39. L'armonica di Terence
«Le sono arrivati una lettera e un pacco, ecco.» mi disse Miss Mary Jane un pomeriggio.
«La ringrazio molto.»
«Sta ricevendo molte lettere, non è vero?» constatò.
«Si.» risposi e corsi a leggere la lettera dei gemelli.
Era vero. Da quando Peter e Patrick erano tornati in America mi avevano scritto molto frequentemente. Anche Annie mi scriveva più spesso. Peter e Patrick erano alla villa degli Andrew a Chicago, Annie a casa dei suoi e Kriss da sua nonna Martha. Lessi il biglietto.
Cara Des, sappiamo che il tuo lavoro è estenuante, perciò ti abbiamo mandato qualcosa che lo renda più allegro.
Aprii il pacco che conteneva molto caramelle.
«Salve ragazze, volete una caramella?» chiesi alle mie colleghe in sala infermiere.
«Oh che meraviglia!» esclamò entusiasta Rachel.
«Te le hanno regalate, vero?» mi chiese Nathalie.
«Si, me le ha spedite un mio carissimo amico.» risposi.
«Sarebbe il tuo fidanzato, non è vero?»
«Beh veramente...» iniziai, imbarazzata, quando Nathalie mi interruppe «Oh com'è romantico!»
«Sono davvero deliziose.» disse Sarah, dopo averne assaggiato uno.
All'improvviso vidi che Diana non si era unita a noi e se ne stava in disparte a scrivere sul taccuino.
«Diana, vuoi assaggiarne una?» le chiesi.
«No, grazie. Non ne ho voglia.» replicò.
«Ti prego, prendine una. Ti piacerà.»
Diana chiuse il libro di scatto facendomi sobbalzare «Des, mi sembra d'averti già detto quanto io odi le persone che parlano troppo e che si impicciano degli affari degli altri e tu sei una di quelle persone. Mi irrita perfino guardarti.» abbassai la testa «E che sia chiaro una volta per tutte: non riesco proprio a sopportarti.» Diana sbattè la porta e uscii.
«Ma che cos'ha?» esclamò Nathalie.
Non mi era mai capitato di essere trattata così durante da una ragazza della mia età. Durante il turno, la incrociai per il corridoio. Le sorrisi, ma lei non mi degnò di uno sguardo. Non riuscivo proprio a capire in che modo potevo irritarla. Comunque sarebbe stato meglio se l'avessi lasciata in pace.
Pochi giorni dopo, arrivò la notizia che l'Inghilterra aveva dichiarato guerra alla Germania. Mi ritirai in giardino a riflettere. Ero contenta di sapere Terence, Peter, Annie e tutti gli altri qui in America.
«Des! Ci avevi promesso di leggere il libro con le illustrazioni.» Lily e altre sue bambine mi raggiunsero.
«Ma veramente non posso...» iniziai, ma mi interruppi subito. Non dovevo essere triste con i pazienti, altrimenti avrei potuto rattristare anche loro
«Ma certo, vi leggerò tutto il libro. Avanti, sedetevi qui.» dissi loro e iniziai a leggere sul prato.
«Che bello!» risposero in coro.
«Dottor Frank, come si comporta l'infermiera Des in questa circostanza? In modo soddisfacente?» volle sapere la direttrice.
«Oh, non deve preoccuparsi direttrice. Può vederlo lei stessa. È laggiù. È una ragazza allegra e i pazienti stanno volentieri con lei perché così dimenticano tutti i loro problemi.» rispose il dottor Frank.
«Si, avremo molto bisogno di infermiere brave come la nostra Des.» concluse Miss Mary Jane continuando a guardarmi mentre le bambine mi ascoltavano divertite.
Tornai in reparto e vidi il signor Daniel che camminava con le stampelle nel corridoio. «Signor Daniel! Il dottor Frank le ha detto che non deve assolutamente camminare per ora.» gli dissi.
«Si, lo so, ma se penso al mio lavoro vorrei andare...»
«Capisco cosa prova signor Daniel, ma deve essere paziente. È per il suo bene. L'accompagno.» feci per riportarlo nella sua stanza, quando arrivò Diana.
