35. La collina di Pony
«Oh mio dio» la professoressa White entrò nell'ufficio della preside «Oh mio dio. È successa una cosa terribile.»
«Che cosa le prende? Perché non ha bussato?» si lamentò la direttrice.
«Mi dispiace Miss Collins, sono così sconvolta che non ci ho pensato, ma la signorina Destiny ha lasciato la scuola» annunciò, toccandosi il petto con la mano più volte.
Il quel momento Annie, Kriss e Amanda fecero irruzione nella stanza. «Des è fuggita. Ci ha lasciato delle lettere.» proruppe Annie.
«Se n'è andata finalmente» esultò Amanda trionfante.
«So già tutto» la preside era l'unica rimasta impassibile.
In quel momento gemelli si fiondarono nello studio. «State parlando di Des, non è vero?» chiese Peter.
«Miss Collins, vorremo chiederle il permesso di uscire dalla scuola» le domandò Patrick.
«Per fare che cosa?» chiese sbigottita.
«Ma per cercare Des naturalmente, e riportarla indietro» si intromise Peter.
«Perchè mai vorreste farla tornare? È andata via di sua spontanea volontà» interferì Amanda sprezzante.
«Amanda, sta' zitta» le urlò Peter.
«Anche io voglio andare a cercarla» annunciò la professoressa White «Era affidata a me. Mi sento responsabile»
«Si, andiamo» decretò Peter.
«Ragazzi, aspettate» cercò di fermarli la direttrice.
«Miss Collins, avrebbe dovuto espellere Destiny già da molto tempo. È fuggita per raggiungere Terence e ora ne risentirà il buon nome della scuola» si intromise Amanda quando i gemelli, Annie, Kriss e la professoressa White andarono nel parcheggio.
La preside si alzò dalla sedia e si voltò verso la finestra dando le spalle ad Amanda. «Le cose non stanno affatto così. Destiny mi ha lasciato una lettera dove spiega i motivi della sua fuga» ribatté calma.
✩✩✩
Con il denaro che mi aveva dato Albert avevo preso un biglietto di terza classe per il piroscafo che mi avrebbe riportato negli Stati Uniti. Ero molto vicina a rivedere l'America e la casa di Pony. Mi imbarcai sulla nave e mi diressi alla mia cabina, quando sentii la stessa struggente musica che mi era così familiare.
Quella melodia che nascondeva sfumature più tristi, di solitudine e nostalgia. Trattenni il fiato. Quella era l'armonica che suonava Terence. Forse non era ancora partito. Spalancai la porta. Non era Terence, ma un bambino di circa 13 anni. Indossava una canottiera bianca, e niente. Era in mutande.
«Vestiti» gli ordinai «Per favore»
«È la mia cabina e faccio quello che voglio» frignò.
«La "nostra" cabina, vorrai dire.» marcai la parola "nostra" «Posso vedere la tua armonica?» Prima che rispondesse, gliela presi di mano e la osservai. «No, non è quella di Terence» mormorai amareggiata rigirandomela tra le mani.
«Terence?» domandò meravigliato.
«Anche tu lo conosci?» domandai stupefatta.
«Certo, è stato lui a comprarmi questa armonica. A volte succedono le cose più strane» constatò.
«Dimmi quello che sai di lui, ti prego» lo scongiurai.
«L'ho incontrato in una sera nebbiosa come questa. Gironzolavo per la strada affamato e infreddolito. All'improvviso mi venne addosso e mi fece cadere. Lo stavo per insultare, quando si scusò e mi chiese dove si trovava un albergo. Mi disse che sarei andato d'accordo con una ragazza che conosceva. Ha detto che sembravo suo fratello. Infine mi ha suonato l'armonica. Mi piaceva così tanto, che gli ho chiesto se poteva prestarmela, ma lui rifiutó. Si offrì di comprarmene una tutta nuova e mi insegnò a suonarla fino al giorno della sua partenza.» finí di raccontare Ted.
«Ci avrei scommesso che Terence te l'avrebbe comprata, sai?»
«Questa è anche migliore di quella che aveva, ma credo che fosse molto importante per lui quell'armonica.» raccontò «Ho visto spesso Terence suonarla, ma ogni volta era triste. Poi è arrivato il giorno della sua partenza e allora io, l'ho suonata per lui. Solo allora ho capito cosa provava Terence. Si allontanava da una persona a cui voleva molto bene. Io ho immaginato che fosse quella ragazza che nominava sempre. Io credo che tu sia...»
Mi rattristai. Terence non doveva lasciarmi lì. Perché non mi aveva portato con lui?
«Oh, la nave sta salpando dal porto» notò.
Ci recammo sul pontile. Al molo vidi arrivare una macchina che sfrecciava a tutta velocità.
