32. Una decisione difficile
Terence
«Des! Des!» urlai. Feci due passi in avanti, ma due professoresse mi bloccarono.
«Lasciatemi!» mi divincolai.
«E tu, Terence Devi restare confinato nella sua stanza per una settimana» decretò la preside.
«Voglio essere espulso. Merito anche io la stessa punizione che ha dato a Destiny.» dichiarai energico.
«La sua posizione è diversa da quella di Destiny» obiettó.
«Miss Collins ha ragione. Infatti lo sanno tutti che Destiny ti veniva dietro durante le vacanze estive in Scozia.» si intromise Amanda. Amanda era proprio diabolica. Era riuscita a vendicarsi di me e nello stesso tempo si era liberata di Des.
«Amanda, sei veramente una vipera» la accusai.
«Terence, non deve usare simili espressioni in mia presenza.» mi richiamò la preside.
C'era una grossa sproporzione tra la punizione di Des e quella data a me, e Des neanche lo sapeva.
Il mattino dopo mi fiondai nell'ufficio della preside senza neanche bussare. «Non ho capito una cosa. Perché non ha espulso anche me dalla scuola?»
«Esca subito di qui. Le avevo ordinato di restare nella sua stanza» decretò scandalizzata.
«La prego, Miss Collins. Deve rispondere alla mia domanda» la sollecitai.
«Esca immediatamente dal mio ufficio. É contro le regole andare in giro durante il periodo di confinamento» la preside non volle sentire ragioni.
«Per quale motivo non ha espulso anche me dalla scuola? Perché non mi ha confinato come meritavo? E perché non mi ha dato la stessa punizione che ha dato a Destiny?» domandai ancora una volta.
«Perché nel tuo caso non ci sono gli estremi per una simile punizione» affermò infine con voce ferma.
«Per favore. Dica almeno la verità. È per le varie donazioni che mio padre fa alla scuola, non è vero?» la sfidai.
«Ritiri quello che ha appena detto! Io non mi lascio mai influenzare quando prendo una decisione.» gridò scarlatta in volto.
«E allora voglio essere punito come è stata punita Des.» sostenni.
«No, mai.» ribatté categorica.
«Se non vuole fare questo, riconsideri almeno attentamente tutta la faccenda. È stata una trappola. I biglietti sono stati scritti da una persona che vuole deliberatamente farci del male.» la supplicai più calmo.
«Anche se è stato uno stratagemma voi due siete stati sorpresi ieri notte nelle scuderie e questo è assai grave. Non avreste mai dovuto andarci e specialmente la ragazza. Io non posso assolutamente perdonarvi»
«Vedo che è tutto inutile parlare con lei. Mi resta solo una cosa da fare: andare da mio padre e impedire che Destiny sia espulsa.» conclusi.
«Cosa? Andrà dal duca di Granchester?» mi domandò scioccata.
«So che ha una grande influenza presso di voi.» sorrisi compiaciuto.
«Facendo una cosa simile daresti un duro colpo alla reputazione della nostra scuola, e perdipiú all'onore della famiglia Granchester. Non lo dimentichi.» continuò lei.
«Non mi importa niente dell'onore.» affermai.
«Sai meglio di me che devi comportarti sempre in maniera più che corretta e questo nei confronti della sua famiglia. In ogni caso dubito fortemente che il Duca di Granchester voglia intervenire in questa faccenda, che a me non sembra del tutto cristallina. E ora torni nella sua stanza» concluse.
Uscii dall'ufficio. Non volevo l'aiuto di mio padre. Lo odiavo tanto. Dovevo trovare un'altra soluzione. Se Des sarebbe stata espulsa dalla scuola, non avrei più potuto vederla. Che cosa potevo fare? Il bacio con Des in Scozia mi aveva frastornato. Non aveva reagito come avrei voluto, ma non me ne pentivo. Era stato fantastico. Non facevo altro che pensare nella mia stanza, quando la porta si spalancò e un Peter infuriato fece irruzione nella mia stanza.
«Sei un vigliacco, Terence! Me la pagherai!» mi sferrò un pugno, tanto forte da fammi cadere vicino alla finestra.
«Fermo Peter! Non fare pazzie» lo fermò il fratello entrando nella mia stanza insieme alle amiche di Des. «Che cosa hai fatto a Des?» urlò.
«Terence, si può sapere perché l'hai fatto? L'hai messa nei guai!» intervenne Patrick più cauto.
«Sei un farabutto! Per quale motivo hai fatto in modo di incontrarti con Des nelle scuderie?» incalzó ancora Peter.
«Smettila Peter! Fare a pugni non serve a niente. Calmati!» lo fermò il fratello.
«Lasciami! È per colpa di questo farabutto se Des viene espulsa dalla scuola» continuò Peter.