«Signor Daniel! Che cosa sta facendo qui?Dovrebbe essere nella sua stanza. Des, sai che cosa può succedere al signor Daniel se riprende a camminare prima del tempo?» mi sgridò.
«Ma infermiera, veramente la signorina...» tentò di difendermi il signor Daniel.
«Rischia di perdere le gambe, di vedersele amputare, quindi stia più attento.» continuò inflessibile Diana.
«Diana, in fondo ha fatto solo qualche passo. Non ti sembra di essere stata un po' troppo brutale?» intervenni.
«No, tu non sei abbastanza severa. Non bisogna essere indulgenti con i malati. In certi casi, ne va della loro salute. Anche se sei considerata l'infermiera più simpatica, cerca di comportarti come me.»
«Va bene Diana.»
«Ah, un'altra cosa. La direttrice ci aspetta nel suo ufficio.» mi informò.
«Grazie.»
«Oh Des, mi dispiace tanto.» si scusò il signor Daniel quando Diana se ne andò.
«Non importa. Venga, l'accompagno nella sua stanza.»
Dopo aver riaccompagnato il signor Daniel, mi recai nell'ufficio di Miss Mary Jane dove erano riunite tutte le infermiere.
«Diana Hamilton, Nathalie Kerry, Sarah Brook, Rachel Parker e Destiny Andrew.» quando sentii il mio nome sobbalzai. «Le ragazze che ho nominato saranno trasferite all'ospedale di Santa Johanna di Chicago.»
«Chicago?» esclamai.
«All'ospedale di Santa Johanna esiste una scuola per infermiere come da noi. Lí troverete la migliore scuola di chirurgia e apprenderete le tecniche più avanzate» ci spiegò. «Imparerete anche a lavorare in una sala operatoria, ciò vi sarà utile per il futuro» continuò.
«Io non capisco perché le mandano laggiù» mormorò Lisa.
«Forse a causa della guerra. Diventeranno crocerossine» sussurrò Maggie.
Oh mio dio. Saremmo dovute andare sui campi di battaglia e curare i soldati feriti, nonostante le pallottole e le cannonate.
Miss Mary Jane si schiarì la voce «Quindi come avrete già intuito, dopo il tirocinio potreste essere utilizzate come crocerossine.»
«Signora direttrice, vuol dire che anche gli Stati Uniti saranno coinvolti in questa guerra?»
«Ora basta! Non esiste alcuna differenza fra un ferito e un malato, ricordatevelo. Avete imparato che una vera infermiera non deve mai fare nessuna distinzione, né di razza, né di nazionalità. Il suo compito è quello di assistere e curare il malato, chiunque egli sia e basta.»
Eravamo tutti esseri umani. Aveva ragione Miss Mary Jane. Le parole della direttrice avevano dato una nuova forza a tutte noi. Avevo ritrovato il mio entusiasmo ed ero felice di partire, perché a Chicago c'erano Annie, Kriss, Patrick e Peter. Riuscivo già a immaginare la loro sorpresa quando lo avrebbero saputo.
Quella sera, scrissi una lettera a Miss Pony e Kimberly. Mi stavo allontanando ancora di più dalla casa di Pony, ma sarebbero state contente di sapere che sarei andata a studiare in un importante ospedale in una grande città.
«Des, sei insopportabile. Non riesco a dormire con quella luce. È tardi» mi disse bruscamente Diana.
«Mi dispiace Diana, spengo subito, tanto ho finito. Scusa se te lo chiedo, ma te non scrivi mai ai tuoi parenti?» le chiesi.
«Non capisco perché dovrei farlo. Per raccontare loro che sono felice di andare all'ospedale di Santa Johanna? Oppure per dirgli che sono stata tremendamente triste in questo ospedale? Non potrei mai scrivere queste cose, odio i sentimentalismi. La mia unica preoccupazione al momento è quella di diventare una perfetta infermiera, preparata ed efficiente» spiegò mentre si girava dall'altra parte del letto.
«Diana, beh buonanotte» le dissi.
«Che cosa aspetti a chiudere la luce? Sei insopportabile.» gridò e spensi la luce.