Al volante c'era Patrick. I ragazzi e la professoressa White scesero dall'auto. Erano arrivati troppo tardi, la nave stava già salpando. Li salutai con la mano, ma non riuscii a dire niente.
✩✩✩
Il viaggio fu tranquillo e passò velocemente. Passavo le giornate a giocare con Ted e ascoltarlo suonare l'armonica. Quando arrivai negli Stati Uniti, presi un treno e mi diressi a Lakewood. Era da quasi un anno che non rivedevo Miss Pony, Kimberly, Jimmy e tutti gli altri bambini. Al mio arrivo mi accolse la neve che cadeva fitta. Alla stazione cercai qualcuno che mi desse un passaggio fino al villaggio. Passò un carro, lo chiamai per attirare la sua attenzione, ma il conducente non mi sentì e andò dritto per la sua strada. Mi diressi tristemente a piedi verso la casa di Pony. Lì era già arrivato l'inverno. Non ricordavo più una nevicata così. Camminai per mezz'ora, finché da un'altura scorsi la casa che tanto mi era mancata. Ero estremamente felice di essere tornata. All'improvviso mi accorsi che un ragazzo stava camminando nella neve.
«Des! Des!» urlò.
«Jimmy!»
«Sei davvero tu, Des?» mi chiese Jimmy.
«Come sono felice Jimmy.»
«Sei tornata finalmente. Mi sembra di vivere un sogno» mi accolse Jimmy affettuosamente correndomi incontro.
«No, non è un sogno. Sono davvero qui» lo abbracciai.
«Sai, ti ho vista da lontano, ma non riuscivo a credere che fossi proprio tu. Sapessi come sono felice di riaverti con me» disse, quando dopo qualche secondo ci staccammo.
«Oh, Jimmy, fatti un po' vedere. Lo sai che sei cresciuto?» lo guardai bene, aveva quasi quattordici anni.
«Oh si sono grande adesso, perché lavoro dalla fattoria del signor Cartwright.» mi raccontò.
«Sei diventato un bravo cowboy allora.»
«Grazie ai tuoi insegnamenti, Des. Lo sai, proprio oggi Miss Pony parlava di te. Lei e Kimberly saranno felici di rivederti.»
«Loro stanno bene?»
«Si bene, ma ora andiamo, gli faremo una sorpresa» Jimmy prese la mia valigia e se la caricò in spalla.
«Quasi non ci credevo che eri a Londra. Ci ho creduto solo quando un ragazzo che è passato qui da noi ci ha detto di averti conosciuta in Inghilterra» proseguì.
«Un ragazzo che mi conosceva?» domandai scettica.
«Si, è venuto oggi per vedere la casa di Pony.» affermò.
«Me lo sapresti descrivere?» lo scongiurai.
«Un bel ragazzo, alto, in gamba, ma un po' triste» disse lui.
«Un bel ragazzo, ma triste? Sai, come si chiamava?» gli chiesi impaziente.
«Mi sembra fosse Terence, si Terence»
Oh, Terence. Allora era proprio lui. Non riuscivo a credere che fosse venuto lì. Sperai che Jimmy non si fosse sbagliato e che fosse ancora alla casa di Pony. Finalmente avrei potuto rincontrarlo di nuovo. Corsi alla velocità della luce, lasciando un Jimmy basito dietro di me.
Spalancai la porta della casa e chiamai «Terence! Terence!»
«Des? Come mai sei qui? Non eri in Inghilterra? Des, aspetta...» mi accolse Kimberly rossa in volto per la sorpresa. Girai per tutta la casa, fino a quando non entrai in cucina. Sulla tavola c'erano tre tazze. Non c'era. Miss Pony e Kimberly mi raggiunsero sulla soglia della porta.
«Dov'è? Sto parlando di Terence, dov'è?» domandai.
«Ho capito, Des. Ma non sappiamo dove sia adesso. Quel ragazzo è andato via da circa mezz'ora. Prima di andarsene però ha voluto sapere dove si trovasse la collina» mi informò Miss Pony.
La collina, la nostra collina. Uscii fuori, girai alla sinistra della casa, attraversai il ponticello e arrivai alla collina coperta di neve.
«Terence!» urlai il suo nome dall'alto della collina. Sul prato coperto di neve c'erano ancora le sue impronte. Mentre io arrivavo al villaggio, lui era lì, alla casa di Pony e su quella collina di cui io gli avevo parlato così tante volte a Londra. La tazza dove aveva bevuto il caffè era ancora calda, ma io ero arrivata troppo tardi. Anche quando era partito per l'America, non ero arrivata in tempo. Per pochi minuti non ero riuscita a vederlo.
Rientrai demoralizzata e mi sedetti davanti al fuoco.