«Peter non urlare. Se qualcuno ci trova qui, siamo nei guai anche noi.» gli disse Annie.
«Il signor Andrew andrà su tutte le furie per questa storia e potrebbe revocare l'adozione. Se la butta fuori dalla famiglia dove andrà Des? Dove?» dichiarò Peter serio.
«Può revocare l'adozione?» domandai sconvolto «Io non c'entro niente. Mi dispiace, non sono stato io a mandare il biglietto a Des» confessai.
«Come?» Peter e Patrick mi guardarono sorpresi.
«Qualcuno ha mandato lo stesso biglietto anche a me» lo tirai fuori dalla tasca e glielo porsi.
«Devo parlarti, ti aspetto questa sera alle 23:30 nelle scuderie.» lo lesse Peter «Un momento, questa non è la calligrafia di Destiny. Amanda ha cercato di cambiare la grafia, ma non abbastanza. È di Amanda»
«Cosa? Amanda le ha teso un tranello?» domandò Kriss.
«Amanda è proprio malvagia.» aggiunse Annie.
«Se facciamo vedere questo biglietto a Miss Collins la perdonerà» si intromise Patrick.
«Credete che sia così facile?» intervenni io «Le ho già accennato del biglietto. Per lei non ha nessuna importanza»
Due giorni dopo, non era cambiato niente.
«Io mi sento ribollire il sangue a starcene qui senza fare niente. È una cosa insopportabile» Patrick si strofinò gli occhiali demoralizzato.
«Possibile che non ci sia niente da fare? Se Des viene espulsa dalla nostra scuola in questo modo ingiusto e vergognoso sarebbe la fine per lei. Non avrebbe più niente» aggiunse Peter.
«Si, ma non dimenticare che ha aiutato due persone a crescere, cambiandole completamente.» gli fece notare Patrick.
«Due persone?» ribatté il fratello.
«Annie e Kriss. Erano piene di paura, totalmente insicure, ma Des ne ha fatto due ragazze che guardano la vita con ottimismo.» continuò Patrick.
«E questa non è forse una buona ragione in più per farla restare con noi?» chiese Peter.
«Certo. Non ho mica detto il contrario» ribatté Patrick.
«Potete stare zitti? E se proprio non ci riuscite, andate via per favore» alzai la voce. Le loro chiacchiere non mi aiutavano per niente.
«Cosa? Come fai a stare lì calmò e tranquillo?» Peter si agitò.
Calmo e tranquillo? Come potevo stare calmo e tranquillo? «Vi prego, andate via» dissi loro.
«Io ti...» iniziò Peter, ma il fratello lo fermò.
«Peter, che fai?» lo ammonì Patrick.
«Io non lo sopporto...» mormorò Peter mentre usciva dalla mia stanza.
Prima di andare Patrick rimase fermo sulla porta. «Terence, ti devo dire un'ultima cosa. Des ha sempre sofferto nella vita. È questo il motivo per cui vogliamo che sia felice. E credo che tu sia d'accordo con me» con questo uscì.
Io non sapevo quanto avesse sofferto nel passato. La Des che conoscevo io era allegra e spensierata, piena di gioia di vivere, e anche piena di coraggio. Il fatto di essere un'orfana non le aveva tolto il sorriso. E io, invece cosa avevo fatto nella vita? Avevo litigato con mio padre e usato i suoi soldi. Io ero l'unico che potevo aiutarla. Dovevo assolutamente farlo, per Des. Sarei andato da mio padre.
✩✩✩
«Così sei venuto fin qui dalla scuola per raccontarmi una storia, che non esito a definire banale» riepilogò mio padre austero il pomeriggio dopo mentre giocava a golf nella sua proprietà.
«Per te può anche essere banale, ma per me è una cosa estremamente importante. Non dire che non mi vuoi aiutare» replicai.
«Ho l'impressione che ti interessi molto questa ragazza. Posso chiederti i motivi?» mi domandò.
«I motivi sono semplici. In questa circostanza non condivido il comportamento di Miss Collins. Non le ha dato neanche la possibilità di giustificarsi ed è innocente» affermai.
«In passato sono stato molto indulgente con te, ma questa volta ti dirò di no. Se deve essere espulsa, sarà espulsa» dichiarò.
«Giá, e perché non hanno dato anche a me la stessa punizione?» gli domandai.
«Perché io ho fatto molto per quella scuola e tu lo sai bene» mi ricordò.
«È proprio per questo che ti chiedo di usare la tua influenza. Cerca di capire, Destiny è nei guai per colpa mia» insistetti.
«Ho detto di no. Se mi permetti di darti un consiglio questa Destiny non è una ragazza per te.» continuò lui.