Non potevo credere a quello che mi aveva detto. Era da tempo ormai che eravamo compagne di stanza, eppure non ero ancora riuscita a capire se fosse davvero così fredda, insensibile e terribilmente presa dall'ossessione di essere perfetta.
Il giorno prima di partire, fuori dalla sala infermiere, sentii Nathalie, Sarah e Rachel parlare di me e di Diana.
«Diana è la più preparata di tutte noi, quindi la nostra possibilità è di poter contare sul suo aiuto» disse preoccupata Nathalie.
«È giusto, al Santa Johanna vanno i migliori elementi delle altre scuole, per cui io non vorrei fare brutte figure o essere presa in giro. Io mi sento sempre a disagio quando mi trovo a lavorare con qualcuno che non conosco» puntualizzò Rachel.
«Dobbiamo solo sperare che quella sbadatella non ci combini guai.» aggiunse Sarah.
«Parli di Des, non è vero? E per di più lei e Diana non vanno nemmeno d'accordo. Speriamo bene.» concluse Rachel.
Cercai di ignorare quello che avevo appena sentito, e mi diressi in corsia sfoggiando il mio solito sorriso «Buongiorno!»
«Buongiorno Des!» mi salutarono le signore.
«Buongiorno a lei signora Betty, come va? La trovo bene. Se continuerà a fare questi progressi, uscirà dall'ospedale al più presto.» iniziai.
«Grazie Des per tutto quello che hai fatto per me.» mi disse la signora Betty.
«Des, oggi sarà l'ultima volta che vedremo il tuo dolce sorriso.» intervenne malinconica Lucy.
«Oh...» mormorai.
«Ci dispiace che tu debba partire. Non vorremmo lasciarti.»
«No Des, non devi meravigliarti se siamo al corrente di tutto. Sai bene come corrono le notizie in un ospedale.» continuò la signora Betty.
«Non mi meraviglia, è solo che ho un nodo in gola e non riesco a parlare. Scusatemi, non so che dire.» ammisi con la voce rotta dall'emozione.
«Ti capisco certo. Des ci rattrista che tu vada via. Non ti dimenticherò mai.»
«Ti facciamo i nostri migliori auguri Des. Non dimenticarci.» mi augurarono.
Uscii il più velocemente possibile. Se fossi rimasta ancora un minuto sarei scoppiata in lacrime.
Mi recai nella camerata dei bambini. Avevano più o meno tutti meno di dieci anni ed erano adorabili. Come potevo dir loro addio?
«Ciao Des, oggi non ho fatto la pipì a letto» mi disse Andrew non appena entrai.
«Davvero? Bravissimo» mi complimentai.
«Des, vero che oggi non devo fare l'iniezione?» mi chiese Lily.
«Si, è vero. Misuriamo la temperatura, poi vi racconto una storia» la rassicurai.
Erano così dolci ed affettuosi. Dove trovavo il coraggio per dir loro che andavo via?
Dopo aver fatto il giro tra i letti, uscii e davanti alla porta mi ritrovai Diana. «Des, spero che tu abbia già detto ai bambini che da domani ci sarà un'altra infermiera al tuo posto» mi disse risoluta.
«Beh veramente non gliel'ho detto» risposi incerta.
«E perché non l'hai fatto?» mi domandò.
«Io non sapevo come dirglielo, lo farò prima di partire...» le dissi vaga.
«Visto che tu non ne hai il coraggio, lo farò io per te» Diana entrò nella camera.
«No, Diana, aspetta!» cercai invano di fermarla.
«Buongiorno bambini, devo parlarvi. Da domani ci sarà un'altra infermiera che si occuperà di voi» dichiarò.
«Eh?» chiese Lily e il libro con le illustrazioni che le avevo regalato le sfuggì di mano.
«Si, Des sarà sostituita perché è stata assegnata a un altro ospedale» continuò determinata Diana.
«Perché deve andare via?» chiese Lily.
«Perché è stata trasferita in un ospedale di Chicago» spiegò irremovibile.
«Diana basta!» le dissi.
«Così lontano? E per quanto tempo resterà nell'ospedale di Chicago?» domandò Lily.
«Non preoccupatevi, tornerò presto» li rassicurai.