«Era passato da poco mezzogiorno quando sono andata alla finestra e l'ho visto lì davanti, che guardava la casa» iniziò Kimberly «Lo abbiamo invitato ad entrare e ci ha raccontato che in Inghilterra ti trovavi bene e che era felice di essere venuto a trovarci. Ha detto inoltre che era tutto come tu gliel'avevi descritto. Alla fine ha chiesto dove si trovava la collina.»
«Ci ha salutate ed è salito a piedi.» continuò Miss Pony «Ha guardato a lungo il paesaggio come se volesse imprimersi nella memoria ogni particolare»
Terence, perché hai voluto vedere la collina?
Cosa hai pensato? Volevi ricordare l'altra collina in Inghilterra?
«Ti ho preparato della cioccolata calda. So che ti piace» Miss Pony mi risvegliò dai miei pensieri.
Mi alzai e mi avvicinai al tavolo. Mentre prendevo in mano la tazza di cioccolata calda, Kimberly annunciò «Vedi, Des, mi sembra arrivato il momento di dirci perché hai lasciato la "Saint Paul School". Mi sembra un'ottima scuola. Non capisco.»
La cioccolata mi andò di traverso e per poco non mi strozzai.
Miss Pony scosse il capo. «Sará meglio parlarne domani»
«Ma è importante capire perché sei tornata qui da noi. Non sará successo qualcosa per colpa di quel ragazzo?» insistè Kimberly.
«Oh, no. Ho solo deciso di trovare la mia strada con le mie sole forze, senza l'aiuto di nessuno» raccontai.
«Non capisco, non devi vergognarti se qualcuno ti aiuta» continuò Kimberly.
«Des, sarai stanca. Quando hai finito la cioccolata vai pure nella tua stanza» intervenne Miss Pony interrompendo Kimberly.
«Va bene, ma domani dovrai dirci tutto» disse Kimberly.
«Buonanotte Miss Pony, buona notte Kimberly.»
«Buonanotte anche a te cara» mi salutò Miss Pony e uscii dalla cucina.
«Miss Pony, ha visto? Des aveva gli occhi pieni di lacrime» udii dire Kimberly.
«Si, me ne sono accorta. Tutte le sue domande le avranno ricordato qualcosa» rispose Miss Pony.
«Ma non volevo che piangesse. Ricordo ancora il giorno che trovammo Des e Annie. Nevicava, proprio come oggi. Ricorda come strillava?»
«Certo che me lo ricordo, ma appena ci vide smise.»
«Poi con il passare degli anni, Des si è dimostrata più grande della sua età. Io credevo che il soggiorno in Inghilterra potesse cambiarla, invece è rimasta la stessa Des di prima» riflettè Kimberly.
«Io non sono molto d'accordo con lei, Kimberly. Secondo me Des è cresciuta» obiettó Miss Pony. «Non ha visto com'era rossa in volto quando è arrivata? E malgrado fosse da molto tempo che non ci vedeva, chi ha cercato, chi ha chiamato?» le fece notare Miss Pony.
«Certo, lei ha ragione. Non ha chiamato i nostri nomi, ma quello di quel ragazzo» realizzò lei.
«È una cosa che ci deve far riflettere. Des è cresciuta oramai. Questo ragazzo, questo Terence, deve essere molto importante per lei.
Sarà meglio non fare domande domani, lasciamo che sia lei a decidere se parlarcene o meno» concluse saggia Miss Pony. Volevo molto bene a Miss Pony e Kimberly. Erano veramente due mamme per me. Smisi di ascoltare e tornai nella camerata.
Da quando io e Terence ci eravamo separati, non eravamo mai stati così vicini. Terence era venuto a vedere il luogo dove ero cresciuta per cercare di capirmi completamente. Era stato un gesto meraviglioso, che non avrei mai dimenticato. La cosa più importante per noi al momento era quella di trovarci un lavoro, anche se ci obbligava a rimanere divisi, ma forse con il tempo le nostre strade si sarebbero riunite.
Ciao ragazzi🤩✨,
Des lascia finalmente la scuola qualche settimana dopo che Terence se n'è andato e si imbarca sul piroscafo.
Torna alla casa di Pony, dalla quale manca da quasi un anno e Jimmy l'avvisa che è passato Terence per vedere i luoghi che lei gli ha descritto a Londra. L'unico rammarico è di essere arrivata troppo tardi e non sapere dove lui sia. Des ripensa a Terence, che è andato sulla collina di Pony per dimostrarle tutto il suo affetto🥰.
Nonostante una parte di Des sia ancora attaccata ad Anthony e alla sua bontà, durante il suo soggiorno in Inghilterra è finita per sentirsi follemente attratta da Terence.
Un abbraccio,
Carla💗
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