.» continuò raggiante, ma non la ascoltai. Giurerei di aver sentito la voce di Des in mezzo a quelle ragazze, ma sapevo che non era possibile.

Andammo alla festa del sindaco dove erano state invitate le famiglie più in vista di Chicago.
«Signor Hathaway, le devo i miei ringraziamenti. Se il ricevimento sta riuscendo bene, è tutto merito suo.» disse il sindaco al direttore.
«Oh il mio merito è ben poco, ringrazi Re Lear e il genio di Shakespeare.»
«Siete troppo modesto. E ditemi, chi era quel giovane che impersonava il re di Francia?» chiese interessato il sindaco.
«Si chiama Terence Granchester ed è il migliore fra le nuove leve del teatro» rispose orgoglioso il direttore.
«Ho l'impressione che non si diverta molto però, o sbaglio?» constatò guardando verso di me.
«No, avete ragione. Può accadere qualsiasi cosa attorno a lui, ma rimane sempre molto indifferente» affermò il regista.

«Io sono una sua fedele ammiratrice, Terence. Posso avere un autografo?» mi chiese una ragazza attorno a me.
«Oh si, anch'io voglio averlo.»
«Certo.» risposi impassibile.
Mi sentivo incredibilmente triste quella sera. Quella voce risuonava ancora nelle mie orecchie. Dovevo smetterla di pensarci. Non potevo aver sentito la voce di Des.
All'improvviso, vidi Amanda.
«Amanda...» mormorai.
«Non pensavo mi avresti riconosciuta Terence, sono molto felice di rivederti» affermò raggiante.
«Amanda, ma come fai a conoscere Terence?» le chiese una ragazza.
«Ci siamo conosciuti quando era a Londra. Frequentavamo la stessa scuola e così siamo diventati amici.» rispose falsa.
«Da quanto tempo sei tornata qui in America? Sei tornata da sola? Rispondimi, avanti.» la bersagliai di domande.
«Ma Terence...» sussurrò perplessa.
«Rispondimi, ti conviene parlare o sarà peggio per te. Sei tornata da sola?» la assillai.
«No, non sono tornata da sola, ma con Steve, Patrick e anche Peter» ribatté.
«Patrick e Peter? Devi dirmi tutta la verità, anche Des è ritornata, non è vero?» le chiesi.
«Io non lo so, non so niente di lei» rispose titubante.
Sapevo che stava mentendo. Potevo leggerglielo negli occhi. «Sei una bugiarda. Non sei cambiata, sei sempre una vipera» le dissi con uno sguardo gelido.

«Terence, guarda cosa mi hanno dato» Nicole venne verso di noi.
«Cosa?» le chiesi disinteressato. Non la stavo neanche guardando. Dovevo sapere dov'era Des.
«Un inserviente del teatro è venuto poco fa e mi ha portato questo fazzoletto. Dice di averlo trovato fra i posti del loggione» mi disse porgendomelo.
«Come? Nel loggione?» chiesi stupito e presi in mano il fazzoletto.
«Si, certo. L'avrai perso mentre parlavi con il signor Hathaway» ipotizzò.
Sopra erano incise le lettere T.G. «Ma questo è uno dei fazzoletti che usavo mentre ero a Londra» realizzai.

Ricordo che l'avevo dato a Des in Scozia dopo la nostra cavalcata. Ma allora Des era in città e sicuramente dal loggione aveva assistito allo spettacolo e io non l'avevo neanche vista. Quindi non mi sbagliavo. Quella che ho sentito era la sua voce e mi chiamava. Se era venuta a teatro, non poteva essere lontana. Ero molto felice che Des fosse a Chicago. Dovevo assolutamente trovarla. Corsi fuori.

«Terence, dove stai andando?» mi chiamò Nicole. «Terence sembra impazzito, ma che gli è successo?» disse.
«Deve aver capito che Des è in città» affermò Amanda.
«Dove sarà andato?»
«Potrei scommetterci che è andato a cercare Des.» rispose Amanda.
«Che cosa hai detto? Non è possibile. Des è quella ragazza che lui sperava di poter rivedere un giorno.» realizzò Nicole.

Ciao ragazzi🤩✨,
la compagnia teatrale di Terence è a Chicago per uno spettacolo di beneficienza. Des non può andare a vedere Terence a teatro perché deve fare il turno di notte. Solo l'amica Nathalie le risolve l'inconveniente, sostituendola💗.

Des assiste allo spettacolo dal loggione cercando di incontrarlo. A teatro perde il fazzoletto che viene consegnato a Terence credendo che sia suo. Infatti l'aveva regalato a Des in Scozia. Terence capisce che la ragazza è in città e abbandona subito la festa del sindaco per andare a cercarla. Terence è agitato ma felice. Vuole trovare Des, ma non sa dove trovarla. Des e Terence si riusciranno finalmente a rivedere dopo tanto tempo🥹?

Vi devo ammettere che io ho amato scrivere questo capitolo. Preparatevi per il prossimo. Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto.
Un abbraccio, Carla❤️

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