«No, Des. Devi essere sincera con loro. Non puoi dar loro una speranza e poi deluderle. Ascoltatemi bene, anch'io devo partire con Des per Chicago. Andiamo là per studiare cose nuove che ci faranno diventare delle infermiere più preparate. Sono sicura che comprenderete»
concluse Diana e uscì.
«Mi dispiace bambini, avrei dovuto dirvelo io» mi scusai ma i bambini non dicevano niente. Avevano girato la testa dall'altra parte del letto e piangevano.
Mi diressi in camera di Archie. Quando aprì la porta, lui mi tirò il cuscino in faccia.
«Come puoi abbandonarci così? Sei senza cuore. Io pensavo ti fossi affezionata a noi e invece vuoi andartene via» mi accusò rattristato.
«Mi dispiace sai, ma non sono io che voglio andare, me l'hanno ordinato» gli spiegai malinconica.
«Non voglio più vederti, vattene!» Archie mi tirò un altro cuscino e uscii fuori per raggiungere Diana. Non sopportavo proprio che Diana tratti quei bambini in un modo così crudele. Mi diressi a passo veloce verso la sala infermiere.
«Perché sei stata così crudele con i bambini?» domandai a Diana.
«Io non credo affatto di essere stata crudele, ho detto soltanto la verità» ribatté. «È così difficile capire che domani, quando i tuoi pazienti avrebbero visto un'altra infermiera al tuo posto sarebbero rimasti molto delusi? E certo non hai pensato a cosa sarebbe andata incontro la tua collega. L'avrebbero accolta in malo modo, non ti pare Des?» replicò pertinace.
«Si, è vero non ci ho pensato» ammisi.
«Ricorda che il nostro lavoro si deve fare insieme, non siamo isolate l'une dalle altre, quindi era indispensabile preparare i tuoi malati a ricevere una nuova infermiera» mi ricordò.
Quello che Diana aveva detto era giusto. Ero troppo presa a preoccuparmi dei bambini, che non mi ero resa conto dei problemi che potevo causare alla mia collega. Gli sforzi di un'infermiera non bastano a guarire il malato. Occorre che egli voglia guarire. Ecco perché deve esserci un rapporto di amicizia fra loro. Stavo riflettendo in giardino, quando un aeroplano di carta atterrò vicino a me.
Lo aprii. C'era scritto "Perdonami". Alzai la testa verso il punto in cui era stato lanciato e vidi Archie affacciato alla finestra.
«Ma no tesoro, sono io che chiedo scusa a te.» gli dissi. Appena avevo saputo della mia partenza per Chicago, avrei dovuto dirlo subito a tutti.
Quella sera io e Diana stavamo sistemando i bagagli, quando Miss Mary Jane bussò alla nostra porta «Avete finito di fare le valigie?» ci chiese.
Annuimmo.
«Allora venite con me.» ci disse e la seguimmo fino alla porta del salone. Insieme a lei c'erano Rachel, Nathalie e Sarah.
«È tardi. Non capivo perché la direttrice voglia riunirci tutte e cinque in questo salone.» sussurrò Nathalie preoccupata.
Miss Mary Jane aprii la porta e disse «Eccoci, siamo tutte e qui.»
All'improvviso le luci del salone si accesero e un'ondata di applausi ci travolse. Alcuni pazienti, tra cui la signora Betty, Lily e Archie erano riuniti nel salone.
«Ma che cosa significa?» domandai.
«Come vedete è una festa d'addio. I pazienti hanno insistito tanto che non ho detto di no.» spiegò la direttrice.
«Mi raccomando Des, studia e lavora per diventare un'ottima infermiera. Non ti dimenticheremo mai.» mi disse Lily.
«Grazie, come siete gentili. Vi prometto che farò del mio meglio.» sussurrai commossa.
«Questi sono per te, Des per la pazienza che hai avuto. Ti chiedo scusa se a volte ti ho fatto arrabbiare.» Archie mi consegnò un mazzo di fiori.
«Grazie, sei davvero un bambino dolcissimo. Ti auguro di guarire al più presto e di tornare dai tuoi amici.»
«Questi sono per te Diana e grazie per tutto quello che hai fatto per noi.» le disse Lucy.