«Allora questo significa che non hai alcuna intenzione di aiutarmi, non è vero?» gli chiesi.
«Giá, proprio così.» annuii.
«Papà, ti giuro che non mi sarei rivolto a te se in questa storia non è coinvolta una persona che è davvero innocente. Ma ti assicuro che d'ora in avanti non verrò a chiederti nessun favore per nessun motivo. Risolverò tutti i miei problemi da solo.»
«Terence...» mi chiamó, ma io ero già corso via.
Non ci sarei dovuto andare. Dovevo immaginarlo che mi avrebbe detto di no. Eppure speravo che mi avrebbe aiutato.
Contavo molto su di lui questa volta.
Quella sera andai nel dormitorio delle ragazze e entrai di soppiatto nella camera adiacente a quella di Des.
«Terence? Che ci fai qui?» mi domandó Kriss alzandosi di scatto dalla scrivania.
«Scusami...» abbassai la voce «Devo parlare con Des. Ti dispiace lasciarci soli?»
«Vado in camera di Annie» mi disse Kriss comprensiva. La ringraziai e lei uscì.
Iniziai a suonare l'armonica.
«Terence! Sei tu, Terence?» sentii la voce di Des dall'altra parte del muro.
«Adesso voglio sentirti allegra, ok?» affermai.
«Come mai sei qui? Non sei stato punito?» mi domandò.
«Al diavolo la punizione!» esclamai.
«Tu non cambierai mai» disse. Anche se non potevo vederlo, sapevo che stava sorridendo. La sentivo sorridere dietro lo spesso muro che ci separava. Ci fu un attimo di silenzio, come se non sapessimo bene cosa dire. Portai le ginocchia al petto con la schiena appoggiata alla parete.
«Quando hai detto che mi odiavi...» iniziai titubante ricordando il nostro ultimo incontro.
«Lo sappiamo entrambi che non ti ho mai odiato davvero. Scusa se te lo dico dopo tutte le cattiverie che ti ho detto in Scozia» affermò.
«Sono felice che tu me lo abbia detto. Non sono contento di come abbiamo lasciato le cose» ammisi.
«La verità è che non mi dispiace di averti incontrato, non mi dispiace il fatto che conoscerti mi abbia fatto riflettere su ogni cosa.
Ho cercato di reprimerlo, di ignorarlo, ma io sto davvero bene quando sto vicino a te. E quel bacio è stato...» Des fece una pausa.
Passarono alcuni secondi che sembrarono interminabili, finché disse «Ho passato tanto, troppo tempo, a pianificare il futuro, a studiare per realizzarlo. Ma stando qui ho capito che il futuro è adesso. È tutto qui. Basta un attimo e te lo sei perso. Il fatto è che io ho paura, Terence. Ho paura che se mi permetto di essere felice anche solo per un secondo, il mondo mi crollerà addosso e non so se lo sopporterei. E se ho paura significa che ho qualcosa da perdere, giusto? E io... io non voglio perderti»
Non poteva sapere quanto mi facesse piacere sentirglielo dire.
✩✩✩
«Miss Collins è preoccupata per la storia di Terence e Destiny» sentii dire da alcune ragazze il mattino dopo in cortile.
«Dicono che si siano incontrati a tarda sera nelle scuderie, è vero?»
«Certo che è vero...» vociferò un'altra.
«Stanno parlando tutti di Terence e Destiny. Questo è il più grosso scandalo nella storia della scuola» Amanda spettegolava con le sue amiche.
Mi avvicinai a lei. Era un po' più bassa di Des, aveva le labbra carnose e un'aria seducente. Non si poteva negare che fosse affascinante, ma non era il mio genere. Non che ne avessi uno in particolare, ma di sicuro non malvagia, presuntuosa, e arrampicatrice sociale.
«Ciao Terence...» mi salutò lei raggiante.
La fissai per qualche secondo e le sputai addosso.
«Oh mio dio...» urlò lei, ma io mi ero già allontanato in direzione dell'ufficio della direttrice.
«Terence!» nel frangente in cui mi vide entrare, la preside balzò dalla sedia.
«Vorrei parlare con lei se mi permette...» iniziai educato.
«Terence, non lo sai che devi restare nella tua stanza? Ci torni subito!» sbraitò.
«Mi conceda un minuto» la pregai.
«No, mi dispiace. Esci immediatamente di qui!» urlò.
«Miss Collins» sbattei il palmo sulla cattedra mentre mi girava a fissarmi «Sii gentile con me questa volta. Ho bisogno soltanto di un minuto, non di più.»
Non mi doveva aver mai visto in questo stato. Trasse un respiro e mi guardò «Bene, ti concedo di parlare, ma ti chiedo di essere molto breve.»