«Grazie a tutti. Non so come ringraziarvi.» Diana aveva gli occhi lucidi. Non l'avevo mai vista così.
Il mattino dopo, insieme a Diana, Rachel, Nathalie e Sarah salimmo in carrozza e salutammo la direttrice, il dottor Frank e le altre infermiere.
«Arrivederci signora direttrice. È il momento di partire» la salutò Diana.
«Mi raccomando studiate e abbiate cura di voi» rispose Miss Mary Jane.
«Stia tranquilla, sarà orgogliosa di noi» le promise Sarah.
«Des, cerchi di non farsi soprannominare signorina sbadatella anche laggiù, mi raccomando» mi disse la direttrice nascondendo un sorriso.
«Starò attenta» la rassicurai e tutti si misero a ridere.
«È arrivato il momento della partenza» disse il dottor Frank guardando l'orologio che aveva al polso.
«Arrivederci!» urlammo, mentre la carrozza si portava verso la stazione.
«Mi dispiace che Destiny sia andata via. Abbiamo perso qualcosa di molto prezioso.» affermò la direttrice mentre ci guardava andare via. Mi sarebbe mancata Miss Mary Jane. In quei mesi che ero stata all'ospedale Saint Joseph mi ero affezionata molto a lei.
Dopo un'ora di treno, arrivammo a Chicago. «Siamo davvero fortunate di studiare in questa splendida città.» affermò Rachel.
«Come sono emozionata!» esclamò Nathalie.
«Avanti, andiamo non perdiamo tempo.» disse pragmatica Diana e ci recammo subito all'ospedale Santa Johanna.
«Com'è grande questo ospedale.» esclamai quando entrammo nella sala d'attesa. Era naturale che una città come Chicago avesse un ospedale ben attrezzato come quello. Doveva esserci molto da fare lì.
Stavamo per andare nell'ufficio informazioni quando una mamma con un bambino piccolo con una ferita alla mano attirò la nostra attenzione. «Mi scusi, infermiera, potrebbe dare un'occhiata alla mano del mio bambino? È caduto dalla bicicletta e così si è ferito. È grave?» chiese a quella che presunsi fosse la capo infermiera.
«Si rivolga prima all'accettazione, poi si sieda e aspetti il proprio turno.» rispose ferrea.
«Ma non ha visto come sanguina?»
«Il suo bambino sta bene. Non morirà certo per quella ferita, stia calma. Mi dispiace, ma devo andare. Ho molte cose da sbrigare. Faccia come le ho detto e vedrà che tutto andrà bene.»
«Mi scusi, non vede quel bambino come soffre? Perché non lo medica subito?» intervenni io.
«Le ho detto che non si tratta di una ferita grave. Ecco perché può aspettare. Ci sono pazienti in condizioni molto più gravi di lui.» continuò irremovibile la capo infermiera.
«Io non capisco perché Des si sia intromessa
Ci farà fare una brutta figura.» sentii sussurrare Sarah.
«Fra i principali doveri di un'infermiera esiste quello di rassicurare il malato in modo che la sua agitazione diminuisca il più possibile.» intervenne a mio favore Diana.
«Ma perché vi intromettete? Chi siete voi?» domandò la capo infermiera.
«Siamo allieve di Miss Mary Jane. Veniamo dall'ospedale di Saint Joseph.» spiegò Diana.
«Ah, Miss Mary Jane. Allora chiudete la bocca e pensate ai fatti vostri.»
«Lei ha detto di essere occupata. Penserò io a medicare il bambino.» replicai determinata.
«Ma come ti permetti? Mi chiedo se Miss Mary Jane sia impazzita. Come ha potuto mandarti qui da noi?»
«Ma come si permette? Non sopporto di sentir parlare così della nostra direttrice. Des, cominciamo pure a medicare questo bambino.» si intromise Diana. «Nathalie, per favore vuoi prendere la mia borsa e portarmela?»
«Vieni piccolo, non devi aver paura.» mi rivolsi al bambino.
«Va con la signorina, caro.» gli disse la madre.
«Che bravo ometto. Ora togliamo questa benda sporca e disinfettiamo la ferita.»
«Ecco il disinfettante.» me lo porse Nathalie.
«Ti farà un po' male, la tu stringerai i denti come un uomo, non è vero? Sei molto coraggioso, bravo.» lo incoraggiai.
«Ecco abbiamo finito.» annunciò Diana dopo qualche minuto. «La prossima volta stai più attento quando vai in bicicletta.»
«Mille grazie ragazze, siete state meravigliose.» ci ringraziò la madre.
«Non c'è di che, però credo sia meglio che aspettiate per farlo visitare da un dottore.» le consigliai.
«No, ormai non è più necessario. Il dottore lo avrebbe medicato sicuramente nello stesso modo.» ci voltammo e vedemmo la capo infermiera dietro di noi «Le cure che avete fatto sono state le più appropriate. Le allieve di Miss Mary Jane sono come al solito ben preparate e molto efficienti.» concluse e Diana sorrise soddisfatta.
Dopo aver medicato il bambino, ci dirigemmo nell'ufficio del direttore «Buongiorno signorine, sono il direttore dell'ospedale Santa Johanna da moltissimi anni e come sempre spetta a me il piacere di darvi il benvenuto.» ci accolse il dottor Leonard nel suo ufficio. Era un uomo sulla cinquantina, corpulento e robusto. «So che siete gia delle brave infermiere e questo faciliterà il nostro compito. Buon lavoro»
Seguimmo la capo infermiera fino al terzo piano dove c'erano le nostre stanze, poi prese un figlio dalla tasca e iniziò a leggerlo «Dunque vediamo, tre di voi, Nathalie, Sarah e Rachel dormiranno insieme in questa stanza. Tu Diana, condividerai la stanza di fronte con Destiny»
«Come ha detto? Perché devo avere come compagna di stanza proprio lei?» ribatté lei.
«Non è stata una nostra decisione, sono le istruzioni di Miss Mary Jane. Ce le ha scritte in una lettera» replicò la capo infermiera.
«Allora va bene» acconsentì Diana.
«Per il resto della giornata vi consiglio di riposarvi, perché da domani vi aspetta un duro lavoro.»
Anch'io avrei preferito condividere la stanza con un'altra ragazza.
✩✩✩
«Ho provveduto a compilare l'elenco dei turni per tutta la settimana.» annunciò la capo infermiera qualche giorno dopo il nostro arrivo a Chicago. «Questa notte toccherà a Diana.»
«Si certo» rispose ossequente.
«Domani toccherà a Rachel e dopodomani è il turno di Destiny» concluse e tornammo in reparto.
Nella sala d'attesa vidi Peter con il braccio fasciato. «Cosa ti è successo al braccio?» gli chiesi preoccupata.
«È soltanto un trucco, mi sono fasciato il braccio per poter entrare indisturbato in ospedale a cercarti» mi spiegò a bassa voce muovendo le dita della mano. «Allora non è rotto» feci un sospiro di sollievo.
«No, è tutt'apposto sta tranquilla, riesco anche a guidare la macchina. Puoi venire fuori per qualche minuto?» mi chiese.
«Si.»
«Vieni, Annie ti aspetta in giardino» proseguì entusiasta.
«Ciao Des.» mi salutò Annie raggiante.
«Come mai sei qui? È successo qualcosa?» gli domandai perplessa.
«Si e sarà una bellissima notizia per te.»
«Cosa?»
«Terence sta arrivando a Chicago» annunciò.
«Hai detto Terence?» esclamai.
«La compagnia teatrale di Terence reciterà in questa città.» continuò.
Oh mio dio. Avrei potuto rivederlo.
«Appena l'abbiamo saputo siamo venuti a dirtelo» continuò Annie.
«Vi ringrazio.»
«Io non immaginavo che Terence fosse diventato un attore, l'ho scoperto solo adesso. Dicono che sia ormai diventato una stella emergente del teatro americano» mi fece sapere Peter e proseguì «Dato che è uno spettacolo di beneficienza, sono state invitate le famiglie più eminenti e importanti di Chicago, e le nostre famiglie hanno ricevuto molti inviti. Te ne abbiamo portato uno»
«Oh Peter» risposi lusingata.
«Sai Des, non te l'ho mai detto, ma Terence mi ha salvato la vita in Scozia» mi disse.