«La ringrazio. Mi dica, lei non ha nessunissima intenzione di cambiare idea riguardo a Des, vero?» esordii.
«Vuoi ancora parlare di questa storia? Io non tornerò mai su questa decisione. Non posso permettere che rimaniate qui entrambi, perché ne và della reputazione della scuola.» affermò caparbia.
«Bene, allora voglio essere espulso io al posto di Destiny» annunciai.
«Eh?» la preside aveva gli occhi sbarrati.
«Se dice che non possiamo restare entrambi, preferisco andarmene io da questa scuola.» la informai tranquillo.
«Dici sul serio? Sei pronto a fare una cosa simile?» mi chiese incredula.
«Certamente» ribattei deciso. Amavo Des e proprio perché la amavo non potevo essere egoista con lei. Avrei rinunciato a tutto per lei.
«È una cosa che non posso permetterle. E poi, cosa direi a suo padre?» la direttrice si alzò e andò avanti e indietro nell'ufficio.
«Lei non deve dire niente a mio padre.» la ragguagliai.
«Cosa?» la preside sgranò gli occhi.
«Ha capito benissimo. Non è necessario che gli dica qualcosa, perché da oggi non userò più il nome dei Granchester.»
«Cosa hai detto?»
«E ora mi scusi...» aprii la porta.
«No, aspetta...» la direttrice mi richiamó, ma avevo preso la mia decisione.
«Addio Miss Collins e grazie di tutto» e con questo uscii per l'ultima volta dalla presidenza.
Per la prima volta vedevo Miss Collins con occhi diversi. Mi faceva quasi compassione.
Il suo unico compito era quello di mantenere alto il buon nome della scuola.
Passai per l'ultima volta alla collina. La collina mia e di Des. Quella che assomigliava molto alla sua collina di Pony. Lì per la prima volta l'avevo chiamata "Tarzan tutte lentiggini" e lì mi aveva dato l'armonica. Ciò che avevo fatto era necessario. Non sarei più tornato in quella scuola. Non avrei più rivisto Des. Tanto valeva partire subito. Finii di preparare le mie cose e scrissi un biglietto per Des e lo lasciai sopra la mia scrivania insieme a "Romeo e Giulietta".
Andai in corridoio dove c'erano Peter e Patrick.
«Devi sbrigarti, altrimenti faremo tardi alla lezione» sentii Peter dire al fratello.
«Ciao Terence» mi salutò affabile Patrick, non appena mi vide «Hai novità riguardo a Des?»
Peter diede una gomitata al fratello. «Ora dobbiamo andare. Terence, non vieni con noi?»
Gli tesi loro la mano.
«Che significa?» chiese Peter sconcertato.
«Io volevo semplicemente ringraziarvi, ragazzi. Ora non dovrete più preoccuparvi per Des» dissi.
Peter me la strinse. «Spero che tu abbia ragione»
«Lo spero anch'io. Sei veramente in gamba, Terence. Senti, perché non proviamo a fare qualcosa insieme ogni tanto?» mi propose Patrick.
«Un giorno, forse. Ciao» dissi loro mesto.
«Terence sembra un altro oggi.» sentii dire da Patrick mentre andavano a lezione.
Mi incamminai verso il cancello.
«Addio giovinezza spensierata. Addio Des. Sii felice. Un giorno chissà, ci rincontreremo» mormorai, voltandomi un'ultima volta.
Mi diressi a Southampton. Il giorno dopo avrei preso una nave e sarei andato in America. Avrei ricominciato da capo, non sarei stato più un Granchester. Se fossi stato più grande avremmo lasciato quella scuola insieme e avremmo affrontato qualsiasi difficoltà. Avremmo affrontato la vita insieme. Che strano, l'avevo conosciuta su un piroscafo e stavo prendendo un piroscafo per allontanarmi da lei.
Ciao a tutti✨,
la punizione inflitta a Des è sproporzionata rispetto a quella data a Terence. La cosa non sfugge al ragazzo, che chiede la revoca dell'espulsione.
Miss Collins rifiuta di riammetterla, così Terence decide di investire della decisione il padre. Il padre però gli rifiuta il proprio sostegno e lo lascia solo.Terence, per nulla scoraggiato, decide di sostituirsi nella punizione inflitta alla ragazza e si auto-espelle dalla scuola💔.
Dopo aver suonato l'armonica per Des un'ultima volta, Terence annuncia alla direttrice che è pronto a lasciare la scuola, se questo significa che Des non verrà espulsa. Terence si prepara a partire e saluta per l'ultima volta i gemelli, ignari di tutto🥲.
Des ovviamente non sa nulla. L'armonica che aveva suonato Terence le aveva dato molto coraggio. Come la prenderà?
Lo scopriremo nei prossimi capitoli, un abbraccio, Carla❤️
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