«Terence ti ha salvato la vita?» esclamai sorpresa. «Annie, a che ora comincia lo spettacolo?» le chiesi.
«Purtroppo me fanno uno soltanto dopodomani sera e inizia alle 20.»
«Dopodomani?» No, non era possibile, proprio
quando dovevo fare il mio primo turno di notte. Non mi sarei potuta muovere dall'ospedale.
Durante la pausa pranzo, chiesi a Nathalie e Rachel se potessero scambiare il loro turno con il mio.
«Che cosa? Mi dispiace, ma non accetto di fare il tuo turno» rifiutò Rachel.
«Nathalie, per te sarebbe possibile?» la supplicai.
«Non voglio che la capo infermiera pensi che io cambi le sue disposizioni» mi disse Nathalie.
Ero scoraggiata. Avrei fatto qualsiasi cosa pur di andare a vedere Terence. Ero così impaziente di rincontrarlo di nuovo. Non potevo certo chiedere a Diana di sostituirmi. Mi rimaneva soltanto una possibilità: andare nell'ufficio della capo infermiera.
«Cosa? Vuole che le cambi il turno? Da quando sono la direttrice di questa scuola, ho conosciuto molte ragazze, ma è la prima volta che mi trovo davanti a una richiesta del genere. Come mai?» esclamò alzandosi di scatto dalla sedia.
«Devo incontrarmi con una persona, non glielo chiederei se non fosse molto importante» le spiegai.
«Non sono abituata a usare trattamenti particolari, per me siete tutte uguali. Se ora dovessi accettare la tua richiesta, sarei costretta in seguito a farlo anche con le sue colleghe, e ciò comporterebbe un'inutile confusione.» mi spiegò.
«La scongiuro, si tratta di una volta soltanto» la supplicai.
«L'elenco dei turni non si può modificare se non per motivi straordinari o urgenti. Ognuno di noi ha i suoi problemi personali, ma dobbiamo dimenticarli quando lavoriamo. Mi dispiace, ma il suo turno non avrà nessun spostamento» ribadì irremovibile.
Anche se capivo le sue ragioni, ero molto demoralizzata. Quella sera Terence avrebbe recitato e io dovevo restare in ospedale. Stavo trasportando il carrello delle medicine, quando sentii la musica dell'armonica. Mi fiondai nella stanza da dove proveniva quel suono. Non la stava suonando Terence, ma un ragazzino.
«Oh mi dispiace davvero, ho sentito suonare l'armonica...» mi scusai.
«Beh visto che ormai lo sa, eccola.» il ragazzino mi mostrò l'armonica a bocca.
«Allora eri tu che stavi suonando.»
«Io mi esercito tutti i giorni ma l'infermiera con gli occhiali mi ha detto che non posso farlo.»
«Diana, è stata lei.» realizzai.
«Des!» Diana era dietro di me.
«Si, Diana?»
«Non devi lasciare incustodito il carrello delle medicine lungo il corridoio. Può essere pericoloso.» mi rimproverò.
«Hai ragione.»
«Des, devi mettere più attenzione nelle
Cose che fai, ricordatelo.»
«Va bene» dissi imbarazzata. Ero distratta, ma non facevo altro che pensare a Terence e come fare a fargli sapere che ero a Chicago.
Terence
Ero in treno diretto a Chicago quando vidi dal finestrino una stazione che mi era familiare, ma non capivo il perché.
«È strano.» mormorai.
«Che succede Terence?» mi chiese Nicole che era seduta accanto a me.
Non le risposi e mi fiondai nel terrazzino del treno. Ma certo, era proprio quella la stazione dove ero sceso quando ero andato alla casa di Pony. Ero così impaziente di vedere il luogo dove Des era cresciuta. Faceva tanto freddo e cadeva la neve.
«Des, dove sei adesso?» mormorai guardando il paesaggio.
Quella sera avremmo recitato a Chicago. Mettevamo in scena il dramma di Shakespeare "Re Lear". Io ero riuscito a ottenere la parte del re di Francia, mentre Nicole interpretava Cornelia, la sua futura sposa.
«No, non hai capito niente. Ricominciamo dalla prima scena» sbraitò il regista a Tommy durante le prove generali. In quel momento, Amanda arrivò a teatro con un mazzo di rose rosse «Signorina, quante volte dovrò ripeterle che non sono ammessi estranei durante le prove?»
«Vado via subito, appena avrò visto Terence. Sono una sua ammiratrice.» spiegò mielosa.
«Mi dispiace, ma per il momento dovrà accontentarsi di vedere il suo nome scritto sul cartellone.» replicò il regista.
«Ma che cosa sta dicendo? Non capisco»
«È scomparso. Siccome si crede un grande attore, non si presenta neanche alla prova generale.» sbuffò il regista sarcastico.
«Se Terence non è qui a teatro, allora è andato a trovare Destiny...» mormorò Amanda e corse fuori.
«Non capisco come faccia Terence a sopportare ammiratrici di questa specie. Sono tutte invadenti e noiose.» sbuffò Tommy.
Ero seduto sul tetto del teatro a suonare l'armonica guardando il tramonto, quando arrivò Nicole affannata. «Terence, sei qui. Perché ti sei nascosto? Tutti ti stanno cercando come pazzi» mi chiese.
«Non ho bisogno di provare. Conosco a memoria la mia parte» replicai evitando il suo sguardo.
«Ma Terence...» mormorò.
«So che lo spettacolo di stasera è per un pubblico di aristocratici» affermai.
«Si Terence, ma in fondo lo facciamo solo una volta» disse.
«Immagino siano state invitate le persone più in vista e più importanti di tutta Chicago, vero?» continuai.
«Si, ma il ricavato sarà devoluto completamente ai poveri della città» mi spiegò certa che quello avrebbe potuto farmi cambiare idea.
«Già beneficienza...» roteai gli occhi e annunciai «Non voglio recitare»
«No ti prego Terence, andiamo» mi supplicò.
«Ma tu credi davvero che questo piccolo contributo che daremo ai poveri di questa città farà loro piacere?» le chiesi.
«Non lo so» rispose incerta.
«Io penso che avremmo fatto meglio a permettere loro di entrare gratis in teatro ad assistere allo spettacolo come di solito fanno i ricchi pagando» ribattei deciso.
«Ma perché lo dici soltanto a me?» mi domandò.
«Come?»
«Perché non provi a dirlo anche agli altri?»
«Non ne ho voglia» replicai.
«Ogni volta che c'è da discutere o affrontare un problema tu ti rifugi da qualche parte e suoni quell'armonica. Ma Terence, è così importante per te quello strumento?» mi chiese.
«Mi piace suonarlo» mi limitai a dire. Quell'armonica me l'aveva regalata Des. Ogni volta che la suonavo, pensavo a lei.
Ciao ragazze🤩✨,
Des è una delle poche prescelte insieme a Diana per la specializzazione in chirurgia presso l'ospedale Santa Johanna di Chicago, molto più grande e prestigioso del Saint Joseph. Insieme a Diana, Nathalie, Rachel e Sarah viene così mandata a Chicago. Da una parte, Des è contenta di andare a Chicago, anche perché lì ci sono Peter, Patrick, Annie e Kriss, da un lato le dispiace lasciare i pazienti che si sono affezionati a lei e le preparano una festa d'addio.
Arrivata a Chicago, Des e Diana si rendono subito utili curando un bambino. Malgrado le incomprensioni che ci sono tra le due, Des sa che non sarebbe stato difficile andare d'accordo con lei. Infatti ripensava a come erano unite mentre medicavano quel bambino.
Annie e Peter riferiscono a Des che Terence si esibirà a Chicago, che però lei non potrà vedere, perché avrà il turno di notte in ospedale. Terence durante il viaggio, vede la stazione di Lakewood e immediatamente pensa a Des. Saputo dell'arrivo di Terence, Amanda va a cercarlo in teatro, ma scopre che il ragazzo è scomparso. Aver visto la stazione di Lakewood lo ha scosso, perciò salta le prove generali e si rifugia sul tetto. Per di più, preferisce suonare l'armonica che lei gli aveva regalato invece di provare.
Des e Terence riusciranno a rivedersi dopo molto tempo? Ma soprattutto cosa succederà?
A presto,
Carla💗
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top